Vivrò e darò la vita per questo amore

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Primavera non bussa
Lei entra sicura
come il fumo Lei penetra in ogni fessura
Ha le labbra di carne, i capelli di grano
che paura e che voglia che ti prenda per mano
che paura e che voglia che ti porti lontano….

E se non conoscete Faber De André mi dispiace, seriamente, per voi..

Io mi assento per qualche settimana…sabato 31 ottobre 2009 mi sposo con la mia Naide.

Incombono gli ultimi preparativi, e di cose bisogna farne ancora tante, nonostante l’insostituibile aiuto della mia sorellina (rectius: l’aiuto della mia insostituibile sorellina) – alle prese con un certosino lavoro sartoriale – e della mia mamma, che “dirige il traffico” con un piglio e, date le circostanze, una forza che non si possono spiegare.
Né qui, né altrove.

Aumenta un po’ l’emozione per il grande giorno che, per noi, viste le circostanze, ha un significato ancora più pregnante...

Aumenta lentamente la gioia del momento, da condividere con le persone più care, accompagnata, però, dal sordo dolore di sottofondo per quelli che non potranno esserci, a festeggiare con noi: il mio babbo, che ora vola nel vento, dopo una lunga lotta nella quale il suo immenso coraggio e amore non sono serviti per farcela...ora “polvere innamorata” (come direbbe Francisco de Quevedo, “serán ceniza, mas tendrá sentido; polvo serán, mas polvo enamorado”) dispersa sulla Bisalta – la montagna che compare nell’immagine in testa al blog – da dove è iniziato il suo nuovo viaggio…

Ma anche Frubi e la mia piccola Sophie, due splendide canette che, in questi anni di avventure insieme, ci hanno regalato tanti attimi di gioia, e insegnato tanto amore…

Il resto lo tengo per me

Per essere certa che nessuno
ti seguisse
ho cancellato coi capelli le tue tracce.
Tramonto sull'isola del nostro letto.
La notte s'è distesa,
divorando echi.
E noi arenati in un groviglio
di bagliori tremanti,
candele sussurranti
alle nostre schiene,
relitti sulla sabbia.
I tuoi occhi su di me, intimoriti
da promesse che potrei mantenere.
Il rammarico
per le verità mormorate,
e le bugie taciute.
In quale abisso, in quale abisso
sprofondo per combattere il passato,
per te.
Ma ora sappiamo che le pene
sono semi d'amore.


Sappiamo
che vivrò e darò la vita
per questo amore.



Critica della ragion pura

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Le domande che sempre più di frequente molti lettori di Natura Giuridica mi pongono riguardano le fonti di energia rinnovabile, che rappresentano il futuro energetico per il nostro pianeta.
Tutti i quesiti, immancabilmente, ruotano attorno alle problematiche pratiche ed interpretative dovute alla difficile comprensione-applicazione delle innumerevoli e contraddittorie normative nel settore.

La parte del leone la fanno l’eolico (e, di recente, anche il minieolico, su cui tornerò presto con approfondimenti, sia sul sito che sul blog, dato l’enorme potenziale che questo tipo di fonte rinnovabile ha) e il fotovoltaico: due fonti di energia rinnovabile che, inspiegabilmente, nel nostro Paese, trovano tanti ostacoli, burocratici, politici e sociali…che si spingono oltre il dovuto, e necessario, contemperamento di altri interessi, oltre a quello strettamente energetico….

Dico questo con un realistico rammarico, nonostante qualche personaggio, poco incline al dialogo (figuriamoci alle critiche costruttive) potrebbe tacciarmi di essere anti-italiano…



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Orario di chiusura al pubblico ed inquinamento acustico: quando scatta la responsabilità della P.A.?

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La sentenza che vi segnalo oggi, pubblicata sul sito di Natura Giuridica riguarda una fattispecie comune a molte realtà italiane: il rumore notturno proveniente da attività come pub e bar, che rende a volte intollerabile la vita di coloro che risiedono nelle immediate vicinanze.

Nel caso di specie, in seguito ad accertamenti effettuati dall’ARPAM – che evidenziavano il superamento dei livelli di inquinamento acustico previsti dalla normativa vigente – il Sindaco di un Comune marchigiano ordinava la limitazione dell’orario di chiusura di un bar alle ore 22.00…

Nel giudizio amministrativo che ne è seguito, il TAR di Ancona (sentenza n. 143 del 2009), analizzando le questioni relative alla disciplina dettata in materia di inquinamento acustico (più nello specifico: il criterio del valore differenziale), al potere di ordinanza del Sindaco, alla tutela della salute pubblica e dell’ambiente e al risarcimento, ha affermato che la responsabilità patrimoniale della pubblica Amministrazione conseguente all’adozione di provvedimenti illegittimi deve essere inserita nel sistema delineato dagli articoli 2043 e seguenti del codice civile.

Detto in parole povere: l'imputazione non può avvenire sulla base del mero dato oggettivo dell’illegittimità del provvedimento, dovendo verificarsi che la predetta adozione (e la successiva esecuzione dell’atto impugnato) sia avvenuta in violazione delle regole di imparzialità alle quali l’esercizio della funzione deve costantemente ispirarsi.

Il giudice amministrativo – in sede di accertamento della responsabilità della pubblica Amministrazione per danno a privati – può affermare la responsabilità solo quando la violazione risulti grave e commessa in un contesto di circostanze di fatto e in un quadro di riferimenti normativi e giuridici tali da palesare la negligenza e l’imperizia dell’organo nell’assunzione del provvedimento viziato.

La dovrà, invece, negare quando si è in presenza di un errore scusabile.

In definitiva, l’interessato, oltre a dare prova dell’entità del pregiudizio che assume di avere subito, deve dimostrare anche la sussistenza dell’elemento psicologico (dolo o colpa della P.A.) ed il relativo nesso di causalità...

Foto: “Pub gone to the dogs” originally uploaded by Michael_Gant



Cogenerazione fra vincoli paesaggistici e valutazione d’impatto ambientale

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La lunga e complessa vicenda relativa alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di cogenerazione alimentato ad olio combustibile, da costruirsi nel comune di Rovigo – analizzata nella sentenza del TAR Venezia n. 1539/09 – riguarda argomenti di attualità, che investono problematiche connesse al tema del diritto ambientale e del diritto dell’energia.

Il ricorso oggetto della pronuncia del TAR veneto prende le mosse dall’impugnazione, da parte del Comune di Rovigo, di una serie di deliberazioni della regione Veneto, con la quale si autorizzava una società alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di cogenerazione.

Quando occorre la sottoposizione di un progetto a valutazione d’impatto ambientale?


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Telefonia mobile fra localizzazione e pianificazione

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Qualche giorno fa, parlando di una sentenza del TAR Umbria (n. 71/09), sottolineavo che i non addetti ai lavori, nel leggere alcune sentenze in materia ambientale, spesso si mettono le mani nei capelli, increduli nel leggere ponderosi trattatelli filosofici “in materia di diritto urbanistico ed ambientale: una materia complessa, a volte resa ancora più ostica dall’uso di un italiano criptico, non facilmente addomesticabile da parte di chi per mestiere non è un consulente ambientale”.

In quella sede la mia attenzione era rivolta ad una fattispecie relativa alla realizzazione di un parco eolico in zona agricola.

Oggi vi propongo una sentenza in materia di inquinamento elettromagnetico: più precisamente, una sentenza (TAR Emilia Romagna, sezione di Parma, n. 105/09) che riguarda la richiesta di autorizzazione all’installazione di un impianto di telefonia mobile.



Una sentenza il cui dispositivo può apparire ostico per chi non mastica quotidianamente il diritto ambientale…

Veniamo ai fatti.



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Diritto all’informazione ambientale

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Con la sentenza n. 1062/09, il TAR di Napoli ha sottolineato un principio importante in materia di accesso agli atti in campo ambientale: l’art. 3 D.Lgs n. 195/05 ha introdotto una fattispecie speciale di accesso in materia ambientale, che si connota, rispetto a quella generale prevista nella legge sul procedimento amministrativo, per due particolarità: l'estensione del novero dei soggetti legittimati all'accesso ed il contenuto delle cognizioni accessibili.






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Accanimento interpretativo

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Chi opera nel settore delle bonifiche dei siti contaminati conosce molto bene le problematiche connesse alla gestione delle acque di falda, emunte durante le operazioni di bonifica.

Considerarle alla stregua di rifiuti o di acque di scarico ha la sua bella differenza, in termini di gestione, di costi e di risvolti ambientali.


Spesso la giurisprudenza – che interpreta e attualizza le norme di diritto, (sovente?) scritte in fretta da politici non del tutto addentro alla materia – affrontando questa difficile tematica ha affermato che l’art. 243 del cosiddetto Testo Unico Ambientale, nell’introdurre una normativa nuova rispetto al passato, ha individuato una disciplina speciale per la acque di falda, emunte durante operazioni di bonifica, rispetto a quella dettata per le acque di scarico: disciplina dalla quale, in ogni caso, si evince l’intenzione del legislatore di riferirsi, per la gestione delle acque di falda emunte nelle operazioni di MISE/bonifica, alla normativa sugli scarichi idrici e non a quella sui rifiuti.


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Klimaenergy 2009: progetti di sostenibilità

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I successivi interventi, sui quali mi soffermo velocemente, hanno parlato:

1) del progetto Masdar, che in arabo significa sorgente: una città costruita ex novo nel deserto della penisola arabica, nato dall’esigenza di fare in modo che Abu Dhabi, quando finirà – perché finirà presto – l’era del petrolio, possa rimanere fra i più importanti produttori di energia a livello mondiale;

2) del rapporto sui comuni rinnovabili nel 2009, il cui obiettivo consiste nel verificare, ed analizzare, cosa sta succedendo: quali sono gli effettivi indirizzi della politica energetica nel nostro Paese? Ci sono stati dei miglioramenti? C’è stato qualche risultato concreto?
Individuando i punti deboli (e ce ne sono parecchi, anche se occorre sottolineare le realtà da emulare: Dobbiaco, Campo Tures, Prato allo Stelvio, Brunico, Vipiteno, tutti in Trentino Alto Adige…), è possibile porsi obiettivi realizzabili e credibile per il futuro;
3) degli aspetti tecnici e gestionali dell’impianto di teleriscaldamento a biomassa di Prato allo Stelvio, un Comune di 3300 abitanti, di cui 1055 soci del consorzio, fra i quali viene “distribuito” 91% dell’energia prodotta;

4) dei tre anni di esperienza di esercizio dell’impianto di produzione di energia elettrica dai rifiuti organici urbani;

5) del funzionamento di un impianto di biogas ideato per rendere efficienti le prestazioni energetiche di impianti di piccola taglia (di solito meno performanti di quelli di grandi dimensioni ed automatizzati, e tuttavia inadatti per essere utilizzati in piccoli contesti), e aumentare la loro durata utile;

6) dei motivi per i quali la gassificazione delle biomasse è utile, nonostante la perdita di circa il 30% della potenza energetica in ingresso: facilità di trasporto e di distribuzione, sostanzialmente;

7) del funzionamento del motore Stirling per la gassificazione del cippato e la cogenerazione;

8) delle esperienze nell’ambito del raffrescamento termico nell’industria e nel terziario: una tecnologia molto più performante nella produzione di raffreddamento rispetto ai classici sistemi che utilizzano la compressione;

9) delle prospettive del solare termico in Italia, un settore in crescita, che per espandersi ulteriormente ha bisogno di incentivi, della garanzia di una quota minima di solare termico negli edifici, della semplificazione delle procedure amministrative, di qualità (non solo del prodotto finale ma anche degli installatori) del miglioramento della comunicazione sulle potenzialità della tecnologia e, infine, e soprattutto, di ricerca;

10) di calore di processo da solare termico: il 30 % del totale dell’energia prodotta è consumata dal settore industriale; di questo 30%, il 70 % è consumo di calore, non di elettricità. Il calore inferiore ai 100 gradi è di gran lunga quello preponderante (circa il 60%): il solare termico, in questo scenario, può contribuire sensibilmente alla produzione di tale tipologia di calore per usi industriali;

11) delle esperienze “rinnovabili” di COOP, A22 e Geovest.

In definitiva, un convegno che ha (di)mostrato che "si può fare" una politica energetica sostenibile, credibile, autorevole.

Basta veramente poco: un po' di lungimiranza, di costanza, di applicazione, di coerenza.
Valori forse non così appetibili, nel nostro mondo usa e getta, del "tutto subito", dominato da un manicheismo strisciante, da un fiume di parole "celebrative del nulla", da sterili quanto dannose contrapposizioni (pseudo)ideologiche...e da un ambientalismo bigotto, asservito a quel potere o a quel colore...

Di sicuro, gli unici a essere in grado "di consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità"...

Foto: “Bozen - Bolzano (Südtirol)” originally uploaded by designladen.com



Amministrazioni sostenibili: la strategia concreta di Campo Tures

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L’importanza del coinvolgimento e della successiva partecipazione dei cittadini ai progetti di sostenibilità ambientale è stata sottolineata anche dal Sindaco di Campo Tures, che ha messo in evidenza il ruolo di "evangelist"che i cittadini possono svolgere nella diffusione della cultura della sostenibilità, se si creano le opportune sinergie e si alimenta l’entusiasmo partecipativo.



Il progetto dell’amministrazione comunale di Campo Tures è ambizioso: diventare un Comune libero da emissioni di CO2.
Per questo motivo, come si è visto per il caso di Wildpoldsried,


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Progetti energetici per enti pubblici e comuni: concretezza, condivisione, coerenza energetica

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Nella sua introduzione, il rappresentante dell’Ecoistituto di Bolzano (Dietmar Überbacher, Ökoinstitut Südtirol, Alto Adige, Bolzano), moderatore della sessione mattutina, ha sottolineato l’importanza di cambiare la politica energetica (anche) nel nostro Paese, ponendo l’accento, in particolar modo, sulle problematiche connesse al prossimo, inevitabile e progressivo esaurimento delle fonti fossili, sui cambiamenti climatici, sull’inquinamento, sulle politiche agricolo-alimentari e sulle non irrilevanti conseguenze sociologiche.

Al di là delle diverse stime sulla durata massima della dipendenza dai combustibili fossili (c’è chi parla di 40 anni, chi si spinge fino a 70) e delle disquisizioni sull’avvenuto – o meno – raggiungimento del picco della produzione di petrolio in alcuni Paesi, la questione di fondo non cambia: occorre cambiare rotta, e liberarsi progressivamente dalla dipendenza energetica dalle fonti non rinnovabili, non più sostenibile, in un quadro politico-economico-sociale mondiale che vede cresce esponenzialmente la domanda di energia.


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