Luci e ombre sul G8 L’Aquila 2009

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di Naide Della Pelle

Il contesto nazionale ed internazionale in cui l’evento G8 2009 si svolge è abbastanza variegato, tra questioni di bon ton e ben più gravi questioni di politica estera:
  • la composizione del G8, forse troppo ristretta per poter discutere e prendere risoluzioni comuni in materia di cambiamenti climatici e crisi economica;
  • le polemiche sul cambio di sede (dall’isola della Maddalena a L’Aquila, in seguito al terremoto che l’ha sconvolta il 6 aprile scorso);
  • il risalto dedicato dai media alle vicende private (!?) del nostro Premier e alla sua reputazione;
  • la crisi economica e la necessità di individuare al più presto regole di mercato condivise;
  • la politica di contenimento delle emissioni di CO2; la politica internazionale: Talebani, Corea, elezioni fin(i)te a Teheran.
Difficile è poi distinguere la verità sul G8, tra dicerie e presunte campagne diffamatorie ad opera della stampa estera contro il presidente Berlusconi, dietro parte delle quali cui si nasconderebbe la longa manus di Murdoch.

Vero è che un nutrito gruppo di testate giornalistiche, dal Guardian al Financial Times, dal Wall Street Journal al Daily Telegraph, ha espresso opinioni negative, sia in merito a come gli Italiani avrebbero mal gestito l’organizzazione dell’agenda dei temi (delegandola, di fatto, agli USA) sia alla permanenza stessa dell’Italia fra i Paesi del G8.

A tenere banco non sono tanto le vicende private del Presidente, verso le quali mi pare che si guardi con una certa “divertita indulgenza” - del tipo: che ci vuoi fare, gli Italiani sono amanti focosi - ma precise considerazioni di politica estera, cui forse noi Italiani facciamo troppo poco caso: se il presidente Bush Junior aveva bisogno di corteggiare il governo Berlusconi (2001-2006) perché Washington era in conflitto con Chirac e Schroeder, oggi tutto è cambiato, perchè Francia e Germania hanno leader fortemente pro-americani, sicché Obama non ha bisogno di essere tollerante verso il Governo Italiano".

Altre questioni che avrebbero irritato gli Usa e gli altri membri del G8 sarebbero l'inadempienza dell'Italia sugli aiuti all'Africa, lo scarso interesse del premier italiano a combattere il cambiamento climatico e la sua ambizione di mediare sull'Iran e sulla Russia.
Chiosa il Guardian "Il G8 è un club e per far parte di un club ci sono le quote d'iscrizione. L'Italia non ha pagato la propria". Decisamente, non è un giudizio lusinghiero. 

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