Un paio di mesi fa leggevo due articoli interessanti su “Nòva 24”, settimanale del Sole 24 ore.
Il primo, “Emission impossible”, di Guido Romeo, iniziava sottolineando che “la soluzione al problema energetico non arriverà semplicemente da nuove tecnologie, ma da una nuova organizzazione della crescita basata su una sintesi di arti e scienze avanzate”.
In sintesi, nell’articolo si sottolineava che c’è poco da fare, che è ora di finirla con la solita, vecchia storia dello sviluppo illimitato e del frenetico consumo fine a se stesso: le risorse sono non sono infinite, e la natura non riesce a reggere il passo inutilmente stressante che la società moderna impone (come se quest’ultima fosse un’entità distinta dall’insieme degli uomini che la popolano, e la portano avanti…un capro espiatorio cui affibbiare colpe troppo gelate – questi sì – per sciogliersi al sole…)
Romeo continuava accennando alla necessità di affrontare la questione energetica e ambientale in maniera integrata, all’ecocompatibilità come occasione di sviluppo di un nuovo settore economico, più competitivo e dinamico; alla complessità delle scelte energetiche e della necessità di espandere gli “economics networks”, “reti di sistemi produttivi intelligenti perché in grado di utilizzare l’uno gli scarti dell’altro grazie alla ricerca scientifica”.
Infine, dopo un richiamo all’“ecodesign leonardesco”, riporta le parole di Fritjof Capra (fondatore del “Center for Ecoliteracy a Berkeley, in California, per la promozione dell’alfabetizzazione sui temi naturali), secondo il quale “è proprio in Italia che bisogna guardare per trovare le chiavi di uno sviluppo che tenda alla perfetta sintesi tra gli ideali di verità, bellezza e bontà, che si potrebbero declinare come efficienza, competitività e soprattutto, ecocompatibilità”.
All’Italia dell’inizio del Rinascimento, però.
Non a quella priva di personalità di oggi, (anche) per questo (forse) alla perenne rincorsa di un’identità “altra”, tanto per distinguersi dagli altri. Purtroppo per noi, tutto ciò avviene in peggio…
Il secondo, “Irrazionalità energetica”, di Marco Magrini, treva spunto da una scelta razionale, quella di Vaclav Smil – oggi distinguished professor all’Università di Manitoba, in Canada – quando i carri armati sovietici fecero irruzione a Praga, quarant’anni fa…
Oggi, questo professore di origine cecoslovacca è famoso come studioso non di una sola disciplina, ma di quell’incrocio che sta fra energia, ambiente, risorse alimentari e popolazione…un incrocio, come sottolineato da Magrini, spesso governato dall’irrazionalità...
Come quando si tengono concerti contro la fame, in o per l’Africa, invece di progettare e costruire fabbriche di ammoniaca, con meno "appeal" ma sicuramente più utili…
O come quando si parla solo bene dei biocarburanti, tacendo i costi ambientali che si nascondono dietro a quel “bio”, a volte una semplice etichetta, una maschera, una parola con cui riempirsi la bocca…
Irrazionalità, infine, che si riscontra nelle scelte alimentari, al momento dell’acquisto di un’auto, di un viaggio aereo, nel consumo, o meglio, nel modello consumistico moderno, esagerato e poco, anzi per nulla, lungimirante…
E la crisi finanziaria attuale dimostra, per la sua parte, quanti danni può provocare un mercato lasciato in balia delle bizze della mano invisibile…
L’articolo si conclude proprio con l’“esternazione” del bisogno di un evento che dia la scossa al mondo (la crisi finanziaria?), “affinchè rimodelli il suo irrazionale sfruttamento delle risorse, e con un appello: “l’umanità deve comprendere la portata dei cambiamenti in corso, per invertire i trend negativi ed evitare spiacevoli sorprese. È la razionale paura dell’irrazionalità”.
In sostanza, scelte integrate, lungimiranti, coerenti, ambientalmente compatibili.
Il contrario, insomma, della “politica ambientale” dell’Italia, che continua ad inanellare brutte, pessime figure, spacciandole come innovative ricette anti-crisi…
E così, dopo che anche gli USA, dopo la morte naturale del (peggiore del) pessimo (governo?) Bush, noi, imperterriti, continuiamo a sfoggiare con un certo orgoglio le battute del ministro di turno (nel nostro caso, del ministro dei giochi di prestigiacomo, che, a proposito della defezione italiana all’accordo sul pacchetto clima, ha affermato che “se non verrà accolta la nostra proposta di modifica del pacchetto-clima l’Italia si metterà di traverso...noi vogliamo combattere davvero l’inquinamento”), fino ad arrivare a scelte radicali.
Sì, radicalmente suicide…
Foto: “Pollution” originally uploaded by Basher-Tango
(continua)