Inquinamento acustico: l’ordinanza del Sindaco deve sempre essere motivata

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Sul sito di Natura Giuridica è stata pubblicata un’interessante sentenza (TAR Toscana, n. 399 del 2009), relativa all’estensione e al contenuto dei poteri di ordinanza del Sindaco in materia di inquinamento acustico.


In estrema sintesi, il Collegio ha sottolineato che anche nell’ipotesi in cui la P.A. agisca mediante ordinanze contingibili ed urgenti, occorre pur sempre che il provvedimento contenga la puntuale esplicazione dei motivi ostativi alla comunicazione di avvio, anche a voler seguire il diverso orientamento giurisprudenziale secondo cui le ordinanze contingibili e urgenti sarebbero in linea di massima sottratte all’obbligo della preventiva comunicazione.

Nella specie, in particolare, il TAR Toscana ha affermato che il provvedimento impugnato risultava essere stato emesso al di fuori di una situazione di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica o dell'ambiente, necessità della quale non solo non è dato alcun conto nella motivazione dell’ordinanza, ma che neppure è evidenziata nella relazione dell’A.R.P.A.T. assunta dal Comune quale presupposto del proprio operato.

Per leggere il testo completo della sentenza, ed approfondire le motivazioni poste alla base della decisione del TAR di Firenze, collegati al sito di Natura Giuridica, e scarica la sentenza n. 399 del 2009 del TAR Toscana

Foto: “screaming hand” originally uploaded by robinrooss



Intelligent Energy for Europe: Info Day del 24 aprile 2009 a Venezia

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Il 24 aprile 2009 si è tenuto a Venezia, nella splendida cornice del Telecom Future Centre, l’Info-Day sul programma Intelligent Energy for Europe (IEE), giornata organizzata da RENAEL- Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali focalizzata sulla presentazione della politica comunitaria e delle applicazioni nazionali in campo energetico e, in particolare, sulle caratteristiche, le priorità e le modalità di partecipazione al bando 2009.

Nella sessione mattutina i due interventi principali hanno avuto come relatore principale Dario DUBOLINO, Project Officer dell’Executive Agency for Competitiveness and Innovation (EACI), che ha illustrato le priorità della politica energetica comunitaria e le modalità di partecipazione.
I successivi interventi hanno delineato alcune applicazioni pratiche.

Dopo l’introduzione di Angelo Nicoletti, che ha “presentato” RENAEL, e ha introdotto il tema della sostenibilità, immaginata come una serie di matrioske (dalla Commissione giù giù fino al cittadino), ognuna con proprie pecularità e ure specifici compiti, e in seguito ai saluti di rito da parte di Pierantonio Belcaro, presidente dell’AGIRE, si è entrati nel vivo dell’Info-Day, a cui hanno partecipato più di 120 persone, in rappresentanza di aziende, enti locali, associazioni,…

Il primo intervento di Dario Dubolino ha avuto come oggetto “Le priorità della politica energetica comunitaria e il programma Intelligent Energy Europe”.

In estrema sintesi, il Project officer dell’EACI ha analizzato quattro punti fondamentali:

1. la struttura della politica comunitaria in campo energetico.
Sono state delineate le sfide della politica comunitaria:
• l’approvvigionamento energetico sicuro (autosufficienza, e diminuzione delle importazioni di energia dall’estero);
• i cambiamenti climatici (sostenibilità e minor utilizzo di fonti fossili);
• la crisi finanziaria (l’energia ha un ruolo strategico nell’economia).

La risposta comunitaria è rappresentata dalla c.d. politica del 20-20-20 (riduzione dei gas ad effetto serra del 20% entro il 2020; risparmio energetico del 20% entro il 2020; aumento del 20% dell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2020), i cui obiettivi saranno tradotti in concreto dalla nuova direttiva, su cui la Commissione sta lavorando.

La direttiva prevede, per la prima volta, degli obiettivi vincolanti per gli Stati, e l’obbligo, da parte degli stessi, di adottare dei piani d’azione nazionali, che dovranno contenere anche obiettivi intermedi.

La direttiva, allo stato attuale dei lavori, prevede:
• nuove regole per facilitare la cooperazione fra gli Stati membri;
• azioni specifiche volte alla modifica delle procedure amministrative (nazionali, regionali e locali) e al maggior peso che dovranno avere, in futuro, l’informazione, la comunicazione, i certificati d’origine;
• nuovi requisiti in relazione all’accesso alla rete elettrica (che deve essere facilitato);
• nuovi criteri di sostenibilità per i biocarburanti.

Azioni, queste, che dovranno dare attuazione alle priorità indicate dalla direttiva stessa (maggiore linearità alle procedure amministrative; facilitazione delle interconnessioni e realizzazione delle infrastrutture; incremento delle energie rinnovabili negli edifici; promozione del district heating).

L’ultima “sezione” della politica energetica comunitaria, illustrata dal Dott. Dubolino, è rappresentata dall’efficienza energetica, descritta nel Piano d’azione per l’Energy efficienty dell’ottobre del 2006, che contiene, inter alia, le stime potenziali di risparmio energetico (la prima fonte rinnovabile…), che si aggirano fra il 20 e il 30 %, a seconda del settore considerato.

I principali ostacoli sono costituiti da un’insufficiente informazione, che porta a non considerare l’efficienza energetica come una priorità; dall’inerzia,;dal peso delle tradizioni e dalle varie dispute politico-sociali; dall’insufficienza di capitali; dalla frammentazione del mercato, dai troppi attori non coordinati fra loro.

Quindi, prima di affrontare il secondo punto, ha delineato il contributo importante che i trasporti possono dare alla promozione e alla realizzazione della politica energetica comunitaria.



Cultura della responsabilità

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Si conclude, oggi, il lungo viaggio attraverso la politica ambientale piemontese, iniziato con un medley ambientale – volto a sottolineare la confusionaria arretratezza del legislatore italiano, (it)alieno da qualsiasi visione prospettica ed integrata, l’unica in grado di dare respiro ad un progetto serio, autorevole, efficace – continuata, dapprima, con un esempio dell’incapacità del diritto di far fronte alle emergenze ambientali e, quindi, con l’analisi del ruolo della Regione nel Testo Unico Ambientale e del rapporto di queste ultime con la materia ambiente e con la Costituzione.
E’ seguito un rapido excursus della politica regionale piemontese e, in particolare, della legislazione sulla bonifica e sulla politica energetica (1 e 2).

Quali conclusioni trarre?

Se, come dice Aristotele, la legge non ragiona di cose particolari e presenti, ma di cose future e generali e se il futuro, specie in ambiti in cui sono coinvolte questioni tecnico-scientifiche, è caratterizzato dall’incertezza, dalla varietà dei casi ogni giorno più sorprendenti, non si può non convenire che il diritto ambientale dimostri come il legislatore tenda ad essere sempre più spesso scavalcato, ridimensionato e limitato.
E infatti, costretto nelle pastoie di procedure lunghe e complesse, sballottolato nel teatro nazionale della politica, questi resta costantemente indietro rispetto al regolato formale, affannandosi in una sorta di corsa contro il tempo che inevitabilmente produce sovrapposizioni, contrasti incertezze (F. de Leonardis, Le trasformazioni della legalità nel diritto ambientale, in Diritto dell’ambiente, a cura di G. Rossi, Giappichelli, 2008).
Nella premessa a questa serie di post, dopo il breve excursus in cui ho delineato la crisi della legge, concludevo evidenziando come, a parer mio,
l’unica azione credibile, dopo anni di velleitarie politiche settoriali, consiste in interventi coordinati e razionali, strutturali e strutturati, sia in campo giuridico che in campo economico: una politica dell’ambiente integrata e di ampio respiro, dinamica, che sia al tempo stesso incentivante e dissuasiva, adeguata e, soprattutto, effettivamente operativa, capace di dare, finalmente, una seria e concreta risposta all’esigenza di tutela, troppo a lungo disattesa.
Questo a livello di politica ambientale.

Ma le odierne sfide ambientali impongono di guardare oltre l’approccio strettamente normativo e di assumere una strategia su più fronti, capace di indurre i necessari cambiamenti dei nostri modelli di produzione e di consumo.

In sostanza, non è sufficiente “delegare” il problema ambiente alla classe politica, per pensare di poterlo risolvere: occorre responsabilizzarsi, uscire dal pantano di cinismo rassegnato in cui ci dimeniamo, dalla miopia culturale.

Bisogna prendere coscienza e consapevolezza delle possibilità e del potere dei piccoli gesti quotidiani, cominciare a informarci, comunicare, dialogare e collaborare veramente, come capita in altri paesi più civili del nostro, per la costruzione di un bene comune: in sostanza, formare una solida cultura della legalità ambientale.

Fondamentale, in questa prospettiva, è il ruolo della governance, ovvero di un nuovo modo di governare, basato su un approccio condiviso ed allargato, alternativo al tradizionale intervento politico dall’alto: nell’attuazione delle politiche ambientali diventano così prioritari i comportamenti degli attori pubblici e privati, di interessi economici e di singoli cittadini, quotidianamente chiamati, con le loro azioni, a mettere in pratica la sostenibilità.

Da ciò l’importanza della comunicazione e dell’informazione ambientale, volte a rendere consapevole la popolazione delle problematiche ambientali e delle politiche mese in atto per la loro risoluzione.

La politica ambientale della Regione Piemonte si inserisce proprio in questa direzione, tanto auspicata.
In sostanza, e al di là del dettaglio analitico della normativa ambientale regionale, ritengo che sia importante porre l’accento sul minimo comun denominatore alla base di tutte le iniziative regionali in campo ambientale: la forte campagna di comunicazione, informazione ed educazione ambientale, caposaldo per la costruzione di una cultura e di una coscienza ambientale, nell’ottica della sostenibilità.

In sintesi: una nuova legalità ambientale.

È indubitabile, come emerge (anche) dalla breve analisi si qui condotta, che sono molte le criticità ambientali, anche nella nostra regione; ma continuare a limitarsi agli allarmismi e ai catastrofismi senza (cominciare a) compiere, quotidianamente, azioni concrete per la sostenibilità non serve a nulla.

Anche perché – ed è bene sottolinearlo, per farlo emergere con forza – esistono incoraggianti e positive esperienze concrete che si muovono in quest’ottica, e fanno ben sperare.
Le buone notizie di cui Natura Giuridica ha parlato. E continuerà a fare…

Foto: “Como – Prima del traguardo” originally uploaded by dwarfadam



Energia in Piemonte (2)

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Proprio per questo motivo, la politica ambientale, delineata nei post precedenti, è puntualmente accompagnata da molteplici iniziative di sensibilizzazione.

Di recente, con la Delibera della Giunta regionale n. 38-8808 del 19 maggio 2008, la Regione Piemonte ha approvato “i criteri di valutazione e modalità per la presentazione di iniziative di valenza regionale di educazione e sensibilizzazione in campo ambientale e alla sostenibilità ai fini di cofinanziamento da parte regionale”.


Tale delibera si inserisce nell’ambito di una serie strutturata di progetti e di strumenti di sostenibilità:

1. il Progetto I.N.F.E.A. (Informazione FormazioneEducazione Ambientale), che deriva da un programma del Ministero dell'Ambiente finalizzato a diffondere sul territorio strutture di informazione, formazione ed educazione ambientale.
Il sistema regionale piemontese per l'educazione ambientale nasce dall'esigenza della Regione di sviluppare un'azione coordinata con altre amministrazioni sulle problematiche connesse all'informazione ed educazione ambientale.
La Regione Piemonte ha garantito la continuità dell’azione strategica e complessiva in materia I.N.F.E.A., confermando collaborazioni e sostenendo in forma di compartecipazione e contributo numerose azioni ed iniziative sviluppate sul territorio attinenti tale comparto.
Oltre un puntuale riferimento all’“Informazione”, che si è declinata in numerose ed articolate iniziative curate direttamente dai Settori e/o dalle Direzioni competenti per la tutela delle diverse componenti ambientali (aria, acqua, suolo) o per materie (rifiuti, energia, VIA/VAS, ecc.) detentori delle conoscenze specifiche, sono stati fatti interventi di rilievo realizzati nell’ambito della più vasta strategia dell’educazione e della formazione ambientale.

2. A partire da questa esigenza si sviluppa il Progetto Rete regionale di servizi per l'educazione ambientale che prevede l'attivazione di una serie di centri di servizio, detti Laboratori Territoriali.
Fra gli obiettivi della Rete regionale figurano quello di:
• creare un canale privilegiato di confronto tra le amministrazioni pubbliche;
• costruire le condizioni per favorire sempre maggiori occasioni di interazione tra la scuola e la comunità locale;
• offrire una serie di servizi, strutture, personale, competenze e opportunità per favorire lo sviluppo dell'educazione ambientale
• facilitare l'avvio di percorsi di partecipazione della comunità e di qualificazione del territorio
La Rete regionale di servizi per l'educazione ambientale pubblicizza le sue attività tramite un notiziario, ReteAmbienteNews.

3. Rimanendo nell’ambito dell’Informazione e Comunicazione ambientale, occorre fare un cenno al Sistema Informativo Regionale Ambientale (S.I.R.A.): la conoscenza dei fenomeni ambientali, nonché l’individuazione e la caratterizzazione dei fattori di pressione ambientali è sostenuta da onerosi processi di raccolta, validazione ed elaborazione di dati e informazioni, attivati nella maggior parte dei casi dai soggetti pubblici in attuazione di specifiche normative, ma, purtroppo, in assenza di una strategia complessiva.
Per questo motivo la Regione, le Province e l’Arpa sono impegnate ad individuare le modalità organizzative e le soluzioni tecniche idonee a migliorare il coordinamento fra gli Enti, al fine di ottimizzare i processi di raccolta, gestione dei dati e di migliorare la qualità delle informazioni e dei servizi rivolti sia ai decisori pubblici che a cittadini ed imprese.
Per il raggiungimento di questi obiettivi la Regione si avvale dei progressi tecnologici per l’amministrazione digitale, che portano a modificare le modalità di lavoro degli operatori pubblici, mettendo loro a disposizione servizi e applicazioni software su banda larga: in particolare, vorrei segnalarvi i sistemi informativi tematici resi accessibili sulla R.U.P.A.R. (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale) del Piemonte, per gli operatori pubblici, sul Portale dell’Ambiente (Sistema Piemonte) e sul sito istituzionale della Regione Piemonte per i cittadini.

4. Sul versante della formazione si è dato spazio ad una importante e promettente collaborazione fra gli Assessorati all’Ambiente ed all’Istruzione/Formazione professionale che ha portato all’Approvazione della D.G.R. n. 47-5939 del 21 maggio 2007: si tratta di un provvedimento che ha consentito l’utilizzo di fondi ancora disponibili del POR FSE 2000/2007 per azioni di aggiornamento – sulla linea “occupati” - rivolte a tecnici di amministrazioni locali sui temi del risparmio energetico sviluppando argomenti sia di tipo tecnico che giuridico/economico all’interno di un inquadramento di carattere generale riconducibile ai principi della sostenibilità ambientale.

5. Infine, non si può non accennare a due eventi unici nel loro genere:
  • l’unico esempio, in Europa, di Museo dedicato interamente alle tematiche ambientali che, con uno stile divulgativo, di coinvolgimento sensoriale, di emozioni, di spettacolo, di giochi e d’informazione si propone di divulgare nuovi comportamenti individuali, buone pratiche, per creare una nuova consapevolezza nei cittadini e responsabilizzarli.
  • CinemAmbiente, “nato a Torino nel 1998 con l’ambizione di far crescere attraverso il cinema la cultura dell’ambiente vuole essere anzitutto festival nel senso di festa, dove vedere i migliori film dell’anno a tematica ambientale, assistere a dibattiti, a momenti di riflessione che proseguano nel territorio o nelle scuole”.
Foto: “Sostegno” originally uploaded by Cati@



Autorizzazione paesaggistica e valutazione d’impatto ambientale

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Sul sito di Natura Giuridica è stata pubblicata oggi un’interessante sentenza (TAR Brescia, n. 629 del 2009), relativa all’impugnabilità della comunicazione di avvio del procedimento.


Secondo il Giudice amministrativo lombardo, la comunicazione di avvio del procedimento - promuovendo l’instaurazione di un contraddittorio a carattere necessario - riveste evidente natura prodromica ed endoprocedimentale e, di conseguenza, non è direttamente lesiva della sfera giuridica del destinatario e, quindi, non è autonomamente ed immediatamente impugnabile.

Il controllo a difesa del vincolo paesaggistico che compete all’autorità statale investe la legittimità del procedimento autorizzatorio, e si concentra principalmente sull’esaustività della documentazione allegata alla pratica già esaminata e vagliata dal Comune, che ha poi emesso il provvedimento favorevole: le integrazioni, dunque, afferiscono ad eventuali carenze od omissioni riscontrate in sede di trasmissione delle planimetrie e degli elaborati alla Soprintendenza, mentre non possono riguardare documenti che il Comune non ha mai provveduto ad acquisire.

Nella specie, il Collegio ha:
• sottolineato che gli eventuali vizi possono essere fatti valere impugnando l’atto conclusivo, dotato di carattere autoritativo e perciò capace di procurare un concreto pregiudizio;
• ritenuto che l’avvio del procedimento fosse stato legittimamente comunicato, attraverso il sollecito della spedizione dell’eventuale documentazione mancante per errori commessi durante la formazione del plico ovvero per disguidi postali.

Per leggere la sentenza, ed approfondire le motivazioni poste alla base della decisione del TAR Brescia, collegati al sito di Natura Giuridica, e scarica la sentenza n. 629 del 2009.



Bonifica siti inquinati: acque emunte

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Sul sito di Natura Giuridica è stata pubblicata oggi un’interessante sentenza del TAR Palermo, relativa ad una problematica molto attuale: quella concernente la gestione delle acque di falda emunte contaminate, nell’ambito di interventi di bonifica di siti inquinati.


Sono rifiuti liquidi, o possono essere trattate alla stregua di acque reflue industriali?
Per leggere la sentenza, e trovare la risposta che fornisce il TAR Palermo, collegati al sito di Natura Giuridica, a questo indirizzo: sentenza del TAR Palermo n. 540/2009

Per approfondire l’argomento:



Linee guida comunicazione ambientale

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COMUNICAZIONE AMBIENTALE: informare ed educare.

La comunicazione ambientale ha proprie peculiarità e articolazioni che possiamo così inquadrare:
  • la comunicazione ambientale: è l’attività istituzionale degli enti che operano in campo ambientale ed è contraddistinta dalla necessità di informare costantemente il cittadino sullo stato dell’ambiente. L’acqua, l’aria ed il suolo vengono monitorati ed i dati resi pubblici. Una nuova opera che avrà un impatto sull’ambiente va ugualmente portata all’attenzione del cittadino, così come l’istituzione di un’area protetta o di una pista ciclabile.
  • la comunicazione-educazione ambientale: l’attenzione all’ambiente nasce nel nostro Paese non più di trent’anni fa, il processo di maturazione nella coscienza collettiva è quindi ancora in corso. L’informazione in questo campo deve quindi essere strettamente connotata da una chiave educativa. Spetta a tutti gli operatori comunicare in maniera appropriata la necessità di raccogliere i rifiuti in maniera differenziata, spiegandone le modalità o ancora come risparmiare energia contribuendo al rispetto dell’ambiente. Perché questo tipo di comunicazione sia efficace, occorre puntare al coinvolgimento della sfera affettiva e alla contestualizzazione delle problematiche ambientali rispetto al proprio vissuto, l'esperienza quotidiana.
  • la comunicazione emergenziale: la comunicazione di crisi ed emergenza è quella che sperimentiamo costantemente, dall’incendio di una fabbrica al rogo boschivo.
Bisogna intervenire in modo adeguato nelle situazioni improvvise di rischio per la salute, al fine di dare la giusta ed equilibrata risposta alle istanze dei cittadini e dei media. Niente allarmismo, ma neanche nessun tentativo di tenere nascosta ai cittadini la portata dell’evento registrato.

La comunicazione pubblica in campo ambientale viene dunque ad assumere un forte ruolo propulsivo nell’adozione di comportamenti volti alla tutela dell’ambiente che spesso portano anche al miglioramento della salute collettiva. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che Comuni, Province e Regioni; i ministeri con le agenzie specializzate come l’Arpa, i corpi di polizia ambientale, i parchi e le aree protette; le associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori si ispirino a queste linee guida, che devono essere armonizzate con leggi, regolamenti interni e codici deontologici.

L’attenzione e la collaborazione senza riserve e senza competizione tra tutti coloro che operano nella comunicazione ambientale, pubblicitari, giornalisti, responsabili degli uffici stampa o funzionari della PA sono necessarie per assolvere un compito che viene portato avanti nell’interesse comune.
Ogni servizio o struttura deve avvalersi di competenze e professionalità adeguate, da coordinare attraverso la ricomposizione in un unico sistema. Accanto agli URP e agli Uffici Stampa, previsti dalla legge 150/2000 quali strumenti essenziali per attuare informazione e comunicazione, vi sono ulteriori strutture che possono dare il loro apporto, quali ad esempio i centri visita ed i punti informazione dei parchi nazionali e delle altre aree protette.

La comunicazione pubblica in campo ambientale ha conosciuto in questi anni un innegabile sviluppo, anche grazie all’impegno generoso di tanti operatori che attorno a servizi quali l’URP e gli Uffici stampa hanno costruito esperienze importanti e nuove competenze; tuttavia tale sviluppo non è ancora omogeneo su tutto il territorio nazionale, né può ritenersi complessivamente adeguato.

I media tradizionali e i nuovi media, insieme allo sviluppo delle nuove tecnologie, rendono urgente e possibile informare i cittadini in maniera tempestiva sullo stato dell’ambiente e su eventuali situazioni di crisi. Basti pensare ai tabelloni elettronici, al web, agli sms o al televideo per fornire le ultime rilevazioni dell’inquinamento atmosferico.

Informare ed educare adeguatamente attraverso la comunicazione assolve tre funzioni: presentare l’impegno della Pubblica Amministrazione nei confronti del cittadino, prevenire le problematiche ambientali, assicurare un futuro migliore alla società.


Foto: “Informazione Equa e Solidale” originally uploaded by Byoblu



Informazione in formazione

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Domenica è Pasqua, e Natura Giuridica si prende qualche giorno di vacanza.
Nel farvi i miei migliori auguri, comincio a postarvi la prima parte del Manifesto della comunicazione pubblica in campo ambientale: l’informazione in formazione
Cioè quanto si propone Natura Giuridica.

INFORMARE ED ESSERE INFORMATI.

Dovere dell’Amministrazione, diritto del cittadino.
Nel 1972, con l’adozione della Dichiarazione di Stoccolma, per la prima volta la comunità internazionale afferma l’importanza dell’educazione e dell’informazione ambientale quali strumenti essenziali per la tutela e la valorizzazione dell'ambiente. Bisognerà aspettare la Conferenza sulla Terra di Rio de Janeiro, vent’anni dopo, per avere due documenti ancora più puntuali, la Dichiarazione di Rio e l’Agenda XXI. Quest’ultimo, soprattutto, è stato adottato con successo da molte amministrazioni locali in Italia e fa della comunicazione ambientale uno dei suoi cardini. A livello europeo è il Trattato di Maastricht, con l’articolo 130, a trattare il diritto all’informazione ambientale, inquadrandolo nell’ambito del principio della necessaria azione preventiva per la tutela dell’ambiente.
La tutela dell’ambiente è sancita anche dalla nuova formulazione dell'articolo 9 della Costituzione, attualmente in discussione al Parlamento. La piena attuazione di questa previsione costituzionale chiama direttamente in causa la responsabilità pubblica. Spetta, infatti, ai soggetti che esercitano competenze in ambito ambientale ed operano per il perseguimento di tale finalità, garantire la tutela dell’ambiente che vuol dire godimento di un bene comune (parchi nazionali, repressione del bracconaggio, vigilanza antincendio…) e tutela della salute dei cittadini, se pensiamo all’inquinamento e al traffico dei rifiuti tossici.

La comunicazione ambientale, un diritto del cittadino
La comunicazione ambientale è un modo per promuovere comportamenti a favore della tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile e si realizza grazie a campagne di comunicazione integrata che costruiscono una positiva adesione ai modelli di riferimento sul medio e sul lungo termine per favorire la gestione e la tutela del territorio. Trattandosi di messaggi che coinvolgono l'agire delle persone, evidenziano i vantaggi che l'assunzione di un determinato comportamento può garantire, incoraggiando la modifica di abitudini spesso consolidate.
L’informazione e la comunicazione rappresentano un risorsa preziosa per raggiungere simili, irrinunciabili obiettivi: ascoltare i cittadini per conoscerne i bisogni, favorirne la partecipazione quali protagonisti delle scelte in materia ambiente, rappresenta allo stesso tempo un diritto per il cittadino ed un dovere per l’amministrazione. L’ambiente riguarda tutti e nessun parco o nessun impianto per la produzione energetica può essere realizzato senza il dovuto coinvolgimento della comunità locale. La legge 349/86, poi, prevede il diritto d’accesso del cittadino all’informazione in campo ambientale, dando maggiore sostanza all’istituto del diritto di accesso già introdotto in via generale con riferimento ad ogni settore dell’attività amministrativa dalla legge 241/90.
Perché la comunicazione sia davvero efficace è necessario che si arrivi ad un linguaggio comprensibile e condiviso tra gli operatori dell’informazione, siano essi pubblicitari, giornalisti degli Uffici Stampa o delle testate d’informazione e i target group di riferimento. Trattare l’ambiente significa affrontare un argomento scientifico, che richiede un linguaggio appropriato ma allo stesso tempo chiaro e immediatamente fruibile dal pubblico. Non si può rischiare di parlare solo agli addetti ai lavori o viceversa di “romanzare” la notizia allontanandoci dai canoni di rigorosità che la scienza richiede. E’ importante per chi fa comunicazione ambientale avere la possibilità di informarsi e aggiornarsi per poter meglio rispondere alle aspettative del cittadino.
L’aggiornamento va curato rivolgendosi sempre a quelle che sono le fonti della comunicazione in questo campo, ovvero gli enti pubblici, le istituzioni scientifiche accreditate e gli studi scientifici condotti dalle Ong. E’ facile nel campo ambientale, se non ci si rivolge a queste fonti, imbattersi in lavori privi di consistenza scientifica divulgati per l’interesse economico di un soggetto privato.
L’ambiente, poi, è un tema fortemente trasversale, che interessa la salute come la cronaca, la politica come l’economia. Per questa ragione la conoscenza del tema non può essere appannaggio di una nicchia di operatori dell’informazione, ma deve costituire un patrimonio comune per offrire ai cittadini una corretta informazione. Appare paradossale che mentre i bambini iniziano ad affrontare i temi ecologici fin dai primi anni di scuola, non esista un’offerta formativa adeguata per chi si trova tutti i giorni ad operare nella comunicazione ambientale.
Foto: “Happy Easter! - Buona Pasqua!” originally uploaded by funadium



Energia in Piemonte

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In campo normativo, l’azione regionale si è concentrata nel campo della riduzione dei consumi energetici nel settore civile: qui – se solo si considerano l’elevato tasso di dispersione di energia che si verifica negli edifici, a causa degli arretrati standard costruttivi nostrani, rispetto a quelli degli altri paesi europei – vi sono grandi margini di miglioramento.


A questo scopo, l’attenzione è stata concentrata su due provvedimenti legislativi:
1. il “Piano stralcio per il riscaldamento ambientale ed il condizionamento”, il quale – perseguendo l’obiettivo ambientale di miglioramento della qualità dell’aria in Piemonte – impone una serie di prescrizioni al “sistema edificio impianto”, definendo, fra l’altro:
  • obiettivi di fabbisogno energetico per il riscaldamento degli edifici che siano maggiormente in linea con quanto previsto negli altri paesi europei;
  • prescrizioni specifiche per i componenti specifici da adottare nei casi di ristrutturazione, sostituzione di generatori di calore ecc…
2. la L. R. n. 13 del 2007 in materia di rendimento energetico nell’edilizia. Attualmente – come evidenziato nella Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte, presentata nel giugno di quest’anno – sono in fase di redazione le disposizioni applicative della legge, con particolare riferimento a:
  • un sistema semplificato per la gestione delle manutenzioni e delle ispezioni pubbliche degli impianti termici, coinvolgendo in modo più attivo le imprese di manutenzione;
  • l’applicazione della certificazione energetica degli edifici nei casi di nuova edificazione, ristrutturazione di edificio di grande superficie, compravendita e locazione;
  • l’integrazione architettonica degli impianti per lo sfruttamento dell’energia solare;
  • la definizione di valori di prestazione energetica degli edifici con attenzione sia all’ottimizzazione energetico economica sia all’aspetto ambientale del risparmio energetico.
Infine, non si può non accennare al progetto “Uniamo le Energie”, il manifesto della Regione Piemonte per raggiungere gli obiettivi energetici 2020 dell’UE per primi.
Una sfida racchiusa in tre punti:
1. + 20% di produzione da fonti rinnovabili,
2. – 20% di emissione di gas serra,
3. – 20% di consumi di energia.

Si tratta, indubbiamente, di un traguardo ambizioso, che richiederà, nei prossimi anni, la messa a punto e l’applicazione di tecnologie sempre più avanzate e sostenibili.

Come è già avvenuto in passato, la Regione Piemonte – si sottolinea nel Manifesto Uniamo le Energie“sosterrà questo cammino di sviluppo con un ricco programma di interventi e con azioni concrete che spazieranno dalle opportunità concesse alle aziende per l'ideazione di progetti e sistemi innovativi alle possibilità offerte, anche sotto forma di incentivi economici, ai cittadini e alle imprese per supportare scelte sempre più consapevoli.
Tuttavia non basta.
Per riuscire davvero a raggiungere nei tempi stabiliti i tre obiettivi, accanto alle politiche e alle iniziative di supporto, dovrà affiancarsi la collaborazione attiva di tutti i piemontesi.
I molteplici aspetti dell'energia e il suo utilizzo consapevole rappresentano la nuova frontiera per ogni cittadino. I piccoli gesti quotidiani possono già avere un significativo impatto per risparmiare energie e abbattere le emissioni inquinanti”.

continua con : Energia in Piemonte (2)

Foto: “Entracque (Diga)...splendido paesaggio invernale!” originally uploaded by Claus72



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Terremoto Abruzzo: aiutiamo la popolazione

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L’Abruzzo è la mia seconda casa: per questo motivo ne ho parlato spesso, nella pagine di Natura Giuridica: Buonanotte Abruzzo, Centro OliOrtona: ubi maior?, Centro Oli Ortona: un ricorso che non s’aveva da fare, Non perdersi in un bicchier d’acqua...

Ieri l’Abruzzo è stato devastato da un terribile terremoto: non ci sono parole per esprimere il vortice di emozioni delle ultime ore.
Per questo, mi limito a ricordarvi le diverse possibili modalità attraverso le quali è possibile aiutare concretamente la popolazione colpita dal terremoto.

SMS
A partire dalle 23 del 6 2009 aprile è possibile inviare un sms di solidarietà: gli operatori di telefonia mobile Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia, d'intesa con il Dipartimento della Protezione civile, hanno attivato la numerazione solidale 48580 per raccogliere fondi a favore della popolazione dell'Abruzzo gravemente colpita dal terremoto.
Ogni Sms inviato contribuirà con 1 €, che sarà interamente devoluto al Dipartimento della Protezione civile per il soccorso e l'assistenza.
Dalle ore 9 del 7 arpile 2009 è invece possibile donare 2 € attraverso chiamata da rete fissa di Telecom Italia, utilizzando lo stesso numero: 48580.

Croce Rossa Italiana
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma, Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma. Intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono:IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020, Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO.
Conto Corrente Postale n. 300004, intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma, Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004, Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO
Donazioni on line: È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI


MediaFriends
C/C intestato a MEDIA FRIENDS, causale TERREMOTO ABBRUZZO, IBAN IT 41 D030 6909 4006 1521 5320 387
Caritas diocesana di Roma
c/c postale - numero di conto corrente postale 82881004 (IBAN: IT77K0760103200000082881004) intestato a Caritas diocesana di Roma, specificando nella causale "Terremoto Abruzzo"
Bonifico bancario - IBAN: IT13R0306905032000009188568, specificando nella causale "Terremoto Abruzzo"
POSTE ITALIANE
A partire dal 7 aprile è attivo il conto corrente 10 40 0000 che Poste Italiane ha messo a disposizione per la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
BANCA UNICREDIT
A partire dal 7 aprile è possibile effettuare una donazione attraverso Internet, Bancomat o direttamente in agenzia, utilizzando questo Conto corrente intestato a “Solidarietà terremoto Abruzzo”, aperto presso UniCredit Banca di Roma IBAN: IT 96 S 03002 05132 000414414414.

Per cibi, bevande, materiali di prima necessità e disponibiltà d'alloggio:
Associazione Banco Alimentare Abruzzo - Onlus; Via Celestino V 4 - 65129 Pescara (PE); informazioni Tel. 085-43.13.975.
Per offrire disponibilità di alloggio, l’unione degli Universitari sta cercando posti letto, telefonare allo 06.43411763 o scrivere al seguente indirizzo e-mail: organizzazione@udu.it
Per volontari da tutta Italia: telefonare alla protezione civile nazionale 06.68201

Per volontari da Pescara: telefonare al Centro operativo della Protezione Civile presso la Prefettura di Pescara 085.2057627
 
Per donare il sangue in Abruzzo: rivolgersi presso gli ospedali, per Pescara: Dipartimento di Medicina Trasfusionale PO “Spirito Santo” via Fonte Romana 8 – tel. 085.4252687
Per donare il sangue dal tutta Italia: rivolgersi presso le strutture dell’Avis più vicine

Per enti locali e associazioni di volontariato, comitati, gruppi organizzati: è possibile attivarsi da subito con i corpi locali di protezione civile, con la associazioni prendendo contatti con i coordinamenti regionali, c’è bisogno di medici, tende, coperte, cibo e supporto logistico.
Per informarsi: Dipartimento della Protezione Civile 06.68201

Per altre info andate qui su Facebook



Accade in Piemonte

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Il Piemonte è già stato oggetto di alcuni post all'interno di Natura Giuridica: in particolare, ho parlato di alcuni progetti che precorrono i tempi, di eventi tenutisi in regione, volti a veicolare la cultura della responsabilità, concetto essenziale, di cui ha parlato anche Paul Connet, nel suo efficace intervento a Cuneo il 3 febbraio 2009, durante il quale ha affrontato i temi della strategia rifiuti zero e del delicato tema dell’incenerimento dei rifiuti.

Ho commentato due sentenze del TAR di Torino, rispettivamente sulle responsabilità del proprietario di un terreno incolpevole dell’inquinamento e in materia di autorizzazione integrata ambientale.

Da ultimo, ho cominciato a fare qualche accenno alla politica ambientale piemontese.

Oggi voglio cominciare a fare il punto su quanto, nel frattempo, accade in Piemonte.

Iniziamo dalla vicenda dell’imprenditore condannato per aver sotterrato, nei campi coltivati a mais, il c.d. “car fluff”, un rifiuto derivante dalla demolizione delle auto: una vicenda iniziata nel 2003, “quando gli uomini del Nucleo investigativo della polizia ambientale e forestale della Provincia di Cuneo ricevettero da fonti confidenziali e segnalazioni anonime la notizia che l’imprenditore utilizzava alcuni campi di mais a Revello e Barge per sotterrare il cosiddetto fluff: carcasse di automobili triturate, private delle componenti metalliche, contenenti idrocarburi e metalli pesanti, con conseguente pericolo di inquinamento ai danni delle coltivazioni e delle falde acquifere, quindi pericolosi per la salute dell’uomo”.
In attesa della quantificazione dei danni, Legambiente Piemonte ha espresso la propria soddisfazione.

A Cuneo, nel frattempo, il 30 giugno 2009 dovrebbe chiudere la discarica San Nicolao: il condizionale è d’obbligo, se si considera la telenovela discariche e i suoi effetti sulla gestione dei rifiuti.

A Saliceto sono stati iniziati, dopo ben quattro anni di ritardo, gli interventi di bonifica per rimuovere le sostanze inquinanti derivanti dalla produzione dell’ex Acna di Cengio.

Alla prossima per parlare con voi di energia in Piemonte.




Consulenza ambientale

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La homepage del vecchio sito Natura Giuridica
Nel lontano 2009 scrivevo: "Il sito di NG è la naturale prosecuzione, il completamento di questo blog - un "ecoBlogico" di InFormazione, comunicazione e diritto ambientale - nato a sua volta l’11 marzo 2008 da un ambizioso progetto: diffondere e condividere comunicazione e informazione ambientale comprensibile, approfondita, imparziale.
Contribuendo, in questo modo, a sensibilizzare il Cittadino sulle sempre più numerose problematiche ambientali, che sono una“naturale” conseguenza del pessimo modo di (non) legiferare, del generale scarso impegno sinora profuso nell’affrontare tematiche delicate e scomode, delle sterili contrapposizioni ideologiche e dell’insufficiente comprensione e comunicazione delle dinamiche che regolano l’ambiente e i suoi rapporti con la vita di tutti, tutti i giorni".

Questi erano i propositi con i quali ho deciso di avviare la mia attività autonoma nel campo della consulenza ambientale. Allora, nel 2009, descrivevo il panorama normativo del diritto ambientale in Italia in questi termini:

"Da quando ho iniziato la professione di giurista ambientale, sette anni or sono, indubbiamente qualche passo avanti è stato fatto, se non altro nella lotta contro l’italica, accidiosa mancanza di consapevolezza dell’importanza dell’informazione e della formazione ambientale nel creare una nuova società, un nuovo modello di sviluppo, un futuro. Sostenibile.

Ma nulla è stato fatto per semplificare il caotico quadro di “riferimento” normativo del diritto ambientale, caratterizzato dal continuo succedersi di norme, quasi sempre emanate in assenza di un disegno unitario, e spesso in contraddizione fra di loro.
E nulla è stato fatto neanche per garantire una maggior tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Con la conseguenza che l’incertezza del diritto, le sovrapposizioni di precetti e i conflitti di competenza continuano, oggi, ad alimentare l’inquinamento legislativo e la confusione non solo fra gli operatori del settore, ma anche fra le autorità amministrative, gli organi di vigilanza e gli stessi giudici".

Dopo altri 9 anni di professione come consulente ambientale, non posso affermare che lo scenario sopra descritto sia cambiato molto, anche se vi sono stati degli scossoni, che hanno determinato nuovi scenari, come l'introduzione degli eco reati, il definitivo pensionamento del Sistri e il dibattito molto acceso in materia di OGM per citarne solo alcuni.
In questi anni, il progetto di Natura Giuridica si è rinnovato ed ampliato per soddisfare sempre meglio le esigenze dei clienti: una più vasta la gamma di servizi erogati (per esempio la consulenza in materia di sistemi di gestione), un nuovo sito web, sinergie professionali ben strutturate e una nuova forma societaria. 
Natura Giuridica sas di Quaranta Andrea continua ad offrire una consulenza ambientale specializzata, essenziale nella gestione delle problematiche ambientali. Natura Giuridica offre, tramite consulenze ad hoc e convenzioni personalizzate, servizi indispensabili per districarsi nei meandri della normativa ambientale.Sostenibilità ed efficienza amministrativa, economica ed ambientale: il segno distintivo di Natura Giuridica. 

Links utili:

Questo post è stato revisionato nel gennaio 2019 dallo staff di Natura Giuridica sas di Quaranta Andrea - società di consulenza ambientale. Visita il nuovo sito naturagiuridica.com e scopri come ti possiamo essere utili!

Bonifica-Energia in Piemonte

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In relazione alla bonifica dei siti contaminati, gli aspetti procedurali relativi alla gestione dei siti contaminati vedono importanti novità legate all’introduzione, nella normativa regionale, della regolamentazione delle funzioni amministrative in capo a Regione, Province e Comuni introdotta dalla L. R. Piemonte n. 9 del 23 aprile 2007.


La programmazione ed il coordinamento per la bonifica di siti inquinati è di competenza della Regione, che li esercita gestendo le procedure per l'attuazione del relativo Piano regionale, approvato con la L. R. 7 aprile 2000, n. 42, con la quale la Regione ha inteso regolamentare in modo puntuale, conformemente a quanto previsto dalla riforma "Bassanini", le proprie funzioni, quelle delle Province, dei Comuni e dell'ARPA al fine di mettere a disposizione di tutti i soggetti coinvolti uno strumento che delineasse in modo chiaro percorsi e risorse, sia tecniche sia finanziarie, stabilendo tempi e modi per la loro fruizione ai fini di pervenire ad una effettiva realizzazione degli interventi programmati, superando discrasie ed incertezze interpretative che troppo spesso ne hanno rallentato se non addirittura ostacolato la conclusione.

Quanto all’azione programmatica della Regione Piemonte nel settore energetico, infine, occorre segnalare che, nell’attuale contesto, caratterizzato da accelerate mutazioni, la Regione Piemonte ha ritenuto fondamentale aggiornare i principi indicati, nel 2004, nel Piano Energetico Ambientale, contestualizzandoli, al fine di renderli più aderenti alle circostanze attuali della programmazione in campo energetico e al mutato quadro internazionale.

In relazione agli obiettivi di aumento dell’uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili, nel 2007 sono stati attivati vari sistemi di incentivazione:
  • contributi in conto capitale diretti al sostegno di progetti dimostrativi in campo energetico ambientale, che hanno portato varie realizzazioni innovative, in particolare edifici a consumo energetico ridotto, pompe di calore geotermiche e ad acqua di falda, impianti per lo sfruttamento del biogas ecc.;
  • contributi in conto capitale diretti al sostegno di progetti strategici in campo energetico ambientale, caratterizzati dalla dimensione rilevante degli interventi e quindi dai conseguenti significativi risparmi in termini di emissioni di gas serra;
  • contributi in conto interesse diretti all’incentivazione di interventi per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti (miglioramento dell’involucro, solare termico ecc.).

(continua con: Energia in Piemonte)

Foto: Panorama - Valle Chisone – Piemonte originally uploaded by pansaram