Il 20 ottobre scorso, Confindustria A.N.I.E. e G.I.F.I. hanno diffuso la monografia Costi e Benefici del Fotovoltaico con l'obiettivo di diffondere una serie di dati e informazioni corretti e veritieri in materia di energia fotovoltaica:
"[...] l’impegno di ANIE/GIFI è stato quello di raccogliere in questo dossier informazioni statistiche e di mercato autorevoli, unitamente a stime elaborate all’interno del Gruppo, per portare all’attenzione degli interlocutori i grandi benefici connessi all’espansione del fotovoltaico".
Ad oggi, si legge nel rapporto, "sono oltre 11.000 i MWp connessi alla rete elettrica nazionale e questi hanno permesso nel mese di agosto
2011 di compensare integralmente l’aumento della domanda elettrica nazionale, riducendo le importazioni
dall’estero. Nel periodo gennaio-agosto 2011 il fotovoltaico ha generato il 3% dell’energia elettrica
consumata in Italia".
Le Associazioni che raggruppano gli imprenditori del fotovoltaico risultano ad oggi poco rappresentative perché troppo frastagliate e, date le numerose batoste inferte al settore, come il ribasso degli incentivi contenuto nel recente Quarto Conto Energia, ora cercano una strategia comune che porti loro ad acquisire una voce sufficientemente forte da interloquire con il Governo.
E' questa l'opinione espressa nell'articolo di Jacopo Giliberto Il fotovoltaico reclama certezze, pubblicato su "Il Sole24ore" del 21 ottobre scorso. Nell'articolo si legge che Andrea Claudio Gemme, presidente di ANIE dal settembre scorso, e Valerio Natalizia di GIFI stanno lavorando in vista di un coordinamento unitario per superare sia i problemi legati all'incertezza normativa, che rende problematica la programmazione degli investimenti, sia le polemiche relative al peso degli incentivi in bolletta, al fotovoltaico in zona agricola e, più in generale, al fatto che il settore fotovoltaico, in attesa della grid parity, è ancora sostenuto dagli incentivi statali.
"Gli incentivi al fotovoltaico - prosegue la monografia - hanno favorito la creazione nel nostro Paese di una filiera industriale (corsivo mio) che oggi
vanta produttori, distributori e integratori di sistemi e componenti fotovoltaici, oltre a migliaia di progettisti
ed installatori che si sono specializzati in questo settore attraverso formazione dedicata ed esperienza
diretta.
Una programmazione nel medio termine è quanto mai doverosa per un settore che ha dimostrato di poter
creare prosperità per il Paese. Un ammontare pari a 40 miliardi di euro di investimenti l’anno provenienti
per lo più da privati, hanno creato oltre 100.000 posti di lavoro dei quali circa 20.000 addetti diretti e con
età media inferiore ai 35 anni. Per quanto riguarda gli introiti per le casse dello Stato essi ammontano a
quasi 4 miliardi di euro nel solo 2010 e si tratta di entrate che non hanno richiesto nessun esborso da parte
dello Stato. Altrettanti benefici potrebbero essere creati al 2020 (e oltre) se solo riuscissimo a porci obiettivi
più ambiziosi e pianificare uno sviluppo sostenibile del mercato, fotovoltaico ed elettrico, attraverso una
normativa stabile ed una strategia energetica nazionale che preveda un equilibrato mix delle fonti di
generazione".
L'affermazione che oggi in Italia esista una vera e propria filiera industriale delle energie rinnovabili non è condivisa da tutti. Secondo l'economista Alberto Clò, "Le politiche energetico-ambientali oggi vigenti in Italia sono paralizzate, e occorre superare quanto prima la fase “assistenziale”, fondata su eccessivi ed ingiustificati incentivi (il caso più lampante è quello del conto energia), non accompagnati da alcuna politica industriale degna di questo nome […] Occorre una nuova consapevolezza: non bisogna chiedersi se sviluppare le fonti di energia rinnovabile, ma come farlo, prendendo spunto da quanto avvenuto in Germania, dove nel giro di 15 anni è stato costruito un intero “sistema rinnovabili”, mentre negli stessi anni da noi non è nato nulla” (Torino, Terza Conferenza sul bio-etanolo di marzo 2011).
L'affermazione che oggi in Italia esista una vera e propria filiera industriale delle energie rinnovabili non è condivisa da tutti. Secondo l'economista Alberto Clò, "Le politiche energetico-ambientali oggi vigenti in Italia sono paralizzate, e occorre superare quanto prima la fase “assistenziale”, fondata su eccessivi ed ingiustificati incentivi (il caso più lampante è quello del conto energia), non accompagnati da alcuna politica industriale degna di questo nome […] Occorre una nuova consapevolezza: non bisogna chiedersi se sviluppare le fonti di energia rinnovabile, ma come farlo, prendendo spunto da quanto avvenuto in Germania, dove nel giro di 15 anni è stato costruito un intero “sistema rinnovabili”, mentre negli stessi anni da noi non è nato nulla” (Torino, Terza Conferenza sul bio-etanolo di marzo 2011).
Il fotovoltaico rappresenta oggi una fonte di energia interamente producibile all’interno dei confini nazionali, pulita e rinnovabile che ha bassissimi costi di produzione. Una fonte energetica sulla quale il cittadino, l'impresa e l'ente pubblico possono fare leva senza dipendere dai precari equilibri
geopolitici mondiali che causano oscillazioni nei costi energetici.
Restano i problemi legati all'effettiva utilizzabilità dell'energia elettrica prodotta, che sono diretta conseguenza della discontinuità con la quale alcune fonti rinnovabili producono energia. A parere delle associazioni, si tratta di problemi superabili con l'ausilio di nuove tecnologie, da applicare e combinare caso per caso.
Restano i problemi legati all'effettiva utilizzabilità dell'energia elettrica prodotta, che sono diretta conseguenza della discontinuità con la quale alcune fonti rinnovabili producono energia. A parere delle associazioni, si tratta di problemi superabili con l'ausilio di nuove tecnologie, da applicare e combinare caso per caso.
Il testo completo della monografia è scaricabile dal sito GIFI accedendo alla pagina tutta la verità sul fotovoltaico