Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi

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Hanno tutti ragione”: chissà qual è l’immagine cui ha pensato Paolo Sorrentino, quando ha scelto il titolo al suo romanzo d’esordio.

“Hanno tutti ragione” è la sensazione che ho provato leggendo, incredulo, i titoli dei giornali il giorno dopo queste elezioni regionali del 2010 Anche se, a pensarci bene, si tratta di una sensazione cui dovremmo essere abituati, grazie al martellamento di Stato cui siamo quotidianamente sottoposti.

Hanno tutti ragione: i vincitori, i vinti (se qualcuno di voi li conosce…), quelli che si sono astenuti, quelli che hanno protestato, quelli che lo hanno fatto a modo loro, quelli che tifano, quelli che non tifano. Quelli che tifavano. Quelli che sono delusi. Quelli che si fregano le mani. Quelli che basta aver la pancia piena. Quelli che…o sei mio amico, o ti "sdrumo". Quelli che…ne vedremo delle belle.

Non voglio fare il verso alla canzone di Iannacci. 
Ma sta di fatto che, come al solito, tutti hanno vinto, e nessuno si assume la responsabilità delle proprie azioni, né delle proprie omissioni.


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eco famiglia in eco amministrazione

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C'è un modo di vivere che qualcuno chiama "stile di vita sostenibile", che può essere applicato sia all'interno delle famiglie, si parla di eco-famiglia, sia a livello di amministrazioni pubbliche, eco-amministrazione. Scrivo questo articolo ispirandomi ad un articolo de La Stampa del 12 marzo scorso, Un giorno da eco-famiglia di Sara Ricotta Voza, e riprendendo un mio articolo pubblicato proprio su questa rubrica a settembre del 2008, il paese che rispetta l'ambiente.

Alcuni tendono a leggere il fenomeno del life style ecosostenibile in termini minimi, considerando il rispetto per l'ambiente come un mero fenomeno economico, un po' dettato dalla crisi (compro la verdura dal contadino perché costa meno), un po' dettato da qualche markettaro intelligente, che ha creato una nuova serie di leve di marketing per stimolare il consumo di una certa tipologia di prodotti che altrimenti, difficilmente, avrebbero trovato un mercato (le lavatrici e gli elettrodomestici che costano di più perché consumano meno).

Hanno tutti ragione, nel senso che 30 anni fa, nei mitici, ricchissimi e spensierati anni 80, messaggi di questo tipo sarebbero caduti nel vuoto. Eppure, quello a cui oggi assistiamo è il risultato di una serie di fenomeni convergenti che pochissimi avrebbero potuto prevedere. 

La crisi economica ha, per molti, spazzato via l'illusione di entrare a far parte del ceto medio conseguendo un titolo di studio. C'è una generazione di trentenni / quarantenni che ha passato anni a studiare, dunque è colta, e che ad un certo punto si è trovata con lavori eternamente precari, mutui impazziti, banche strozzine e governi nazionali inconcludenti. 



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Chi è competente in materia di energia: lo Stato o le Regioni?

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Come abbiamo visto in molti post su Natura Giuridica
il tema della ripartizione di competenze fra Stato e Regioni in materia ambientale e, in particolare, in materia di diritto dell’energia, è tutt’altro che di semplice soluzione.

Ogni livello di Governo rivendica il proprio livello di competenze: nel walzer cui quotidianamente gli operatori del diritto assistono, chi ci rimette, alla fine della fiera, è sempre, in primo luogo, il futuro sostenibile.
Ma anche i cittadini e le imprese soffrono di questa profonda incertezza: non sanno a chi rivolgersi, cosa chiedere, come chiederlo, a chi, quando.


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Rai per una notte

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E alla fine ce l'ho fatta anch'io - da un piccolo borgo di montagna con connessione internet saltellante, e segnale digitale terrestre che più debole non si può - a seguire Rai per una notte

Mi sono sintonizzata su Rai News 24 (con la parabola!) ed ho aspettato pazientemente le 21.00, per guardarmi la trasmissione di Michele Santoro. Invece, ho dovuto attendere altre 2 ore, occupate dalle tribune elettorali: spot elettorali dove "hanno tutti ragione", perché non c'è nessuno che possa contraddire il politico di turno.

Rai per una notte è un evento importante anche al di là del contenuto della trasmissione: è stato un esperimento di sinergia tra web - tv non generalista - tramissione live, che ha coinvolto moltissime persone: da chi ha organizzato l'evento a tutti quelli che lo hanno seguito e commentato. 



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Energie rinnovabili in Italia: occorre rivolgersi all’U.C.A.S., l’ufficio complicazione affari semplici

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Come sapete, il legislatore comunitario ha di recente emanato una nuova direttiva sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili (2009/28/CE, che abroga la direttiva 2001/77/CE), sottolineando l’importanza di una politica energetico-ambientale integrata, coerente, autorevole, lungimirante.

Insomma, gli Stati membri dovrebbero seguire una “traiettoria indicativa”, in modo da assicurare il raggiungimento degli obiettivi nazionali obbligatori generali (più energia rinnovabile, maggior risparmio energetico, efficienza energetica) e il corretto funzionamento dei regimi di sostegno, in modo da mantenere la fiducia degli investitori.



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The sound of silence

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Energia eolica: la Sicilia a parole promette lo sviluppo, in pratica sta zitta, e con questo ostacola…lo sviluppo!

Nelle pagine di Natura Giuridica ho parlato molte volte del silenzio, in tante delle sue sfumature:
• il silenzio omertoso dei cittadini, che in alcuni contesti preferiscono tacere, per non incorrere nelle “spiacevoli” conseguenze che – ritengono – le parole possono portare;
• il silenzio inevitabile che, in alcuni casi, il Giudice è costretto a “pronunciare”, alle prese con una normativa spesso al limite del ridicolo
• ma soprattutto il silenzio della Pubblica Amministrazione che, di fronte alle istanza dei cittadini e delle imprese, e alle legittime aspettative di vederle realizzate, si trincera dietro silenzio che irrita l’opinione pubblica, imbarazza gli operatori del settore, ridicolizza un sistema che definire pachidermico non riesce a descriverne appieno la lentezza, la pesantezza, la boria autoreferenziale.

E così, su Natura Giuridica si è parlato di silenzio radio, in materia di inquinamento acustico; di silenzio tutt’altro che d’oro in materia di realizzazione di impianti fotovoltaici; di silenzio addirittura quando si parla di argomenti di estema delicatezza e pericolosità, come l’inquinamento da diossina, di silenzio di fronte alle richieste di accesso agli atti amministrativi, presupposto per una trasparente informazione ambientale.


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Studio consulenza ambientale

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 Il blog Natura Giuridica ha superato le 100.000 pagine viste!

Il 2009 ha visto un’evoluzione importante nel progetto Natura Giuridica: nato come eco – blogico di informazione e comunicazione ambientale, nel 2010 a questa mission ne verrà affiancata una nuova non meno importante: Natura Giuridica studio di consulenza ambientale, a cui richiedere consulenze legali ambientali, pareri legali ambientali ed assistenza legale ambientale.

Dal giorno in cui è stato pubblicato il primo post sul blog di ambiente e diritto ambientale NaturaGiuridica - era il 9 marzo 2008 - ad oggi 19 marzo 2010, le pagine viste hanno raggiunto e superato quota 100.000 per circa 50.000 visitatori, dunque con una media di circa 2 pagine visualizzate per visita.

In vista dell’occasione, il blog ambientale Natura Giuridica si è “fatto bello” migliorando nella grafica e nell’organizzazione dei contenuti, nell’ottica di ottimizzare il tempo di caricamento delle pagine e il reperimento delle informazioni cercate.

Ci siamo riusciti? Questo ce lo direte voi, visitando (e commentando) il blog Natura Giuridica!

Presto ci sarà anche il restyling del sito Natura Giuridica. Parlando di statistiche, il sito in poco meno di un anno ha totalizzato quasi 18.000 pagine viste per oltre 6.600 visite, con una media di quasi 3 pagine viste per visita.

Natura Giuridica di Andrea Quaranta – Studio Consulenze legali ambientali. Servizi alle imprese: assistenza legale ambientale, pareri legali ambientali.


Digital divide nei borghi

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Dal digital divide al turismo sostenibile, ovvero Piccoli Borghi Connessi.

Digital divide è un’espressione – che tradotta suonerebbe come “divario digitale” – utilizzata quando si vuole sottolineare che un territorio, rispetto ad altri, non gode di un servizio tecnolgico digitale: il digital divide degli anni 2010 è rappresentato, per un territorio, dal fatto di non poter essere raggiunto da connessioni internet veloci a banda larga.

Ma perché Natura allo Specchio, la rubrica di ambiente e comunicazione che tengo su questo blog,  si occupa di divario digitale? Perché la possibilità per tante zone di essere finalmente raggiunte da internet veloce è alla base per lo sviluppo di moltissime attività economiche, tra cui il turismo eco – sostenibile ed in generale tutte le attività economiche dislocabili lontano dalle grandi città, sempre più intasate e invivibili.



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Condanna dell’Italia per la non gestione dell’emergenza rifiuti in Campania: moderna grida manzoniana?

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Si conclude oggi l'analisi della sentenza nella causa C-297/08 (il documento è scaricabile dalla sezione rifiuti del sito previa registrazione gratuita), che ha condannato l'Italia per la gestione dei rifiuti nell'emergenza rifiuti in Campania.
Dopo la cronistoria dei fatti, succedutisi dal 1994 (a questo proposito v. il post Emergenze rifiuti dal 1994), e l'analisi delle posizioni delle parti (Condanna dell'Italia per la non gestione dei rifiuti in Campania: le contestazioni e "le scuse"),vediamo ora cosa ha detto la Corte di Giustizia.

La Corte di Giustizia ha subito sgombrato il campo da equivoci: oggetto di questa causa, ha sottolineato, sono i rifiuti urbani, non quelli pericolosi.
Non si discute, dunque, di rifiuti il cui alto grado di specificità impone un trattamento specifico, che può essere utilmente raggruppato all’interno di una o più strutture a livello nazionale, o persino nell’ambito di una cooperazione con altri Stati membri.

Si parla di rifiuti urbani non pericolosi, per i quali non sono necessari, in linea di principio, impianti specializzati come quelli richiesti per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi: ergo, gli Stati membri devono adoperarsi per disporre di una rete che consenta loro di soddisfare l’esigenza di impianti di smaltimento quanto più vicini possibile ai luoghi di produzione, ferma restando la possibilità di organizzare una rete siffatta nell’ambito di cooperazioni interregionali, o addirittura transfrontaliere, che rispondano sempre al principio di prossimità.


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Condanna dell’Italia per la non gestione dell’emergenza rifiuti in Campania: le contestazioni e “le scuse”

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Nel precedente post (Emergenze rifiuti dal 1994) abbiamo ripercorso la vicenda che ha condotto alla sentenza di condanna dell’Italia per la “gestione” dei rifiuti in Campania, dopo ben 16 anni di emergenze rifiuti…

Ora analizziamo gli argomenti delle parti: le contestazioni, è bene ricordarlo, riguardavano gli artt. 4 e 5 della direttiva 2006/12/CE (ora sostituita dalla direttiva 2008/98/CE), che stabilivano, rispettivamente, che:


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Emergenze rifiuti dal 1994

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Ho fatto un giro in rete, alla ricerca di qualche commento sulla recente, nuova condanna dell’Italia in materia ambientale del marzo 2010 (nella fattispecie, in relazione alla gestione dei rifiuti in Campania, perennemente emergenziale), sperando di trovare, finalmente, qualcosa di serio, di approfondito.

Inutile dirvi che, quando non mi sono imbattuto in rapidissimi flash, o in articoli da giornalismo della pro loco, a farla da padrone sono stati i “commenti” dei tanti facinorosi fan dell’una e dell’altra sponda: per farvi una vaga idea, leggete il "qualunquismo coatto e disinformato de noantri", dove l’analisi è bandita, la volgarità spiccia dilaga, e il servilismo di bandiera sventolato come un trofeo di cui andare fieri.

Eppure non ci vuole la scienza infusa per capire che la gestione dei rifiuti è un problema serio – e lungi dall’essere risolto – sul quale non si possono e non si devono neanche azzardare i soliti, nostrani e ruspanti battibecchi da bar sport, e pensare di aver risolto il problema “emergenza rifiuti”.

Avete visto la puntata “sole-vento-alberi” di Presa Diretta, lo scorso 7 marzo 2010?
Iacona ha sottolineato, mille e mille volte, quasi “meravigliato”, che negli altri paesi, su questioni di vitale importanza come la tutela dell’ambiente, tutte le forze politiche convergono, fanno fronte unico, e si impegnano nella progettazione di un futuro (e di uno sviluppo) sostenibile, di un progetto di vita concreto, di un modello di società umano.
Da noi, oltre il parassitismo di una politica litigiosa, e la opprimente presenza di una burocrazia ammantata di ridicolo, non c’è che un deserto ideologico sterile, una “dignità fatta di vuoto”.

Proviamo a leggere insieme cosa ha detto la sentenza della Corte di Giustizia (C-297/08 - Emergenza rifiuti in Campania, condanna dell’Italia, liberamente scaricabile dal sito di Natura Giuridica, previa semplice registrazione a Natura Giuridica), e, quindi, a trarre delle semplici conclusioni logiche…


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Fotovoltaico sui terreni di prima classe agricola:si può fare? (2)

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Nel precedente post sull’argomento, Fotovoltaico sui terreni di prima classe agricola:si può fare? (1) ci siamo lasciati con un interrogativo: posto che anche il settore del fotovoltaico, per quanto interessante dal punto di vista ambientale, ha qualche limite (relativo al "peso" degli incentivi, e all'assenza di una politica industriale adeguata) , quale morale si può trarre dall’attuale sistema normativo italiano in materia di agevolazioni/sovvenzioni al fotovoltaico (conto energia), e dall’attuale politica industriale in questo settore?

Ora che, a partire dal nuovo Conto Energia, nel 2011, gli incentivi al fotovoltaico si abbasseranno, fino a scomparire gradatamente, senza un apparato industriale italiano (la famosa "italianità" che molti sbandierano ai quattro venti), cosa ci rimarrà, di concreto?


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Vita di Paese

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Uno degli scopi del turismo eco sostenibile, di cui ho già parlato nel post turismo eco-sostenibile, è quello di invogliare i turisti a riscoprire la “vita di paese”, all’interno dei piccoli borghi. 

Lo scopo ultimo è quello di invogliare le persone a “tornare” alla vita di paese, facendo in modo che il borgo e la sua atmosfera siano uno spazio in cui trascorrere i periodi di vacanza e magari stabilirsi.

Questo è il motivo per cui chi progetta e realizza offerte di turismo ambientale o sostenibile propone, oltre al pernottamento, percorsi pratici per riscoprire abitudini che i nostri nonni praticavano in passato, e che anche oggi sono molto utili: la coltivazione di piccoli orti, la produzione di concimi naturali attraverso la realizzazione di compostiere, il consumo intelligente di verdura e frutta di stagione, la cucina degli avanzi, la produzione di piccoli oggetti di artigianato da usare e regalare.



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Un solo animale

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Il cane mi domanda e non rispondo.
Salta, corre nei campi e mi domanda senza parlare
e i suoi occhi son due domande umide,
due fiamme liquide interroganti
e non rispondo,
non rispondo perché non so e niente posso dire.
In mezzo ai campi andiamo uomo e cane.
Luccicano le foglie
come se qualcuno le avesse baciate ad una ad una,
salgono dal suolo tutte le arance a collocare piccoli planetari
in alberi rotondi come la notte e verdi,
e uomo e cane andiamo
fiutando il mondo, scuotendo il trifoglio, per i campi del Cile,
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si arresta,
corre dietro alle api,
salta sull'acqua irrequieta,
ascolta lontanissimi latrati,
orina su una pietra
e porta la punta del suo muso a me, come un regalo.
Tenera impertinenza per palesare affetto!
E fu a quel punto che mi chiese, con gli occhi,
perché ora è giorno,
perché verrà la notte,
perché la primavera non portò nel suo cesto nulla
per cani vagabondi, ma inutili fiori,
fiori e ancora fiori.
Questo mi chiede il cane e non rispondo.
Andiamo avanti, uomo e cane, appaiati dal mattino verde,
dall'eccitante vuota solitudine in cui solo noi esistiamo,
perché non esistono uccelli o fiori occulti,
ma profumi e gorgheggi per due compagni,
per due cacciatori compagni:
un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,
un tunnel verde e poi una prateria,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che cammina, respira, cresce,
e l'antica amicizia,
la gioia di essere cane e di essere uomo
tramutata in un solo animale
che cammina muovendo sei zampe
e una coda intrisa di rugiada.

Pablo Neruda, Ode al cane


Ciao Sophie, un abbraccio canino


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Fotovoltaico sui terreni di prima classe agricola:si può fare? (1)

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Panoramica delle molteplici sostenibilità (ambientali, energetiche, economiche, sociali, …) delle fonti di energia rinnovabile, con particolare riferimento al fotovoltaico in zona agricola.

Nel post “Fotovoltaico in zona agricola: DIA, titoli edilizi, autorizzazione unica e altra burocrazia…” ho illustrato brevemente qual è l’iter burocratico che occorre seguire per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in zona agricola.

In quel caso, ripercorrevo l’iter interpretativo seguito dal TAR di Bari, che nel caso di specie aveva sottolineato che i Comuni, nell’esercizio della propria discrezionalità in materia di governo del territorio, possono prevedere aree specificamente destinate alla realizzazione di impianti fotovoltaici, in armonia con quanto disposto dalla legislazione nazionale (art. 12 del D.Lgs n. 387/03).
Quest’ultimo prevede che “nell'ubicazione (dei pannelli fotovoltaici) si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale".

Solo in mancanza di simili previsioni gli impianti fotovoltaici possono essere localizzati in tutte le zone agricole, senza alcuna distinzione.

Il post di oggi vuole essere un punto di partenza per cercare di analizzare, insieme a voi, e senza paraocchi ideologici, un tema di primaria importanza: quello relativo alla realizzazione di impianti fotovoltaici in zona agricola di prima, seconda e terza classe.

Lo spunto è offerto dai regolamenti adottati per disciplinare l’installazione di pannelli solari in campo agricolo, emanati di recente da due Comuni del cuneese: Fossano e Savigliano.


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Turismo eco sostenibile

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Si parla di turismo sostenibile o turismo eco-sostenibile per indicare una filosofia di vacanza che punta al rispetto e alla scoperta dell’ambiente, sia da parte di chi ospita, sia da parte del turista.
Questa tipologia di turismo, indicata anche come turismo consapevole, viene particolarmente apprezzata da chi ama la natura e lo sport, possiede un livello scolare medio - alto, ma non necessariamente un budget più elevato degli altri per le vacanze. Chi vive tutto l’anno in grandi aree metropolitane spesso preferisce immergersi in una realtà diversa, con un ritmo più lento rispetto a quello a cui è sottoposto quotidianamente.
Il turismo sostenibile, inoltre, costituisce una grande opportunità di sviluppo economico per piccoli e medi comuni che, fino a poco tempo fa, avrebbero rischiato di spopolarsi. Nei piccoli centri, data l'esiguità dei numeri rispetto alle città, il turista tende ad essere considerato come un ospite e non come un cliente. .

In questa scia, la Regione Piemonte ha lanciato il progetto Ecolabel Piemonte, ossia la possibilità, per una struttura ricettiva, di conseguire una certificazione denominata “ecolabel europeo”.



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Diossina in Puglia: la Regione tace

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Il TAR di Lecce (sentenza n. 3144/09) contro il silenzio della Regione Puglia in materia di inquinamento da diossina.

Negli ultimi anni la Regione Puglia è balzata agli onori della cronaca "rosa-nero" (scandalistica e politico-economica): dalla D’Addario a Tarantini, passando per gli scandali della sanità pugliese, alle infinite diatribe elettorali, con l’eterno scontro Vendola-Boccia per la leadership del centro sinistra, mentre il centro destra cerca ancora un sostituto nel feudo di Fitto.

Ma per fortuna la Puglia è balzata agli onori anche della "cronaca verde": da qualche anno, infatti, è fra i leader nazionali nella produzione di energia pulita. Basterebbe dare un’occhiata rapida al numero di sentenze del TAR di Lecce e di quello di Bari, in materia di fonti di energia rinnovabile, e paragonarla a quelle di altre regioni, per trarre rapidamente le conclusioni…..
Bene.


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