Auguri

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Io amo la musica per mille motivi di cui è inutile parlare, perchè sono i motivi per cui la amano tutti quelli che la amano davvero, ma la amo anche perchè la musica è la manifestazione di un paradosso che nasce dalla fusione perfetta dell'inconciliabile. Uno spartito è un teorema fatto di estro creativo e calcolo matematico, un accordo unico di fantasia e di logica. Impossibile metterle insieme altrimenti, la fantasia e la logica, l'una annulla l'altra, tranne che nella musica. E questo mi piace, perchè in fondo in fondo e in modo molto imperfetto anch'io sono così.
Lorenzo Licalzi, "Non so"

Natura Giuridica va in vacanza per qualche giorno: un po' di meritato riposo.
Ci rivediamo l'anno prossimo, per parlare delle più attuali problematiche di diritto dell'ambiente e dell'energia.

Auguri a tutti quanti.



Qualità della vita e accessibiltà a Cuneo

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Qualche buona notizia non fa mai male, soprattutto se riguarda il posto in cui hai scelto di vivere!
La prima buona notizia è questa:  Cuneo si è classificata al settimo posto nella classifica nazionale sulla qualità della vita nelle città italiane, stilata annualmente dall'Università La Sapienza di Roma. 
L'indagine, arrivata al dodicesimo anno, assegna un punteggio a ciascuna città analizzando 9 elementi: ambiente, affari e lavoro, criminalità disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Cuneo è risultata al 7° posto in Italia e prima fra le città del Piemonte. Inoltre, la Granda ha guadagnato una posizione rispetto all'ottavo posto nel 2009.


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Colpevole di essere proprietario?

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“Ogni storia ha la sua conclusione, stessa illusione”, canterebbe Guccini.

Ogni caso fa storia a sé, mi viene da dire, commentando brevemente la sentenza del TAR di Torino n. 1575 del 2010, relativa alla responsabilità per inquinamento e connessi obblighi di bonifica di siti contaminati (sentenza che potete scaricare gratuitamente sul sito di Natura Giuridica, dopo esservi registrati gratuitamente)

Qual è la posizione del proprietario non colpevole dell’inquinamento?

Ogni storia – per lo meno in questo settore: le bonifiche dei siti contaminati – ha la stessa conclusione: la mera qualifica di proprietario o detentore del terreno inquinato non implica di per sé l'obbligo di effettuazione della bonifica, con la conseguenza che esso può essere posto a suo carico solo se responsabile o corresponsabile.
Si tratta di un argomento affrontato più e più volte nelle pagine del blog, che potete consultare collegandovi ai links che trovate al fondo di questo post.


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Rapporto Confindustria Efficienza Energetica

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E' stato pubblicato da Confindustria un interessante rapporto sull'efficienza energetica in Italia. Il rapporto analizza, settore per settore, la green economy italiana in modo realistico, evidenziando con un approccio prudenziale i trend di crescita futuri.

La conclusione principale cui il rapporto giunge è che "con un'attenta politica industriale (sgravi fiscali del 55% sul rinnovamento energetico degli edifici inclusi) da qui al 2020 si può innescare un autentico gioco al guadagno per tutti": consumatori con bollette meno salate, mercati più attivi, aziende più competitive anche all'estero, consumi energetici ridotti, entrate statali maggiori e, soprattutto, notevole aumento dei posti di lavoro.
In altri termini, un circolo virtuoso i cui benefici effetti sono ampiamente distribuiti.
Ma come si è arrivati a queste conclusioni?
E quali sono i settori trainanti del rinascimento green italiano?



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Quali regole se il proprietario non colpevole dell’inquinamento è il Comune?

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Natura Giuridica ha parlato spesso di responsabilità proprietario non colpevole dell’inquinamento (in fondo a questo post potete trovare una rassegna di post dedicati all’argomento).

I post dedicati alla responsabilità del proprietario non colpevole di inquinamento sono tanti non solo perché si tratta di un argomento di attualità, nel settore delle bonifiche dei siti contaminati, ma anche e soprattutto perché non è possibile liquidare l’argomento con poche, e semplici, affermazioni di principio: “non sono responsabile per il solo fatto di trovarmi nella situazione di essere proprietario di un terreno contaminato, quindi rivolgetevi altrove”….

Le massime delle sentenze, infatti, fanno pur sempre riferimento a casi specifici e, di conseguenza, le statuizioni ivi contenute hanno valore in relazione al caso concreto, e non sempre – o non nella loro interezza – possono essere applicate a casi analoghi, ma non identici…

Non a caso, questo è uno – ma non l’unico – dei principali motivi per cui oggi è più che mai indispensabile una consulenza legale ambientale: chiedere aiuto ad un esperto del settore del diritto dell’ambiente e dell’energia per districarsi nei meandri di normative ed interpretazioni solo in apparenza facili da comprendere, oltre che da applicare.

Nel caso che vi propongo oggi, ad esempio, il proprietario del sito contaminato era un Comune…i più curiosi di voi potranno leggere il fatto scaricando gratuitamente la sentenza (Consiglio di Stato, n. 1503/10) sul sito di Natura Giuridica, previa registrazione gratuita).


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Ruolo del Comune nella bonifica di siti contaminati nel caso di inerzia del proprietario non responsabile dell’inquinamento

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Nell’editoriale sul sito di Natura Giuridica del giugno di quest’anno ho sottolineato che, nella compravendita dei siti contaminati, strettamente correlato al tema delle responsabilità dell’inquinamento - di cui ho diffusamente parlato nelle pagine di Natura Giuridica - è quello relativo alle garanzie e alle clausole da inserire nei contratti di compravendita dei siti (potenzialmente) contaminati: la normativa in materia di bonifica dei siti inquinati, introdotta dall’art. 17 del decreto Ronchi e dal D.M. n. 471/99, infatti, ha avuto importanti riflessi sia sulla prassi commerciale, sia sulla patologia dei contratti aventi a oggetto il trasferimento di siti inquinati.

Nel caso che vi propongo oggi, analizzato dal TAR di Brescia nella sentenza n. 1313 del 2010, liberamente scaricabile dal sito di Natura Giuridica, previa semplice registrazione, il terreno contaminato era stato oggetto, in passato, di numerosi passaggi di proprietà, all’insegna dell’inconsapevolezza della situazione di contaminazione presente.
L’ultimo proprietario in ordine temporale, i seguito alla scoperta della contaminazione del sito, era stato assolto in Cassazione, per insussistenza del fatto; ciò nonostante, anche in seguito al dissequestro, il Comune in cui il terreno era ubicato aveva cominciato a notificargli una serie di provvedimenti, con cui venivano ordinati interventi diversi, ma tutti volti, sostanzialmente:
  • allo smaltimento di rifiuti contenenti amianto, eternit, alla messa in sicurezza delle cisterne;
  • ad evitare l’attivazione di nuovi scarichi senza autorizzazione e lo smaltimento non conforme alla legge di liquami provenienti dallo scavo del terreno,
fino all’adozione finale di un’ordinanza di bonifica dell’area secondo le linee dettate dall’apposito progetto approvato dal Consiglio comunale…


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Rinnovabili: Nimby e Benefit Sharing

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La costruzione di impianti a rinnovabili e il benefit sharing...alla sindrome NIMBY si rimedia con il benefit sharing!


In una parte d’Europa li chiamano NIMBY: not in my backyard (letteralmente non nel mio cortile). Se vuoi costruire un parco eolico fallo pure, ma non sul mio territorio. Non vicino a casa mia.

Sono le associazioni ambientaliste, i cittadini, i comitati locali, certe volte i Comuni stessi che si oppongono alla costruzione di grandi impianti alimentati a rinnovabili. Perchè è vero, le rinnovabili “fanno bene” e non inquinano, ma l’impatto visivo, l’ombra, le vibrazioni, il noioso flickering delle pale eoliche, quelli non si possono ancora eliminare.

L’opposizione è comprensibile, e in certi casi - ma non in tutti - giustificata; fa parte di un fenomeno, quello delle Rinnovabili, che non è sempre buono, sempre positivo, ma è fatto anche di facili speculazioni, di violenze sul territorio, di elusione delle norme, di rigetto delle tradizioni.
Questo le grandi società lo hanno imparato: in certi casi, l’opposizione delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste è talmente forte dal farle desistere.

Allora si sta sviluppando, in alcune parti d’Europa, un approccio nuovo. Non si costruisce e basta. Si cerca invece di coinvolgere la comunità locale e di informarla, e soprattutto, di ricompensarla per i fastidi. Tutto questo si chiama Benefit Sharing  o condivisione dei benefici.

In sintesi, ecco come funziona.


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Cuneo Ambiente: Notizie su Cuneo e la Provincia Granda

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Prende avvio una sezione dedicata all'informazione su ambiente ed energia a Cuneo e provincia di Cuneo. Uno spazio per seguire le notizie e gli eventi che riguardano tutta la Provincia Granda.

Lo studio legale ambientale Natura Giuridica si dedica alla consulenza e all'assistenza legale ambientale on line, secondo un approccio che tende a sfruttare ed ottimizzare tutti i vantaggi, connessi con l'utilizzo di piattaforme web, come il sito, il blog e la posta elettronica, per la consulenza giuridica.

Tuttavia, Natura Giuridica ha sede fisica in provincia di Cuneo, ed il suo fondatore è Andrea Quaranta, cuneese classe '75. Dunque vi è uno stretto rapporto con questo territorio, ed è giusto che vi sia uno spazio di informazione ambientale dedicato a Cuneo, che tratti anche delle novità e delle iniziative riguardanti la Regione Piemonte in materia di ambiente ed energia.
Il territorio regionale e la provincia di Cuneo sono interessati da un vivace dibattito sulla co-esistenza tra coltivazioni agricole (anche di eccellenza: si pensi per esempio ai vigneti) e impianti fotovoltaici in zone agricole. La questione interessa il futuro sviluppo economico della Regione ed avrà ricadute soprattutto sulle prossime generazioni.
Le istituzioni locali, ad ogni livello, stanno cercando di arginare i fenomeni speculativi, dando la precedenza alle iniziative imprenditoriali in campo di fonti rinnovabili che sfruttino terreni difficilmente utilizzabili per produzioni agricole e con basso valore paesaggistico.
Nel panorama attuale, caratterizzato dalle difficoltà connesse con il superamento di una crisi economica di portata globale, non favorisce di certo la serena coesistenza dello sviluppo agricolo e di quello energetico rinnovabile, soprattutto a causa del notevole calo di redditività di molte produzioni agricole.

Eppure, una strada per la convivenza armoniosa c'è, ed è costituita dalla pianificazione energetica su larga scala e lungo periodo, volta ad un bilanciamento funzionale tra coltivazioni agricole, sfruttamento delle biomasse e delle fonti rinnovabili. Un approccio che vede nella multi-funzionalità dell'impresa agricola  la base per uno sviluppo sostenibile dal punto di vista econonimico, ambientale, sociale e culturale.


Il riparto di competenze in materia di energie rinnovabili nel Paese dei C8 (mila) (parte seconda)

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Punto secondo.
Pur non trascurandosi la rilevanza che, in relazione agli impianti che utilizzano fonti rinnovabili, riveste la tutela dell’ambiente e del paesaggio, occorre riconoscere prevalente risalto al profilo afferente alla gestione delle fonti energetiche in vista di un efficiente approvvigionamento presso i diversi ambiti territoriali: altrimenti, l’adozione, da parte delle Regioni, nelle more dell’approvazione delle linee guida previste dall’art. 12 del d.lgs. n. 387 del 2003 – emanate solo nel settembre di quest’anno, ndr, Le linee guida rinnovabili finalmente pubblicate in Gazzetta Ufficiale - di una disciplina come quella oggetto di censura provoca l’impossibilità di realizzare impianti alimentati da energie rinnovabili in un determinato territorio, dal momento che l’emanazione delle linee guida nazionali per il corretto inserimento nel paesaggio di tali impianti è da ritenersi espressione della competenza statale di natura esclusiva in materia di tutela dell’ambiente.


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Il riparto di competenze in materia di energie rinnovabili nel Paese dei C8 (mila) (parte prima)

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Quante volte lo abbiamo detto: nelle pagine del blog, in quelle del sito, negli articoli pubblicati per riviste scientifiche del settore del diritto dell’ambiente, nel corso di convegni, nei master….

Orientarsi nei meandri del diritto ambientale è tutt’altro che un mestiere semplice, perché da sempre, fina dalla sua nascita, il diritto dell’ambiente – ma anche quello dell’energia – si è caratterizzato per la sua perenne precarietà.
Non importa se causata dall’emergenza di turno, dall’infantile politica ambientale, dalla difficoltà di dare delle definizioni puntuali, dalle difficoltà tecnologiche, dal fatto che non ci sono più le mezze stagioni, dai giudici comunisti, dalla sinistra (quella c’entra sempre, anche quando, come da noi, non esiste...) o dagli immigrati…
O forse, più probabilmente, perché non siamo in grado di assumerci le responsabilità, così concentrati a trovare una scusa da accampare, o un caprio espiatorio cui addossare le nostre frustate ambizioni di paese del G8

Nel paese dei C8(mila, ovverosia il numero approssimativo dei Comuni nel nostro Belpaese), dove ognuno fa un po’ come gli pare (del resto siamo governati dal popolo delle libertà…), le regioni si sono sempre sentite in dovere di sostituirsi al legislatore nazionale, anche laddove non ne avevano i mezzi, o il potere di farlo…


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Detrazione 55% story

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Per chi si accinge a ristruttare la propria casa nell'anno 2011, e per gli artigiani chiamati a realizzare tali lavori, queste sono ore convulse: si attende il comunicato ufficiale del Governo - e soprattutto il testo - relativo alla proroga per il 2011 della detrazione del 55% per interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

In un primo tempo, la notizia della bocciatura degli emendamenti di FLI e PD volti ad ottenere la proroga delle misura nella Finanziaria (ora Legge di Stabilità) per il 2011, aveva destato scalpore e le polemiche di diverse associazioni di categoria.

La detrazione del 55% ha infatti creato una serie di importanti effetti positivi sull'economia: la crescita di posti di lavoro in comparti quali quello dei serramenti (in misura maggiore) e delle ristrutturazioni di involucro degli edifici (in misura minore, perché si tratta di interventi più complessi per i consumatori); la riqualificazione energetica di una ingente quantità del parco immobili italiano, un ottimo strumento per il raggiungimento degli obiettivi europei sulle riduzioni di CO2.

Qualcuno dice, senza mezzi termini, che l'iniziale chiusura del Governo verso la proroga della detrazione sia stato un éscamotage per non rallentare la corsa alle riqualificazioni negli ultimi mesi del 2010. 



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Sostanze destinate all’alimentazione: la revisione delle analisi è limitata?

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Contro una serie di provvedimenti che dichiaravano l’inidoneità all’importazione l’olio di girasole grezzo non commestibile destinato alla raffinazione di provenienza ucraina acquistato da una società, e respingevano la richiesta di ripetizione delle analisi sul materiale stesso, veniva proposto ricorso.

In estrema sintesi, la ricorrente lamentava il fatto che il diniego non era supportato da alcun risultato di analisi, e non indicava gli eventuali estremi dello stesso o del laboratorio incaricato; inoltre, si sottolineava, a seguito della richiesta di ripetizione delle analisi, fondata sulle risultanze del controllo fatto eseguire privatamente dalla ricorrente, l’amministrazione aveva sostenuto la non ripetibilità per la inapplicabilità dell’art. 1 L. 283/62 alle merci provenienti dall’estero, mentre nel caso di specie vi erano fondati sospetti circa l’attendibilità delle analisi.


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Scorie di acciaieria: quando sono sottoprodotti

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Sul blog di Natura Giuridica abbiamo già parlato di scorie di acciaieria: “Scorie di acciaieria: l’Ecogravel è un sottoprodotto”


Allora avevamo sottolineato che per l'attribuzione della qualifica di sottoprodotto occorre che il loro impiego sia certo sin dalla fase di produzione, integrale e avvenga direttamente nel corso del processo di produzione odi utilizzazione preventivamente individuato e definito.
Di conseguenza, non è necessario  - si sottolineava - che l'utilizzazione del materiale, da qualificarsi sottoprodotto, avvenga nello stesso processo produttivo da cui ha avuto origine, essendo, invece, sufficiente che il processo di utilizzazione, peraltro integrale, del sottoprodotto sia stato preventivamente individuato e definito, così come accertato, nel caso in esame dai giudici di merito.

Cos’è successo questa volta?


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Ego te absolvo: il motto dell’Italia dell’anno (sotto) zero.

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Considerazioni sulla puntata di Anno Zero del 28 ottobre 2010 ("Il miracolo no!"), dedicata all'emergenza rifiuti in Campania

Il 26 ottobre 2010 è stato pubblicato su “La Stampa” un ottimo articolo di Mario Deaglio.

In modo lucido e pacato mette a nudo, in poche righe, il male dei mali italiani: un’autoreferenziale e discutibile (anche se di questo non si discute!) auto-assoluzione, nella vana ricerca, di fronte ad una globalizzazione vissuta come “scioccante”, di un federalismo di maniera, che assomiglia più ad una chiusura a riccio nei confronti del mondo, che ad una oculata scelta di decentramento politico.

E così si cercano capri espiatori:
  • l’extracomunitario di turno;
  • il poco diplomatico Marchionne, che di certo non sarà un “santo” (mettiamola così), ma che si è preso la briga di mettere a nudo certe scomode verità, e certi vizi che gli italiani praticano con nonchalance, ma mai e poi mai, nemmeno sotto tortura, o nel confessionale, ammetterebbero di esercitare;
  • il suscettibile avversario politico, anche questo rigorosamente di turno: uno a caso, tanto vale –
in assenza di qualsivoglia argomentazione, di una discussione costruttiva, di un “mea culpa

Niente, solo un lancinante, ripetitivo, ossessionante, “urlificio”, popolato da segugi dall’olfatto avariato, da politici autoreferenziali e vanagloriosi, da vassalli, valvassori e valvassini la cui unica virtù è l’ossequiosa devozione ad personam…

Se il bungagiorno si vede dal mattino, immaginatevi il resto…


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Risparmio energetico e normativa urbanistica

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Quale obiettivo vale di più: il risparmio energetico o quello perseguito dalla normativa urbanistica?

Se lo è domandato il TAR di Brescia (sentenza n. 875/10, gratuitamente scaricabile dal sito di Natura Giuridica, previa registrazione), nel decidere su un ricorso presentato per l’annullamento di un provvedimento del Responsabile del Settore Edilizia di un comune della zona, con il quale è stato negato il rilascio di permesso in sanatoria in relazione ad opere eseguite in parziale difformità rispetto al permesso a costruire.

I motivi del ricorso potete approfondirli scaricando la sentenza del TAR di Brescia n. 875/10: qui vi dico solo le conclusioni cui è pervenuto il Collegio, che nella breve sentenza ha tenuto a precisare che l’obiettivo del conseguimento del risparmio energetico va contemperato con quelli perseguiti dalle norme di disciplina edilizia ed urbanistica, senza che possa affermarsi una generalizzata ed indiscriminata prevalenza della prima sulle seconde.


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Un Comune può “tirarsi fuori” dal procedimento autorizzatorio in materia di FER?

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In un’epoca di presenzialismo fine a se stesso, fa rumore il…silenzio rivendicato da un Comune pugliese in materia di fonti di energia rinnovabile.

La cronaca: una società, una volta avviato l’iter volto ad ottenere l’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio di un parco eolico, si è trovata di fronte al silenzio dell’Amministrazione. 
Il Giudice di primo grado ha accolto tale ricorso, prontamente impugnato dall’Amministrazione stessa, che sosteneva l’inesistenza di qualsivoglia obbligo a suo carico nel procedimento, dal momento che il famoso art. 12 del D.Lgs n.387/2003 prevede che “la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentata da energie rinnovabili […] sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla Regione”

Come a dire, titolare del procedimento per l’autorizzazione unica è solo la Regione, e il Comune può pilatescamente lavarsene le mani…

Non è proprio così….


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MTBE = Molto Trambusto per il Bene Economico… La decontestualizzazione della politica ambientale (2)

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Come abbiamo accennato nel post precedente ("MTBE=Molto Trambusto per il Bene Economico. La decontestualizzazione della politica ambientale"), di recente il TAR del Trentino Alto Adige è intervenuto in relazione al parametro MTBE (sentenza n. 93/2010, consultabile gratuitamente sul sito di natura Giuridica, previa semplice registrazione) cercando di fare ulteriore chiarezza.


In sostanza il Collegio ha affermato che il fatto che l’MTBE non sia una sostanza inclusa nelle tabelle allegate al Testo Unico Ambientale costituisce una lacuna che non potrebbe essere colmata con un’operazione di integrazione svolta dall’amministrazione anziché dal legislatore.

Tuttavia, nel nostro ordinamento esiste il principio di precauzione, che non è uno slogan, né una semplice dichiarazione d’intenti, ma una sorta di “norma materiale”, invocabile ogni volta che, pur a fronte di una carente base normativa – e, dunque, di un possibile ritardo da parte del legislatore nel prendere atto del costante progresso della scienza – sia ragionevolmente ipotizzabile l’esistenza di un rischio non tollerabile.
Ragionevolmente, appunto: il che significa caso per caso, e non sulla base di un parere generalizzato.


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MTBE = Molto Trambusto per il Bene Economico… La decontestualizzazione della politica ambientale

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Verrebbe proprio da metterla in questi termini: identificare con Molto Trambusto per il Bene Economico l’acronimo MTBE, che sta, invece, per Methyl Tertiary Butyl Ether, di cui abbiamo già parlato nelle pagine di Natura Giuridica, linkate in calce a questo doppio post.

Molto trambusto perché, parliamoci chiaro, al momento, si parla di tutela di ambiente in modo ancora troppo decontestualizzato rispetto alla salvaguardia degli interessi economici: si passa da una spropositata tutela astratta a tutti i costi del bene ambiente, difficilmente attuabile, poi, dal punto di vista pratico, a situazioni in cui i “valori economici” la fanno da padrona, relegando la tutela dell’ambiente a mero ed incidentale corollario di politiche nate con un altro scopo.
Come avviene per gli incentivi al fotovoltaico, che di sicuro non inculcano una cultura del sostenibile (il FV infatti è visto solo come una gallina dalle uova d’oro), e sono avulsi da qualsiasi politica industriale di ampio respiro (gli incentivi, per come sono strutturati ora, rischiano di essere “fini a se stessi”, perché una volta finiti non rimarrà nulla di concreto).
Nulla di concreto per l’Italia come Paese, non per color che, per fortuna od opportunità, hanno avuto il privilegio di poter investire nel settore del fotovoltaico.

E come avviene per qualsiasi altra politica energetico-ambientale in generale, applicata – quando è applicabile – a macchia di leopardo nel nostro paese, con interpretazioni spesso fantasiose che sembrano avere un unico, sciagurato scopo: quello di aumentare l’incertezza del diritto, in modo che qualsivoglia interesse lobbistico possa essere fatto valere.
Con buona pace di tutti gli altrio interessi non corporativi (interessi diffusi), della tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo e, infine, della certezza del diritto, unico baluardo in grado di regolare correttamente, ed in modo uniforme, interessi solo in astratto inconciliabili, come quello economico ed ambientale, appunto.

MTBE, dunque.


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Ecomondo 2010: convegno sul Decommissioning

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A Rimini, nell'ambito della fiera dedicata all'energia e all'ambiente Ecomondo ediz. 2010 , si terranno due appuntamenti convegnistici dedicati al decomissioning, ossia alla demolizione e riqualificazione di aree dismesse.
Ospiti dei convegni saranno esponenti di associazioni di categoria e manager di aziende nel settore del recupero aree dismesse.
Tutte le informazioni sulla sede dei convegni, il programma e le schede di partecipazione possono essere consultate nella pagina Ecomondo dedicata al decomissioning.
Il primo appuntamento si terrà giovedì 4 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e tratterà dei mercati emergenti e strategici nel decommissioning. I lavori saranno moderati da Massimo Viarenghi, direttore della rivista ECO - bonifiche, rifiuti, demolizioni.
Il secondo convegno si svolgerà venerdì 5 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e tratterà del delicato passaggio denominato "brown to green", ossia il processo di riqualificazione  delle aree dismesse. Modera i lavori Andrea Quaranta, consulente legale ambientale e membro del comitato scientifico della rivista ECO. 

In un'epoca come la nostra, la domanda sempre crescente di nuovi spazi per costruire passa anche, e soprattuttuo, attraverso il riutilizzo di quelli già esistenti. Si tratta di  aree industriali dismesse, quartieri degradati ed abbandonati, vuoti urbani, passività urbanistiche, ovvero i "Brownfields", il cui risanamento e riutilizzo rappresenta oggi una sfida importantissima anche in Italia.
Da una parte un'opportunità di business, dall'altra la possibilità di mutare il destino di un'area degradata, con benefici notevoli per il territorio ed i cittadini.

Potete scaricare il testo dell'intervento introduttivo collegandovi a questo link


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SCIA: segnalazione certificata di inizio attività? Io sento puzza di qualcos’altro…

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A parole non ci batte nessuno: siamo i Prìncipi dei prîncipi, come ho sottolineato, anche recentemente, nelle pagine del blog.

I nostri politici declamano, infarciscono i discorsi politici (rectius: le perenni e personali propagande) di “melodie giuridiche”, e si scoprono essere dei moralizzatori del diritto – diretti discendenti di quel diritto romano così lineare, di quel latino così semplicemente efficace – dei moderni Catone, dei novelli Virgilio.

Se bastassero le belle parole, dopo di noi non ci sarebbe spazio neanche per la medaglia d’argento: esisterebbe, potrebbe esistere solo un abisso popolato da aspiranti imitatori giuridici.

Ma nel momento in cui si apprestano a tradurre il politichese di certi voli pindarici in realtà quotidiana, in atti e fatti concretamente applicabili, i nostri politici scoprono che certe affermazioni da censore forse sono un po’ troppo – come dire? – eccessive, e che la luce del loro presunto lume è piuttosto fioca, e del tutto inadeguata a farsi strada nella selva oscura del nostrano diritto.

Prendete il diritto dell’energia, per esempio.
Precario, emergenziale, confuso, disorganico, pesante, burocratico, scoordinato, derogatorio, di deroga, derogato, sovrapposto: insostenibile.

L’ultima novità in ordine cronologico è rappresentata dalla S.C.I.A.: non quella che lascia svanire dietro di sé, nel mare, una barca a vela ma, molto più prosaicamente, nel Paese in cui il latino è stato soppiantato dal linguaggio da sms, uno dei tanti moderni acronimi, che indica la segnalazione certificata di inizio attività.

I meco……mplimenti che, a questo punto, sono dovuti (con tanto di standing ovation), si inseriscono in questo quadretto idilliaco di millantata semplificazione normativa.


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Che colpa ne ho!?

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Non è a Nicola di Bari, che mi riferisco, ma molto più prosaicamente al più che giustificato interrogativo che molti proprietari di terreni si pongono, quando si vedono notificare ordinanze di rimozione dei rifiuti che altri hanno gettato sulle loro proprietà, a loro totale insaputa…

Cosa succede se ignoti gettano rifiuti in un terreno altrui?

Di chi è la responsabilità? 

Il proprietario o il titolare in uso di fatto del terreno può essere chiamato a rispondere della fattispecie di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti sulla propria area, a prescindere da qualsiasi altra considerazione?

Sul blog di Natura Giuridica abbiamo affrontato il tema della responsabilità del proprietario incolpevole in diverse occasioni.

Oggi torniamo sull’argomento, visto che, nonostante tutto, le ordinanze di bonifica e di rimozione rifiuti (spesso confuse e sovrapposte. Occorre ribadire e sottolineare con forza che si tratta di due cose ben distinte: “La rimozione dei rifiuti è qualcosa di ben diverso dalla bonifica…”) contro i proprietari incolpevoli dell’inquinamento e dell’abbandono dei rifiuti “pullulano”, e continuano a rappresentare una sorta di scappatoia per le PP.AA. incapaci di rivolgersi ai reali responsabili di tali atti ambientalmente e socialmente insostenibili…


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Sanatoria Dia L. 129 2010

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Domanda: "Se voglio realizzare un impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile, e dunque compilo la mia bella DIA, in ottemperanza a quanto Comune e Leggi Regionali stabiliscono, posso dormire sonni tranquilli, ed avviare di conseguenza tutte le altre altre pratiche necessarie, come per esempio la richiesta di allacciamento alla rete elettrica"?

Siamo in Italia, e la risposta è: "No".

Se, per esempio, come è successo in Puglia, emerge che la Legge Regionale - che mi autorizzava a servirmi della DIA, denuncia inizio attività, e non di una procedura autorizzatoria più complessa e dispendiosa -  è incostituzionale, e se le sentenze della Corte Costituzionale hanno effetti "ex tunc", cioè sono retroattive, che fine fa la mia attività imprenditoriale, divenuta da legale ad abusiva in seguito alla pronuncia della Corte?


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L’Agenzia delle Entrate fa luce sulla c.d. “tariffa onnicomprensiva”

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Il 25 agosto 2010 l’Agenzia delle Entrate ha emanato la Risoluzione 88/E del 2010, con la quale è stato precisato il regime fiscale delle tariffe che incentivano gli impianti a fonti rinnovabili non fotovoltaici (tariffa onnicomprensiva).
La necessità del chiarimento è sorta da un quesito con il quale il GSE – che ritira a “Tariffa Fissa Omnicomprensiva” l’energia elettrica incentivata prodotta e immessa in rete da impianti eolici di potenza nominale non inferiore a 1 Kw e non superiore a 200 Kw; da impianti alimentati dalle altre fonti rinnovabili, con esclusione della fonte solare, di potenza nominale non inferiore a 1 Kw e non superiore a 1 Mw, entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2007 – ha chiesto di verificare se è possibile estendere la linea interpretativa di cui alla circolare 46/E, e la conseguente disciplina fiscale, anche alla tariffa onnicomprensiva.


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Boom di disposizioni nel settore delle energie rinnovabili: a quando, però, un’autorevole politica energetico-ambientale?

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Nell’editoriale del mese di settembre, sul sito di Natura Giuridica ho fatto cenno alle estive in materia di energie rinnovabili.

Nel periodo estivo, notoriamente adatto per inserire – fra polemiche politiche, lunghe ferie degli onorevoli e dei deputati, rissose e risibili campagne mediatiche volte a demonizzare tutto ciò che (non dico deraglia, ma semplicemente) dissente dai binari prefissati dal padre-padrone – in piccoli commi, nascosti in leggi che nulla hanno a che fare con l’ambiente, frammenti di lemma, in grado però di stravolgere, a volte, il significato di intere normative, quest’anno il nostro legislatore si è sbizzarrito, in un settore, come quello del diritto dell’energia, strategico per il futuro sostenibile del nostro Paese.

Il diritto dell’energia, infatti, è il ramo del diritto ambientale più “attivo”, attuale, strategico: dopo anni di sprechi (anche) energetici, i rapidi cambiamenti climatici, la progressiva diminuzione dei combustibili fossili e i recenti – e sempre più frequenti – disastri ambientali connessi all’estrazione degli idrocarburi hanno imposto un drastico cambiamento di rotta, che solo ultimamente sembra essere stato recepito non solo dai cittadini, sempre più consapevoli dell’importanza del loro comportamento in campo energetico-ambientale, ma anche dai governi, di solito particolarmente riottosi a riformare, ad innovare, a progredire…

E così, anche nel nostro Paese il legislatore sembra essersi dato una mossa, come si suol dire, anche se – ad onor del vero – non sempre questo entusiasmo normativo si è accompagnato ad una autorevole, lungimirante politica ambientale.

Andando in rigoroso ordine cronologico, nelle pagine del blog voglio riepilogare quanto di più rilavante è stato prodotto dalla recente normativa estiva in campo energetico:
Natura Giuridica ha già ampiamente parlato, nelle pagine del suo blog:
  1. della legge 4 giugno 2010, n. 96, Comunitaria 2009, nel post intitolato “I Principi dei princìpi. Ma poi finisce lì, al principio”, in cui è stata sottolineata l’importanza, e la necessità, di usare meno parole, meno “politically correct”, meno enfatiche, e più fatti, e di smettere di giocare a fare i Principi dei princìpi, il perverso gioco di parole (perché a questo è ridotta, al giorno d’oggi, la nostra politica) che ci fa rimanere immobili, al principio, appunto….
  2. del decreto 6 agosto 2010, (il nuovo conto energia), con ben cinque puntate dedicate ad un provvedimento che, se non altro, ha il pregio di aver indicato una via più sostenibile, nell’incentivare gli impianti fotovoltaici).


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Perché comprare green ?

Come spiegare ai consumatori perché è meglio comprare green? E quali sono le leve da spingere per un green marketing di successo?


C'è una scena molto simpatica del film Stregata dalla Luna, con Cher e Nicolas Cage, dove il papà della protagonista, idraulico italo americano di successo a New York, racconta alla sua amante come fa a convincere i clienti a pagargli onorari non proprio economici. Vincent Gardenia - che italiano lo era sul serio - dice più o meno così: "Io ai miei clienti dico sempre: ci sono i tubi di zinco, come quelli che avete voi, che causano grossi problemi, ci sono quelli di piombo, che si sono buoni ma a lungo andare possono causare problemi, ci sono poi quelli di rame, che io utilizzo perché sono i migliori e non causano nessun problema, è per questo che costano un po' di più. Allora, che tubi volete utilizzare?".
Questa simpatica scena decrive la sfida che le imprese italiane, che vogliono cogliere tutte le opportunità legate al green business, dovrebbero raccogliere: convincere i propri acquirenti che è più furbo e intelligente pagare di più, e che questo si traduce in un risparmio per il futuro.
Lo spunto per questa riflessione viene da una interessante ricerca di Sda Bocconi, curata da Silvia Vianello e Davide Reina, che sarà presentata a un workshop sul green marketing a Milano il 7 ottobre prossimo.


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Conto Energia 2011: disposizioni finali (parte quinta)

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Si conclude oggi la mini-serie di cinque post dedicati al nuovo conto energia (decreto 6 agosto 2010).

Dopo l’analisi del contesto generale in cui il nuovo conto energia (2011-2013) è stato emanato, dei principali cambiamenti a livello definitorio, degli obiettivi e delle procedure per l’accesso alle tariffe incentivanti, del sistema generale delle tariffe incentivanti, e dei premi di chi utilizza l’energia rinnovabile in modo efficiente, è ora di arrivare alle conclusioni.

Non sono state apportate molte novità nelle disposizioni finali, in materia di verifiche e controlli, di monitoraggio della diffusione e divulgazione dei risultati, di attività di informazione, di monitoraggio tecnologico e promozione di sviluppo delle tecnologie.

Sono state poste le basi per un futuro aggiornamento, da parte dell’AEEG, dei provvedimenti già emanati: in particolare, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas provvederà a:
stabilire le modalità, i tempi e le condizioni per l'erogazione delle tariffe incentivanti e la verifica del rispetto delle disposizioni del nuovo conto energia;
aggiornare ed integrare i propri provvedimenti in materia di connessione alla rete elettrica;
determinare le modalità con le quali le risorse per l'erogazione delle tariffe incentivanti trovano copertura nel gettito della componente tariffaria A3 delle tariffe dell'energia elettrica, e quelle per l'attuazione di quanto previsto in materia di premi per specifiche tipologie e applicazioni di impianti fotovoltaici 


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Conto Energia 2011: i premi previsti per chi utilizza l’energia in modo efficiente (parte quarta)

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Nelle prime tre puntate dedicate all’analisi del nuovo conto energia (decreto 6 agosto 2010) abbiamo analizzato il contesto generale in cui il conto energia 2011-2013 è stato emanato, i principali cambiamenti a livello definitorio, gli obiettivi e le procedure per l’accesso alle tariffe incentivanti, e il sistema generale delle tariffe incentivanti.

Ora è venuto il momento di parlare di un aspetto particolarmente interessante, volto a premiare ulteriormente chi:
operando in regime di scambio sul posto, e avendo realizzato un impianto fotovoltaico su un edificio, abbina ad essi un utilizzo efficiente dell’energia;
ubica i propri impianti fotovoltaici in particolare zone (ad es. cave, discariche esaurite, aree di pertinenza di discariche o di siti contaminati) e per altre specifiche tipologie ed applicazioni di impianti fotovoltaici.


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Le linee guida rinnovabili finalmente pubblicate in Gazzetta Ufficiale

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Lo scorso 14 luglio sulla pagine del blog di Natura Giuridica vi preannunciavo l’arrivo (quasi) imminente di Godot, ovvero le linee guida sulle rinnovabili, che stavamo aspettando con ansia da quasi sette anni.

Di mesi ne sono passati altri due, il Ministero dello Sviluppo Economico continua ad essere retto ad interim dal “cavaliere”, in mezzo a lotte fratricide, una politica da bagaglino, compravendite di voti, dichiarazioni di presunti politici che sono a dir poco sconcertanti, e voti per sottrarre alla magistratura ordinaria politici la cui “dignità fatta di vuoto” mi evoca i versi di una splendida canzone di Guccini…

Ma almeno le linee guida sulle rinnovabili, alla fine, sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale, fatto non del tutto scontato, a questo punto, visto il modus operandi “alla membro di segugio” che i nostri politici, in modo bipartisan, sfoggiano, spacciandolo per modernità/flessibilità, vocaboli abusati per sopperire alla mancanza di contenuti della confezione legislativa contingente, da “vendere” ai cittadini….

Ad ogni modo, sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 18 settembre 2010 è stato pubblicato il testo del decreto 10 settembre 2010, Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, che potete consultare collegandovi al sito di Natura Giuridica.

Nelle prossime settimane parleremo nel dettaglio del merito del provvedimento, non appena avrò terminato di pubblicare sul blog tutte le puntate che NG ha deciso di dedicare al “Conto energia”, “andate in onda” a partire dal 6 settembre 2010.

Per il momento, cominciatevi a leggere il testo completo delle linee guida sulle rinnovabili, e se avete dei quesiti da pormi, dei dubbi da risolvere, non esitate a contattarmi: sono a vostra completa disposizione.

***

Natura Giuridica di Andrea Quaranta: Studio di Consulenza legale Ambientale.

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Conto Energia 2011: i beneficiari e le tariffe incentivanti (parte terza)

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Come abbiamo accennato nei due precedenti post - Nuovo conto energia: ecco come funziona (parte prima); Conto Energia 2011: cosa cambia a livello definitorio, gli obiettivi e le procedure per l’accesso alle tariffe incentivanti (parte seconda) - il nuovo conto energia (decreto 6 agosto 2010) prende in considerazione tre diverse tipologie di impianti fotovoltaici:
• gli impianti solari fotovoltaici tout court;
• gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative;
• gli impianti a concentrazione

Ora vediamo quali sono i soggetti che possono beneficiare delle tariffe incentivanti, e a quali sono le diverse discipline delle tariffe incentivanti per le diverse tipologie di impianti fotovoltaici considerate.



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Imprese e Ambiente: quale relazione?

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Il direttore della filiale italiana del WWF, Michele Candotti, spiega - in un' intervista rilasciata al Sole24ore -  come sta cambiando il rapporto delle imprese con l'ambiente e lo sviluppo sostenibile. L'occasione è data dalla firma dei nuovi accordi con Electrolux Zanussi e Federlegno Arredo per una nuova politica di sensibilizzazione di imprese e consumatori.
Nel corso degli anni, WWF ha scelto con le imprese un atteggiamento collaborativo, avviando campagne di comunicazione pionieristiche che collegavano per la prima volta alcuni brand a tematiche ambientali: vi ricordate la difesa dell'orso bianco collegata con il marchio delle caramelle per la gola? All'epoca, come spiega Candotti, si trattava di attività squisitamente comunicative "e non di tipo trasformativo", nel senso che non agivano effettivamente sui comportamenti dell'impresa o dell'utilizzatore, diversamente dagli obiettivi che oggi si porrebbe una campagna di comunicazione ambientale.


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Ciao Papà

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“Le cose più importanti sono le più difficili da dire.
Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono.
Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero?
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate.
Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare”.


Sono le parole con cui comincia Stand by me, l’estate dell’innocenza, uno dei tanti, meravigliosi racconti, distillati di poesia di Stephen King.
In effetti non ci sono tante parole per descrivere quello che ho in mente, e nel cuore, oggi, a un anno di distanza da quando ci hai salutato, un lunedì, e sei dovuto partire.
Non ce ne sono per un semplice motivo: è difficile ascoltare, e capire, la silenziosa sofferenza di chi perde un amore. Difficile perché troppo, troppo personale.


Qualche giorno fa ho ritrovato, fra i ricordi della mia adolescenza, una lettera scritta in una delle tante “Smemo” che collezionavo in quegli anni, quella dedicata al cuore e alla mente.

Una lettera scritta da un padre ad un figlio, che mi ha ricordato quel tuo modo discreto di insegnarmi la vita, presente ma non soffocante (beh, quasi mai...), educativo ma non didattico, prezioso e leggero, anche se non sempre lo capivo, giudicandolo “ranteguso”. E che mi manca. Tanto.
Per cui ho deciso che, in assenza di quelle parole difficili da dire, pubblicherò queste righe, per ringraziarti, ovunque tu sia, delle tante piccole cose che mi hai regalato, e grazie alle quali sono diventato la persona che sono orgoglioso di essere. 
Caro M.
una volta ti ho chiesto come pensavi fosse meglio affrontare la vita: se con la mente o con il cuore. Prima di rispondere hai cercato di tergiversare, per scoprire il trabocchetto che poteva esserci nascosto sotto. Quando ti sei accorto che era solo una mia curiosità, hai risposto deciso: "con il cuore". Poi hai aggiunto: "e tu naturalmente con la mente".
Difficile darti torto. Perché all'età dei figli non sembra possibile rispondere in maniera diversa: la vita va affrontata d'istinto, facendo proprie le scelte dei sentimenti e dell'entusiasmo, facendosi guidare dalla simpatia magari anche in politica (e per fortuna nostra, Bossi è proprio antipatico, con quella faccia da statua azteca venuta male. Né Berlusconi è meglio: in fondo, la fisiognomica dev'essere una disciplina con un suo briciolo di verità scientifica... ).
Mentre invece all'età dei padri sembra altrettanto scontato mettere avanti le mani della razionalità, della prudenza...
Eppure non è solo una differenza di età quella che ci spinge a fare scelte differenti. E' una differenza di senso del dovere. Sono sempre stato un po' ossessionato da questo maledetto senso del dovere. Mi sembra che ce ne sia sempre troppo poco in giro, che non lo si insegni più abbastanza (anche se poi non mi ricordo come e dove me l'hanno insegnato), che affogati in una marea di diritti ci siamo tutti un po' dimenticati dei doveri che dobbiamo rispettare: verso noi stessi, verso i nostri figli, verso gli altri...
E una delle ragioni alla base di questa "dimenticanza" (chiamiamola così, anche se non c'è niente di involontario o casuale) è proprio la troppo scarsa considerazione in cui teniamo la razionalità, la mente di cui sopra.
Non perché la sfera dell'affettività (il cuore se vuoi... ) non abbia delle ragioni da far valere, ma perché con i sentimenti è più facile barare, è più facile ingannare e auto - ingannarsi. Con la mente succede, dovrebbe succedere, di meno.
Ti parlo per esperienza. Alla tua età, e per qualche altro anno ancora, mi sembrava di non poter far niente di veramente importante se il cuore non batteva in sintonia con le mie azioni: la mia scelta politica a sinistra era prima di tutto amore per un mondo più giusto, dove tutti avessero pari possibilità, dove non ci fosse sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dove le differenze di classe potessero sparire. Ma oltre alla politica, tutto mi sembrava marciare in sintonia con il tambureggiare del cuore, persino le tensioni con i miei genitori mi sembravano trovare una giustificazione di tipo più o meno sentimentale: non avevano le mie stesse passioni e i miei medesimi entusiasmi, come potevano condividere e capire quello che pensavo? Se i nostri cuori non marciavano allo stesso ritmo, non potevano certo farlo le nostre idee.
L'ho capito solo più tardi che il cuore, a volte, ti tira dei brutti scherzi. Mina cantava "al cuore, sai, non si comanda mai", ma un bel giorno ti accorgi che non è del tutto vero. Non nel senso che ai sentimenti non si possa comandare. Nell'altro senso: che il cuore spesso ti nasconde cose importanti, che i sentimenti, che la passione, che l'entusiasmo a volte possono confondere le tracce, incrociare le piste, annebbiarti gli occhi. Quante volte mi è successo...
Quante volte ho dovuto pagarne le conseguenze...
E' questo momento che vorrei risparmiarti il più possibile. E' la situazione in cui ti accorgi che all'improvviso non basta più un cuore buttato oltre l'ostacolo per superare la barriera che ti trovi davanti; che la tua passione ti ha imbrogliato le carte sotto il naso, che ti ha all'improvviso lasciato sguarnito un fianco.
Quante volte mi sono trovato indifeso, quante volte avrei voluto essere più protetto, quante volte ho dovuto misurare a mie spese che se avessi dato più attenzione alla mente che al cuore...
Il problema, però, non si può ridurre a una specie di meccanismo di raffreddamento esistenziale, neanche fossimo un motore d'auto. Non si tratta di scegliere un campo o l'altro, aut aut, schierandoci tutti a favore del cuore o della mente. Molto meglio cercare di mitigare le punte dell'uno con quelle dell'altro.
Questo discorso ti potrà sembrare la solita nefanda mediazione dei genitori, che non sanno mai prendere le difese dei loro figli e cercano di convincersi (e convincerti) che anche il professore di latino ha le sue belle ragioni quando dice che potresti dare di più...
No, non si tratta di salvare capra e cavoli. Si tratta piuttosto di accorgersi che dietro a quello che tu chiami cuore si può nascondere una forza a volte distruttiva, un'energia tale che può rischiare di bruciare chi vi si avvicina troppo. Prova a riflettere: quando dichiari tutto il tuo incontenibile amore per qualcosa, che so?, i film con Rita Haywort o i libri di Lovecraft o i fumetti di Mafalda, non rischi forse di consacrarti tutto (troppo?) a qualcosa che poi rischia anche di soffocarti, di toglierti energie per altre esperienze?
Certo, non bisogna fare come l'asino di Buridano che per non saper scegliere tra il fieno o la biada finì per morire di fame, ma non bisogna nemmeno essere tanto assolutisti da pensare che non esiste nient'altro oltre a quello che ti presenta il cuore. Forse, dietro quell'amore così totale e assoluto, si nasconde la paura di misurarti con qualcosa di nuovo, il timore di dover fare esperienze magari più faticose ma forse altrettanto stimolanti. E' per questo che ogni tanto serve anche la mente: per ricordarci di non scambiare le nostre sicurezze e le nostre certezze con delle scelte aprioristiche, con delle dichiarazioni che nessuno può mettere in discussione.
La forza del cuore è fondamentale per andare avanti, per trovare le risorse e le energie necessarie a superare tutti gli ostacoli e tutte le fatiche che ti troverai di fronte. Ma anche un po' di sana razionalità non guasta. Per ricordarti che oltre ai diritti del cuore ci sono anche i doveri della mente e che qualche volta ci si può fermare anche a discutere con se stessi e con i propri sentimenti. Non è detto che abbiano sempre ragione.
Un regista che amo molto, e che spero anche tu amerai come me, Nicholas Ray, l'autore di "Johnny Guitar" con Joan Crawford e "Il temerario" con Robert Mitchum, citava spesso la frase del poeta americano Walt Whitman: "Mi sono contraddetto? Molto bene. Io mi contraddico".
Come a dire: non è vero che al cuore non si comanda mai. A volte gli si può anche far cambiar opinione.
Può essere utile.
il tuo papà


Conto Energia 2011: cosa cambia a livello definitorio, gli obiettivi e le procedure per l’accesso alle tariffe incentivanti (parte seconda)

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Nella prima puntata dedicata al nuovo conto energia (“Nuovo conto energia: ecco come funziona – parte prima”) vi ho cominciato a parlare del nuovo conto energia 2011, sottolineando, in particolare, la spinta verso una maggiore innovazione tecnologica ad esso sottesa: una scelta importante, volta a premiare, all’interno delle fonte rinnovabili, quelle più virtuose, vuoi perché più performanti, vuoi perché abbinate ad un uso efficiente dell’energia.

Che cos’è il conto energia e, soprattutto, come funziona il nuovo conto energia?

Il Conto Energia, è bene ricordarlo, sia pure sinteticamente, è una forma di incentivo con il quale lo Stato, a partire dal 2005, ha deciso di premiare, con un corrispettivo in denaro, l'energia prodotta da impianti solari fotovoltaici senza limiti di potenza.


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Nuovo conto energia: ecco come funziona (parte prima)

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Sono sconcertanti, direi, i risultati che si ottengono digitando su Google le parole “nuovo conto energia”: dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 24 agosto 2010 del decreto 6 agosto 2010 , “Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare” , avvenuta a distanza di un mese e mezzo dalla definitiva approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, mi aspettavo di vedere se non fiumi di commenti su internet, sicuramente qualcosa in più delle antichità propinatemi dal più diffuso motore di ricerca (che ogni tanto fa cilecca nella restituzione di risultati non propriamente pertinenti con i criteri di ricerca utilizzati), o delle stringate notizie pubblicate dagli operatori del settore, forse ancora con la testa all’effetto melanina, più che a quello fotovoltaico

Pensate, infatti, che come primo risultato ho trovato addirittura un “articolo” che riguarda il “nuovo-vecchio” conto energia, quello disciplinato dal decreto 19 febbraio 2007, spacciato per nuovo anche in numerosi altri di ricerca (qualche passetto in avanti Google lo deve ancora fare, da questo punto di vista…), e i successivi risultati linkano verso articoli che commentano, brevemente, per la verità, la bozza approvata lo scorso luglio, cui Natura Giuridica ha fatto un rapido cenno prima di partire per qualche meritato giorno di vacanza.

Prima di cimentarmi nel mio quotidiano lavoro di consulente legale ambientale, e di dedicarmi alla gestione del diritto dell’energia in numerosi piccoli comuni del nostro bel Paese, oggi voglio iniziare una disamina a puntate del nuovo conto energia, contenuto nel decreto 6 agosto 2010, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 24 agosto 2010, che potete scaricare gratuitamente dalle pagine del sito di Natura Giuridica ("Nuovo conto energia").


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Le responsabilità della curatela fallimentare nella bonifica dei siti contaminati

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Contaminazioni storiche e fallimento: la curatela fallimentare deve mettere in sicurezza?

Cambiano i destinatari dell’obbligo di effettuare la messa in sicurezza di un’area, nel caso le contaminazioni storiche provochino, o meno, un rischio immediato per l’ambiente?

La domanda nasce spontanea, dopo che ad un curatore fallimentare un Comune brianzolo aveva ordinato di effettuare la messa in sicurezza di un’area, nonché di rimuovere i rifiuti posti sull’area dello stabilimento dell’impresa fallita.
Oltre al difetto di legittimazione passiva della curatela fallimentare, e all’incompetenza, la curatela fallimentare eccepiva il difetto di motivazione in merito ai rischi di contaminazione che legittimano l’emanazione dell’ordine di effettuare la messa in sicurezza.
Com’è possibile, infatti, dichiarare l’imminenza di un rischio grave, imminente ed irreparabile che legittimi il Comune ad adottare provvedimento, come quello impugnato nel caso di specie (sentenza del TAR Milano n. 408/2010, liberamente scaricabile dal sito di Natura Giuridica, per utenti registrati), quando è dal 1995 che lo stesso Comune diffida la proprietà ad effettuare le opere di messa in sicurezza senza mai provvedere all’esecuzione d’ufficio?


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Se qualcuno è contrario parli ora o taccia per sempre

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Chiunque, nell’ambito dei procedimenti per l’autorizzazione alla realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili (in questo caso, impianti eolici), ha dei motivi per far valere il proprio dissenso, lo deve fare nell’ambito della Conferenza di servizi: della serie, se qualcuno è contrario parli ora o taccia per sempre

In attuazione della direttiva comunitaria 2001/77/CE, e in ossequio a impegni internazionali e comunitari, finalizzati alla riduzione dell’inquinamento, anche mediante lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, il nostro legislatore ha varato, nel “lontano” 2003, il D.Lgs. n. 387.
Uno dei principi cardine del Decreto legislativo è quello volto alla semplificazione e all’accelerazione delle procedure finalizzate alla realizzazione e gestione degli impianti di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili.
In particolare, l’art. 12 del D.Lgs n. 387/2003, proprio per snellire l’iter, ha previsto un’autorizzazione unica, che sostituisce tutti i pareri e le autorizzazioni altrimenti necessari: la Conferenza di Servizi, in cui confluiscono le valutazioni di carattere paesaggistico, quelle relative alla esistenza di vincoli di carattere storico- artistico, ogni ordine di valutazione insomma.
Si tratta di un principio così importante che la Corte Costituzionale ha riconosciuto all’articolo 12 del D.Lgs n. 387 del 2003 valore di principio fondamentale, vincolante per le Regioni nella materia di legislazione concorrente “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia”, cui è da ascrivere la realizzazione e gestione degli impianti di energia da fonte eolica.


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Terre e rocce da scavo: rifiuti o non rifiuti?

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Terre e rocce da scavo: rifiuti o non rifiuti? Questo è il problema.

Ipotizziamo di essere una società, alla quale un Comune ha ingiunto la rimozione e lo smaltimento dei materiali depositati sull’area di proprietà. Impugnamo l’atto, deducendo l’incompetenza e la violazione dell’art. 186 del Testo Unico Ambientale oltre all’eccesso di potere per travisamento, sviamento, erroneità dei presupposti, difetto di motivazione e di istruttoria.
Il Comune non si costituisce in giudizio, e il Tribunale dispone un’istruttoria, a cui l’amministrazione non ha dato direttamente seguito.
Una trama generica, certo, che andrebbe maggiormente contestualizzata (per un rapido excursus dei fatti, scarica gratuitamente, dalla sezione rifiuti del sito di Natura Giuridica, la sentenza del TAR Genova n. 3741/09, previa registrazione), ma tuttavia sufficientemente comune da poter essere sintetizzata così come fatto, al centro di un dibattito relativo alla rimozione delle terre e delle rocce sparse su un qualsiasi fondo, e della loro qualificazione giuridica come rifiuti (o no).

Cosa sono, dunque, dal punto di vista giuridico, le terre e rocce da scavo?



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La disciplina dei rifiuti di estrazione delle cave (dismesse o in esercizio)

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Qual è il futuro delle cave dismesse? Possono essere recuperate, o adibite a discariche? Se sì, in che modo? A quale disciplina devono essere assoggettati gli operatori del settore?

L’elenco delle domande che, spontanee, nascono nell’approcciarsi a tale spinoso argomento, potrebbe allungarsi all’infinito: in questa sede vediamo di far luce solo su questi aspetti, che rappresentano il punto di partenza per successivi approfondimenti a livello giuridico.

Dunque, c’è una società, che opera nel settore del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che sostiene di aver preso in affitto, nel 2007, una cava di roccia calcarea, abbandonata da circa 25 anni, per procedere al recupero ambientale della stessa.


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Ruolo e responsabilità del curatore fallimentare nella bonifica dei siti contaminati

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Di recente, il TAR Firenze (sentenza n. 910/10, gratuitamente scaricabile sul sito Natura Giuridica, nella sezione bonifica dei siti inquinati, una volta  che ci si è registrati al sito) è tornato ad occuparsi delle posizione particolare che riveste il curatore fallimentare rispetto all'ordine di smaltimento dei rifiuti: in linea di principio, sottolinea il Collegio, i rifiuti prodotti dall'imprenditore fallito non costituiscono beni da acquisire alla procedura fallimentare e, quindi, non formano oggetto di apprensione da parte del curatore.

In ogni caso, posto che – a fondamento dell’obbligo di ripristino e messa in sicurezza conseguente alla contaminazione del suolo e dell’ambiente – il nostro ordinamento pone il principio della responsabilità, l'esercizio dei poteri è subordinato alla circostanza che il destinatario dell'ordine risulti responsabile dello smaltimento abusivo o dell’inquinamento, almeno a titolo di colpa, non potendosi configurare a suo carico una responsabilità di tipo oggettivo: di conseguenza, anche nei confronti del curatore fallimentare non è configurabile alcun obbligo ripristinatorio in ordine all'abbandono dei rifiuti “in assenza dell’accertamento univoco di un’autonoma responsabilità del medesimo conseguente alla presupposta ricognizione di comportamenti commissivi, ovvero meramente omissivi che abbiano dato luogo al fatto antigiuridico”.



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Aiuti ai Piccoli Comuni con il bando AmbientEnergia.

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Nei giorni scorsi, è stato presentato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo il bando AmbienteEnergia che si pone nella direzione di unire economia ed ecologia in un circolo virtuoso.

In particolare, il bando si rivolge a quegli Enti Pubblici, come per esempio i piccoli Comuni, che da soli non riuscirebbero a investire nelle nuove tecnologie in settori strategici come l'illuminazione pubblica - importante centro di costo per le Amministrazioni Locali - e la realizzazione di impianti fotovoltaici.

La posta in palio è costituita da mezzo milione di euro ed i beneficiari sono i piccoli comuni della Granda fino a 500 abitanti. Le realtà potenzialmente interessate sono circa 100. I progetti potranno essere presentati entro il 29 ottobre 2010.
La Fondazione CrC ha individuato 2 linee di intervento: uno per l'adeguamento delle linee di illuminazione pubblica, in modo da migliorare l'efficienza e ridurrre i consumi, mentre il secondo ambito è quello degli impianti fotovoltaici fino a un kilowatt a servizio di strutture ed edifici pubblici e comunali. 
L'idea di fondo è quella di unire progetti per il risparmio energetico a piani di ammortamento efficaci con l'obiettivo finale di una migliore disponibilità di risorse per le casse degli enti locali.
Ma come funzionerà?
A fine anno, verrà stilata una graduatoria dei progetti presentati. Saranno valutati gli aspetti tecnici ed economici, ma anche le valenze sociali (capacità dei progetti di integrare in modo virtuoso vantaggio economico, innovazione e tutela ambientale). L'iniziativa della Cassa di Risparmio si pone l'obiettivo ambizioso di sensibilizzare Cittadini e Amministratori di aree scarsamente popolate e potenzialmente marginali sul fatto che da un utilizzo intelligente delle nuove tecnologie (impianti da fonti rinnovabili come sole, vento, biomasse, acqua) possono derivare vantaggi per tutti.
I progetti approvati verranno finanziati e messi a regime entro il 2011. Per l'illuminazione pubblica il contributo della Fondazione potrà essere al massimo di 15.000 euro, fino al 50% dei costi ammissibili; viene dato un maggiore spazio al fotovoltaico, con erogazioni fino a 40.000 euro per arrivare a coprire fino all'80% dei costi.   


Fonte: La Guida del 30/07/10 "Un aiuto concreto ai piccoli Comuni" di F.B.


Siti contaminati: il Consiglio di Stato fa chiarezza sull'ennesima questione interpretativa

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Dalla fine del 2008 collaboro costantemente con la rivista ECO, tecnologie per l’ambiente, bonifiche e rifiuti (sono membro del comitato scientifico): alcuni articoli vengono pubblicati anche online, sul sito www.ecoera.it.

Sul numero sette della rivista è stato pubblicato un mio articolo in materia di bonifica dei siti contaminati, con particolare riguardo ad un tema complesso e molto dibattuto: quello relativo al famoso parametro MTBE, Methyl Tertiary Butyl Ether.

Di seguito, riporto alcuni stralci.

In relazione alla bonifica dei siti contaminati, negli ultimi anni diversi TAR hanno affrontato numerose questioni interpretative di alcune regole tecniche, fissate dal D.M. n. 471/99, il quale, prima della “riforma” del 2006, dettava i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti contaminati.
Nel passaggio dall’“effimera euforia regolamentare” alla sua applicazione pratica, però, le agognate regole si sono rivelate approssimative e/o contraddittorie, tanto che il Ministero dell’Ambiente ha ritenuto opportuno, in riferimento ai siti inquinati di interesse nazionale, poterle integrare e/o modificare.


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