(segue da: “Energethica: energia etica. Fotovoltaico e GIFI")
Come accennavo nel precedente post, dopo la pausa caffè, è iniziato un altro interessante intervento: quello dell’Ing. Carlo Buonfrate, che ha delineato le modalità di finanziamento al fotovoltaico…oltre che ai prodotti offerti dalla propria banca.
L’ideatore e responsabile del “desk energy” del gruppo Intesa Sanpaolo ha cominciato con un accenno, ripreso poi anche nel corso del dibattito, sui motivi della diversità della crescita del fotovoltaico in Italia e in Spagna, sottolineando il crescente interesse per questa forma di energia pulita (rectius: business…) e la necessità di “nuovi” prodotti per finanziare questi progetti….
Il F.V. rappresenta un’opportunità di ripresa dell’economia, a patto di realizzare tutta la filiera del fotovoltaico.
Dopo un’elencazione delle azioni prioritarie e delle problematiche tecniche insite nella realizzazione di un impianto fotovoltaico, dei rischi legati al ritorno dell’investimento, il rappresentante del mondo bancario ha assimilato, di fatto, il fotovoltaico ad un prodotto finanziario, il cui business plan è “blindato”.
L’intervento è spaziato dall’analisi della segmentazione del settore (e dei relativi interessi sottostanti), al ruolo e alla necessità della diversificazione energetica.
In questo contesto, qual è il ruolo della banca?
Quello di fondamentale “bussola”, sottolinea Buonfrate, per un settore che è cresciuto rapidamente, e attorno al quale c’è ancora troppa confusione, disordine e disinformazione…i soggetti che popolano questo mondo, infatti, sono molti, e molti senza le necessarie competenze e professionalità.
Le ricadute economiche, tuttavia, sono molteplici, e con un dispendio di denaro pubblico sempre minore, soprattutto a partire dal 2012, quando è prevista la cd. “grid-parity” per il fotovoltaico…
In sintesi: il fotovoltaico è come una rosa, ci sono fiori e spine da prendere in considerazione.
Le spine sono dovute alle caratteristiche del fotovoltaico (differenze potenziali di produzione fra nord e sud, rischio legato alle nuove tecnologie, per le quali non è ancora trascorso il numero di anni necessario per scongiurare inconvenienti), e anche al credito bancario, ammette Buonfrate.
I fiori invece sono rappresentati dai tassi di ritorno dell’investimento, che in alcuni regioni, grazie all’irraggiamento, possono arrivare anche al 10%.
Buonfrate ha poi cominciato a parlare delle offerte nel settore del suo istituto bancario, evidenziando le cause della difficoltà di accesso al credito per lo small business, difficoltà che possono essere superate attraverso la capillarizzazione della cultura del fotovoltaico, ancora giovane e per certi versi immatura, in Italia, dove la conoscenza nel mondo bancario – ancora restio a scrollarsi di dosso l’ipoteca come unica forma di garanzia – è insufficiente.
Occorre, in sostanza, diffondere cultura, che deve scendere verso il basso, penetrare nelle coscienze e nelle conoscenze di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore.
Nel successivo dibattito sono state poste domande tecniche (come viene stabilita la percentuale di equity per un impianto? Cosa succede con la riforma della normativa relativa allo scambio sul posto? Quali sono le prospettive relative agli studi di settore? Cosa mi dice del coaffidamento?..) e provocazioni (quali le differenze fra i prodotti finanziari che offrite e i normalissimi prestiti che già le banche offrono?), fino ad arrivare a veri e propri interventi-comizi (un tecnico del settore di Pistoia, con dovizia di particolari, è riuscito a tener testa e ad incalzare i relatori con domande pertinenti e per nulla oziose, fino a quando, per motivi di tempo e per lasciare spazio agli altri partecipanti, gli è stata tolta la parola dal moderatore, Valerio Natalizia, intervenuto quasi sempre a proposito e con domande e risposte puntuali).
In conclusione: un convegno interessante, che merita successivi approfondimenti ed analisi, che mostra un settore in espansione, che deve essere tuttavia organizzato al meglio, per integrare/coordinare la necessità di un suo sviluppo con le indispensabili esigenze di qualità, spesso messe in secondo piano dalla fretta di arrivare.
Nel prossimo post vi parlerò di quanto detto nel corso del convegno del pomeriggio del 05 marzo 2009 (Convegno promosso dalla Provincia di Genova e Muvita (“Dal progetto Res Pubblica alla Rete delle Province Energeticamente Sostenibili: la pianificazione energetica”).
(continua con "Res Publica: pianificazione energetica sostenibile")
(continua con "Res Publica: pianificazione energetica sostenibile")