Con un comunicato stampa del 14 agosto 2008, l’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha portato a conoscenza i risultati dell’indagine conclusiva sui rifiuti riciclabili da imballaggio raccolti sul suolo pubblico.
Rifiuti che “sono una risorsa economica che i Comuni italiani non riescono a sfruttare e che potrebbe invece, con un opportuno ricorso al mercato, garantire ai cittadini un servizio di raccolta migliore e tariffe più basse”.
Nelle quasi 100 pagine di documento – si legge nel comunicato stampa –
l’Autorità fa il punto su un settore che è stato interessato da continue modifiche del quadro normativo e dal ricorso, in molte aree del Paese, soprattutto al Sud, alle gestioni emergenziali: due fattori che hanno ostacolato una corretta organizzazione delle attività di recupero di prodotti che, all’origine, valgono 25 miliardi di euro, e che hanno influito negativamente sul livello di concorrenza del settore.
Per superare una situazione che si traduce in un aumento dei costi a carico degli utenti, l’Autorità ha proposto una serie di correttivi:
1) Negoziazione diretta enti locali-industrie del riciclaggio
Molti dei rifiuti interessati dalla Convenzione fra ANCI e CONAI (in particolare vetro e carta) hanno un valore economico: per questo i Comuni, mantenendo un ruolo di sussidiarietà del Conai, andrebbero posti nelle condizioni di poter direttamente negoziare la vendita dei prodotti da riciclare con le imprese che operano nel settore del recupero.
2) Riduzione dell’area di ‘riserva’ dei Consorzi
L’indagine ha appurato che molti Comuni, attraverso la prassi della c.d. assimilazione, hanno indirettamente contribuito all’estensione delle attività del sistema consortile (finalizzato dalla legge a sostenere la raccolta dei rifiuti affidati dai cittadini alla raccolta su suolo pubblico) anche ai rifiuti speciali prodotti da imprese artigiani e commerciali.
Si tratta di una scelta che riduce ulteriormente il grado di concorrenza del settore, sottraendo al mercato una quota di prodotti che dovrebbe invece essere lasciata al rapporto diretto tra chi produce il rifiuto e le imprese di smaltimento.
3) Affidamento dei servizi con modalità trasparenti
L’Antitrust evidenzia il ricorso, da parte dei Comuni, ad affidamenti diretti dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con applicazione distorte della modalità c.d. in house o del partenariato pubblico-privato, ad imprese ex municipalizzate partecipate dai medesimi enti.
4) Revisione del sistema consortile
Il c.d. sistema CONAI ha costituito una risposta efficace alle prime necessità organizzative di numerose industrie poste di fronte al principio legislativo di matrice comunitaria “chi inquina paga”.
Tuttavia, a distanza di più di dieci anni, sottolinea l’AGCM, è necessario rivederne l’impianto organizzativo e le attività consortili, per rispettare meglio i principi di trasparenza e promozione della concorrenza.
5) Ripensare il sistema del contributo ambientale Conai
Il contributo ambientale Conai, versato dai produttori di materiali da imballaggio, viene fissato dal Conai a livello nazionale per ciascuna filiera di materali riciclabili ed è la principale fonte di finanziamento degli enti locali.
Per rendere il sistema di determinazione del contributo più trasparente l’Antitrust ritiene che sarebbe opportuno coinvolgere soggetti istituzionali con posizione di terzietà (in funzione di garanzia del miglior funzionamento), oltre a prevedere un sistema che valorizzi l’efficienza dei diversi consorzi, in base alle effettive quantità e qualità di rifiuti di imballaggio recuperati o riciclati.
6) Consentire attività in concorrenza a quelle dei consorzi di filiera
L’Antitrust segnala la necessità di ritornare a un disegno del settore più conforme ai principi della concorrenza, capace di migliori performance in termini di raccolta e valorizzazione dei materiali.
Il riferimento è alle modifiche al Testo Unico Ambientale contenute nel D.Lgs n. 4 del 2008, con il quale l’originaria possibilità riconosciuta ai produttori di imballaggi di costituire consorzi, in alternativa a quelli del sistema Conai, per adempiere ai propri obblighi di recupero, è stata abolita.
7) Ricorrere alla aste per assegnare i materiali raccolti
L’Antitrust segnala alcune criticità nei rapporti tra i consorzi di filiera e le imprese che recuperano e riciclano la raccolta per nuove produzioni.
Ad alcuni consorzi, e in particolare a quelli della carta e del vetro, le imprese hanno contestato modalità non trasparenti di assegnazione dei materiali.
L’Antitrust segnala, come alternativa concorrenziale alle modalità attuali, la soluzione adottata dal consorzio della plastica, che per l’assegnazione dei rifiuti da imballaggi di propria competenza provvede a mezzo di aste.
In questo modo, ferma restando la necessità di organizzare le aste in maniera efficiente e non pregiudizievole per le politiche di approvvigionamento delle imprese interessate, verrebbero evitate le opacità riscontrate nelle assegnazioni e i negativi effetti di condizionamento della disponibilità degli input produttivi, oltre a consentire una miglior valorizzazione della materia prima secondaria.
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