Klimaenergy 2009: progetti di sostenibilità

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I successivi interventi, sui quali mi soffermo velocemente, hanno parlato:

1) del progetto Masdar, che in arabo significa sorgente: una città costruita ex novo nel deserto della penisola arabica, nato dall’esigenza di fare in modo che Abu Dhabi, quando finirà – perché finirà presto – l’era del petrolio, possa rimanere fra i più importanti produttori di energia a livello mondiale;

2) del rapporto sui comuni rinnovabili nel 2009, il cui obiettivo consiste nel verificare, ed analizzare, cosa sta succedendo: quali sono gli effettivi indirizzi della politica energetica nel nostro Paese? Ci sono stati dei miglioramenti? C’è stato qualche risultato concreto?
Individuando i punti deboli (e ce ne sono parecchi, anche se occorre sottolineare le realtà da emulare: Dobbiaco, Campo Tures, Prato allo Stelvio, Brunico, Vipiteno, tutti in Trentino Alto Adige…), è possibile porsi obiettivi realizzabili e credibile per il futuro;
3) degli aspetti tecnici e gestionali dell’impianto di teleriscaldamento a biomassa di Prato allo Stelvio, un Comune di 3300 abitanti, di cui 1055 soci del consorzio, fra i quali viene “distribuito” 91% dell’energia prodotta;

4) dei tre anni di esperienza di esercizio dell’impianto di produzione di energia elettrica dai rifiuti organici urbani;

5) del funzionamento di un impianto di biogas ideato per rendere efficienti le prestazioni energetiche di impianti di piccola taglia (di solito meno performanti di quelli di grandi dimensioni ed automatizzati, e tuttavia inadatti per essere utilizzati in piccoli contesti), e aumentare la loro durata utile;

6) dei motivi per i quali la gassificazione delle biomasse è utile, nonostante la perdita di circa il 30% della potenza energetica in ingresso: facilità di trasporto e di distribuzione, sostanzialmente;

7) del funzionamento del motore Stirling per la gassificazione del cippato e la cogenerazione;

8) delle esperienze nell’ambito del raffrescamento termico nell’industria e nel terziario: una tecnologia molto più performante nella produzione di raffreddamento rispetto ai classici sistemi che utilizzano la compressione;

9) delle prospettive del solare termico in Italia, un settore in crescita, che per espandersi ulteriormente ha bisogno di incentivi, della garanzia di una quota minima di solare termico negli edifici, della semplificazione delle procedure amministrative, di qualità (non solo del prodotto finale ma anche degli installatori) del miglioramento della comunicazione sulle potenzialità della tecnologia e, infine, e soprattutto, di ricerca;

10) di calore di processo da solare termico: il 30 % del totale dell’energia prodotta è consumata dal settore industriale; di questo 30%, il 70 % è consumo di calore, non di elettricità. Il calore inferiore ai 100 gradi è di gran lunga quello preponderante (circa il 60%): il solare termico, in questo scenario, può contribuire sensibilmente alla produzione di tale tipologia di calore per usi industriali;

11) delle esperienze “rinnovabili” di COOP, A22 e Geovest.

In definitiva, un convegno che ha (di)mostrato che "si può fare" una politica energetica sostenibile, credibile, autorevole.

Basta veramente poco: un po' di lungimiranza, di costanza, di applicazione, di coerenza.
Valori forse non così appetibili, nel nostro mondo usa e getta, del "tutto subito", dominato da un manicheismo strisciante, da un fiume di parole "celebrative del nulla", da sterili quanto dannose contrapposizioni (pseudo)ideologiche...e da un ambientalismo bigotto, asservito a quel potere o a quel colore...

Di sicuro, gli unici a essere in grado "di consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità"...

Foto: “Bozen - Bolzano (Südtirol)” originally uploaded by designladen.com