Un segno di responsabilità

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Sul Sole 24 ore di oggi, 25 giugno 2008, è stato pubblicato un interessante articolo di Mariano Maugeri, intitolato “Dalla Iervolino arrivi un segno di responsabilità”.

Inizia e finisce con una citazione di un dialogo fra il poliziotto siciliano Boris Giuliano e Leonardo Sciascia, mentre indagava sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro…

“Mi creda, il ministro dell’Interno dovrebbe essere altoatesino!".

L’articolo parla della perenne emergenza dei rifiuti a Napoli – tematica già affrontata in altre occasioni nelle le pagine di questo blog – e, fra citazioni dotte e amare considerazioni, auspica un segno di responsabilità da parte del Sindaco Iervolino, “manifestamente inadatto a governare una situazione così drammatica come quella che si è srotolata davanti i nostri occhi in questi otto, eterni anni” di mandato…

Ecco alcuni stralci

[…]
Di pari passo con la fermentazione dei rifiuti, in città fermenta una discussione carsica di mail, blog, sms, articoli di giornali e barzellette che reclamano un provvedimento su tutti: le dimissioni del sindaco di Napoli.
Un atto dovuto per chi non vive a Napoli.
Un gesto di responsabilità tardivo ma ineluttabile per i napoletani.


Tutto il dibattito che si è sviluppato attorno all’afasia della borghesia napoletana, elude un problema di fondo.
Che succede quando il primo cittadino (una locuzione rivelatrice di per sé) si mostra manifestamente inadatto a governare una situazione così drammatica come quella che si è srotolata davanti i nostri occhi in questi otto, eterni annidi governo Iervolino?


[…]
Chiunque legga una dichiarazione del sindaco viene sistematicamente assalito dal terribile dubbio che la Iervolino straparli.
Oppure, se può costituire un’attenuante, che sia convinta di sedere ancora al Viminale.
E che le questioni riguardino sempre qualcun’altro: i prefetti, Palazzo Chigi, i questori, la celere, il ministero dell`Economia.


[…]
Possibile che chi ha responsabilità istituzionali non colga questo vulnus?

[…]
Poi ci sono i cittadini napoletani, a seconda delle ore del giorno in preda alla depressione, al disincanto o alla rabbia: possibile che venti di loro non siano capaci di scrivere un documento sulla situazione in cui versa la città e sul vuoto pneumatico di quel palazzo comunale - il simbolo stesso della napoletanità - che in questi mesi avrebbe dovuto risollevare gli animi e sfornare idee, proposte, parole d’ordine, nuovi modelli organizzativi?
A proposito di classe dirigente: c’è voluto un romanzo come i Buddenbrook di Thomas Mann per insegnarci che solo un’economia sana genera una borghesia consapevole (Giovanni Falcone diceva agli imprenditori: «Fate buona economia»).

[…]
La borghesia della spesa pubblica, ammettiamolo, è di per sé una borghesia dimezzata.
Una condizione di intima debolezza culturale, prima che economica, una scarsa considerazione di sé e del proprio ruolo che per opposto li spinge a demonizzare qualunque idea alternativa: allora gli angeli della monnezza come i psicologi della differenziata diventano il simbolo della colonizzazione leghista e il fallimento della comunità locale.
Al contrario, temiamo non ci sia alcun complotto ai danni di Napoli, che è parte fondante dell’identità nazionale. E male fanno i napoletani a crogiolarsi nella antistorica paranoia del regolamento di conti nordista.
Parafrasando Benedetto Croce, se il vittimismo portasse a qualcosa, saremmo vittimisti.
Forse, allora, gli psicologi potrebbero tornare utili se riuscissero a spiegare che la richiesta consapevole di aiuto è una prova di forza, non di fragilità.

[…]
Scriveva la Montessori che un maestro «non impone, né dispone né impedisce, ma propone, predispone, stimola ed orienta».
Sindaco, accetti il principio di realtà.


Rifletta sulle parole di Francesca Castellano, I ° b della scuola media di Marechiaro:

«Signor sindaco, non penso che siamo gli unici a fare spazzatura.
Allora, perché il problema è solo nostro?
C’è secondo lei qualcuno che non ha fatto il suo dovere?
A scuola chi sbaglia il compito prende un voto basso,
e chi sbaglia per un intero anno viene bocciato».


[…]
Perché, rispose Sciascia a Boris Giuliano, «non credo che i ministri dell’Interno debbano essere altoatesini, credo però che debbano comportarsi come tali».

Dalla Iervolino arrivi un segno di responsabilità, di Mariano Maugeri


2 comments

25 giugno 2008 alle ore 14:28

Questo Sindaco non è stato capace di prendere le decisioni giuste. Non si tratta solo di un primo cittadino che prende decisioni impopolari, la Jervolino è stata incapace di governare. Se cerco di ricordarmi una scelta avallabile faccio un tentativo vano.
Se avesse un barlume di amore per questa città che l'ha rieletta dopo il primo mandato a sorpresa, perchè era il male minore (ricordo la sua faccia sbigottita per la rielezione che non si aspettava, a giusta ragione) dovrebbe dimettersi, lei e tutta la giunta fino alla regione con Bassolino.

M.Sans.

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25 giugno 2008 alle ore 22:02

Hai ragione, Marianna.
Fuori.
Dal primo all'ultimo...senza distinzione di "appartenenza".
Perchè ho come l'impressione che, oggi più che mai, la finta contrapposizione ideologica sia la scusa per continuare a disinformarci.
Perchè all'oscuro siamo tutti più maneggevoli.
no?

E'ora di cominciare ad assumersi le proprie responsabilità.

Certo, parlando di Bassolino mi ricordo quella puntata di Report durante la quale il "vicerè" fece prima una pessima figura davanti al giornalista ("colpevole" di fare domande..."imbarazzanti"), e poi si distinse per un'arroganza fuori dal Comune nel fuori onda, quando "spiegò", con veemenza decisamente fuori luogo, che le domande si dovevano concordare prima.
Proprio come diceva Paul Valery: "la politica è l'arte di evitare che la gente si interessi di ciò che la riguarda"...

Di fronte a tale vittimismo arrogante, al perenne scaribarile, al continuo negare l'evidenza, alla totale assenza di un programma, la vedo difficile.

Ma finchè ci sarà qualcuno che si indigna e combatte, beh, possiamo continuare a crederci!

Andrea

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