Con gli incentivi per la costituzione di impianti energetici da fonti rinnovabili, in Italia è partito un nuovo green business che ha coinvolto aziende energetiche, imprese, possessori di terreni ed aree destinate ad ospitare gli impianti. Come cambia l'aspetto e l'economia dei territori, penso per esempio alle campagne ai piccoli comuni ai borghi, con l'avvento dell'economia verde?
Bisogna contestualizzare lo sviluppo delle rinnovabili con altri fattori di cambiamento: gli Enti Locali toccheranno a breve con mano cosa vuol dire federalismo fiscale, applicato al gettito fiscale che è sempre provenuto dallo Stato. Il cambiamento, in particolare, si innesta sulla situazione finanziaria attuale di Regioni, Province e Comuni, e ciò genererà una vasta gamma di effetti, forse non facilmente prevedibili.
Da una parte infatti vi sono enti locali con una situazione finanziaria stabile e virtuosa, che potranno permettersi di porre in essere gli investimenti necessari per produrre altro reddito, e dunque altri servizi per i cittadini; dall'altra, ci sono i tanti enti con pessime situazioni finanziare di partenza, a cui non rimarrà che vendere / affidare in gestione beni e servizi per fare cassa, ed anche alla svelta.
Molti incentivi per impianti fotovoltaici che stimolano imprese medie e medio- grandi ad acquistare o affittare vaste aree (demaniali piuttosto che private), in questo caso soprattutto agricole, per la realizzazione degli impianti stessi.
Dall'altra, si sta sviluppando un nuovo affare legato allo sfruttamento delle biomasse agricole a fini energetici: si tratta di una buona occasione di integrazione del reddito per le imprese agricole, che hanno la possibilità di sfruttare una parte delle loro colture, scarti organici - e a breve anche liquami e scarti derivanti dalla zootecnìa - per produrre energia.
Dall'altra, si sta sviluppando un nuovo affare legato allo sfruttamento delle biomasse agricole a fini energetici: si tratta di una buona occasione di integrazione del reddito per le imprese agricole, che hanno la possibilità di sfruttare una parte delle loro colture, scarti organici - e a breve anche liquami e scarti derivanti dalla zootecnìa - per produrre energia.
Voglio inserire in questo calderone anche il federalismo fiscale che ho prima citato: mi riferisco in particolare al trasferimento di una interessante fetta di patrimonio immobiliare statale agli Enti Locali, il cd federalismo demaniale.
Che cosa accadrà, nel medio - lungo periodo, all' Italia dei Comuni?
Intanto, vi sono già dei possibili effetti che si affacciano all'orizzonte: il massiccio acquisto da parte di imprese energetiche di terreni da adibire al fotovoltaico potrebbe innescare un rialzo del prezzo del terreni, inibendo l'acquisto degli stessi a scopo agricolo, in particolare da parte dei giovani. Inoltre, si teme che i territori che ospitano gli impianti non siano sufficientemente remunerati dall'investimento, in termini occupazionali, energetici ed economici.
Questo fenomeno potrebbe essere acuito proprio dal federalismo demaniale: quello che una volta era un bene statale, per esempio una cascata, per cui l'impresa energetica pagava un fitto simbolico, ora diverrà un bene con il quale il nuovo proprietario - l'ente locale appunto - dovrà fare cassa.
Per quanto riguarda lo sfruttamento delle biomasse, infine, potrebbero verificarsi fenomeni simili: l'acquisto di terreni agricoli da parte di imprese che agricole non sono; la diminuzione indiscriminata delle colture destinate agli scopi alimentari, a vantaggio delle colture a scopi energetici.
Come impedire che tutto questo accada?
Intanto, una buona fetta del lavoro può essere svolto dagli assetti normativi e regolamentari per l'acquisto, le autorizzazioni e la messa in opera degli impianti energetici, ma dall'altra occorre buon senso, intelligenza e lungimiranza degli amministratori locali, oggi come non mai. Occorrerà pianificare lo sviluppo dei singoli territori dal punto di vista economico, energetico, urbano e sociale, ed agire di conseguenza, cercando di conciliare al meglio la vocazione dei territori con l'esigenza di uno sviluppo sostenibile.
Intanto, una buona fetta del lavoro può essere svolto dagli assetti normativi e regolamentari per l'acquisto, le autorizzazioni e la messa in opera degli impianti energetici, ma dall'altra occorre buon senso, intelligenza e lungimiranza degli amministratori locali, oggi come non mai. Occorrerà pianificare lo sviluppo dei singoli territori dal punto di vista economico, energetico, urbano e sociale, ed agire di conseguenza, cercando di conciliare al meglio la vocazione dei territori con l'esigenza di uno sviluppo sostenibile.