Sul sito di Natura Giuridica sono state pubblicate le conclusioni dell’Avv. Generale della Corte di Giustizia Juliane Kokott, che riguardano una materia di grande interesse, oltre che di estrema attualità: come ci si deve comportare di fronte ad inquinamenti pregressi?
Quale normativa occorre applicare in caso di inquinamento diffuso, risalente nel tempo?
E quale, invece, per i danni di nuova formazione prodottisi per propagazione di danni preesistenti?
Di chi è la colpa dell’inquinamento?
È concepibile una responsabilità da posizione, che viene addossata, cioè, al soggetto in virtù del solo rapporto di posizione nel quale si trova (ad esempio perché si tratta di un operatore che svolge la propria attività all’interno del sito)?
Quali sono i confini del principio “chi inquina paga”?
Come avrete notato, si tratta di problematiche di un certo spessore, la cui risoluzione è fondamentale per mettere ordine ad un sistema in cui il rischio è di non punire i reali responsabili di danni ambientali, da un lato, e di prendersela con “il primo che capita”, dall’altro.
In sostanza, il rischio è fra una non giustizia, e una giustizia sommaria...
Sembra assurdo che questo possa avvenire, in un mondo in cui il diritto sembra regolamentare ogni aspetto della vita quotidiana.
Sembra assurdo, ma il rischio è tutt’altro che evanescente.
Juliane Kokott, puntuale come al solito, scomoda addirittura Archimede per iniziare il lungo testo delle sue conclusioni («δός μοί (φησι) ποῦ στῶ καὶ κινῶ τὴν γῆν», datemi una leva e vi sposterò il mondo), anche perché la vicenda oggetto del suo ragionamento filosofico è proprio quella terra che, molti secoli fa, ospitò proprio Archimede.
Siamo nella Rada di Augusta, una zona da molti anni gravemente inquinata da sostanze nocive: danni ambientali a gogò, che si trascinano dietro innumerevoli problematiche tecnico-giuridiche, che all’inizio di questo post ho riassunto brevemente.
Lo sa bene, l’Avvocato generale, e proprio per questo motivo mette le mani avanti: non si tratta qui di trovare un punto d’appoggio per spostare il mondo – ecco così spiegato il significato della famosa citazione… – anche se si pone la questione fondamentale di quali siano i presupposti della responsabilità per danni ambientali…
Possono essere chiamati a rispondere soltanto gli autori del danno oppure anche soggetti possessori di terreni o esercenti un’attività industriale nella zona interessata?
Se siete interessati a leggere il testo integrale delle conclusioni dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia, J. Kokott, nella causa C-378/08, collegatevi al sito di natura Giuridica, e scaricate il testo in formato pdf.
Sul sito, inoltre, è possibile leggere un riassunto, scritto da un mio collaboratore, un neo laureato che si affaccia ora sul mondo del diritto ambientale, e ha deciso di darmi una mano con il sito.
A quali conclusioni è arrivato l’Avvocato generale?
(continua con: Danni all'ambiente: ipotesi di colpa)
Natura Giuridica di Andrea Quaranta: Studio di Consulenza legale Ambientale.
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Foto: “Piccola Atlante” originally uploaded by 4 Abys
1 comment
su questo argomento, dopo le sentenze del Tar in merito alla bonifica della Rada di Augusta, per l'Italia mi aspetto di tutto...
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