La responsabilità ambientale ai tempi del bunga bunga
Il titolo di questo post – che riguarda, mi tocca precisarlo, la bonifica dei siti contaminati ed in particolare la sentenza TAR Milano, 1107/2010 - e non la “casta politica”, in un blog che si occupa di politica esclusivamente quando ha a che fare con il diritto dell’ambiente e con il diritto dell’energia – oggi è volutamente, come dire, “provocatorio”.
Per quanto questo termine possa avere un significato, nel nostro paese, che vive di provocazioni passeggere, e fugge il dialogo e l’approfondimento come la peste. Non parliamo poi di dignità…
Non voglio assumere i toni da novello Savonarola, ma non voglio neanche nascondermi dietro al patetico così fan tutti, o ad un rassegnato (ma per certi versi anche “rassicurante”, per molti: perché evita di pensare, il che costa fatica) “che ci vuoi fare, le cose vanno così”…
Responsabilità, dicevamo.
Tutti ne parlano: assumersi le proprie responsabilità, ci vuole senso di responsabilità, maggiori onori maggiori oneri (responsabilità), e via discorrendo. Tutti ne parlano, specie quando si tratta – visto che stiamo parlando di politica – di accaparrare più voti possibile.
Salvo che tutti, o quasi, sono pronti a dimenticarsene un minuto dopo aver vinto (o perso) le elezioni, nell’eterno balletto del rinfaccio (delle responsabilità, ovviamente)…
In campo ambientale, per tornare al tema di questo blog, ho avuto occasione di parlare molte votle di responsabilità (della politica) ambientale: un segno di responsabilità , emergenze rifiuti dal 1994 e molte volte delle responsabilità dei diversi soggetti coinvolti in – passatiemi il termine atecnico – danni ambientali, con particolare riguardo al proprietario non colpevole dell’inquinamento.
Una figura, quest’ultima, particolarmente delicata, in un ordinamento in cui si parla a gran voce del principio “chi inquina paga”, ma nel quale si finisce, per semplicità, a volte, per incompetenza, altre, o anche per accidia – o irresponsabilità – per far ricadere la colpa (la responsabilità) sul soggetto più facilmente identificabile: il proprietario del sito contaminato o inquinato che dir si voglia, il quale spesso inconsapevolmente si trova a dover gestire la “patata” bollente (per rimanere in tema con il titolo del post…).
Ne ho parlato tanto volte per il semplice fatto che ci sono proprietari e proprietari, regole e regole da rispettare e far rispettare, responsabilità e responsabilità da considerare (o meno…).
Con le relative eccezioni ad personam….
Ad esempio, abbiamo visto quali sono le regole che si devono seguire se il proprietario non colpevole è il Comune o un malcapitato curatore fallimentare o ancora si tratta di un locatore, per un terreno dato in affitto a terzi, per analizzare le varie forme di responsabilità del proprietario…definiamolo tout court:
Altri articoli correlati al tema della responsabilità per inquinamento ambientale:
- Colpevole di essere proprietario? Caso dell' inquinamento pregresso
- Che colpa ne ho!? Il caso dell'abbandono dei rifiuti
- Proprietario incolpevole dell'inquinamento: TAR Torino 2928/2008
- Prova della responsabilità nel danno ambientale
La storia raccontata nella sentenza di cui oggi vi riporto la massima TAR Milano, 1107/2010 come si suol dire, la potete leggere registrandovi gratuitamente sul sito di Natura Giuridica
Nell’analizzare il caso di specie – in cui il Collegio ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcuni comproprietari di terreni, inquinati a causa dell’abusivo stoccaggio ad opera di terzi di sostanze ivi presenti e tali da richiedere interventi di bonifica – il giudice amministrativo ha sottolineato che, impregiudicata ogni rivalsa nei confronti dell’effettivo responsabile, il soggetto destinatario del provvedimento contingibile ed urgente emesso in materia di smaltimento di rifiuti, possa essere individuato in chi con il bene si trovi in rapporto tale da consentirgli di eseguire con celerità gli interventi ordinati, ritenuti necessari.
Insomma, non importa se non sei stato tu, proprietario, ad inquinare: più facile intanto, pur senza “incolparti”, farti pagare l’inquinamento, naturalmente consentendoti – pardon: lasciandoti impregiudicata … – ogni rivalsa.Poi il resto viene da sé: saranno cavoli tuoi a dimostrare chi-come-quando-perché è colpevole. Se ce la fai…
In definitiva, è la responsabilità ai tempi del bunga bunga: ci sono i responsabili e chi è costretto con la spalle al muro….
Natura Giuridica di Andrea Quaranta: Studio di Consulenza legale Ambientale.
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