Il DM 24 giugno 2015 sui criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica dovrebbe mettere la parola fine alle contestazioni relative ad alcune non conformità del precedente DM 27 settembre 2010 alla decisione del Consiglio 2003/33/CE. Negli anni passati infatti è stata riscontrata l'inefficienza del decreto del 2010, oggetto di attenzione della giurisprudenza e di alcune interpretazioni ministeriali (le prime volte a cercare di venire incontro alle richieste dell'Europa, le seconde per precisarne i confini applicativi). In effetti, il DM del 2010 era già stato modificato dal DM 29 luglio 2013 proprio per queste motivazioni.
Il contributo di A. Quaranta analizza le criticità riscontrate dalla giurisprudenza rispetto alla passata normativa e che, in generale, hanno riguardato aspetti relativi al riparto delle competenze, alla concreta applicabilità e alle tempistiche applicative.
Si prosegue analizzando il nuovo decreto, che ha apportato delle eliminazioni (relativamente a verifica di conformità, impianti di discarica per rifiuti inerti, limiti di accettabilità per i composti organici in discariche per rifiuti inerti, impianti di discarica per rifiuti non pericolosi, sottocategorie di discariche per rifiuti non pericolosi), delle aggiunte normative (novità riguardanti gli impianti di discarica per rifiuti non pericolosi) e delle modifiche (il nuovo DM precisa cosa si intende per rifiuti pericolosi stabili non reattivi e viene interamente sostituito l'allegato 3, relativo al campionamento e all'analisi dei rifiuti). Il contributo contiene una tabella che riassume il contenuto di tale allegato.
Si conclude che sotto il profilo sistematico il testo di riferimento continua ad essere quello del 2010, e che sotto il profilo sostanziale smaltire i rifiuti in discarica sarà più costoso e difficile - specie se si considera per esempio che i rifiuti con codice CER 101208 non potranno più essere smaltiti in discarica senza la preventiva autorizzazione.
E' quindi più che lecito chiedersi come verrà applicata questa nuova ennesima normativa, e soprattutto: sapranno gli operatori del settore lavorare senza incappare nell'ennesima non voluta non conformità?
E' quindi più che lecito chiedersi come verrà applicata questa nuova ennesima normativa, e soprattutto: sapranno gli operatori del settore lavorare senza incappare nell'ennesima non voluta non conformità?