Il documento fissa gli obiettivi di prevenzione al 2020, prevede indicatori specifici finalizzati alla valutazione dell'efficacia dei singoli interventi/progetti e un Tavolo di lavoro permanente che coinvolga i soggetti pubblici e i portatori di interesse attivi nell'attuazione delle misure previste dal Programma.
Ecco un riassunto delle principali misure programmate.
La direttiva europea
Cos’è la prevenzione? misure adottate prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventino un rifiuto e che sono in grado di ridurre la quantità dei rifiuti (anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti Al fine di migliorare le modalità di attuazione delle azioni di prevenzione dei rifiuti negli Stati membri, e di favorire la diffusione delle migliori prassi in questo settore, la direttiva quadro sui rifiuti ha introdotto l’obbligo di elaborare programmi di prevenzione dei rifiuti incentrati sui principali impatti ambientali e basati sulla considerazione dell’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali.
Cos’è la prevenzione?
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misure
adottate prima che una
sostanza, un materiale o un prodotto diventino un rifiuto e che
sono in grado di ridurre
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la
quantità dei rifiuti (anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o
l’estensione del loro ciclo di vita)
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gli
impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana
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il
contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti
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Lo scopo del programma
Le misure generali
Il programma prende in considerazione due tipologie di misure: da un lato quelle di carattere generale, dall’altro i flussi prioritari di prodotti/rifiuti che possono essere individuati fra quelli più rilevanti dal punto di vista quantitativo o fra quelli più suscettibili di essere ridotti facilmente e in modo efficiente.
Le misure generali del
programma
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Produzione sostenibile
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cambiamenti
nei modelli di produzione e nella progettazione dei prodotti
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cambiamenti
nelle materie prime
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riduzione o eliminazione
dal processo produttivo delle materie prime nocive per l’uomo e l’ambiente
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cambiamenti
tecnologici
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modifica degli impianti
/tecnologie in modo da ridurre rifiuti ed emissioni in via preliminare
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buone
pratiche operative
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adozione di misure
procedurali, amministrative o istituzionali per la prevenzione dei rifiuti
(manutenzione e gestione dei magazzini e delle scorte)
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cambiamenti
di prodotto
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sono attuati con
l’intenzione di ridurre i rifiuti generati nell’utilizzo di un prodotto e nel
suo fine vita
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Green Public Procurement
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La PA può assumere un
ruolo di primo piano nell’attuazione di politiche di prevenzione attraverso
l’introduzione, nelle procedure di acquisto e nei bandi pubblici, di criteri
di selezione e di valutazione di carattere ambientale che, pur assicurando la
libera concorrenza, garantiscono l’acquisto di prodotti preferibili dal punto
di vista ambientale
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Riutilizzo
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Le PP.AA. devono
promuovere iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti
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Informazione sensibilizzazioneeducazione
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Creazione
di un Portale della Prevenzione Rifiuti che fornirà informazioni in merito
alle possibili azioni da intraprendere
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Cittadini
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indicazioni circa le
scelte di consumo che favoriscono la riduzione dei rifiuti e circa la
possibilità di rivolgersi a centri del riuso o della riparazione, fornendo
contatti con le realtà locali
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Scuole
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informazioni per gli
insegnanti utili allo sviluppo di progetti didattici sul tema
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PP.AA.
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supporto nella
preparazione di programmi di prevenzione
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piattaforma per lo
scambio di informazioni fra i soggetti attivi nel campo della prevenzione
rifiuti, dando rilievo alle loro principali iniziative
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Strumenti economici, fiscali e di regolamentazione
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responsabilità estesa
del produttore ad altri flussi di rifiuti rispetto a quelli attualmente
previsti
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implementazione dei
meccanismi di tariffazione puntuale per il conferimento dei rifiuti urbani
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introduzione di sistemi
fiscali o di finanziamento premiali per processi produttivi ambientalmente
più efficienti e a minor produzione di rifiuto
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revisione dei meccanismi
di tassazione dei conferimenti in discarica
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Promozione della ricerca
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In Italia sono attualmente
in corso diversi progetti riguardanti la prevenzione dei rifiuti,
cofinanziati dall’Ue nell’ambito del programma Life+
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I flussi prioritari di rifiuti
Sulla base delle linee guida della Commissione europea, i flussi prioritari su cui focalizzare le misure di prevenzione sono i rifiuti:
biodegradabili (scarti alimentari e dei giardini), per i quali la Commissione suggerisce di indirizzare le azioni di prevenzione sui settore chiave:
da imballaggio, da contrastare con la diffusione di punti vendita alla spina e la “promozione” del consumo di acqua del rubinetto;
da apparecchiature elettriche ed elettroniche, da ridurre attraverso la progettazione di AEE più durevoli o più facilmente riparabili e/o riutilizzabili e la creazione di centri per la riparazione e il riutilizzo delle AEE;
da costruzione e demolizione, che rappresentano quasi la metà del totale dei rifiuti speciali (è prevista la definizione di competenze professionali specialistiche proprie degli interventi di decostruzione/demolizione controllata).
biodegradabili (scarti alimentari e dei giardini), per i quali la Commissione suggerisce di indirizzare le azioni di prevenzione sui settore chiave:
- dell’industria alimentare (completa valorizzazione di tutte le componenti delle materie prime trasformate dall’industria stessa);
- della distribuzione alimentare (migliorare la gestione del magazzino; supermercati della solidarietà; filiera corta);
- dei servizi alimentari (ristorazione, hotel, catering, bar); sistema provinciale/regionale di certificazione e promozione della qualità ambientale per incentivare i soggetti economici del territorio a migliorare le proprie performance ambientali soprattutto in materia di prevenzione dei rifiuti;
- delle imprese e istituzioni (imprese, scuole, ospedali, pubbliche amministrazioni) e
- delle famiglie (aumentare la consapevolezza riguardo alla quantità di cibo ancora commestibile di cui ci si disfa;
da imballaggio, da contrastare con la diffusione di punti vendita alla spina e la “promozione” del consumo di acqua del rubinetto;
da apparecchiature elettriche ed elettroniche, da ridurre attraverso la progettazione di AEE più durevoli o più facilmente riparabili e/o riutilizzabili e la creazione di centri per la riparazione e il riutilizzo delle AEE;
da costruzione e demolizione, che rappresentano quasi la metà del totale dei rifiuti speciali (è prevista la definizione di competenze professionali specialistiche proprie degli interventi di decostruzione/demolizione controllata).
Cosa occorre fare
Per l’Italia si tratta del primo esempio di programmazione a livello nazionale nel campo della prevenzione dei rifiuti, anche se nel nostro Paese sono già presenti da tempo numerose buone pratiche di prevenzione dei rifiuti su scala locale, alcune delle quali rappresentano casi di eccellenza anche a livello internazionale.
E allora occorre cominciare da qui, dal mettere a sistema queste esperienze locali e trarne indicazioni utili a stabilire linee di indirizzo applicabili su tutto il territorio nazionale che consentano di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei rifiuti.
In quest’ottica è indispensabile un lavoro sinergico con le Regioni ed i Comuni; lo Stato, dal canto suo, dovrà rimuovere gli ostacoli normativi che attualmente impediscono la realizzazione di attività utili al raggiungimento dei suddetti obiettivi di riduzione, favorire l’uso di strumenti economici per la riduzione dei rifiuti e la diffusione di accordi volontari affinché questi strumenti raggiungano il risultato più ampio, fare una concreta e duratura opera di sensibilizzazione dei cittadini, per orientare i comportamenti di produzione e consumo verso modelli con minore impatto in termini di produzione dei rifiuti.
E allora occorre cominciare da qui, dal mettere a sistema queste esperienze locali e trarne indicazioni utili a stabilire linee di indirizzo applicabili su tutto il territorio nazionale che consentano di raggiungere gli obiettivi di riduzione dei rifiuti.
In quest’ottica è indispensabile un lavoro sinergico con le Regioni ed i Comuni; lo Stato, dal canto suo, dovrà rimuovere gli ostacoli normativi che attualmente impediscono la realizzazione di attività utili al raggiungimento dei suddetti obiettivi di riduzione, favorire l’uso di strumenti economici per la riduzione dei rifiuti e la diffusione di accordi volontari affinché questi strumenti raggiungano il risultato più ampio, fare una concreta e duratura opera di sensibilizzazione dei cittadini, per orientare i comportamenti di produzione e consumo verso modelli con minore impatto in termini di produzione dei rifiuti.