Come vi ho annunciato qualche giorno fa ("Festa nazionale Borghi autentici 2010"), dal 25 al 27 di Giugno si svolge la terza festa nazionale dei Borghi Autentici d’Italia, associazione di piccoli comuni italiani che fanno delle molteplici sostenibilità il loro cavallo di battaglia, nella costruzione di un futuro migliore, più equo e sostenibile.
Associazione con la quale collaboro, in qualità di consulente legale ambientale, dal 2008.
Ieri si sono aperte le danze, e nell’incontro pubblico “Federalismo, risorse locali e piccoli comuni: guardare alle possibilità di sviluppo dalla parte dei piccoli” c’erano, come ospiti, niente popò di meno che il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, la Presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, l’onorevole Giovanna Melandri e il Dott. Mauro Guerra, responsabile ANCI piccoli comuni, oltre che il Presidente di BAI, il Sindaco di Sauris Stefano Lucchini.
Ottima iniziativa, per portare avanti discorsi interessantissimi, oltre che di vitale importanza, in un periodo in cui si parla – non sempre sulla base di dati precisi, ma in compenso su quella di decisioni frettolose, monche e contraddittorie – di tagli alla spesa pubblica, di tagli agli Enti locali, di province magnone, di Comuni troppo piccoli per essere efficienti.
Un periodo di crisi, in cui le piccole realtà locali potrebbero fungere da traino, da esempio. Da motore per una crescita sostenibile.
Benissimo, finalmente sentiamo parlare di qualcosa di concreto ed interessante, mi sono detto, che premia gli sforzi fatti per avere un parterre come questo…
All’inizio non riuscivo a stare fermo sulla sedia, devo ammetterlo, nel sentire le parole d’ordine del Sindaco Lucchini: territorio come risorsa, piccoli comuni presidio del territorio, microgenerazione distribuita, sulla scia delle tesi già sostenuta anche nel recente passato, proprio nell’Alta langa, in un convegno in cui si parlava del ruolo delle biomasse forestali nello sviluppo di questa realtà.
Mi sono quasi commosso nel sentire – in un italiano, e con una fluidità di eloquio che molti politici ignorano bellamente – Mauro Guerra chiedere a gran voce, a nome dei piccoli comuni, dei semplici strumenti operativi, per permettere a queste realtà di operare concretamente sul territorio, e non continua re a rimanere al palo.
Va detto, e sottolineato, che Guerra ha specificato che tali strumenti – non necessariamente finanziari – devono essere dati sulla base dei principi di adeguatezza, condivisione, ma soprattutto differenzazione.
Occorrono, ha sottolineato Guerra, normative differenziate, che tengano conto delle specifiche peculiarità locali.
Occorre un tavolo permanente di ragionevolezza, che segua una rotta predeterminata con coerenza: cioè l’opposto di quanto sta accadendo in questi tempi di “federalismo”, in cui, al di là delle parole (rectius: slogan), i risultati vanno in direzione opposta agli scopi perseguiti.
Mi sono piacevolmente stupito nel sentire l’On. Giovanna Melandri riprendere quest’ultimo concetto, e sottolineare con forza – anche se con un linguaggio un po’ più politichese e da campagna elettorale, con qualche battutina di troppo (sembrava stesse recitando un copione con Cota) – che i nodi stanno venendo al pettine, che il federalismo rischia di diventare (e sta diventando) pura retorica, dal momento che le recenti manovre contraddicono l’impostazione di base.
Mancano, o addirittura vengono tolti gli strumenti operativi.
Occorre la canalizzazione delle idee e delle risorse, nell’attuazione di una normativa necessariamente differenziata, che utilizzi strumenti adeguati ai fini che vuole perseguire.
Occorre sapere dove si vuole andare, prima di decidere con quale mezzo: dettare linee di sviluppo, idee per il futuro.
Poi è arrivato il turno dei due presidenti leghisti.
Qui devo fare una piccola premessa.
La scorsa settimana, durante un Forum internazionale a Venezia, ho avuto modo di sentire un altro Presidente di regione (Luca Zaia) parlare di temi fortemente connessi con quello oggetto dell’incontro di ieri: il ruolo degli imprenditori agricoli nell’agricoltura multifunzionale, la salvaguardia del territorio nell’implementazione di una politica agro energetica sostenibile.
Oltre lo stile, devo ammettere di aver apprezzato anche il merito del suo discorso, concreto, senza fronzoli, all’insegna di progetti ambiziosi, ma non impossibili da raggiungere, e di principi “trasversali”, tutti accomunati da un senso di equilibrio, di misura, di differenzazione nei metodi, necessariamente diversi, a seconda dell’angolo di osservazione, dei modi, dei tempi e dei luoghi di esecuzione.
Sulla base di queste premesse, e dopo quanto evidenziato negli interventi precedenti, mi aspettavo il botto finale da parte dei due esponenti del carroccio piemontesi, volti a marcare, una volta di più, i meriti del loro recente exploit alle elezioni regionali dello scorso marzo.
E invece….
(Quasi) imbarazzante parlare di quanto pronunciato – con stile, piglio e contenuti decisamente diversi da quello del suo collega veneto, e di coloro che avevano parlato fino ad allora – della Presidente Gianna Gancia, che si è limitata:
- ad un carosello di frasi tipiche da campagna elettorale;
- ad un attacco frontale al “bluff fotovoltaico” che, stando ai suoi dati, se l’intera provincia Granda (l’intera superficie…) fosse ricoperta di pannelli fotovoltaici, l’energia così prodotta contribuirebbe in modo insignificante al fabbisogno energetico dei cittadini della provincia. Mi piacerebbe sapere le fonti di tanto accorato attacco frontale, ben lontano dai discorsi di ampio respiro del suo collega veneto;
- a biasimare quanto fatto dalla Provincia autonoma di Trento, rea di non si è capito bene che cosa…se non di essere amministrata da un’altra parte politica;
- a passare il testimone al Presidente Cota
senza entrare nel merito del tema della giornata, e senza motivare le sue prese di posizione.
Sconcerto, nel dopo incontro, fra coloro che hanno assistito a questa performance: siamo venuti fin qui, sentivo dire, per avere delle risposte, per capire meglio nel dettaglio come funziona, per noi cittadini dei piccoli comuni, quel federalismo che a parole condividiamo – e in nome del quale abbiamo messo una precisa croce sulla scheda elettorale – ma che nella pratica stentiamo a sentire….e a vedere.
Sconcerto che ha riguardato anche il discorso tenuto dal Presidente della regione Piemonte Cota, che si è definitivamente allontanato dalle questioni all’ordine del giorno, per trasformare il suo breve intervento in un mix di:
- controbattute (nei confronti dell’On. Melandri) e convenevoli (ma quanto mi piace Lèvice; la rispetto tantissimo, e anche di più, onorevole Melandri; bla bla bla);
- triti e ritriti slogan politici (inutile prendersela con il nuovo ministro Brancher. Come se l’unico motivo che ha indotto il nostro premier a nominarlo – consentirgli di appellarsi al legittimo impedimento – non fosse sufficiente a suscitare lo sdegno di coloro che, al di là delle possibili e divergenti opinioni politiche, credono nel ruolo che dovrebbe avere la politica);
- invettive politiche (Prodi aveva 102 fra ministri sottosegretari e quant’altro…);
- il ruolo del Presidente della Regione (ma il tema non era il ruolo dei piccoli comuni?)
Morale: il federalismo, da tutti (oggigiorno) invocato, ma da nessuno concretamente realizzato (un po’ come avvenuto per il conflitto d’interessi…), ad oggi, sembra essere sempre più ammantato da quei connotati fino a ieri esclusiva dell’utopia…
"Lei è all'orizzonte""Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi.Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta dieci passi più in là.Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai.A cosa serve l'utopia?Serve proprio a questo: a camminare."
Almeno sapessero dove ci vogliono condurre.
Noi “semplici” cittadini, sappiamo verso dove vogliamo camminare: verso le molteplici sostenibilità, e uno stile di vita più semplice, come quello vissuto ieri fra gli stand dei Borghi Autentici, popolati di persone che credono nei loro progetti, e li portano avanti con determinazione.
Nonostante tutto.
Foto: “Utopia” originally uploaded by leftpaw