Google, motore di ricerca, e Google News, aggregatore di notizie, stanno modificando il modo con cui ci approvvigioniamo di notizie dal web, quindi anche il nostro rapporto con informazione e comunicazione ambientale.
Il nostro bisogno di sintesi si sposa con le capacità di questi strumenti di selezionare le notizie che più ci interessano, facendole emergere dal resto dell’informazione.
Chi immette contenuti sul web deve pertanto conoscerne il funzionamento se vuole raggiungere il suo target di lettori.
Allo stato attuale, noi Cittadini – Utenti non padroneggiamo ancora la terminologia e facciamo fatica a muoverci tra le fonti istituzionali di informazioni.
Volevo trovare delle informazioni aggiornate circa lo stato dei rifiuti in Abruzzo…beh ci ho messo mezz’ora per soddisfare le mie esigenze e trovare quello che cercavo.
Non esiste ancora un sostrato consolidato di documenti “informativi”: si oscilla tra il livello dell’informazione istituzionale - spesso per addetti ai lavori - ai comitati di denuncia - spesso politicizzati e comunque non neutrali.
Chi vuole semplicemente informarsi, prendere atto dello stato delle cose, per esmpio sapere se nel posto in cui andrà a vivere sono in progetto delle discariche, fa ancora fatica a cercare le informazioni.
Perché? Perché di ambiente faceva comodo non parlare, non diffondere le notizie e le informazioni. Chi fa comunicazione ambientale allora ha il dovere di padroneggiare un mezzo come il web.
Lo spunto per questa riflessione mi è venuto dalla lettura di un articolo di Green Report che tratta appunto delle minacce e delle opportunità di uno strumento come Google News per l’informazione ambientale.
Quando la televisione ha fatto irruzione nelle nostre vite, i produttori e gli autori di programmi hanno imparato a conoscere il mezzo ed in particolare l’estrema necessità di sintesi richiesta dalla televisione. Oggi, nessun giornalista, che abbia dimestichezza sia con la carta stampata che con la TV, penserebbe di dare una notizia allo stesso modo su entrambi i mezzi!
Col web mi sembra invece che si faccia ancora fatica ad accettarlo: Internet è un mezzo di comunicazione che ha poco a che fare con i precedenti pur avendo delle caratteristiche che in un certo senso ce li ricordano: l’effetto virale con cui le notizie si diffondono nella rete richiama l’antico passa parola, che si diffondeva grazie a viaggiatori e mercanti; le notizie possono essere diffuse tanto nel formato testuale, che ricorda la carta stampata, che per immagini: sul web è possibile fruire di video e filmati.
Tuttavia, tante sono le diversità e una è, a mio parere, quella fondamentale, con la quale molti non si raccapezzano: internet ridefinisce il concetto di fonte di notizia e di esclusiva.
Sul web, non solo su Google, la notizia battuta da una sola fonte in esclusiva rischia di passare inosservata se non viene ripresa a stretto giro da altre fonti.
Grado di reputazione e affidabilità della fonte (ossia numero e qualità dei link verso tale fonte) e livello di diffusione del contenuto sono i fattori che regolano il traffico delle notizie su web, che decidono quanti utenti leggeranno quella notizia.
Sono d’accordo sul fatto che gli algoritmi sono perfettibili e credo che nel futuro gli aggregatori di notizie saranno sempre più in grado di selezionare, tra le informazioni più pertinenti alle nostre ricerche, quelle provenienti dalle fonti più autorevoli.
Nel frattempo, c’è un grande mercato semi-inesplorato davanti a noi.
Enormi possibilità di diffondere contenuti e di ricavare introiti pubblicitari.
Per l’informazione ambientale ciò vale in misura ancora maggiore, sia per quanto riguarda il mezzo, il web, sia per gli stili ed i linguaggi di comunicazione.
Le tematiche ambientali stanno invadendo molti aspetti del nostro stile di vita: prodotti biologici, comportamenti ecosostenibili, economia ambientale sono tutti nuovi domini di linguaggio da esplorare.
Ma per portare utenti unici sui nostri siti dobbiamo conoscere Google e come vanno le cose nel web, facendo tutto quello che è in nostro potere per ottimizzare i nostri contenuti e le strutture dei nostri siti, ricordando sempre che la ricerca di informazioni sul web segue dinamiche sue proprie.
Entrare a far parte della lista dei preferiti – o dei segnalibri di Google – di un utente, non è più un processo così scontato, ma un obiettivo da raggiungere.
Tra noi e i nostri utenti da fidelizzare ci saranno sempre filtri di ricerca, non dimentichiamolo mai ed anzi impariamo a sfruttarli a nostro vantaggio. Pretendiamo, da chi diffonde i contenuti originali prodotti da noi, di citare e meglio ancora linkare la fonte cui si ispirano; chiediamo loro di rielaborare il nostro contenuto, e non di duplicarlo semplicemente: questo farà si che l’originalità dei contenuti da noi prodotti sia tutelata e che l’utente potrà, anche dopo un certo numero di link di rimando, di notizie riprese da altri, risalire alla fonte che ha diffuso la notizia.
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