Guest posting: Natura Giuridica su Green Liquida

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Natura Giuridica ha già dedicato 2 post al c.d. “Guest posting”, :
  • sottolineando che il guest posting consente il verificarsi di quella situazione che gli americani sintetizzano con la formula: Win Win Win… di risultare, cioè, uno strumento vincente non solo per chi scrive il post, ma anche per il blog che lo ospita e per il lettore 
  • indicando le collaborazioni che, per il momento, ho avviato con diverse testate on-line, dedicate all’ambiente, al diritto ambientale, alla sostenibilità.
 Con questo post voglio invitarvi alla lettura degli articoli (non solo miei, ma anche degli altri validi collaboratori) pubblicati su Green Liquida, il network che tratta di energie alternative, green living, città ecostostenibili, motori verdi e tanto altro ancora.


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    Recensioni ecosostenibili

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    Benvenuto nella pagina delle “recensioni ecosostenibilidi Natura Giuridica.

    Questo spazio è dedicato alla presentazione di: progetti - siti - blog - prodotti - campagne e aziende eco-sostenibili.
      Se anche tu vuoi che la tua recensione sia inserita all'interno di questo spazio, manda una mail con i tuoi contatti a naide.naturagiuridica.com.

      Potrai inserire sia una recensione scritta da te, che richiedere la realizzazione di un testo - article marketing - realizzato secondo le più consolidate regole di scrittura ottimizzata per i motori di ricerca.




      Natura Giuridica di Andrea Quaranta     non risponde per imprecisioni, errori od omissioni contenuti nei testi e nelle immagini pubblicati in questo spazio.


      Eolico, fotovoltaico e leggi regionali

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      La Corte Costituzionale ritorna sulla delicata questione inerente i rapporti fra Stato e regioni nella ripartizione di competenze in materia di ambiente.
      Natura Giuridica ha già affrontato in numerose occasioni questa problematica, sottolineando non solo le pericolose distorsioni che un’eccessiva frammentazione legislativa può causare, sia a livello ambientale, sia a livello economico, ma anche l’inutilità di certe “presunzioni normative” delle regioni, che evidentemente, per un malinteso fondamentalismo federalista, si sentono depositarie di un ancestrale potere normativo, e nel suo nome compiono, a volte, veri e propri scempi legislativi…

      L’ultimo caso analizzato dalla Corte Costituzionale riguarda la L.R. Molise n. 15/2008, censurata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sotto diversi aspetti.
      In particolare, come ho già scritto nel post sulla Legge Regionale 15 le censure sottoposte all’esame della Consulta riguardavano le previsioni in base alle quali la Regione Molise:
      1. individuava aree non idonee all'installazione di impianti eolici e fotovoltaici;
      2. prevedeva limiti massimi di potenza installabili e misure patrimoniali di compensazione.


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      Brunetta, i bamboccioni e trenitalia

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      Devo ammettere, persino con una punta di soddisfazione (era ora!), che il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, questa volta ha fatto centro.

      Vorrei sommessamente osservare che quello “della semplificazione”, forse, sarebbe più opportuno chiamarlo “Ministero dei semplicismi”, per il consueto, sbracato, disinvolto utilizzo di espressioni “colorite”, per così dire, e non consone al registro che dovrebbe essergli proprio, che l’attuale inquilino del dicastero distilla quotidianamente.
      Come se ne sentissimo la necessità…

      E invitare un qualsiasi onorevole dell’IdV a non contestare, a prescindere, qualsiasi cosa venga detta da un qualsiasi esponente del PdL: ogni tanto, qualcosa di concreto, di condivisibile, e di intelligente, per fortuna, lo dicono (anche?!) loro, quando si dimenticano, per un po’, di stare appresso alle perenni esigenze di un capo interessato quasi esclusivamente ai sondazzi propri...

      La provocazione di Brunetta – quella di stabilire “per legge” che i nostri giovani bamboccioni devono lasciare la famiglia, compiuti i diciotto anni – infatti, mi sembra costituire un ottimo spunto per cominciare a parlare di un problema cruciale per il nostro paese (con la “p” minuscola, per restare in tema di provocazioni): la costruzione di un futuro.


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      Danni all’ambiente: ipotesi di colpa

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      In estrema sintesi: le norme dettate dalla direttiva 2004/35/CE sul danno ambientale non si applicano ai danni all’ambiente causati da attività realizzatesi prima del 30 aprile del 2007, e pertanto non osta a norme nazionali disciplinanti la riparazione di tali danni.

      La direttiva 2004/35, inoltre, non impedisce che vengano emanate norme che prevedano una responsabilità per danni all’ambiente svincolata dall’esistenza di un dolo o di una colpa.

      Ciò che invece la direttiva 2004/35/CE impedisce è la previsione di una responsabilità per danni ambientali che sia del tutto indipendente da un contributo causale del danno ambientale: la direttiva sul danno ambientale osta ad una responsabilità per danni ambientali indipendente da un contributo alla causazione dei medesimi soltanto se ed in quanto essa abbia l’effetto di elidere quella incombente a titolo prioritario sull’operatore che ha causato i danni in questione.


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      Danno ambientale: di chi è la colpa?

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      Sul sito di Natura Giuridica sono state pubblicate le conclusioni dell’Avv. Generale della Corte di Giustizia Juliane Kokott, che riguardano una materia di grande interesse, oltre che di estrema attualità: come ci si deve comportare di fronte ad inquinamenti pregressi?

      Quale normativa occorre applicare in caso di inquinamento diffuso, risalente nel tempo?
      E quale, invece, per i danni di nuova formazione prodottisi per propagazione di danni preesistenti?
      Di chi è la colpa dell’inquinamento?
      È concepibile una responsabilità da posizione, che viene addossata, cioè, al soggetto in virtù del solo rapporto di posizione nel quale si trova (ad esempio perché si tratta di un operatore che svolge la propria attività all’interno del sito)?
      Quali sono i confini del principio “chi inquina paga”?

      Come avrete notato, si tratta di problematiche di un certo spessore, la cui risoluzione è fondamentale per mettere ordine ad un sistema in cui il rischio è di non punire i reali responsabili di danni ambientali, da un lato, e di prendersela con “il primo che capita”, dall’altro.


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      Natura Giuridica special Guest

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      Il guest posting, ossia l’ospitare un post altrui sul proprio sito o blog, è una tendenza che sta prendendo sempre più piede in Italia.

      In effetti, se si cura un blog dedicato ad uno specifico argomento, è utile ed interessante ospitare i contributi di altri specialisti, per aprire ulteriormente il dialogo e confrontarsi con gli altri.

      Con Natura Giuridica ho già intrapreso questo percorso, come dire… “in entrata”, ospitando cioè post e brevi articoli di coloro che, negli ultimi tempi, mi hanno proposto i loro contributi e commenti sulle ultime novità giurisprudenziali e normative in materia ambientale.


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      Precise parole

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      Fuori viene giù un diluvio di fiocchi di neve: il silenzio è assordante, una volta spenta la televisione. E’ giovedì, c’è l’appuntamento consueto con Anno Zero. Ma questa sera proprio non ce la faccio. Non so perché…o forse proprio perché lo so.
      Stupendo, come dice Vasco: mi viene il vomito, è più forte di me…

      Eppure la dialettica di Vendola è accattivante, e Castelli non è neanche sgradevole (!), e pure con un po’ di autoironia (!) dice delle cose che definire sensate sarebbe un azzardo, ma insomma, diciamolo: non gli si può dare torto quando critica la sinistra, eternamente persa in sterili dibattiti sul nulla, alla ricerca di qualcosa che non trova (e probabilemte manco ha voglia di farlo), compiaciutamente disorientata fra deliri di onnipotenza, da una parte, e la consapevolezza della sconfitta, stigmatizzata da Francesca Fornario con le sue battute al vetriolo, dall’altro.
      Insomma, non ce l’ho fatta, e ho spento la TV. Anno Zero non c’entra, c’entra la nausea, che mi (ri)prende tutte le volte che guardo un TG…

      Il fatto è che a me piacciono i fatti: che purtroppo stanno scomparendo, sfacciatamente nascosti dai media tradizionali, che danno “notizie col preservativo”, senza inchieste, approfondimenti, dibattiti, in un calderone in cui viene data la stessa importanza alla prima notte di sesso fra due uhm…..fra due del grande fratello, al superenalotto (panacea e ottimo diversivo), “al fatto che è inverno e fa freddo”, alle immancabili diete del “dopo bagordi festivi”, ai capricci dei vip (very important P…u: mi spiace, questa la possono capire solo i piemontesi ;-)…), alle insignificanti dichiarazioni del capezzone di turno, “al fatto che è estate e fa caldo”, al ruolo del Parlamento (come se oggi ne avesse uno…), alle love stories dei vip (sempre quelli), alle sempreverdi “riforme”, ottimo argomento per continuare a procrastinare le decisioni vere, quelle che richiedono gli “attributi”, che il “minisdro”, guello che è diventato “simbatico” suo malgrado, ber il garattere ghe sembra sgorgare (ecco un bel verbo da uomo!) dalla sua prorompente verve, chiamerebbe in un altro, e più colorito, modo…o forse è il "premier" che ha utilizzato questa espressione, qualche tempo fa, ma intendendo identificare qualcun altro?

      I fatti, dicevo.


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      Acque di falda e MTBE: conclusioni del Consiglio di Stato

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      Il Collegio, nel caso di specie, ha fatto proprie le stesse ragioni di diritto che erano state affermate nell’impugnata sentenza del TAR Campania: qui, il Giudice si era pronunciato analogamente per i parametri idrocarburi totali e piombo tetraetile, dimenticandosi di pronunciarsi in relazione al parametro dell’MTBE...

      Tralasciando, in questa sede, l’analisi storica della vicenda, per cui vi rimando alla lettura integrale della sentenza, e del percorso interpretativo del Consiglio di Stato (per cui vi rimando alla lettura integrale dell’articolo, in corso di pubblicazione sulla rivista ECO, tecnologie per l'ambiente, bonifiche rifiuti, DEA edizioni) in questa sede voglio limitarmi ad una breve considerazione, relativa alla complessità del diritto ambientale.

      Gli organi tecnico-scientifici – lo ha detto a chiare lettere il Consiglio di Stato – anche se sono “ispirati” a sacrosanti principi di precauzione, non possono introdurre obblighi nuovi, non previsti dalla normativa primaria, con possibili pesanti conseguenze anche dal punto di vista penale.


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      Acque di falda e MTBE: il Consiglio di Stato mette la parola fine ad alcune manipolazioni interpretative

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      Sul prossimo numero di ECO, Tecnologie per l’ambiente, bonifiche e rifiuti, edito da DEA edizioni, sarà pubblicato un mio articolo in materia di scarichi di acque di falda e MTBE, intitolato: “Bonifica dei siti contaminati: il Consiglio di Stato mette la parole fine ad alcune manipolazioni interpretative”.


      Sul blog di Natura Giuridica voglio anticiparvi qualche passo, ed invitarvi alla lettura completa dell’articolo fra la pagine della rivista.


      Il tema trattato è di estrema attualità, se solo si considera che, in relazione alla bonifica dei siti contaminati, negli ultimi anni diversi Tribunali Amministrativi Regionali hanno affrontato numerose questioni interpretative di alcune regole tecniche, fissate dal D.M. n. 471/99, il quale, prima della “riforma” del 2006, dettava i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati.


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