“Hanno tutti ragione”: chissà qual è l’immagine cui ha pensato Paolo Sorrentino, quando ha scelto il titolo al suo romanzo d’esordio.
“Hanno tutti ragione” è la sensazione che ho provato leggendo, incredulo, i titoli dei giornali il giorno dopo queste elezioni regionali del 2010 Anche se, a pensarci bene, si tratta di una sensazione cui dovremmo essere abituati, grazie al martellamento di Stato cui siamo quotidianamente sottoposti.
Hanno tutti ragione: i vincitori, i vinti (se qualcuno di voi li conosce…), quelli che si sono astenuti, quelli che hanno protestato, quelli che lo hanno fatto a modo loro, quelli che tifano, quelli che non tifano. Quelli che tifavano. Quelli che sono delusi. Quelli che si fregano le mani. Quelli che basta aver la pancia piena. Quelli che…o sei mio amico, o ti "sdrumo". Quelli che…ne vedremo delle belle.
Non voglio fare il verso alla canzone di Iannacci.
Ma sta di fatto che, come al solito, tutti hanno vinto, e nessuno si assume la responsabilità delle proprie azioni, né delle proprie omissioni.
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