Sono gli altri che non ci capiscono…

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Il titolo del post di oggi, che prosegue la vicenda emission impossibile mi è stato ispirato dal re del “detto, non detto, mal capito, non capito, frainteso, interpretato faziosamente, riportato ad uso e consumo di una certa parte politica…….”, e da un arguto “Buongiorno” di Massimo Gramellini del 02 dicembre 2008, intitolato Lost in translation.

L’Italia è un Paese incastrato nella sua disonestà, incapace di dotarsi di una seria politica ambientale strutturata e lungimirante, e finisce con l'occuparsi di ambiente solo per caso, perché la cultura ambientale non esiste, neanche per caso. Però, ogni tanto, qualche guizzo ce l’ha….
Così, nel 2006, l’allora Ministro per lo Sviluppo Economico Bersani previde l'opportunità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 55% delle spese sostenute per la realizzazione di determinati interventi volti al contenimento dei consumi energetici (ad esempio: per installare un pannello solare, o sostituire un impianto di climatizzazione, o, ancora, cambiare gli infissi alle finestre).


Si trattava di una norma di sostegno all'economia e all'ambiente, sulla base di priorità universalmente riconosciute dal Protocollo di Kyoto in poi; un volano di sviluppo che aveva innescato un processo virtuoso; un primo passo che stava cominciando a dare i suoi frutti, “come dimostrano i 230.000 interventi realizzati tra il 2007 e il 2008 con riduzioni delle importazioni di combustibili e delle emissioni di CO2".

Stava, “voce del verbo…imperfetto”!

Nel pacchetto anticrisi” del Governo di centro-destra, c’è il…pacco: il depotenziamento del bonus del 55% per le misure per il risparmio energetico nell’edilizia e sull’impiego delle fonti rinnovabili.
Dure, e inevitabili, le critiche che si leggono su un noto quotidiano online:
“la direzione del governo di fronte alla doppia crisi (economica ed ecologica) appare (dovrebbe apparire) ora chiara anche a chi proprio non vuole vederla: difesa dello status quo di Confindustria; minimizzazione delle questioni ambientali da riprendere in mano forse quando le vacche saranno di nuovo grasse; elemosina da social card come contentino populista pro consenso con velleità di far così riprendere i consumi"...
Una scelta miope e arretrata che segue la battaglia per impedire l'obiettivo del miglioramento del 20% entro il 2020 imposto dalla apposita direttiva dell'Unione Europea, e dopo aver cancellato l'obbligo di certificazione energetica nella compravendita degli immobili

E che rende ancora più complesso l’iter burocratico, e meno certo nei rientri il bonus previsto per le famiglie e le imprese che investono in efficienza energetica e fonti rinnovabili.

Poi, dopo l’emendamento proposto da ministro dell’Ambiente, arriva puntualmente la “smentita”, che ha tanto l’aria di una retromarcia forzata…che "non sarebbe stata necessaria," se non ci si fosse “accorti” della norma…come a volte accade (l’emendamento “salva managervi ricorda qualcosa?)

O, molto più semplicemente, se questo odioso depotenziamento del bonus del 55% per le misure per il risparmio energetico nell’edilizia e sull’impiego delle fonti rinnovabili non fosse stata tout court previsto…

Quindi, ricapitolando, arriva la “smentita”, variante semantica del “non mi hanno capito”, “mi hanno volutamente frainteso”…

Anche se…
“Sparisce la parte più odiosa del provvedimento, ma non la filosofia di fondo che l'ha ispirato. Sul taglio degli sgravi fiscali a sostegno dell'efficienza energetica inserito dal governo nel decreto anticrisi, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha annunciato una correzione. Il Parlamento, ha spiegato durante un'audizione alla Camera, toglierà la "retroattività" dalla norma che introduce modifiche al bonus fiscale del 55%”.
Il Robin Hood nostrano, infatti, ha ammesso che "la retroattività non ci può essere e il Parlamento la correggerà", aggiungendo, però, con il suo classico modo di esprimersi, che "per il futuro voglio ribadire un criterio: i crediti di imposta non sono e non possono essere un bancomat. Troppe volte sono stati utilizzati come bancomat. Confermando quindi che per gli anni futuri, diversamente da quanto previsto anche in Finanziaria, la copertura non sarà illimitata ma di soli 185 milioni nel 2009 per il 2010 e di 314 nel 2010 per il 2011".

Togliere la retroattività, tuttavia, sembra non bastare: secondo Legambiente, “il decreto va cancellato del tutto perché così com'è introduce per il futuro una devastante incertezza sul mercato".

Avevamo capito bene…

PS: oggi ho curato io "Natura allo specchio". Naide tornerà a pubblicare a partire dal prossimo anno.
Foto: “robin hood” originally uploaded by edoardo.baraldi

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