Rassegna Stampa. Rifiuti e discariche. La Stampa: Roma diventerà un’altra Napoli. Cronaca della cronica emergenza italiana

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"...E senza che gli altri ne sappiano niente,
dimmi senza un programma, dimmi, come ci si sente? […]


Così cantava Fabrizio De Andrè, a proposito di un amore da “non dare in fretta”, a “quella gente consumata nel farsi dar retta”…

Certo, con le discariche e la mondezza forse non c’entra nulla…
Ma sono le prime parole, evocative, che mi sono venute in mente oggi, leggendo un interessante articolo di Flavia Amabile su La Stampa di oggi, 10 giugno 2008…

L’“amore” per un paese che tuttavia sprofonda sempre più con indolenza in un baratro culturale accidioso e sonnolento, in preda ad una perenne emergenza, lasciata continuamente irrisolta da "gente consumata", appunto, "nel farsi dar retta", convinta com'è che le solite, inutili, "soluzioni" siano in grado di risollevarci dalle sabbia mobili in cui stiamo naufragando...

Il titolo dell’articolo che vi segnalo è emblematico: "Roma diventerà un’altra Napoli".

Purtroppo, dicevo, siamo sempre qui a parlare di emergenze (non solo) ambientali, di tempo scaduto, di rimedi precari quando non inutili, comunque eternamente prorogati, di politica del piccolo cabotaggio, di miopia culturale, di assoluta mancanza di lungimiranza (non solo) politica, di assenza di una pianificazione integrata, lontana da quel settorialismo che sembra permeare tutto, nel paese del Gattopardo…della cronica e totale assenza di qualsivoglia programma

”Sono 160 ettari, una volta era un terreno, da quarant’anni è una discarica.
Anzi, una delle discariche più esplosive d’Italia, la più estesa d’Europa.
La maglia nera d’Italia l’aveva definita l’Eurispes in un rapporto dello scorso anno, la maglia sempre più sottile che copre i rifiuti della capitale e le impedisce di diventare la prossima Napoli.
Ma quanto ancora riuscirà questa maglia nera a proteggere Roma e dintorni?
[…]


«Il tempo è scaduto, la discarica dovrà essere adeguata alla normativa europea entro il primo ottobre. In caso contrario resta solo la chiusura», che vuol dire che l’effetto-Napoli è alle porte.
«Solo Malagrotta riesce ancora a evitare che le strade romane siano sommerse di spazzatura», conferma Fabrizio Santori di An, oggi consigliere del Pdl a Roma.

Chi ci vive lo sa. Dai loro balconi vedono un panorama sempre diverso: colline di rifiuti che si modificano nel tempo, crescono, si spostano, assumono forme nuove. Ma non solo, da quei balconi, oltre le colline eternamente mutanti, si vedono anche un gassificatore, una raffineria, depositi di carburante, uno stabilimento di rifiuti ospedalieri.
Da queste parti le costruzioni meno tossiche sono un bitumificio e un cementificio.

[…]

Nel 2004 fu proprio Manlio Cerroni, potente padrone della discarica, ad ammettere che la capacità di accogliere rifiuti era giunta al termine.
E, invece, poi ecco il miracolo: «un significativo abbassamento del livello di rifiuti imputabile all’assestamento fisiologico degli stessi e alla perdita di massa dovuta alla produzione di biogas».

E, quindi, proroga. Malagrotta va avanti e non c’è limite alla fantasia.

«Hanno scavato nella massa dei vecchi rifiuti - racconta Sergio Apollonio - Hanno addirittura spiantato 4 mila palme che il proprietario si era vantato di aver piantato su vecchi lotti. Le palme sono state ripiantate a 5 mila metri di distanza. Le ruspe hanno scavato nella massa dei rifiuti dei vecchi lotti ormai chiusi in modo da fare posto a un nuovo buco e metterci dentro 1 milione e 350 mila tonnellate di rifiuti».
[…]

Il primo ottobre l’Europa pretenderà che Malagrotta diventi un impianto inappuntabile. «Tre mesi per trasformare questo ammasso schifoso di rifiuti in un luogo dove tutto funziona secondo criteri scientifici in un clima quasi asettico. Non ce la faranno mai», avverte Sergio Apollonio.

Lo sanno tutti che non ce la farà mai ed infatti la Regione Lazio sta lavorando a un piano straordinario per evitare la chiusura e di veder trasformare Roma in una Napoli motiplicata per dieci. Nel piano è previsto un investimento di un miliardo di lire per il potenziamento della raccolta differenziata e degli impianti di termovalorizzazione.

A Roma l’assessore per l’Ambiente vorrebbe quattro termovalorizzatori: uno a Malagrotta e un secondo, sul quale c´è una verifica in corso, ad Albano. Poi ci sono quelli di Colleferro e di San Vittore. Ma dalla Regione è già arrivato uno stop: «Non servono», ha avvertito il vicepresidente della Giunta Esterino Montino. E i Verdi di certo non intendono stare a guardare.
[…]"

La canzone finiva con un interrogativo...

"o resterai più semplicemente
dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai,
continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai".

Appunto...

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1 comment

10 giugno 2008 alle ore 14:09

Non ve lo auguriamo di certo, la mia paura è che Napoli sia solo la parte più appariscente per i suoi sacchetti per strada, di un disastro ambientale molto più grande.

M.Sans.

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