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Regione Piemonte: ai Comuni contributi per la bonifica di manufatti contenenti amianto. Bando aperto

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E' stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Piemonte il bando regionale per la presentazione delle istanze di contributo per l’assegnazione di risorse finanziarie destinate alla bonifica di manufatti contenenti amianto: oltre 2 milioni di euro sono destinati per la rimozione dell'amianto dagli edifici pubblici.
All'interno del blog ci siamo già occupati dell'amianto sotto diversi aspetti (le iniziative e i bandi di finanziamento per agevolare la rimozione dell'amianto, notizie legate alle sentenze giurisprudenziali, e alle raccolte dati sulle patologie causate dall'amianto). La società Natura Giuridica può assistervi nella gestione delle problematiche riguardanti lo smaltimento dell'amianto incluso l'accesso a bandi e finanziamenti
Il bando della Regione Piemonte è aperto ai Comuni piemontesi e le risorse saranno assegnate per contribuire alla bonifica, mediante rimozione, di edifici e strutture di proprietà comunale con manufatti contenenti amianto. La scadenza per presentare la domanda è fissata al 15 maggio 2019. Gli interventi dovranno essere realizzati dai Comuni beneficiari del contributo entro il 30 novembre 2020.
Il finanziamento regionale coprirà il 100% dell’importo netto dei costi di bonifica e dei costi per il ripristino, strettamente conseguenti alla rimozione dei manufatti contenenti amianto, oltre all’importo netto degli oneri per la sicurezza. L’importo massimo del contributo regionale assegnabile per singola istanza è pari ad € 250.000,00. Le richieste di contributo vanno presentate agli uffici della Direzione regionale Ambiente, Governo e Tutela del Territorio.
La documentazione contenente i termini e le modalità di presentazione delle istanze di contributo è disponibile sul bur della Regione Piemonte e nella sezione del sito web della Regione Piemonte relativa ai Bandi di finanziamento.
 “Con questo ultimo bando la Regione Regionale avrà assegnato oltre 8 milioni di euro sulla legge 30 del 2008 – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – Un segnale importante soprattutto nei confronti dei nostri ragazzi che frequentano le scuole pubbliche, le quali saranno i principali edifici su cui il bando vuole intervenire”.

Link utili: 



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Regione Piemonte: nuove semplificazioni in materia di agricoltura ed attività estrattive

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Con la nuova legge regionale n. 3 del 2015, la regione Piemonte ha dettato alcune disposizioni regionali in materia di semplificazioneanche in materia di agricoltura e di attività estrattiva.
Di segutio sono indicate le principali novità.

Semplificazioni in materia agricola e di sviluppo rurale. 
In attuazione del codice dell'amministrazione digitale, a partire dall'anno 2015, i procedimenti amministrativi in materia di agricoltura e sviluppo rurale saranno gestiti prioritariamente in modalità informatica.
Il procedimento amministrativo, tracciato attraverso le funzionalità informatiche regionali, è consultabile dai beneficiari in via telematica.
Le istanze e le dichiarazioni presentate agli enti competenti tramite i servizi telematici regionali, sono valide, se sottoscritte mediante la firma digitale, la firma grafometrica qualificata o quando l'autore è identificato dal sistema informatico: a) con l'uso della Carta Nazionale dei Servizi (CNS); b) con l'uso del sistema di identificazione e profilazione degli utenti della Regione Piemonte.
È istituito il registro di protocollo per la registrazione delle istanze e delle dichiarazioni. Nell'ambito dell'anagrafe agricola unica del Piemonte, è inoltre istituito il fascicolo informatico, equivalente digitale del fascicolo aziendale, che costituisce in via prioritaria il mezzo di reperimento di informazioni e di dati concernenti l’azienda agricola da parte della pubblica amministrazione.

Quanto alla dichiarazione d’uso dei terreni, la legge regionale ha stabilito che al fine dell’erogazione degli aiuti in materia di agricoltura e sviluppo rurale, è istituita la dichiarazione d’uso dei terreni di proprietà, che viene inserita nel fascicolo aziendale e costituisce titolo di conduzione al fine della determinazione della consistenza aziendale, fatte salve eventuali contestazioni degli aventi diritto e non dà diritto a usucapione.

Semplificazioni in materi di attività estrattiva
In materia di cave e torbiere, la legge regionale del Piemonte n. 3 dell’11 marzo 2015 contiene una delega di esercizio di funzioni regionali in materia di cave e torbiere.
L’esercizio di determinate funzioni (di cui agli articoli 1, 5, 7, 8, 9, 10, 14, 15, 16, 17, 19 e 21) è delegato ai comuni, salvo quanto previsto in relazione alle attività estrattive in regime di concessione, a quelle poste in aree protette a gestione regionale e nelle relative aree contigue o in zone naturali di salvaguardia, nonché alle cave finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche.
Le domande di autorizzazione alla coltivazione e la documentazione allegata sono presentate in copia cartacea unica all'organo competente per il rilascio; le ulteriori copie richieste sono presentate esclusivamente su supporto informatico.
Al fine di assicurare l’aggiornamento tecnico-scientifico e l’uniformità, nell’ambito regionale, della documentazione necessaria per una corretta valutazione delle istanze, anche in relazione ai vincoli pubblicistici esistenti sul territorio, la Giunta regionale, con proprie deliberazioni, definisce e aggiorna gli elaborati progettuali da allegare all’istanza.
Per le cave di pietre ornamentali, nell'ambito del perimetro di cava oggetto di autorizzazione e nel rispetto dei volumi autorizzati, modifiche di modesta entità del progetto autorizzato non sono sottoposte alla procedura prevista dal regime autorizzativo in materia di cave e torbiere, fatta salva l'eventuale necessità dell'autorizzazione ai sensi del Codice Urbani, nel caso di modifica dello stato finale dei luoghi.
L’autorizzazione regionale l'attività di coltivazione delle cave e delle torbiere non può essere rilasciata per un periodo superiore a dieci anni e la durata deve essere proporzionale alle dimensioni del giacimento, alle capacità tecniche e produttive della ditta istante. Può essere rinnovata previa l’osservanza delle norme previste per il rilascio.
Per le cave di pietre ornamentali ubicate in zone sottoposte a vincolo ambientale il parere della Conferenza di servizi può essere riferito all’intero progetto e contenere prescrizioni di coltivazione e di recupero ambientale, anche nel caso in cui questo preveda un arco temporale di realizzazione superiore al limite di efficacia delle autorizzazioni ambientali da richiedersi, comunque non superiore a dieci anni.

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Nonostante le semplificazioni, tuttavia, la normativa ambientale, anche con riferimento all'agricoltura e all'attività estrattiva, rimane complessa e complicata da gestire.
Per questo Natura Giuridica aiuta le imprese a gestire il rischio ambientale, attraverso una consulenza personalizzata, un’informazione costante, la prevenzione dei rischi ambientali e la pronta risoluzione delle situazioni di emergenza che si dovessero verificare.
Con minor dispendio di tempo e di denaro.

In sostanza, attraverso un moderno management ambientale, una consulenza smart fatta su misura. 

Grazie alla nostra rete di collaboratori (tecnici e avvocati), siamo in grado di fornire anche un integrato servizio di assistenza tecnica e giudiziale.
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 Compilate il modulo che potete scaricare sul sito di Natura Giuridica, e inviatelo al seguente indirizzo di posta elettronica: andrea.quaranta@naturagiuridica.com
Otterrete un preventivo gratuito per una consulenza ambientale personalizzata.
Avete dei dubbi?
Volete approfondire alcuni aspetti?
Non esitate a contattare Natura Giuridica: siamo sempre a vostra disposizione.


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Piemonte: semplificazioni in campo ambientale

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Con la nuova legge regionale n. 3 del 2015, la regione Piemonte ha dettato alcune disposizioni regionali in materia di semplificazione, anche in campo ambientale

Più in particolare, la regione Piemonte ha dettato norme in materia di: 
Concessioni ad uso energetico, in base alle quali: tra più domande concorrenti a parità di condizioni è preferita quella volta a soddisfare il fabbisogno energetico utile all'esercizio delle attività produttive del richiedente; la concessione di derivazione volta prevalentemente a soddisfare il fabbisogno energetico utile all'esercizio di un'attività produttiva non può essere autonomamente oggetto di trasferimento di utenza e decade automaticamente in caso di cessazione definitiva dell'attività produttiva cui è asservita. 

Autorizzazione unica ambientale
La Giunta regionale è delegata ad approvare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più regolamenti per l'attuazione del DPR 59/2013, approvati, previo parere della competente commissione consiliare, facendo riferimento alle norme di settore per i contenuti tecnici e per gli aspetti procedimentali delle autorizzazioni sostituite, nel rispetto di alcuni criteri e principi direttivi (semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese; riduzione degli oneri amministrativi; accorpamento degli atti abilitativi in materia ambientale; rispetto dei tempi di conclusione dei procedimenti). 

Bonifica dei siti contaminati 
Le garanzie finanziarie per la corretta esecuzione ed il completamento degli interventi sono prestate ai comuni. Nel caso in cui gli interventi ricadano nel territorio di più comuni, le garanzie finanziarie sono prestate a favore della provincia).
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Nonostante le semplificazioni, tuttavia, la normativa ambientale rimane complessa e complicata da gestire.
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Piemonte: approvato il nuovo piano d'azione sull'energia per il biennio '12-'14

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Il 19 novembre scorso la Giunta regionale del Piemonte ha approvato il nuovo Piano d'azione sull'energia per il biennio 2012-2014. Si tratta del documento che fissa obiettivi e budget riservati alla programmazione energetica regionale.
Saranno quattro gli assi strategici di intervento per il biennio 2012-2014: produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili, efficienza e risparmio energetico, reti e generazione distribuita, filiera della clean economy e specializzazione dei cluster regionali.
 “Oltre 39 milioni di euro a disposizione - precisa Giordano, assessore allo sviluppo - che saranno utilizzati realizzando strumenti di sostegno attraverso prestiti agevolati e contributi a fondo perduto. Tengo a sottolineare che gli assi strategici di intervento sono stati concordati direttamente con i cittadini, che hanno potuto esprimere le loro osservazioni e proposte attraverso il portale del Forum energia. Un confronto e una condivisione unica nel suo genere, che ha potuto avvicinare amministrazione e cittadini nell’attuazione dei principi di partecipazione e trasparenza. Non mi risulta ci siano mai state esperienze analoghe nel nostro Paese nella costruzione di una programmazione energetica regionale”.
Le risorse, che derivano da fondi europei e regionali, verranno così ripartite: promozione efficienza energetica e fonti rinnovabili nelle imprese (5 milioni); impianti biomasse forestali (5 milioni); impianti termici da fonti rinnovabili (3,5 milioni); razionalizzazione dei consumi energetici negli edifici pubblici (6 milioni); riqualificazione energetica di coperture di amianto sugli edifici scolastici (2,5 milioni); sostegno all’innovazione nel settore della clean economy (4 milioni); clean economy come smart specialization del Piemonte (1 milione); esperienze pilota smart building (1,5 milioni). Sulle esperienze pilota smart building, in particolare, verranno erogati anche parte degli 8 milioni di fondi Far (Fondo Agevolazione alla Ricerca) messi a disposizione dall'accordo con il Ministero della Ricerca. 
Con le risorse regionali derivanti da minori erogazioni o da revoche di contributi si finanzierà invece nuovamente il bando "edifici a energia quasi zero", che aveva fatto registrare ottimi riscontri, esaurendo in poco tempo le risorse disponibili. 
Infine, saranno destinati 3 milioni e 100 mila euro per la riqualificazione emissiva ed energetica degli edifici. “Si tratta comunque di una dotazione iniziale - chiarisce Giordano - I bandi che avranno più successo verranno rifinanziati utilizzando risorse di quelli che ne hanno avuto meno. Il nostro obiettivo complessivo è promuovere sempre meglio l'innovazione nel settore energetico, in attesa di fare quel salto di qualità che ci porti a creare il distretto piemontese sulla green tech. Questo dovrà coinvolgere più ambiti e avere l'ambizioso compito di porsi come un esempio di eccellenza a livello internazionale”.


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Regione Piemonte: agevolazioni per le rinnovabili

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E' di pochi giorni fa la notizia che la giunta regionale del Piemonte ha deciso di aumentare di 20 mln lo stanziamento di 100 mln destinato alle imprese piemontesi che hanno presentato progetti di investimento volti alla razionalizzazione dei consumi energetici, all'utilizzazione delle fonti di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi e alla riduzione dell'inquinamento. Questo ulteriore stanziamento aumenta l'apposito fondo di rotazione che passa così da 100 a 120 milioni di euro, e su cui erano arrivate molte richieste, di cui una settantina ancora in lista d'attesa. 
"L'intervento - commenta l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Massimo Giordano - permettera' di finanziare quasi tutte le iniziative, consapevoli di quanto il tema del risparmio energetico sia di cruciale importanza in ottica di sviluppo sostenibile."
La misura, rivolta a tutti i tipi di imprese, prevede finanziamenti agevolati, integrati da un contributo a fondo perduto entro certi massimali, che variano in relazione alla tipologia di azienda. 
Intanto, prosegue a livello regionale il lavoro verso l'adozione di un nuovo Piano energetico ambientale, che definisca i necessari indirizzi prioritari, le azioni e gli strumenti da seguire, secondo gli obiettivi posti dall'Unione Europea per il 2020. In vista della realizzazione del nuovo PEAR, la Regione Piemonte ha attivato un forum on line per raccogliere i suggerimenti degli utenti.
Attraverso il portale infatti, gli utenti interessati possono, previa registrazione, inserire commenti, idee, osservazioni e proposte di modifica. Fino al 14 ottobre scorso, attraverso il forumenergia, gli utenti hanno potuto già fornire contributi e proposte sulle “linee d’azione” del Piano d’Azione 2012-2014, prima dell’approvazione delle stesse da parte della Giunta regionale.


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Forum regionale per l'energia in Piemonte

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La legge della Regione Piemonte 23/2002 “Disposizioni in campo energetico. Procedure di formazione del Piano regionale energetico-ambientale” prevede l’istituzione di un tavolo di concertazione con gli enti locali, denominato Forum regionale per l’energia, al quale possono partecipare anche i rappresentanti delle agenzie nazionali e locali del settore, delle categorie produttive, delle forze sociali, delle associazioni ambientaliste, degli atenei e degli enti di ricerca e, in generale, tutti i soggetti interessati. Le sei edizioni finora convocate hanno permesso un confronto che ha portato alla definizione concertata delle politiche energetiche da intraprendere e degli obiettivi da perseguire con gli strumenti di programmazione regionale, quali il piano vigente e la successiva Relazione programmatica sull’energia.
Visto che gli obiettivi energetico-ambientali posti dall’Unione Europea per il 2020 e la ripartizione dell’obiettivo vincolante sulle fonti rinnovabili a livello regionale impongono l’adozione di un nuovo Piano energetico-ambientale regionale o PEAR, che definisca i necessari indirizzi prioritari, le azioni e gli strumenti, la Regione ha ora attivato il portale web www.forumenergia.regione.piemonte.it
Attraverso il portale, gli utenti interessati possono, previa registrazione, inserire commenti, idee, osservazioni e proposte di modifica. Fino al 14 ottobre scorso, attraverso il forumenergia, gli utenti hanno potuto fornire contributi e proposte sulle “linee d’azione” del Piano d’Azione 2012-2014, prima dell’approvazione delle stesse da parte della Giunta regionale. 
Le linee d’azione sono le nuove agevolazioni in campo energetico che la Regione metterà a disposizione del territorio nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi assegnati al Piemonte al 2020 (15,1% di energia da fonti rinnovabili). 
Gli obiettivi in materia energetico-ambientale che l’Unione Europea ha stabilito per il 2020 vincolano l’Italia a raggiungere la quota del 17% di energia da fonti rinnovabili sui consumi finali. Il Piemonte deve contribuire a questo obiettivo raggiungendo la quota del 15,1%, a fronte dell'attuale situazione che vede la Regione al 9%. 
Per contribuire alle discussioni è sufficiente registrarsi sul portale e creare un proprio profilo; ciò consente di commentare le azioni proposte dalla Regione e interagire con gli altri utenti, anche da dispositivi mobili. La prossima discussione all'interno del forum avrà come tema il Piano energetico complessivo, che dovrebbe essere messo on line nei prossimi mesi. 
La Regione ha messo a disposizione questo strumento per raccogliere contributi utili alla stesura del nuovo PEAR della Regione Piemonte.
Questa modalità di partecipazione, di tipo web 2.0, è stata pensata al fine di facilitare un processo di condivisione e di confronto di idee, proposte, necessità, esigenze dell’intera comunità regionale per cogliere pienamente tutti gli elementi rilevanti per il territorio, nello spirito dell'art.7 della l.r.23/2002. Ora la palla passa agli utenti: il buon esito dell'esperimento dipende dal loro grado di partecipazione, e dalla misura in cui la Regione terrà conto delle osservazioni pervenute attraverso il forum. Questo strumento è stato pensato non solo per interagire con i rappresentanti delle istituzioni locali ma anche e soprattutto per ascoltare i cittadini e il mondo imprenditoriale. 


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Il rapporto "ecomafia 2012" di Legambiente: l'ecocriminalità in Piemonte

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Il 19 luglio, in piena estate, è stato presentato a Torino, nel corso di una conferenza stampa, il rapporto Ecomafia 2012, con focus su come cemento e rifiuti si confermano settori clou dell’ecocriminalità in Piemonte.  
Alla presentazione del rapporto Ecomafia 2012, edito da Edizioni Ambiente, con la prefazione di Roberto Saviano (peraltro Saviano ha firmato un editoriale apparso sul New York Times del 27 agosto a proposito dello strettissimo legame tra la crisi economica che stiamo attraversando e le organizzazioni criminali: in un'epoca in cui vi è una diffusa carenza di liquidità, anche nelle banche, si tenderebbe a ricorrere ai danari non tracciati di origine criminale), hanno partecipato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Antonio Pergolizzi, coordinatore dell'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, Francesca Rispoli, membro dell'ufficio di presidenza di Libera e Roberto Tricarico, presidente della Commissione Consiliare Speciale del Comune di Torino per la promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi. 
Certamente la presentazione del documento in piena estate non ne favorisce la sua diffusione, e la riflessione attorno agli importanti temi che esso solleva. E' per questo che ne parliamo ora, a fine settembre, pensando che dopo il riposo estivo si sia maggiormente propensi ad avvicinarsi a tematiche importanti come queste.
Il 2011 verrà ricordato come l’anno delle due più importanti inchieste antimafia di sempre in Piemonte, denominate Minotauro e Alba Chiara. L'inchiesta Minotauro, grazie a cinque anni di attività di indagine, ha portato alla luce un’organizzazione criminale di tipo mafioso con nove articolazioni territoriali dislocate in tutto il torinese e arresti in diverse zone d’Italia. L'organizzazione è risultata essere particolarmente capillare, ed ha incluso nelle sue maglie anche esponenti di amministrazioni locali. "È in particolare nella zona a nord di Torino, lungo l’asse che da Borgaro giunge fino a Cuorgné, che la malapianta ha attecchito pericolosamente. Il canavese e il cuorgnese, residenze storiche di famiglie della ‘ndrangheta, si confermano con questa indagine i nodi strategici per le proiezioni mafiose, anche in altre regioni. Nell’inchiesta Minotauro, come ha affermato il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, è emerso un “inquietante intreccio tra criminalità organizzata e segmenti della politica”. Sono noti  gli scioglimenti dei consigli comunali di Leinì e Rivarolo (To), e le indagini tuttora in corso per il Comune di Chivasso; tali situazioni hanno fatto venire a galla le collusioni dei cosiddetti “colletti bianchi”, soggetti dalla fedina penale pulita, con ruoli nelle pubbliche amministrazioni e in grado di gestire a fini illegali i loro canali burocratico-amministrativi.
In Piemonte una delle storie che è balzata agli onori della cronaca è quella, recentissima, dell’aprile del 2012, sulla presunta tangente usata per falsare la gara d’appalto indetta per la costruzione della variante di Tortona (Al). "Per una vicenda che risale al mese di settembre 2010 e riguarda un appalto del valore di circa 30 milioni di euro".
Un altro caso emblematico è quello che ha portato il tribunale di Asti a condannare in primo grado 8 persone nell’ambito dell’indagine denominata Asfalto pulito, relativa agli appalti truccati per la costruzione dell’autostrada Asti-Cuneo. In totale, sotto indagine sono finite 31 persone accusate di associazione per delinquere e truffa aggravata. Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, hanno accertato che le imprese impegnate nella posa del bitume nel tratto Isola d’Asti-Alba non lo avevano steso in modo omogeneo e con uno spessore inferiore a quello citato nel capitolato. Accertate, secondo l’accusa, anche turbative d’asta nell’assegnazione dei lavori di manutenzione di numerose strade provinciali astigiane, nelle zone di Canelli e di Castagnole Lanze. 
Se in Piemonte l'abusivismo edilizio non è così diffuso, è il ciclo dei rifiuti quello che fa gola alle organizzazioni mafiose: nel 2011 sono state accertate 279 infrazioni, denunciate 292 persone ed effettuati 70 sequestri di beni. Esiste una microcriminalità diffusa in tema di smaltimento illecito, senza inchieste eclatanti ma con una miriade di discariche abusive da avvelenare, principalmente in aree agricole. "Significativa in tal senso la vicenda dell'interramento illecito del car fluff il rifiuto derivante dalla frantumazione delle carcassedelle automobili, in alcuni campi di mais nel cuneese. Dopo la conclusione a gennaio 2009 di un primo processo penale con una sentenza di terzo grado che giudicava colpevole l'imputato per smaltimento illecito di rifiuti speciali e sostanze tossiche con relativo inquinamento delle falde superficiali, si è aperto in queste settimane un nuovo processo per il ritrovamento di rifiuti in 5 nuovi siti nei comuni di Barge e Revello, che si vanno a sommare agli 8 siti già individuati nel precedente processo". 
Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta è stata riconosciuta parte civile al processo, così come è stato per il processo precedente.

Ecco il link per leggere il rapporto completo http://www.alternativasostenibile.it/archivio/2012/07/08/files/Ecomafia%202012.pdf
ed il testo della presentazione del rapporto a Torino il 19 luglio scorso: http://www.legambientepiemonte.it/doc/19-07-12%20ecomafia%20presentazione.pdf



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I dati aggiornati sulle eco-aziende del Piemonte

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A pochi giorni dalla chiusura di Energethica 2012, il salone della green economy che quest'anno si è svolto a Torino, si può stilare qualche bilancio sulle imprese piemontesi che si dedicano alla green economy.
L'occasione è data dal fatto che sono stati diffusi i primi risultati del Rapporto “Eco-imprese in Piemonte” realizzato da Ambiente Italia e promosso dalla Camera di Commercio di Torino con il supporto operativo del Ceipiemonte (Centro Estero per l’Internazionalizzazione), in occasione della sessione di apertura di Bioedilizia Italia a Energethica 2012. I dati delineano “un territorio in grado di attrarre investimenti anche nel comparto eco”. 
Le eco-company piemontesi sono cresciute di 100 unità dal 2009 al 2011: nel 2009 erano circa 1.200, soprattutto nel settore energia, mentre nel 2011 si contavano circa 1.300 eco-imprese diffuse su tutto il territorio, con un fatturato di 2,6 miliardi di euro e 33.000 addetti. 
Si tratta di aziende che coprono le diverse province, da Torino (45%) a Cuneo (20%), da Alessandria (9%) a Novara (8%), fino a Biella (6%), Asti (5%), Vercelli (4%) e Verbania (3%). Quasi la metà (49%) sono concentrate nel settore energia, di queste il solare rappresenta il 76%. Seguono quelle che si occupano di rifiuti (19 per cento), trattamento dell’acqua (12 per cento), aria (10 per cento) e ricerca e sviluppo (9 per cento). Le eco-imprese sono soprattutto micro: su un campione di 600 imprese analizzate, il 73% conta meno di 10 impiegati, il 21 % tra gli 11 e i 50, solo il 6% più di 50 (dati aggiornati al settembre 2011).
A parte infatti i colossi, come Asja Ambiente Italia, o Marco Polo, la maggior parte delle aziende eco ha meno di 10 addetti. Un settore dinamico e fortemente innovativo, almeno a giudicare dagli oltre 1000 brevetti registrati e oltre 300 milioni di investimento in ricerca e sviluppo. Quello della produzione di impianti fotovoltaici è uno dei settori più diffusi tra le imprese che in Piemonte producono energie pulite.
Un altro documento, il rapporto Comuni Rinnovabili 2012 stilato da Legambiente, contribuisce meglio a chiarire la situazione del Piemonte rispetto al resto d'Italia: la regione si piazza al secondo posto, proprio alle spalle della Lombardia, per la produzione di energia da fonti idriche, con 2.479 megawatt, grazie anche alla grande disponibilità di acqua nelle zone alpine che fa del Piemonte il fornitore del 25 per cento dell’energia idroelettrica prodotta in Italia (solo nel Cuneese c’è una vera disputa per installare nuove centraline lungo il corso del fiume Tanaro). 



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Stop al consumo di territorio. Le dimensioni della cementificazione in Piemonte

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All'interno di questo blog si era già parlato del movimento Stop al consumo del territorio, nato nel 2009 su iniziativa di un gruppo di cittadini di Langhe, Roero e Monferrato, estesosi in tutta Italia fino alla costituzione del Forum nazionale della terra e del paesaggio. Il movimento ha come obiettivo quello di far cessare la pratica della cementificazione selvaggia che affligge il nostro Paese. 
La cementificazione del terreno comporta varie conseguenze negative: aumento di anidride carbonica, impoverimento delle falde acquifere e dissesto idrogeologico, squilibri nell'ecosistema e progressivo aumento della dipendenza dall'estero per le risorse agricole ed alimentari, eppure il nostro Paese è afflitto da una spirale viziosa nella quale la sempre più esigua fetta di trasferimenti statali spinge molti comuni a cercare di far cassa rendendo edificabili aree vergini, per lo più originariamente destinate a suolo agricolo.
Il movimento, attraverso il suo portale web, sta proponendo ai comuni italiani di censire le proprie aree edificabili, soprattutto quelle su cui sorgono edifici abbandonati, o che andrebbero restaurati. Questo sarebbe il primo passo verso l'adozione di piani regolatori che incentivino interventi di edilizia su tali zone, al fine di recuperare e sfruttare l'esistente, senza erodere più ettari ed ettari di suolo agricolo. Tant'è, si parla in questo caso di Comuni a crescita zero, dove zero sta per uno stop assoluto alla cementificazione in aree vergini. Dopo Cassinetta di Lugagnano nel milanese, il primo comune ad aderire al movimento, ora ha aderito il comune di Camigliano.
Dalla cementificazione selvaggia non è immune nemmeno la regione Piemonte, da sempre terra di legna e boschi.
Dall'ultima rilevazione sul consumo di suolo condotta dalla Regione, che fotografa la situazione fino al 2008, risulta che il consumo di suolo negli ultimi vent’anni si è portato via in media mille ettari all’anno di suolo fertile, al netto di infrastrutture e mobilità. Edifici residenziali, commerciali e industriali hanno guadagnato terreno a scapito dell’agricoltura e del paesaggio e il 7,2 per cento della superficie regionale risulta “consumata” dal cemento: 182.894 ettari di suolo urbanizzato su una superficie complessiva di 2,5 milioni, che per più di un terzo è formata da montagne. Per la prima volta le cifre prendono in considerazione anche il terreno consumato dalle infrastrutture che, secondo gli analisti, incidono per circa il 20% sul totale del suolo consumato. Senza contare autostrade, ferrovie e svincoli, comunque, al 2008 la percentuale di suolo impermeabilizzato è stata del 5,9%, 25 mila ettari in vent’anni. 


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Sentenza eternit di Torino: considerazioni in attesa di leggere le motivazioni

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La notizia, pochi giorni fa, è di quelle "storiche": nell'ambito del processo Eternit, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier De Marchienne, 91 anni, sono stati condannati a 16 anni di reclusione per disastro doloso e omissione dolosa di misure infortunistiche.
La condanna vale per i reati commessi negli stabilimenti piemontesi di Casale e Cavagnolo, dal 13 agosto 1999 in avanti. Altri invece risultano prescritti, come quelli contestati in determinati periodi negli stabilimenti di Bagnoli e Rubiera.
E' appena stato pubblicato il dispositivo (128 pagine, coincidenti con l'elenco delle parti civili costituite) della sentenza di Torino che condanna i capi della Eternit al risarcimento per i danni provocati ai cittadini e all'ambiente di Casale Monferranto, sede dello stabilimento in cui si produceva l'eternit appunto, un (allora) "innovativo" materiale composto da fibra di amianto.
Di seguito, pongo alcune considerazioni partendo dall'articolo pubblicato sul sito di Repubblica, a firma di Antonio Cianciullo, dal titolo più che evocativo: "Le altre eternit, diecimila vittime in tanti anni di inquinamento".

Nell'articolo si concentra l'attenzione sul significato che la sentenza riveste da un duplice punto di vista: il reato non riguarda un evento singolo, come Seveso per intenderci, ma l'inquinamento "da stillicidio", causato ad un territorio e ad una popolazione "poco a poco", nel corso di anni e anni di attività.
Inoltre, e qui arriviamo alla seconda importante novità, ad essere considerati colpevoli non sono i capi di reparti o sotto reparti demandati alla sicurezza, ma l'asset proprietario dell'impresa.
Citando dall'articolo: "la sentenza di Torino è destinata a fare da apripista a tante altre. A rilanciare storie di discariche, acciaierie e impianti chimici che hanno gravemente danneggiato il territorio e la salute della gente. Oltre 5 milioni di persone interessate con dati impressionanti di mortalità in eccesso. Questo è il commento asciutto di Rino Pavanello, da 25 anni segretario dell'associazione Ambiente e lavoro".

La sentenza ha fatto notizia nei media di tutto il mondo, e sembra essere la miccia pronta a riaccendere  centinaia di vertenze "dormienti" relative all'impatto sanitario e ambientale dell'inquinamento nel lungo periodo dei vecchi colossi della chimica, dell'acciaio e delle discariche sui territori che li hanno ospitati. Quei territori che, nel caso delle fabbriche e degli stabilimenti industriali sorti nel boom economico, hanno ricevuto molto in termini di lavoro e iniziale benessere, dovendo poi restituire, in una proporzione assolutamente sballata, in termini di vite umane e danni incalcolabili all'ambiente.

Per una ricostruzione accurata del profondo e controverso legame che unisce un territorio al proprio "mostro chimico" suggerisco la lettura de Il segreto tra di noi, ambientato fra le langhe piemontesi, che attraverso la vicenda letteraria racconta anche il dramma dell'Acna di Cengio, la grande fabbrica che avvelenò il fiume Bormida e i suoi operai.


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Piemonte: due delibere in materia di fonti rinnovabili di energia

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Nella seduta del 30 gennaio scorso, la Giunta regionale del Piemonte ha approvato due delibere in materia di energie rinnovabili e biomasse: con la prima sono state definite le indicazioni per il procedimento unico di rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, mentre la seconda individua i criteri sulla cui base la Regione può indicare le aree e i siti non idonei all’installazione ed all’esercizio di impianti alimentati da biomasse, relativamente alle filiere dei combustibili ligno-cellulosici, liquidi e del biogas.

Il primo provvedimento ha l'obiettivo di bilanciare le esigenze di semplificazione delle linee guida nazionali con le peculiarità del territorio piemontese, a tutela delle politiche di salvaguardia del paesaggio, dell’ambiente e del territorio rurale. Per uniformare i procedimenti affidati alle Province, si fa particolare riferimento alla documentazione da allegare alla richiesta, agli oneri istruttori, alle modalità di conduzione dell’iter procedurale, alla compatibilità paesaggistica ed ambientale dell’intervento, alla variante al piano regolatore, alle garanzie finanziarie. Si ritiene così di poter superare le differenze presenti sul territorio regionale.


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Lettera dell'UNCEM a Clini: incentiviamo le biomasse

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Aggiornamento del 26 febbraio 2020:
con l'obiettivo di aumentare la quantità di fabbisogno energetico distribuita a partire da fonti rinnovabili, segnaliamo che Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato recentemente nuovi fondi per le Piccole e Medie Imprese del Meridione per il finanziamento di costruzione, realizzazione e distribuzione di reti intelligenti (Smart Grid). In particolare, "Il nuovo bando di Reti Intelligenti del Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato fondi pari a euro 23.978.254,41, rivolto ai distributori di energia elettrica nelle regioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, e Sicilia. Il Bando prevede finanziamenti per la realizzazione, adeguamento e potenziamento di reti intelligenti, note come Smart Grid. 
Questo nuovo sistema di reti intelligenti è finalizzato ad aumentare la quantità di fabbisogno energetico distribuita da fonti rinnovabili. Per presentare la propria domanda, utilizzare la piattaforma presente al seguente link, entro il termine delle ore 10:00 del 1 giugno 2020

Per gentile segnalazione di Gianluca Bonomi, Communication Manager - Reti Intelligenti 

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Dopo Coldiretti - e dopo le Associazioni che raggruppano gli operatori professionali del fotovoltaico - anche Uncem Piemonte ha scritto a Clini in vista dell'emanazione, annunciata per fine mese, del decreto che riforma gli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, ivi comprese dunque le biomasse forestali.
Nella lettera di Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte, al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, si chiede una maggiore attenzione rispetto alla terre montane in materia di biomasse legnose, che non metta in pericolo la concreta possibilità della nascita di una filiera energetica legnosa.
Una lettera, dunque, per chiedere una maggiore attenzione alle specificità delle aree montane nei decreti nazionali che andranno a regolare i nuovi incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili. 
L'Uncem Piemonte si unisce all’appello dell'Uncem nazionale e dell'Anci – lanciato nelle scorse settimane, evidenziando il grande ruolo che l’area montana italiana, e piemontese in particolare – giocheranno nello sviluppo della green economy e nel raggiungimento degli obiettivi nazionali al 2020, secondo quanto previsto dal protocollo di Kyoto.


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Candidatura UNESCO per Langhe-Roero-Monferrato

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Nei giorni scorsi è stato compiuto un ulteriore passo avanti nell’ambito del progetto di candidatura di “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe- Roero- Monferrato” a Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
A distanza di circa un anno dalla presentazione del dossier di candidatura per Langhe Roero e Monferrato, il 2 gennaio scorso rappresentanti della Regione Piemonte, insieme alle province di Asti e Alessandria e al Comune di La Morra (Cuneo), hanno firmato tre accordi di programma il cui scopo ultimo è quello di valorizzare il paesaggio, con particolare attenzione agli edifici di valore storico ed alle zone di rilievo turistico. 
L'accordo riguardante il Comune di La Morra prevede interventi per 180.000 euro, da impiegare per realizzare opere in grado di mimetizzare le brutture industriali nel territorio. Una serie di interventi per valorizzare il paesaggio, recuperare edifici o punti panoramici e mitigare l’effetto di quegli elementi incongrui che caratterizzano alcune zone.
L'accordo di Programma, finalizzato alla “Valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte – area di approfondimento Le Langhe del Barolo”, sarà finanziato dalla Regione per 150.000 e dal Comune per 30.000 euro. L’investimento riguarda un contributo per la realizzazione di opere nel comune di La Morra di mitigazione di fabbricati, tipici dell’edilizia industriale degli anni ‘60/’70, che costituiscono elementi incongrui con il contesto paesaggistico vitivinicolo delle Langhe.
Gli altri 2 accordi consistono nell'Accordo di Programma tra Regione, Provincia di Asti e Comuni di Castelletto Molina, Pino e Portacomaro, finalizzato alla “Valorizzazione dei territori interessati alla candidatura UNESCO – Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe Roero e Monferrato” per uno stanziamento totale di 244.700 euro e nell'Accordo di Programma tra la Regione e la Provincia di Alessandria finalizzato alla “Valorizzazione del territorio interessato dalla candidatura UNESCO – Stazioni di posta del paesaggio”per uno stanziamento di 200.000 euro



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Biomasse forestali della Regione Piemonte: la relazione del WWF

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Ha fatto parecchio discutere una relazione del WWF Italia dal titolo "Il grande inganno del progetto energetico da biomasse forestali della Regione Piemonte: sperpero di denaro pubblico ed enorme danno ambiantale", a cura della Sezione Regionale Piemonte e Valle d'Aosta, che risale al 2010, Anno Internazionale della Biodiversità.
Il dossier è tornato al centro della ribalta perché, a pochi giorni dallo svolgimento del Consiglio Comunale a Paesana - durante il quale si è a lungo discusso a proposito della possibilità di localizzare o meno nel Comune una centrale a biomasse - una copia cartacea del documento è stata collocata nella buca delle lettere della redazione di TargatoCN

Il documento, scaricabile dal sito del WWF Italia colpisce per la veemenza con la quale vengono esposte le argomentazioni, fin dalla pagina 4: "Una propaganda fraudolenta sta spacciando lo sfruttamento forestale addirittura come utile o necessario all’ambiente e considera il legno come risorsa abbondante, abbandonata e gratuita. Il legno è invece materiale prezioso, limitato e di enorme valore bio-ecologico e, secondo il criterio della sostenibilità, tale patrimonio dovrebbe essere trasmesso alle generazioni future. La Regione Piemonte vuole raggiungere l’ambizioso traguardo di produrre il 20% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili. Obiettivo condivisibile, ma che purtroppo verrà raggiunto nei modi sbagliati, ovvero bruciando biomasse legnose in modo da contribuire al 60% di quel 20%. Per produrre energia si prevede di utilizzare ogni anno 2,2 milioni di metri cubi di legname, tagliato secondo le anacronistiche e discutibili norme della nuova Legge forestale regionale (L.R. 4/2009), in conflitto con le disposizioni in materia di sostenibilità contenute nelle Risoluzioni approvate nelle Conferenze Ministeriali sulla protezione delle foreste in Europa (Helsinki 2003 e successive)".

Nei paragrafi successivi si passa a contestare il basso rendimento delle centrali a biomasse legnose (se paragonate ad altri combustibili fossili) e la necessità - imposta dalla scarsa densità della materia prima, il legno da bruciare - di raccogliere legname nel raggio di decine e decine di km dal luogo della centrale: questo implica considerevoli costi per il trasporto della materia prima sia in termini economici (il carburante dei mezzi di trasporto) sia ambientali (le emissioni stesse dei camions).



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La filiera delle biomasse legnose: le centrali di Envie e di Paesana

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In Piemonte, grazie alla forte dotazione di foreste, lo sviluppo di una filiera locale per lo sfruttamento delle biomasse legnose a fini energetici  è un'opportunità economica molto interessante, e di conseguenza al centro del dibattito mediatico, come sta accadendo per la centrale di Envie e quella di Paesana, site entrambe in provincia di Cuneo.
Come accade ogni qual volta, in un determinato territorio, vi sia un'iniziativa imprenditoriale volta all'installazione di un impianto per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, vi sono moltissime contestazioni e prese di posizioni da parte di varie figure: dai comitati cittadini alle associazioni ambientaliste.
Nel caso delle centrali a biomasse legnose, i fattori più delicati, capaci di stimolare un acceso dibattito, concernono essenzialmente 3 punti: il controllo delle emissioni inquinanti, il timore di una eccessiva deforestazione come conseguenza della necessità di rifornire di biomassa da bruciare la centrale stessa, gli effettivi rendimenti energetici di tali impianti. 
In parole povere, ci si chiede sempre se il gioco valga la candela (sviluppo economico versus tutela degli ecosistemi boschivi e della qualità dell'aria), e quali siano i reali ritorni economici per le comunità locali "ospitanti".


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Regione Piemonte: Guida alla Valutazione ambientale strategica

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Lo scorso 31 ottobre è stata presentata a Torino la guida Cambiamento climatico: mitigazione e adattamento nel processo di Valutazione Ambientale Strategica, gli strumenti e gli obiettivi su scala locale pubblicata da Regione Piemonte e Agenzia La.Mo.Ro (Agenzia di Sviluppo Langhe Monferrato Roero).

La guida è frutto della collaborazione nel progetto “RSC Regions for Sustainable Change” inserito nel programma Interregionale IV C Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed ha lo scopo di aiutare le amministrazioni locali - in particolare i comuni di minori dimensioni - ad attuare il compito di vigilare su un territorio variegato e multiforme come quello piemontese.
Ai sensi della L.R. 14 dicembre 1998, n. 40, art. 1, la Regione Piemonte assume l'approccio della valutazione preventiva ed integrata degli effetti diretti ed indiretti sull'ambiente nello svolgimento delle attività normative, pianificatorie, programmatorie ed amministrative di propria competenza e ne promuove l'adozione da parte degli enti locali territoriali nell'esercizio delle rispettive funzioni amministrative e di pianificazione. 

Durante l'evento del 31 ottobre è stata proprio l’autrice della guida, Silvia Loffredo, a spiegarne l'impostazione ed il contenuto al pubblico presente, mentre altri esperti, Elena Porro e Giorgio Pelassa della direzione Ambiente e Agricoltura, hanno approfondito alcuni temi sulle risorse più sensibili e vulnerabili alle variazioni climatiche: l’acqua e il suolo.
Francesco Matera ha fatto un quadro complessivo sulle emissioni in atmosfera di varie fonti di inquinamento: acustico, elettromagnetico, atmosferico. Dei gas serra immessi nell’atmosfera, e per i quali anche le comunità locali possono fare qualcosa per ridurne i quantitativi, sono stati ricordati l’anidride carbonica, il protossido di azoto e il metano provenienti dal settore dei trasporti urbani, dagli insediamenti industriali e, in parte, anche dall’agricoltura.



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Dicono di noi Wwworkers

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Gestendo un blog dedicato all'informazione ed al diritto ambientale, ci capita spesso di scrivere a proposito di leggi, eventi, notizie o prodotti in campo ambientale.
Questa volta invece ecco un articolo che parla di noi, ossia dello studio di consulenza Natura Giuridica di Andrea Quaranta.
Recentemente, i media si sono occupati di noi in qualità di wwworkers, ossia di lavoratori che utilizzano per il proprio business le tecnologie e le opportunità offerte dalla rete. Molte persone in Italia hanno fatto una scelta lavorativa (e di vita) simile alla nostra e, grazie al progetto ideato e realizzato dal giornalista del Sole24ore Giampaolo Colletti, il mondo si è accorto di noi, e del fatto che sempre più persone abbandonano, oppure smettono di cercare, il posto fisso per avviare un'attività on line.

Ecco una breve rassegna degli articoli che ci riguardano:

Per cominciare: la nostra scheda di consulenti in diritto ambientale sul sito wwworkers ; sul libro Wwworkers, i nuovi lavoratori della rete, di Giampaolo Colletti, edito da Gruppo24ore, ci trovate invece a pag.76.
La Repubblica ediz. Torino - Reinventarsi grazie a internet la carica dei lavoratori www
Targato CN - I wwworkers approdano nella granda: l'esperienza di marito e moglie di Dronero
Jobslot - Lavorare sul web e reinventarsi: i wworkers
Eco - legale - Eco-legale: ora c’è anche l’avvocato delle cause green

Hanno parlato di noi wwworkers su:
l'Unità - Addio cartellino, lavoro da casa. Un manuale sui wwworkers
LSDmagazine -  Wwworkers: i nuovi lavoratori della rete l’ultimo libro di Giampaolo Colletti
Il sito web Sole24ore - GENERAZIONE wwworkers
Agora Vox Italia - WEB 2.X_ME: la passione diventa professione
VoglioVivereCosì - Nuovi orizzonti: wwworkers lavorare grazie a internet
Abruzzo News - Come ti abbandono il posto fisso per lavorare in rete


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I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato potrebbero essere presto acquisiti al Patrimonio Unesco

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Venerdì 21 gennaio a Parigi è stato ufficialmente presentato, negli uffici dell’Unesco, il dossier di candidatura per l’iscrizione nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. Si tratta dell’unica candidatura italiana per il 2011, candidatura che ha avuto il via libera dal gruppo di lavoro interministeriale (Affari Esteri, Politiche Agricole, Beni Culturali ed Ambiente).


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Aiuti ai Piccoli Comuni con il bando AmbientEnergia.

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Nei giorni scorsi, è stato presentato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo il bando AmbienteEnergia che si pone nella direzione di unire economia ed ecologia in un circolo virtuoso.

In particolare, il bando si rivolge a quegli Enti Pubblici, come per esempio i piccoli Comuni, che da soli non riuscirebbero a investire nelle nuove tecnologie in settori strategici come l'illuminazione pubblica - importante centro di costo per le Amministrazioni Locali - e la realizzazione di impianti fotovoltaici.

La posta in palio è costituita da mezzo milione di euro ed i beneficiari sono i piccoli comuni della Granda fino a 500 abitanti. Le realtà potenzialmente interessate sono circa 100. I progetti potranno essere presentati entro il 29 ottobre 2010.
La Fondazione CrC ha individuato 2 linee di intervento: uno per l'adeguamento delle linee di illuminazione pubblica, in modo da migliorare l'efficienza e ridurrre i consumi, mentre il secondo ambito è quello degli impianti fotovoltaici fino a un kilowatt a servizio di strutture ed edifici pubblici e comunali. 
L'idea di fondo è quella di unire progetti per il risparmio energetico a piani di ammortamento efficaci con l'obiettivo finale di una migliore disponibilità di risorse per le casse degli enti locali.
Ma come funzionerà?
A fine anno, verrà stilata una graduatoria dei progetti presentati. Saranno valutati gli aspetti tecnici ed economici, ma anche le valenze sociali (capacità dei progetti di integrare in modo virtuoso vantaggio economico, innovazione e tutela ambientale). L'iniziativa della Cassa di Risparmio si pone l'obiettivo ambizioso di sensibilizzare Cittadini e Amministratori di aree scarsamente popolate e potenzialmente marginali sul fatto che da un utilizzo intelligente delle nuove tecnologie (impianti da fonti rinnovabili come sole, vento, biomasse, acqua) possono derivare vantaggi per tutti.
I progetti approvati verranno finanziati e messi a regime entro il 2011. Per l'illuminazione pubblica il contributo della Fondazione potrà essere al massimo di 15.000 euro, fino al 50% dei costi ammissibili; viene dato un maggiore spazio al fotovoltaico, con erogazioni fino a 40.000 euro per arrivare a coprire fino all'80% dei costi.   


Fonte: La Guida del 30/07/10 "Un aiuto concreto ai piccoli Comuni" di F.B.


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Risorse locali e piccoli comuni: verso quali orizzonti incamminarci?

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Come vi ho annunciato qualche giorno fa ("Festa nazionale Borghi autentici 2010"), dal 25 al 27 di Giugno si svolge la terza festa nazionale dei Borghi Autentici d’Italia, associazione di piccoli comuni italiani che fanno delle molteplici sostenibilità il loro cavallo di battaglia, nella costruzione di un futuro migliore, più equo e sostenibile.
Associazione con la quale collaboro, in qualità di consulente legale ambientale, dal 2008.

Ieri si sono aperte le danze, e nell’incontro pubblico “Federalismo, risorse locali e piccoli comuni: guardare alle possibilità di sviluppo dalla parte dei piccoli” c’erano, come ospiti, niente popò di meno che il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, la Presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, l’onorevole Giovanna Melandri e il Dott. Mauro Guerra, responsabile ANCI piccoli comuni, oltre che il Presidente di BAI, il Sindaco di Sauris Stefano Lucchini.

Ottima iniziativa, per portare avanti discorsi interessantissimi, oltre che di vitale importanza, in un periodo in cui si parla – non sempre sulla base di dati precisi, ma in compenso su quella di decisioni frettolose, monche e contraddittorie – di tagli alla spesa pubblica, di tagli agli Enti locali, di province magnone, di Comuni troppo piccoli per essere efficienti.
Un periodo di crisi, in cui le piccole realtà locali potrebbero fungere da traino, da esempio. Da motore per una crescita sostenibile.

Benissimo, finalmente sentiamo parlare di qualcosa di concreto ed interessante, mi sono detto, che premia gli sforzi fatti per avere un parterre come questo…


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