Visualizzazione post con etichetta Natura allo specchio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Natura allo specchio. Mostra tutti i post

Testo unificato auto elettriche: il bonus incentivo

0 commenti
Nel mese di giugno dovrebbe approdare in Parlamento un testo unificato sull'auto elettrica adottato dalle commissioni Trasporti e Attività Produttive della Camera. La novità più rilevante è un bonus fino a 5mila euro per chi compra un'auto elettrica, cui si aggiunge un piano infrastrutturale per la loro ricarica e tariffe gas ed elettriche promozionali nella fase di start up del mercato.
L'esigenza di ricorrere ad un vero e proprio incentivo è determinata dal fatto che le auto elettriche, da tempo presenti nel mercato, sono a tutt'oggi piuttosto care: ben oltre i 20.000 euro. A fronte di questo, con la crisi del settore dell'auto, i prezzi delle auto alimentate dalle fonti tradizionali stanno rapidamente calando, e le Associazioni di categoria sono già piuttosto allarmate da questa iniziativa, che potrebbe portare a rapidi quanto imprevedibili mutamenti nel mercato dell'auto e delle infrastrutture collegate.
Ma torniamo al documento delle commissioni: il testo è di 15 articoli e prevede uno stanziamento di 420 milioni in tre anni a partire dal 2013.


Read more

L'eco smart consumer: il consumatore vincente

0 commenti
Il post che segue offre una sintesi di Eco-smart: il consumatore vincente di Renato Mannheimer all'interno della rivista Oxygen - La scienza per tutti del 02. 2012,  rivista trimestrale edita da Codice Edizioni, Torino.
L'articolo traccia un ritratto del c.d. smart consumer, il consumatore intelligente, e fiero di esserlo, emerso dalla tremenda crisi economica che ci affligge da qualche anno. La differenza principale rispetto al precedente modello di consumo con cui imprese e agenzie di comunicazione erano abituate a trattare è questa: il consumatore intelligente ragiona applicando il motto: "Sono, dunque consumo", consumo solo e soltanto certi beni in funzione delle cose in cui credo. 
Se il consumatore del passato andava indottrinato, lusingato - e anche un po' istupidito - quello attuale pretende di essere informato e trattato da pari a pari. Inoltre, lo smart consumer ha una spiccata coscienza verde, ed ecco perché può essere chiamato eco-smart consumer.
Questo consumatore "apprezza le aziende che impegnano una parte delle proprie revenues nel campo della solidarietà sociale o della protezione ambientale". In altri termini, si tratta di consumatori che prediligono le aziende capaci di produrre senza inquinare e senza sfruttare i lavoratori e le figure più indifese, come i bambini.
Nel 2009, quando della crisi si parlava senza tuttavia sentirne troppo gli effetti, l'IPO (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione) ha condotto un sondaggio a livello nazionale intervistando un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne: dall'indagine è emerso che un consumatore su 2 mostrava di aver sviluppato l'attitudine a distinguere e scegliere le aziende con le caratteristiche prima citate, rispetto a tutte le altre. Questo per dire che l'eco smart consumer non è il nome di una specie rara di consumatore, ma è l'etichetta che accomuna un esercito di persone, che alimenta e coltiva le proprie convinzioni attraverso le relazioni "di rete": ecco un altro tratto di questo consumatore. Si informa e condivide informazioni attraverso il web, attraverso i social network e le reti locali, come i gruppi di acquisto (GAS). 
Le imprese e le agenzie di comunicazione hanno dal canto loro cercato di rispondere ai bisogni di questo nuovo e potente mercato, spesso con esiti catastrofici. E' nato per esempio il termine greenwashing per indicare il repulisti di immagine cui molte aziende si sottopongono proprio per agganciare questo genere di consumatore. Si cerca di associare il proprio marchio o i propri brand a campagne ed iniziative volte alla tutela e al rispetto per l'ambiente ma, come dicevo, non sempre si centra il risultato, come nel caso di Ferrarelle.


Read more

Per Langhe, Roero e Monferrato il riconoscimento come patrimonio Unesco è rimandato

1 commenti
La candidatura di Langhe-Roero e Monferrato al riconoscimento Unesco di ”Patrimonio dell’Umanità” non è stata bocciata come molti hanno sostenuto, ma "rimandata" al 2013 perché sono stati richiesti degli approfondimenti al dossier di candidatura.
Dalla trentina di pagine stilate dalla International council on monuments and sites (si possono anche leggere sul sito Unesco) emerge che «il vitigno Nebbiolo e i vini Barolo e Barbaresco sono molto convincenti», mentre «deve essere meglio giustificato il modo in cui ognuna delle zone scelte contribuisca a dare l’eccezionale valore universale all’insieme». 
Fatte salve, quindi, le zone del Barolo e del Barbaresco, quelle del Moscato devono dimostrare l’unicità del prodotto che, si legge, «è presente in forme genetiche molto vicine in tutto il bacino del Mediterraneo», fino a dire che la zona di Loazzolo «sperimenta difficoltà dovute ai terrazzamenti su cui la meccanizzazione è difficile».
A influenzare il giudizio dei delegati del World Heritage Commitee (che il 29 giugno, a San Pietroburgo, saranno chiamati a sciogliere i nodi sulle proposte presenti sul tavolo di valutazione), sarebbe stata la frammentazione del dossier presentato dai rappresentanti del territorio: pare, infatti, che si sia voluto insistere eccessivamente sull’estetica delle vigne senza allargare il discorso, ovvero senza ricomprendere anche le cantine che, storicamente e culturalmente, hanno contribuito e non poco alla crescita e all’affermazione della viticultura. Il primo commento alla notizia è stato quello del vice-presidente della Regione, Ugo Cavallera: «L’ICOMOS, organo tecnico incaricato dall’Unesco per l’analisi del dossier di candidatura, riconosce il valore universale dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come certo. E’ consuetudine nelle procedure di candidatura richiedere approfondimenti finalizzati alla continuazione del processo valutativo. Pertanto il gruppo di lavoro costituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo, Associazione Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli e SITI, sta valutando le strategie da adottare per ottenere il riconoscimento ufficiale dell’UNESCO. Nei prossimi mesi sarà necessario adeguare il progetto alle osservazioni per rendere congruente il valore universale riconosciuto con i perimetri delle “core zone” in modo da riportare la candidatura all’attenzione dell’UNESCO già nel 2013».



Read more

Cos'è la bioeconomia? Bio economia e sostenibilità

0 commenti
La definizione di "sviluppo sostenibile" risale al 1987 e fu data nell'ambito della Commissione mondiale sull’ambiente e sullo sviluppo (WCED) nel documento conosciuto come “rapporto Bruntland” - dal nome della coordinatrice della Commissione - in cui si sottolineava che è sostenibile quello “sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”. 
Con il passare degli anni, questo concetto si è evoluto e arricchito tanto che oggi si parla di molteplici sostenibilità per conciliare, in una sintesi che sia la più armonica possibile, le forti interconnessioni presenti nel mondo globalizzato e che spesso sono in contrasto tra loro: l'aumento di produttività per alimentare dignitosamente tutti gli esseri umani,  il rispetto degli ecosistemi e la salvaguardia della bio-diversità, gli interessi contrapposti delle diverse economie mondiali ed infine il rispetto di regole comuni, quello che potremmo chiamare "sostenibilità giuridica". 
Per realizzare contemporaneamente le molteplici sostenibilità occorre un nuovo modello economico, ed è qui che entra in scena la bioeconomia.


Read more

Tentativi di sostenibilità: l'ecotessera di Alba

0 commenti
Una delle tasse più odiose agli occhi dei contribuenti italiani è senz'altro la TARSU, la tassa sui rifiuti. Moltissimi cittadini si lamentano del fatto che l'importo annuale sia calcolato sulla base dei metri quadri della propria abitazione, e non sulla base dei volumi di spazzatura effettivamente prodotti.
Per passare alla tariffa, e calcolare l'importo dovuto sulla base del volume dei rifiuti effettivamente prodotti, occorrerebbe dotare di dispositivi elettronici, come i microchip, i cassonetti della spazzatura, che dovrebbero "riconoscere" ciascun utente che conferisce rifiuti attraverso la lettura di una scheda elettronica, e registrare i quantitativi consegnati. Una spesa ingentissima, se si pensa al numero di cassonetti presente in una grande città.
Eppure, è possibile vedere premiati i cittadini virtuosi nella gestione dei loro rifiuti grazie ad iniziative come quella del Comune di Alba in provincia di Cuneo che, grazie ad una semplice tessera a punti, premia chi si impegna seriamente nella raccolta differenziata. 
Di che cosa si tratta?


Read more

A Bressanone, Bolzano, il primo catasto solare

0 commenti
Dal 30 novembre 2011, i cittadini del comune di Bressanone (Bolzano) sono in grado di sapere se il proprio tetto è adatto a installare un impianto fotovoltaico.
Lo si deve all'istituzione di un vero e proprio catasto solare, risultato di un progetto di ricerca degli Istituti per le Energie Rinnovabili e per il Telerilevamento Applicato dell’Accademia Europea di Bolzano (EURAC) in collaborazione con il comune di Bressanone.
L'accesso al catasto solare avviene tramite internet, nella sezione città solare del sito eurac.eu.
Dopo aver individuato il proprio appartamento nella mappa all'interno del sito, occorre cliccarvi sopra per conoscere il proprio potenziale fotovoltaico. Il sito indica la superficie in metri quadrati della casa, l'insolazione media annuale raccolta dal tetto in kWh/m², quanto il tetto è adatto all'installazione di un impianto sulla base dei diversi livelli di irraggiamento (come si vede nella foto, nella mappa i diversi livelli di irraggiamento sono rappresentati da quattro diversi colori: rosso, arancio, giallo e nessun colore) e la produzione di energia elettrica annua in chilowattora con quattro differenti tecnologie fotovoltaiche (silicio cristallino ad alta efficienza, silicio cristallino standard, tellururo di cadmio o materiali basati su rame-indio, silicio amorfo doppia giunzione).
Ma come è stato possibile ottenere la mappatura di tutti gli edifici di Bressanone?


Read more

Regione Piemonte: Guida alla Valutazione ambientale strategica

0 commenti
Lo scorso 31 ottobre è stata presentata a Torino la guida Cambiamento climatico: mitigazione e adattamento nel processo di Valutazione Ambientale Strategica, gli strumenti e gli obiettivi su scala locale pubblicata da Regione Piemonte e Agenzia La.Mo.Ro (Agenzia di Sviluppo Langhe Monferrato Roero).

La guida è frutto della collaborazione nel progetto “RSC Regions for Sustainable Change” inserito nel programma Interregionale IV C Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed ha lo scopo di aiutare le amministrazioni locali - in particolare i comuni di minori dimensioni - ad attuare il compito di vigilare su un territorio variegato e multiforme come quello piemontese.
Ai sensi della L.R. 14 dicembre 1998, n. 40, art. 1, la Regione Piemonte assume l'approccio della valutazione preventiva ed integrata degli effetti diretti ed indiretti sull'ambiente nello svolgimento delle attività normative, pianificatorie, programmatorie ed amministrative di propria competenza e ne promuove l'adozione da parte degli enti locali territoriali nell'esercizio delle rispettive funzioni amministrative e di pianificazione. 

Durante l'evento del 31 ottobre è stata proprio l’autrice della guida, Silvia Loffredo, a spiegarne l'impostazione ed il contenuto al pubblico presente, mentre altri esperti, Elena Porro e Giorgio Pelassa della direzione Ambiente e Agricoltura, hanno approfondito alcuni temi sulle risorse più sensibili e vulnerabili alle variazioni climatiche: l’acqua e il suolo.
Francesco Matera ha fatto un quadro complessivo sulle emissioni in atmosfera di varie fonti di inquinamento: acustico, elettromagnetico, atmosferico. Dei gas serra immessi nell’atmosfera, e per i quali anche le comunità locali possono fare qualcosa per ridurne i quantitativi, sono stati ricordati l’anidride carbonica, il protossido di azoto e il metano provenienti dal settore dei trasporti urbani, dagli insediamenti industriali e, in parte, anche dall’agricoltura.



Read more

L'Organismo di Vigilanza ex Dlgs 231/01 nella Legge di Stabilità 2011

0 commenti
La Legge 12 novembre 2011, n. 183 (Legge di stabilità 2012) pubblicata sulla G.U. dello scorso 14.11.2011, reca novità sui soggetti che possono svolgere le funzioni dell’OdV di cui all'art. 6, comma 1, lettera b) del D.Lgs. 231/2001, sulla responsabilità degli Enti e società. 

La modifica è contenuta nel comma 12 dell'art. 14 e recita: "All’articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, dopo il comma 4 è inserito il seguente: “4-bis. Nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni dell’organismo di vigilanza di cui al comma 1, lettera b)”. 

In relazione alla suddetta modifica, deve essere sottolineato che essa vale esclusivamente "nelle società di capitali" ed entra in vigore il 1 gennaio 2012 e, quindi, non deve intendersi immediatamente operativa.

Rispetto alla bozza di decreto legge per lo sviluppo che circolava ai primi del mese di novembre 2011 - che ha scatenato numerose polemiche - vi è un ridimensionamento della portata della norma.


Read more

Come diventare giurista ambientale

0 commenti
Sovente ci capita di ricevere e-mail e messaggi di giovani laureati che ci chiedono come si diventa giurista ambientale. Non si tratta di una domanda banale, perché in Italia non esiste un albo o un ordine dei giuristi ambientali, per cui un laureato o una laureata che vogliano diventare giuristi ambientali sono in realtà alle prese con un ventaglio di competenze da costruire attingendo da fonti e percorsi differenti. 
In questo articolo, ci permettiamo di dare qualche consiglio, frutto dell'esperienza di Andrea Quaranta come giurista ambientale da 10 anni, e della mia come responsabile web content per il sito e per il blog di Natura Giuridica.
Per diventare giuristi ambientali occorre senz'altro una laurea in giurisprudenza, o comunque una laurea in discipline giuridiche, cui accompagnare una serie di studi post - lauream più specifici, in diritto dell'ambiente e/o dell'energia.


Read more

Sistri: la telenovela continua tra minacce di class action e test di funzionamento, in svolgimento proprio in questi giorni.

0 commenti
A inizio novembre 2011, tuonavano fulmini con la notizia dell'avvio di una class action da parte di importanti associazioni imprenditoriali come Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti. Le azioni legali sarebbero necessarie per tentare di recuperare (anche sotto forma di credito d'imposta) i contributi versati nel biennio 2010-11 per l’iscrizione al Sistri, sistema che però non è - per lo meno fino ad oggi - diventato operativo.
 “Negli ultimi due anni – si legge nella nota che annuncia la battaglia legale - "325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito. Abbiamo sempre denunciato – prosegue la nota - le inefficienze e gli inutili costi del Sistri per le imprese chiamate ad attuarlo. Chiediamo una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza. In attesa che il sistema possa davvero funzionare intraprenderemo le azioni legali necessarie nei confronti del Ministero dell’Ambiente per restituire alle nostre imprese risorse che sono quanto mai importanti in questo momento di grave crisi”.
La replica del Ministero si fa attendere fino al 14 novembre, giorno in cui sul sito www.sistri.it viene pubblicato un comunicato nel quale, sostanzialmente, si conferma l'avvio dei test sul funzionamento del sistema di tracciamento Sistri:


Read more

A Cuneo il Circolo locale del Forum Salviamo il Paesaggio

0 commenti
Nella puntata speciale di Presa Diretta, dedicata all'alluvione che ha interessato Genova e le Cinque Terre,  andata in onda lunedì 7 novembre 2011, si è puntato il dito contro la cementificazione selvaggia che ha afflitto - e continua ad affliggere - il nostro Paese, considerandola come una fra le più importanti cause del dissesto idro-geologico a monte delle recenti alluvioni. 

L'altra grave causa scatenante è costituita dall'incuria nella manutenzione di argini e letti dei fiumi: se l'acqua non trova uno spazio sufficiente per scorrere se lo prende, invadendo con furia inaudita città e paesi, rimuovendo i tappi costituiti da case, arcate di ponti, arbusti ed esseri umani.

In questo scenario, appare un segnale molto importante la notizia che è sorto a Cuneo il Circolo locale del Forum Nazionale “Salviamo il paesaggio, Difendiamo i territori”, un movimento creato nei mesi scorsi da Carlo Petrini di Slow Food e altri, con lo scopo di arginare la dilagante cementificazione del nostro paese. 

Il  territorio è stato trattato, a partire dal boom economico degli anni 60 del 900 come un supermercato da cui prendere aree sempre più vaste di suoli boschivi o coltivati,  con l'unico scopo di cementificare. In passato, si è cementificato per costruire case, oggi lo si fa perché i Comuni hanno sempre più bisogno di fare cassa, e cambiano la destinazione urbanistica anche a terreni che sono situati troppo vicini ai fiumi, o che hanno una natura franosa. E i condoni non hanno certo migliorato la situazione, anzi: sono state sanate numerose situazioni che le norme qualificavano come abusive.

Il Forum Salviamo il paesaggio, Difendiamo i territori invece, sostiene che esiste una strada concreta alternativa al modello attuale e che si può gestire un comune anche facendo a meno degli oneri di urbanizzazione derivanti da nuove edificazioni. E' un risultato che si può ottenere attraverso la "crescita zero" urbanistica, come esito di una concertazione attenta e condivisa. 

I fronti operativi sono 2:


Read more

L' assoggettabilità degli impianti fotovoltaici all'ICI

0 commenti
L'assoggettabilità o meno degli impianti fotovoltaici al pagamento dell'ICI (imposta comunale sugli immobili) rappresenta un importante aspetto tributario relativo alle fonti energetiche rinnovabili, sul quale permane una notevole incertezza, causata sia dalla controversie interpretative fra Agenzia del territorio e Agenzia delle Entrate, sia dalle contradditorie sentenze dei giudici pronunciatisi in merito. In questa sede tratteremo della querelle tra le 2 agenzie.

La questione (che può essere posta in questi termini: l'impianto costituisce un bene mobile, dunque non soggetto a ICI, oppure è un bene immobile, e per questo non soggetto all'imposta?) è quanto mai stringente perché l'attuale incertezza riguarda l'azione amministrativa stessa delle 2 agenzie, gli investitori in energie rinnovabili, l'azione dei Giudici Amministrativi, presso cui vengono ad aprirsi in contenziosi e, non da ultimo, i Comuni nei quali quegli stessi impianti sono collocati, che si trovano alla perenne ricerca di fonti di finanziamento, dato il progressivo venire meno dei trasferimenti statali.

In estrema semplificazione, la discussione parte dalla definizione di bene immobile: un bene risulta immobile perché inamovibile da un bene immobile (un terreno, un fabbricato) nel quale è inserito, oppure è immobile perché privo dell'integrazione con il supporto immobile (di nuovo, il terreno o il fabbricato), o dell'integrazione fra le parti stesse che lo compongono?

Il tutto può essere affrontato con esiti diametralmente opposti se si pensa ad un impianto energetico domestico (dotato di un numero di parti componenti minore rispetto ad un omologo di maggiori dimensioni), diciamo sotto o attorno ai 20 kw,  oppure ad un impianto di potenza superiore. Nel primo caso, l'amovibilità - quanto meno teorica - è fattibile e senza costi economici aggiuntivi eccessivi (posso quindi pensare ai pannelli sul tetto di un condominio come un bene mobile), mentre risulta difficile pensare di poter spostare, se non a fronte di costi economici ingenti, un intero parco fotovoltaico da un terreno ad un altro!

Altra questione è la connessione o meno dell'impianto alla rete elettrica nazionale: nel caso di un grande impianto connesso alla rete elettrica può configurarsi un interesse pubblico, e dunque un'esenzione dall'imposta ICI? Questa è l'interpretazione, innovativa, del Consiglio Nazionale del Notariato, di cui parlo in seguito.
L'Agenzia delle Entrate fa peraltro notare che la destinazione urbanistica di un terreno su cui viene ospitato un impianto fotovoltaico non è destinata a cambiare per il fatto stesso di ospitare l'impianto: se era agricolo, o edificabile, rimane comunque tale...

L'occasione per affrontare questo argomento è data dall'attesa (che si trascina da diverso tempo) della pubblicazione di una circolare congiunta delle 2 agenzie volta a far chiarezza proprio in relazione agli aspetti prima evidenziati.



Read more

La responsabilità d'impresa ex D.Lgs 231/2001 - servizio di consulenza

0 commenti
www.naturagiuridica.com
Con l’art.2 del decreto legislativo 121 del luglio 2011 è stata estesa ai reati ambientali la portata della responsabilità civile diretta delle imprese sancita dal decreto legislativo 231 del 2001. Questo vuol dire che soggetti forniti di personalità giuridica, società, associazioni e imprese individuali sono responsabili non solo per reati contro la P.A. (es. corruzione), reati informatici, riciclaggio/ricettazione, reati societari, corruzione internazionale, reati in materia di sicurezza sul lavoro, ma anche per reati ambientali come il trasporto di rifiuti non autorizzato, o la creazione di scarichi di acque reflue industriali non autorizzati.

L'estensione della responsabilità diretta d'impresa in forza del D.Lgs n. 231/01 ai reati ambientali rientra in un percorso normativo volto a rivoluzionare il diktat, che ha imperato per anni, secondo il quale societas delinquere non potest.

Societas delinquere non potest significa letteralmente che "la società non può commettere reati" e, in sostanza, risponde ad un classico principio sulla responsabilità penale delle persone giuridiche: una persona giuridica non può commettere reati, per la mancanza di volontà (elemento soggettivo) che copre la frode ai suoi lavori. 
In tal modo, alle persone giuridiche non possono essere imposte sanzioni intese come le conseguenze giuridiche penali-classiche.
Di conseguenza,  i patrimoni societari sono stati finora fatti salvi dall'eventualità di essere soggetti a sanzioni per responsabilità da qualsivoglia reato...
Con l'estensione della responsabilità d'impresa anche ai reati mbientali, il paradigma è cambiato, e l'impresa è chiamata a rispondere direttamente per la commissione, da parte dei dipendenti, di tali tipologie di reato.

Natura Giuridica propone un servizio di consulenza in materia di responsabilità d'impresa ex D lgs 231, che supporti l'azienda nel suo confrontarsi con questa nuova materia.
Andrea Quaranta, titolare di Natura Giuridica ed esperto in diritto dell'ambiente e dell'energia, si avvale della collaborazione di Luca De Gennaro, professionista in possesso di una consolidata esperienza nella consulenza alle imprese in materia di gestione e controllo dei costi, che ha già supportato numerose imprese nella messa a punto del sistema organizzativo Mog previsto dal decreto 231.


Read more

Auto Elettrica: la rivoluzione lenta

1 commenti

Ho già parlato del futuro delle auto elettriche all'interno della mia rubrica Natura allo Specchio (Auto elettriche: stiamo arrivando?), in occasione del lancio commerciale di alcuni modelli di auto elettrica.
Oggi segnalo un articolo di Mario Cianflone, dal titolo "La rivoluzione lenta delle elettriche", che contiene alcune interessanti considerazioni circa il futuro dei motori elettrici sia su 4 che su 2 ruote: in effetti, tra i prodotti sfornati  dalle case produttrici rientrano gli scooter elettrici, per non parlare di tutta la vasta gamma di veicoli ibridi.

Cianflone non usa mezzi termini e parla di rivoluzione epocale, "che trasformerà radicalmente l'industria più importante del mondo, quella dei motori, avvicinandola a quella strategica della tecnologia e del digitale. Ma non sarà, nonostante i proclami delle case, la propaganda del marketing, una rivoluzione dietro l'angolo".


Read more

Fertilità dei terreni agricoli dopo il fotovoltaico

1 commenti

Fra il secondo ed il quarto conto energia, in Italia sono cresciuti gli impianti fotovoltaici installati a terra. Molti di questi impianti sono stati costruiti su terreni agricoli perché, grazie all'incentivo statale e ad una congiuntura non favorevolissima per il settore agricolo, parecchi agricoltori hanno ritenuto più remunerativo vendere o affittare i propri terreni al fine di produrre energia da impianti fotovoltaici piuttosto che continuare a coltivare la terra come hanno sempre fatto.

Ma che cosa succederà ai terreni su cui sono stati installati impianti fotovoltaici tra 20 anni (termine per il godimento dell'incentivo statale) o fra 25/30 anni (durata media attuale di un pannello fotovoltaico)? Questo è l'interrogativo di fondo che sta alla base di una ricerca volta ad analizzare la fertilità dei terreni dopo la dismissione di un impianto fotovoltaico, con l'obiettivo di salvaguardarla e proteggerla.



Read more

Costi e benefici del fotovoltaico

0 commenti
Il 20 ottobre scorso, Confindustria A.N.I.E. e G.I.F.I. hanno diffuso la monografia Costi e Benefici del Fotovoltaico con l'obiettivo di diffondere una serie di dati e informazioni corretti e veritieri in materia di energia fotovoltaica:
"[...] l’impegno di ANIE/GIFI è stato quello di raccogliere in questo dossier informazioni statistiche e di mercato autorevoli, unitamente a stime elaborate all’interno del Gruppo, per portare all’attenzione degli interlocutori i grandi benefici connessi all’espansione del fotovoltaico".
Ad oggi, si legge nel rapporto, "sono oltre 11.000 i MWp connessi alla rete elettrica nazionale e questi hanno permesso nel mese di agosto 2011 di compensare integralmente l’aumento della domanda elettrica nazionale, riducendo le importazioni dall’estero. Nel periodo gennaio-agosto 2011 il fotovoltaico ha generato il 3% dell’energia elettrica consumata in Italia". 
Le Associazioni che raggruppano gli imprenditori del fotovoltaico risultano ad oggi poco rappresentative perché troppo frastagliate e, date le numerose batoste inferte al settore, come il ribasso degli incentivi contenuto nel recente Quarto Conto Energia, ora cercano una strategia comune che porti loro ad acquisire una voce sufficientemente forte da interloquire con il Governo.
E' questa l'opinione espressa nell'articolo di Jacopo Giliberto Il fotovoltaico reclama certezze, pubblicato su "Il Sole24ore" del 21 ottobre scorso. Nell'articolo si legge che Andrea Claudio Gemme, presidente di ANIE dal settembre scorso, e Valerio Natalizia di GIFI stanno lavorando in vista di un coordinamento unitario per superare sia i problemi legati all'incertezza normativa, che rende problematica la programmazione degli investimenti, sia le polemiche relative al peso degli incentivi in bolletta, al fotovoltaico in zona agricola e, più in generale, al fatto che il settore fotovoltaico, in attesa della grid parity, è ancora sostenuto dagli incentivi statali.
"Gli incentivi al fotovoltaico - prosegue la monografia - hanno favorito la creazione nel nostro Paese di una filiera industriale (corsivo mio) che oggi vanta produttori, distributori e integratori di sistemi e componenti fotovoltaici, oltre a migliaia di progettisti ed installatori che si sono specializzati in questo settore attraverso formazione dedicata ed esperienza diretta. Una programmazione nel medio termine è quanto mai doverosa per un settore che ha dimostrato di poter creare prosperità per il Paese. Un ammontare pari a 40 miliardi di euro di investimenti l’anno provenienti per lo più da privati, hanno creato oltre 100.000 posti di lavoro dei quali circa 20.000 addetti diretti e con età media inferiore ai 35 anni. Per quanto riguarda gli introiti per le casse dello Stato essi ammontano a quasi 4 miliardi di euro nel solo 2010 e si tratta di entrate che non hanno richiesto nessun esborso da parte dello Stato. Altrettanti benefici potrebbero essere creati al 2020 (e oltre) se solo riuscissimo a porci obiettivi più ambiziosi e pianificare uno sviluppo sostenibile del mercato, fotovoltaico ed elettrico, attraverso una normativa stabile ed una strategia energetica nazionale che preveda un equilibrato mix delle fonti di generazione".

L'affermazione che oggi in Italia esista una vera e propria filiera industriale delle energie rinnovabili non è condivisa da tutti. Secondo l'economista Alberto Clò, "Le politiche energetico-ambientali oggi vigenti in Italia sono paralizzate, e occorre superare quanto prima la fase “assistenziale”, fondata su eccessivi ed ingiustificati incentivi (il caso più lampante è quello del conto energia), non accompagnati da alcuna politica industriale degna di questo nome […] Occorre una nuova consapevolezza: non bisogna chiedersi se sviluppare le fonti di energia rinnovabile, ma come farlo, prendendo spunto da quanto avvenuto in Germania, dove nel giro di 15 anni è stato costruito un intero “sistema rinnovabili”, mentre negli stessi anni da noi non è nato nulla” (Torino, Terza Conferenza sul bio-etanolo di marzo 2011).
Il fotovoltaico rappresenta oggi una fonte di energia interamente producibile all’interno dei confini nazionali, pulita e rinnovabile che ha bassissimi costi di produzione. Una fonte energetica sulla quale il cittadino, l'impresa e l'ente pubblico possono fare leva senza dipendere dai precari equilibri geopolitici mondiali che causano oscillazioni nei costi energetici.
Restano i problemi legati all'effettiva utilizzabilità dell'energia elettrica prodotta, che sono diretta conseguenza della discontinuità con la quale alcune fonti rinnovabili producono energia. A parere delle associazioni, si tratta di problemi superabili con l'ausilio di nuove tecnologie, da applicare e combinare caso per caso.

Il  testo completo della monografia è scaricabile dal sito GIFI accedendo alla pagina tutta la verità sul fotovoltaico


Read more

Sistri: al via i test

0 commenti
Secondo un comunicato apparso sul sito del Ministero dell'Ambiente il 12 ottobre scorso, oggi 24 ottobre 2011 dovrebbe prendere avvio una serie di 4 test "su specifici aspetti" del SISTRI così come emerso "nella riunione di ieri del Comitato di Vigilanza e Controllo sul Sistri (del quale fanno parte le categorie interessate ed il Ministero del’Ambiente)".

La nota prosegue riportando che "entro il 10 novembre [si svolgerà] un grande test con le aziende con oltre 50 dipendenti cui ne seguirà, entro novembre, un altro per le aziende da 11 a 50 dipendenti. L’obiettivo di testare, entro il termine fissato, tutti gli utenti Sistri per i quali il sistema entrerà in funzione in febbraio. Naturalmente è prevista la individuazione di eventuali correttivi ove si rendessero necessari in base agli esiti delle sperimentazioni".

L'obiettivo della nota è in realtà quello di chiarire che non "hanno alcun fondamento le affermazioni secondo le quali sono fermi i test sulla funzionalità del Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi (SISTRI). Non vi è alcun “impasse” ed i test proseguono per concludersi, come previsto dalla legge, entro il 15 dicembre".

Dopo le notizie, circolate nelle settimane scorse, a proposito della soppressione del Ministero dell'Ambiente, si guarda con ulteriore attenzione ogni notizia relativa al sistema Sistri, per il quale le aziende hanno già sostenuto dei costi. In effetti, a partire dal  suo debutto, ormai più volte rinviato, il sistema di tracciamento dei rifiuti è costato "alcuni milioni di euro alle centinaia di migliaia di imprese coinvolte nell’ambizioso progetto di tracciamento digitale dei rifiuti. Al termine di un ciclo di incontri con le associazioni imprenditoriali, culminati nell’audizione informale delle categorie davanti alla commissione Ambiente della Camera, il ministero ha messo in programma un ciclo di test di operatività del sistema informatico, per evitare di arrivare in affanno al (quinto) debutto di febbraio" così scriveva Alessandro Galimberti nel suo articolo "Il Sistri prova la ripartenza" pubblicato su IlSole24ore - inserto Norme e Tributi - del 12 ottobre 2011.

Le simulazioni si sono rese necessarie visto che parte dei continui rinvii è attribuibile a inefficienze riscontrate nel funzionamento del sistema. I test dovranno riprodurre nel modo più vicino alla realtà le sollecitazioni di caricamento dati che si verificheranno quando il Sistri sarà entrato in vigore.

Prosegue Galimberti: "Se i nuovi test “realistici” daranno risultati apprezzabili, in un secondo momento le due prove verranno accorpate in un terzo appuntamento, per raggiungere un livello di simulazione il più possibile vicino a una ordinaria giornata di caricamento dati “in tempo reale”, che è ciò che più interessa agli operatori. Si farà invece un test a parte e dedicato per la Campania, dove il tracciamento riguarderà, per le note emergenze, uno spettro più ampio di rifiuti. E proprio sulla tabellarizzazione più generale dei rifiuti – adempimento richiesto dall’ultima modifica estiva al testo di Sistri, che esenta alcune tipologie dal tracciamento – i tecnici del ministero stanno cercando un’intesa sempre con le categorie, per arrivare a una formulazione il più possibile condivisa del decreto ministeriale cui è stata demandata la separazione. Secondo fonti governative, si tratta di scegliere, e quindi fissare, limiti quantitativi e/o caratteristiche tecniche di “non nocività” ambientale per procedere alla definizione normativa di «non pericolosità», evitando così il rischio – rappresentato da alcune categorie – di procedere con un criterio «soggettivo» che colpisca indiscriminatamente alcune attività".


Read more

La bozza del decreto sviluppo e altri provvedimenti in materia di rinnovabili

1 commenti


Si rincorrono nelle ultime ore voci di una serie di provvedimenti in materia di fonti rinnovabili, che sarebbero contenute nel decreto sviluppo in preparazione dal nostro Governo.
In particolare, diversi giornali hanno parlato fino a poche ore fa di condono tombale per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici abusivi, e poi ancora di moratoria per i grandi impianti, ossia di uno stop per legge in attesa di interventi di messa in sicurezza delle rete di distribuzione e, dulcis in fundo, dell'introduzione di criteri perequativi per il godimento degli incentivi statali.
Le notizie hanno scosso tutte le associazioni di categoria e molte sono state le reazioni di condanna di tali presunti interventi.
Il capitolo condono tuttavia sembra essere ormai chiuso, dopo la smentita ufficiale arrivata dal sottosegretario allo sviluppo economico con delega all'energia Stefano Saglia. Nel medesimo intervento, Saglia ha espresso parere negativo anche sui sistemi di perequazione, ma con una smentita meno secca.
Come funzionerebbe questo sistema?



Read more

Ricordati di salvare l'Italia

0 commenti
Ricordati di salvare l'Italia è il titolo della campagna nazionale di raccolta fondi indetta dal F.A.I. - Fondo Ambiente Italiano, e ci ricorda che ottobre 2011 è il mese per sostenere concretamente la Cultura e la Bellezza del nostro Paese. 

Per tutto il mese di ottobre è possibile donare "2 euro con un sms al numero 45506 da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, Coopvoce, Postemobile e Tiscali oppure 5 o 10 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia, Infostrada, Fastweb e Tiscali,  o 2 euro chiamando da rete fissa Teletu per salvare straordinarie testimonianze del patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiano che il FAI tutela. Ricordati di salvare l’Italia.
Costruiamo insieme un futuro migliore".

Vale la pena di ricordare che, quando si parla di bellezza e cultura, non si intende solo il dovere di proteggerle, salvaguardarle e tramandarle ai posteri, ma si fa riferimento a una vera e propria economia, fatta di posti di lavoro, risorse, idee e creatività, che occorre valorizzare ora più che mai.


Read more

Quarto conto energia (DM 5maggio 2011 sul fotovoltaico): una panoramica a sei mesi dall'entrata in vigore

0 commenti

Introdotto con il decreto ministeriale del 5 maggio 2011 il Quarto Conto Energia è entrato in vigore il primo giugno 2011, sulla scia di numerose polemiche, dovute all'incertezza normativa che ha frenato investitori e operatori del settore.

Il decreto 5 maggio 2011, emanato in seguito al criticato Decreto Romani, avrà effetti fino al 2016 e si fonda su un netto cambio nella filosofia che sta alla base del sistema di incentivazione.
La riduzione degli incentivi infatti non penalizzerà tanto i piccoli impianti, ma avrà ripercussioni maggiori su quelli di grandi dimensioni (in particolare, quelli realizzati a terra) che hanno consentito, finora, grandi speculazioni:  per famiglie, condomini e PMI, che decideranno di produrre energia installando pannelli fotovoltaici sul proprio tetto, gli aiuti previsti continuano ad essere piuttosto consistenti.

Con riferimento alle installazioni realizzate entro il 2012, ad esempio, gli incentivi vanno dai 34 centesimi per chilowattora (impianti sugli edifici, di potenza fra 1 e 3 kW)  e 30 centesimi per kW/h (altri impianti fotovoltaici, stessa dimensione) di ottobre 2011, ai 25 centesimi (impianti sugli edifici) e ai 22 (altri impianti fotovoltaici, stessa dimensione) del secondo semestre 2012.
Vi è la possibilità di rivendere al GSE l'energia che si è prodotta ma non auto-consumata, energia che, ai prezzi correnti di mercato, vale all’incirca 10 centesimi a chilowattora; si otterrebbe, quindi, una rendita che va dai 44 ai 31 centesimi per ogni chilowattora immesso nella rete elettrica. In caso di autoconsumo, poi, il risparmio per l’energia non acquistata si aggira intorno ai 20 centesimi a chilowattora, che, unito al valore dell’incentivo, porterebbe ad una remunerazione superiore a mezzo euro. Il fattore tempo influisce poi sulla portata della tariffa incentivante, che decresce col passare degli anni: dal 2013 la quota si abbasserà di circa 20 centesimi rispetto al mezzo euro attuale, pur rimanendo una fra le più alte in Europa.

In altri termini, è stato introdotto il decalage delle tariffe incentivanti, al fine di diminuire gradualmente il peso degli incentivi, in vista della c.d. grid parity. A ciò si aggiunge la misura dell’innalzamento dell’obiettivo indicativo di potenza installata a livello nazionale, che balza dagli 8.000 mw entro il 2020 ai circa 23.000 mw al 31 dicembre 2016: dunque una stima maggiormente realistica, che tiene conto delle reali dimensioni  del mercato fotovoltaico.

Una delle novità più interessanti del D.M. 5 maggio 2011 è  l'introduzione di premi aggiuntivi, non cumulabili tra loro: 
  • incrementi pari a 5 centesimi al chilowattora per gli impianti fotovoltaici installati su tetti in sostituzione di coperture in eternit o comunque contenenti amianto;
  • incrementi del 10% per gli impianti il cui costo di investimento (per quanto riguarda i componenti diversi dal lavoro, quindi pannelli, inverter…) sia per non meno del 60% riconducibile a una produzione realizzata nell'Unione europea; 
  • incrementi dal 5% al 30% in presenza di un nuovo attestato di certificazione energetica dell'edificio su cui è ubicato l'impianto. 



Read more