Per Langhe, Roero e Monferrato il riconoscimento come patrimonio Unesco è rimandato

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La candidatura di Langhe-Roero e Monferrato al riconoscimento Unesco di ”Patrimonio dell’Umanità” non è stata bocciata come molti hanno sostenuto, ma "rimandata" al 2013 perché sono stati richiesti degli approfondimenti al dossier di candidatura.
Dalla trentina di pagine stilate dalla International council on monuments and sites (si possono anche leggere sul sito Unesco) emerge che «il vitigno Nebbiolo e i vini Barolo e Barbaresco sono molto convincenti», mentre «deve essere meglio giustificato il modo in cui ognuna delle zone scelte contribuisca a dare l’eccezionale valore universale all’insieme». 
Fatte salve, quindi, le zone del Barolo e del Barbaresco, quelle del Moscato devono dimostrare l’unicità del prodotto che, si legge, «è presente in forme genetiche molto vicine in tutto il bacino del Mediterraneo», fino a dire che la zona di Loazzolo «sperimenta difficoltà dovute ai terrazzamenti su cui la meccanizzazione è difficile».
A influenzare il giudizio dei delegati del World Heritage Commitee (che il 29 giugno, a San Pietroburgo, saranno chiamati a sciogliere i nodi sulle proposte presenti sul tavolo di valutazione), sarebbe stata la frammentazione del dossier presentato dai rappresentanti del territorio: pare, infatti, che si sia voluto insistere eccessivamente sull’estetica delle vigne senza allargare il discorso, ovvero senza ricomprendere anche le cantine che, storicamente e culturalmente, hanno contribuito e non poco alla crescita e all’affermazione della viticultura. Il primo commento alla notizia è stato quello del vice-presidente della Regione, Ugo Cavallera: «L’ICOMOS, organo tecnico incaricato dall’Unesco per l’analisi del dossier di candidatura, riconosce il valore universale dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato come certo. E’ consuetudine nelle procedure di candidatura richiedere approfondimenti finalizzati alla continuazione del processo valutativo. Pertanto il gruppo di lavoro costituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo, Associazione Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli e SITI, sta valutando le strategie da adottare per ottenere il riconoscimento ufficiale dell’UNESCO. Nei prossimi mesi sarà necessario adeguare il progetto alle osservazioni per rendere congruente il valore universale riconosciuto con i perimetri delle “core zone” in modo da riportare la candidatura all’attenzione dell’UNESCO già nel 2013».

Roberto Cerrato, che ha coordinato il pool di province presenti nel progetto attraverso l’Associazione per la valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli spiega vhe c’è un precedente a livello di ”prassi” che fa ben sperare: «Il riconoscimento del valore universale eccezionale non era scontato e lo abbiamo ottenuto. Andremo a San Pietroburgo ancora più battaglieri per provare a convincere i delegati della commissione. Comunque non va dimenticato che anche le Dolomiti e e i monumenti longobardi sono stati differiti e sottoposti a più di una valutazione segno che l’interesse dell’Unesco per la nostra candidatura c’è».
La candidatura Unesco dei Paesaggi vitivinicoli tipici di Langhe Roero e Monferrato è stata il tema di un incontro al Salone del Libro di Torino. Un’occasione per riflettere sullo stato di salute dei siti Unesco del Piemonte, per valorizzare i progetti avviati sul territorio e promuovere la sostenibilità ambientale nei Comuni che beneficiano della presenza di un sito Unesco. L’iniziativa, promossa dal Premio “Eco and the City Giovanni Spadolini”. in collaborazione con la Commissione nazionale italiana per l’Unesco, fa parte di una serie di manifestazioni avviate sul territorio nazionale per promuovere e valorizzare i progetti di tutela del paesaggio e di sostenibilità ambientale. L’incontro ha aperto il ciclo di eventi ideati dal Premio per celebrare i 40 anni della “Lista del Patrimonio Mondiale Unesco”, che si concluderà nel mese di novembre a Trento, con la cerimonia conclusiva del premio “Eco and the City” e la consegna della Medaglia Spadolini, importante riconoscimento conferito ai progetti tesi alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, che sarà dedicata ai 40 anni del World Heritage List. 
La tappa di Torino è stata un’utile occasione per riflettere sullo stato di salute dei siti Unesco del Piemonte,  e fare il punto della situazione della candidatura Unesco dei Paesaggi vitivinicoli tipici di Langhe Roero e Monferrato. “L’Italia è il Paese che annovera il maggior numero di siti Unesco, in tutto 47; solo il territorio del Piemonte ne conta tre: la Corona di delizie, ovvero il circuito delle Residenze Reali di Casa Savoia che fu il primo ad ottenere l’ambito riconoscimento nel 1997, a cui seguì nel 2003 quello dei Sacri Monti e nel 2011 i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino - ha affermato Cavallera. “Alla luce di questi illustri precedenti - ha proseguito Cavallera - è dunque legittimo auspicare che anche il progetto dei Paesaggi vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato possa andare ad aggiungersi all’elenco dei siti Unesco piemontesi. Questo progetto è il frutto di una forte collaborazione tra le Province e i Comuni coinvolti che, con la Regione e il Ministero dei Beni culturali e del Paesaggio, hanno fatto sistema e condotto un positivo lavoro che ha portato alla redazione del dossier di candidatura presentato nel gennaio scorso a Parigi per il riconoscimento e l’iscrizione all’interno della Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco”.
A gennaio era stati firmati 3 accordi di programma per la riqualificazione ed il miglioramento di paesaggio ed edifici storici in alcune zone che entrerebbero a far parte della lista Unesco.



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9 luglio 2012 alle ore 17:01

A San Pietroburgo, dove si è tenuta la trentaseiesima sessione del Comitato Mondiale Unesco, la candidatura è stata ufficialmente rimandata al 2013, con l'incoraggiamento ad andare avanti. A conferma di ciò, l'esortazione ricevuta a migliorare il dossier di candidatura, tanto che a breve il comitato piemontese si riunirà con Icomos, l'organo tecnico dell'Unesco che si occupa delle candidature culturali, per individuare le correzioni da apportare. Il nodo è costituito dall'ampiezza della candidatura, che riguarda, secondo l'Unesco, un paesaggio troppo esteso, anziché esclusivamente le città dove si trovano i ceppi vitivinicoli. Un bel dilemma da sciogliere!

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