La scuola che verrà: migliore qualità dell'aria nelle aule e mobility manager scolastico, forse...

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Due articoli pubblicati sul portale Teknoring hanno per argomento la scuola che verrà, che sarà (si spera!) diversa da quella attuale, negli ultimi tempi assai spesso messa sotto i riflettori; riflettori che durante la pandemia da Covid-19 ne hanno evidenziato sia le carenze strutturali, dovute all'endemica mancanza di  politiche di investimento, sia l'energia e la voglia di fare per superare la pandemia ed andare avanti migliorando.

Qualità dell'aria nelle scuole

Il primo articolo riguarda il tema dibattuto della qualità dell'aria negli edifici scolastici: in molti ritengono che migliorando la qualità dell'aria vi sarebbe una riduzione significativa della circolazione del Covid-19 con conseguente abbassamento dei contagi soprattutto in fasce d'età a rischio, sia perché non è possibile mantenere la mascherina (scuola dell'infanzia), sia perché la campagna vaccinale procede a rilento (scuola primaria). 

Un tassello importante da introdurre nel dibattito è costituito dalla nuova Prassi di riferimento (UNI/PdR 122:2022) sul monitoraggio della qualità dell’aria negli edifici scolastici e sugli strumenti e strategie di campionamento ed interpretazione delle misure.

"La UNI/PdR presenta obiettivi diversificati:
  • definire una procedura operativa semplificata per il monitoraggio e il controllo della qualità dell’aria attraverso il monitoraggio di alcuni parametri indicatori (la procedura è applicabile in autonomia dai gestori degli edifici, senza l’appoggio di un laboratorio di prova);
  • definire le procedure, che il gestore può seguire, in caso di affidamento di monitoraggio a un laboratorio di prova: comprensione della problematica, come affidare l’incarico, quali parametri misurare, valutare e interpretare i risultati delle prove commissionate".
La prassi è stata sviluppata nell’ambito del Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera, QAES (Sviluppo di nuovi standard per il miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente interno delle scuole), che "affronta il problema della scarsa qualità dell’aria e dell’ambiente interno negli edifici scolastici e delle relative ricadute in termini di salute e capacità di apprendimento”.

Mobility manager scolastico

Il secondo articolo concerne la figura e le competenze del mobility manager scolastico: anche in questo caso, si può dire che negli ultimi mesi il trasporto scolastico sia stato sotto i riflettori per le ricadute che indubbiamente ha sulla necessità di calmierare il trasporto locale nelle fasi più difficili della pandemia.

La notizia in questo caso è data dal fatto che il Ministero dell’istruzione ha emanato le Linee Guida per favorire l’istituzione del mobility manager in tutti gli istituti scolastici, linee guida attese da circa sei anni!

Ricordiamo in proposito che questa figura è stata introdotta dalla legge n. 221/2015 (art. 5, comma 6), con il compito di “organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni; mantenere i collegamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto; coordinarsi con gli altri istituti scolastici presenti nel medesimo comune; verificare soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, su gomma e su ferro, per il miglioramento dei servizi e l’integrazione degli stessi; garantire l’intermodalità e l’interscambio; favorire l’utilizzo della bicicletta e di servizi di noleggio di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale; segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali problemi legati al trasporto dei disabili”.

Il Ministero dell’istruzione avrebbe dovuto approvare, entro 60 gg dall'entrata in vigore della L 221, specifiche linee guida per favorire l’istituzione in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, della figura del mobility manager scolastico, “scelto su base volontaria e senza riduzione del carico didattico, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e tenuto conto dell’organizzazione didattica esistente”

Tuttavia, nella seduta del 23 novembre 2021 il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) ha rilevato come: “sarebbe necessaria la previsione di una figura esterna (o interna, se disponibile, sul modello del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione) che fornisca una specifica collaborazione a supporto della scuola, dotata delle suddette competenze, formata e adeguatamente retribuita”.

Foto di riza april da Pixabay