I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato potrebbero essere presto acquisiti al Patrimonio Unesco

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Venerdì 21 gennaio a Parigi è stato ufficialmente presentato, negli uffici dell’Unesco, il dossier di candidatura per l’iscrizione nella lista dei beni patrimonio dell’Umanità dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. Si tratta dell’unica candidatura italiana per il 2011, candidatura che ha avuto il via libera dal gruppo di lavoro interministeriale (Affari Esteri, Politiche Agricole, Beni Culturali ed Ambiente).
La presentazione ufficiale del dossier è un ulteriore passo in avanti nell'iter di candidatura per ottenere un riconoscimento tanto ambito. Ad Asti, nel frattempo, è stata costituita l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, che ha sancito l’intesa raggiunta dall’intero territorio interessato dalla candidatura.
L’Associazione ha lo scopo di sviluppare la conoscenza dei beni del patrimonio, oltre a tutelare, proteggere e valorizzare gli stessi. La Provincia di Cuneo è socio fondatore, assieme a quelle di Asti ed Alessandria e alla Regione Piemonte. Questa candidatura arriva dopo anni di preparativi - se ne parla dal 2002 - e 150mila euro di investimenti. Era stata annunciata nel 2010 dall'allora presidente Mercedes Bresso, ed ora èstata depositata ufficialmente.
Un dossier di mille pagine che individua ''nove 'core zone' all'interno di una 'buffer zone' composta da 74 comuni, il cui territorio e' coltivato con i vitigni autoctoni delle grandi Doc e Docg, per i quali sono stati riscontrati caratteri di eccezionalita' anche sotto il profilo della presenza di elementi di storicita' e tipicita', oltre che alla piacevolezza della vista e all'elevata qualita' del paesaggio''.
Le zone che rientrano nel progetto sono nove, ciascuna legata a un vino: Freisa, Barbera, Barbaresco, Barolo, Grignolino, Dolcetto di Dogliani e tre varieta' di Moscato. Attorno a loro la ''zona tampone'' dei 73 comuni, che le collega tutte, anche se non potra' rientrare nella candidatura.
Si tratta di un paesaggio fatto delle colline dolci del Monferrato e del Roero e  di quelle delle Langhe, dai crinali piu' affilati. Le viti sono coltivate a filari concentrici sui poggi, confinanti con foreste e noccioleti. I paesi hanno chiese romaniche, piazzette e terrazze, grange e stradine. E' un paesaggio che parla di lavoro e di vita contadina, che va protetto, si legge nella relazione presentata per la candidatura, anche nel suo ''patrimonio immateriale''. Vale a dire, le caratteristiche abitative delle case, i modi di stare insieme, e soprattutto la sapienza di chi da generazioni produce grandi vini.

E' una candidatura importante che porterebbe queste zone a far parte di una piccola e ristretta élite: sono pochi infatti i paesaggi vitivinicoli già scritti nella lista del Patrimonio mondiale Unesco: la zona dell'Alto Douro in Portogallo, i vigneti dell'isola vulcanica di Pico nelle Azzorre, la zona del Tokaj in Ungheria, quella di Saint Emilion in Francia e la valle del Medio Reno in Germania. Ultimi ad ottenere il riconosimento sono stati i vigneti terrazzati di fronte al lago Lemano e alle Alpi, nella regione svizzera del Lavaux.

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Natura Giuridica di Andrea Quaranta: Studio di Consulenza Ambientale.

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