Negli ultimi
tredici anni le bollette relative alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti
sono aumentate del 67%, a fronte di un calo della produzione dei rifiuti (-5%)
e del contestuale aumento della raccolta differenziata (+30%).
Secondo uno
studio della CGIA di Mestre è colpa della TARES.
Ma quali sono gli scenari
futuri, considerato che dal 2014 entrerà in vigore la service tax (o TRISE=TASI + TARI)?
Chi può ragionevolmente dirlo?
I dati forniti dalla CGIA di Mestre
Quali saranno le conseguenze della più che probabile introduzione della nuova service tax (pardon: TRISE= TARI+ TASI) che comprenderà anche parte
della vecchia IMU, e di cui a breve si dovrebbero conoscere nel dettaglio le “caratteristiche"?
La vicenda relativa alla tassazione sulla case e sui rifiuti rappresenta solo l’ultimo esempio, in ordine cronologico, della mancanza di una serie riforma strutturale:
per rimanere al recente passato, il nuovo Governo delle larghe intese ha previsto la sospensione dell’IMU, in attesa di trovare un accordo su un nuovo sistema fiscale; nel frattempo, dopo mesi di aspre discussioni, e anni di annunci di riforme mai portate in porto, la nuova tassa sui rifiuti e sui servizi (TARES) ha preso il posto della TARSU.
Ma in realtà non si sa più neanche come chiamarla, la “tassazione” si rifiuti nel nostro Paese, e come valutarla: dopo TARSU, TIA-1, TIA-2, TARES; dopo i rumors estivi sulla nuova tassa “ICS”, e quelli più recenti che la vedrebbero inglobata nella novella “service tax” (anche se voci dell'ultima ora parlano di TRISE, cioè la somma di TASI e TARI: avete capito tutto. Cioè niente) e sullo sfondo di una reale mancata riforma strutturale del sistema di tassazione, fondato sul reale
quantitativo di rifiuti prodotto, qualche giorno fa uno studio della CGIA di Mestre ha messo in risultato un dato che fa riflettere.
Dal 2000 ad oggi le bollette sono aumentate del 67%: tredici anni fa una famiglia spendeva mediamente 270 € all’anno per lo smaltimento dei rifiuti, oggi quasi 450.
Questi i laconici dati forniti dall’associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre, che punta il dito sull’introduzione della TARES, che costerà globalmente agli italiani circa 2 miliardi di euro in più rispetto a quanto già pagavano con le varie TARSU e TIA.
Il tutto, nonostante nello stesso arco temporale, e sia pure a fatica, la raccolta differenziata sia aumentata e, al contempo, sia diminuita la produzione di
rifiuti.
Potete leggere l'intero articolo, comprensivo dei "criteri del calcolo" e de "il monito di gennaio", lanciato dalla stessa CGIA di Mestre, sfogliando Il Quotidiano Ipsoa