Energethica: Energia etica. Fotovoltaico e Business

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Di energia e di etica si è parlato molto, ieri, 5 marzo 2009, nella giornata inaugurale di Energethica, 4° salone dell’energia rinnovabile e sostenibile.

Fra i tanti eventi collaterali previsti, ho scelto di partecipare, nella mattinata, al Convegno organizzato dal GIFI, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane (“Il FV nel 2009: prospettive di sviluppo e strumenti finanziari”) e, nel pomeriggio, a quello promosso dalla Provincia di Genova e Muvita (“Dal progetto Res Pubblica alla Rete delle Province Energeticamente Sostenibili: la pianificazione energetica”).

Dopo un’introduzione-presentazione del GIFI, rivelatasi una pedissequa e noiosa lettura delle slides, sulla quale meglio stendere un…sorvolare, il convegno ha cominciato a farsi interessante con l’intervento di Massimo Marengo, socio del GIFI, che ha illustrato il mercato del fotovoltaico in Italia, tracciando le linee principali della differenza fra il vecchio ed il nuovo conto energia, e comparando i ben diversi risultati che l’uno (non) ha dato e l’altro sta dando…
Si sono susseguiti i dati relativi alla potenza installata e alla suddivisione per tipologia d’impianto, quelli “previsionali” (forse un po’ troppo ottimistici, se non spiegati nel dettaglio, come emerso nel corso del successivo acceso dibattito) e quelli concernenti la distribuzione geografica (che vede, per il momento, il nord stranamente in testa alla classifica……anche se una spiegazione, questo "insolito" fenomeno, ce l’ha, come illustrato dal successivo relatore, l’istrionico – nella sua accezione positiva – Arch. Gianluca Bertolino.

Quest’ultimo ha illustrato, con verve e doti da oratore, la progettazione di un impianto e la preparazione di un capitolato bancabile, sottolineando – senza peli sulla lingua, a tratti anche piacevolmente velenosa – che sì, il fotovoltaico è etico, ma il vero motore dell’attuale spinta verso questo tipo di energia pulita è dato dal business...e lanciando, per questo, una provocazione: il FV è un investimento (non una spesa) decisamente migliore del tradizionale “BOT” (et similia…). Le banche, nonostante l’evidenza, sono quantomeno prudenti  e presentanto ai clienti le difficoltà connesse con il fotovoltaico: la mancanza di silicio, il suo elevato prezzo, i difetti degli inverter piuttosto che la crisi economica, o le autorizzazioni che mancano, o la burocrazia imperante, o….

Insomma, attraverso le richieste di garanzie troppo alte, le banche frenano, di fatto, secondo Bertolino, questo investimento….ecco perché in Lombardia la potenza installata di energia fotovoltaica è maggiore che in Puglia: perché non si trova un pannello che sia uno che non sia sui tetti delle abitazioni familiari. Lì, infatti, le procedure per ottenere i finanziamenti dalla banche – ancora legate al vecchio concetto dell’ipoteca… – sono semplici, e non si discostano sostanzialmente dalle regole bancarie consuete…
Questo sicuramente spiega perché mancano impianti a terra con potenze superiori al MW in Puglia (ma anche in Lombardia, se solo per questo….), ma non spiega, al contrario, come mai allora anche in Puglia non ci sia lo stesso sviluppo di piccolo fotovoltaico che c’è al nord…..

L’interessante, e a tratti anche divertente, intervento, è proseguito con un monito: installare moduli fotovoltaici non è facile, sia per le lentezze italico-burocratiche , ma anche e soprattutto per la troppa faciloneria e pressappochismo di troppi improvvisati installatori, capaci, più spesso di quanto non si possa immaginare, di posizionare i pannelli a nord, o in luoghi “appositamente ombreggiati” (in seguito alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico, qualcuno ha pensato bene di “recintarlo” con pali della luce, per “proteggerlo la notte”, illuminandolo, con ovvie – o forse no, visto che qualcuno lo fa... – conseguenze sul rendimento finale dell’impianto…), o non adeguatamente ancorati…
Insomma, un non sense che dimostra che il FV è bene (anche dal punto di vista ambientale, sottolinea ancora una volta il nostro simpatico Architetto…), ma occorre rivolgersi a aziende competenti.

È seguita una seria e dettagliata analisi della misura della rendita di un pannello fotovoltaico che, lungi dal magnificare fantasmagorici quanto impossibili rendimenti vicini al 100%, ha illustrato come ogni singolo componente è in grado di abbassare il risultato finale, mostrando, alla fine, che, in condizioni ottimali, la quota raggiungibile di efficienza si aggira intorno al 75, 3% (con risultati diversi, in termini di potenza “erogata”, a Parma, Roma e Bari…per ovvi motivi di irraggiamento che, si dirà dopo, nel prosieguo della mattinata, potrebbe anche essere fatto oggetto di richiesta di garanzia da parte delle banche…..).

Prima di concludere, l’arch. Bertolino ha fatto un cenno al drammatico (perché troppo, troppo precoce…) problema della nascita del PV CYCLE, l’Associazione Europea per il Recupero dei Moduli Fotovoltaici, che stima, pensate un po’, di cominciare a recuperare materiale già a partire dal prossimo anno…come a dire che la qualità del materiale in circolazione è pessima…considerate che la durata del conto energia è di vent’anni.

Comunque, conclude Bertolino, se c’è un capitolato inattaccabile, perché costruito a regola d’arte, un impianto fotovoltaico diventa, di fatto, come un assegno circolare, e il trading porta inevitabilmente a prezzi maggiorati, dovuti anche alla “storicità”, che rende il valore reale di un impianto molto più vicino a quanto previsto nel business plan

Dopo la pausa caffè, è iniziato un altro interessante intervento: quello dell’Ing. Carlo Buonfrate, che ha illustrato le politiche della banca che rappresenta, e delineando le modalità di finanziamento degli impianti fotovoltaici…

Il dibattito che ne è seguito è stato molto interessante, non solo perché ho notato, con molto piacere, competenze non solo tecniche da parte degli imprenditori presenti, ma perché ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti che, se limitati da disquisizioni teoriche, o da propagande di dati incontestabili, ma forse un po’ “drogati” e semplicisticamente ottimistici, rischiano di alterare la percezione della realtà…con i rischi annessi e connessi……

Ma di questo parlerò la prossima volta…



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Anonimo
10 aprile 2009 alle ore 00:00

Bè, devo dire la verità, istrionico non mi avevano ancora chiamato, ma vista la positività con cui mi descrive, non posso fare altro che ringraziarla e farle i complimenti per il sito, veramente ricco e interessante.
Un caro saluto.
Gianluca Bertolino

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