Sul Sole 24 ore di martedì 17 giugno 2008 sono usciti due interessanti articoli che parlano di, ma soprattutto cercano di spiegare il (riuscendoci, a mio avviso), nucleare.
Lasciando per una volta da parte gli isterismi di chi, per un motivo o per l’altro, per una bandiera piuttosto che per un’altra, si pone pro o contro tale opzione energetica, senza peraltro conoscere, almeno in parte, le problematiche sottostanti.
Il punto focale, secondo me, è proprio questo: al di là delle convinzioni di ognuno di noi, indiscutibili dal punto di vista della loro legittimità, sarebbe opportuno che le stesse fossero ("tuttavia"...) suffragate da un minimo di conoscenza, di informazione, a riguardo.
I sordi isterismi, cui facevo riferimento prima, non servono, in ogni caso, a fare il punto della situazione, né ad aiutare un dialogo costruttivo fra posizioni contrapposte: informarsi, prima di parlare (e immolare e immolarsi a questa soluzione piuttosto che a quella), è indispensabile per capire e poter essere più consapevoli delle proprie scelte, in totale indipendenza.
Altrimenti tutto si riduce a tifo da stadio...
Per questo motivo ho trovato i due articoli interessanti: cercano di delineare un quadro delle futuribili scelte energetico-ambientali scevro da fronzoli…
Ognuno, come è giusto che sia, abbia le proprie idee e opinioni in merito: purchè siano consapevoli, frutto, cioè, di un’informazione accurata ed indipendente dai preconcetti (spesso pretestuosi) che sono disseminati sul “percorso”…
Di seguito riporto stralci di uno dei due articoli, a firma di Enrico Lorenzini, Ordinario di Gestione dell’energia dell’Università di Bologna.
“È terribile: da parte di molti si vuole raccogliere la coda di questo nucleare morente, ma poi gli stessi si confondono tra terza e quarta generazione, e già poiché è necessario dire quale "terza" o quale "quarta", perché si ha a che fare con termini non univoci.
Molti di noi lavorarono direttamente o indirettamente per la realizzazione della centrale a neutroni veloci Superphénix di Creys-Melville, enorme passo in avanti per lo sviluppo del nucleare, ma la sicurezza dell'impianto ahimè non offriva e non offre reali garanzie o certezze.
[…]
Si sta ora accendendo un dibattito sul nucleare, caratterizzato da grande confusione tecnica.
- Ermete Realacci sul Sole 24 Ore del 23 maggio dice che questo nuovo indirizzo è una scelta ideologica. Purtroppo non credo sia nel vero, queste scelte non sono mai ideologiche, ma economiche, purtroppo senza una base, a mio avviso, di reale studio scientifico - tecnico e di conoscenza.
- Addirittura Alfonso Urso dice (Il Sole 24 Ore del 25 maggio) che «i tempi sono maturi per la scelta responsabile del nucleare, come dimostrano le reazioni positive delle forze produttive e sociali e della stessa Chiesa cattolica (!)». Non sapevo che l'undicesimo comandamento o l'ultima enciclica, fosse "fare il nucleare"!, ma rimaniamo seri. (mi permetto di sottolineare la lucida ironia delle parole di Lorenzini...)
- E Casini tuona: «Ritorno immediato al nucleare».
Che cosa significa ciò? Semplicemente che si vuole il nucleare, comunque e qualunque.
Afferma Scajola: il primo impegno è il rilancio (??) del nucleare di IV generazione, ed entro il 2013 (Il Sole 24 Ore del 23 maggio).
L'AD confermato di Enel Conti (Il Sole del 25 maggio) gli fa eco: «quattro anni per quattro centrali di terza generazione evoluta che potrebbero entrare in funzione già intorno al 2016 per fornire almeno il 10% dell'elettricità necessaria all'Italia».
Se almeno Conti che è un tecnico ci dicesse a che cosa si riferisce il 10% sarebbe bello (cioè energia di picco, media, minima).
Poi aggiunge sempre Conti: «bollette elettriche più tenui del 20%...».
Con quattro centrali dal 2016? Basta fare delle percentuali e l'affermazione si commenta da sé.
In realtà le centrali di terza generazione sono superate e bisogna prevederne la sostituzione e ringraziamo Dio che non ci troviamo anche tutti i problemi di questo nucleare.
Ciò lo dice il nuclearista Garwin, padre assieme a Teller della bomba a idrogeno.
Infatti il problema è la gestione delle scorie, il decommissing e il ciclo del combustibile tutto, che noi in Italia non siamo in grado di gestire.
Tutti costi che non vengono seriamente considerati e valutati.
È questo il nucleare che si vuole?
O si vuole il nucleare di quarta generazione?
Ma che cosa è?”
Lorenzini conclude elencando sinteticamente i punti fondamentali che deve soddisfare un reattore nucleare di quarta generazione:
1. nessuna emissione inquinante in atmosfera;
2. vita media a lungo termine (20 anni di funzionamento ininterrotto);
3. elevata efficienza di consumo del combustibile;
4. minimizzazione delle scorie nucleari radioattive;
5. eliminazione della necessità di prevedere un piano di emergenza in caso di incidente e quindi una intrinseca sicurezza nucleare. Ciò riguarda sia la sede del reattore, sia il trasporto del materiale nucleare, il suo uso e immagazzinamento.
6. Non venga dato luogo alla proliferazione nucleare di uso militare.
7. Essere economicamente vantaggioso rispetto alle altre fonti di energia elettrica.
In conclusione il processo è tutto da riavviare, ma senza fabulatori, bensì con esperti veri e indipendenti.
Per leggere l’articolo completo, clicca qui
Foto
Lasciando per una volta da parte gli isterismi di chi, per un motivo o per l’altro, per una bandiera piuttosto che per un’altra, si pone pro o contro tale opzione energetica, senza peraltro conoscere, almeno in parte, le problematiche sottostanti.
Il punto focale, secondo me, è proprio questo: al di là delle convinzioni di ognuno di noi, indiscutibili dal punto di vista della loro legittimità, sarebbe opportuno che le stesse fossero ("tuttavia"...) suffragate da un minimo di conoscenza, di informazione, a riguardo.
I sordi isterismi, cui facevo riferimento prima, non servono, in ogni caso, a fare il punto della situazione, né ad aiutare un dialogo costruttivo fra posizioni contrapposte: informarsi, prima di parlare (e immolare e immolarsi a questa soluzione piuttosto che a quella), è indispensabile per capire e poter essere più consapevoli delle proprie scelte, in totale indipendenza.
Altrimenti tutto si riduce a tifo da stadio...
Per questo motivo ho trovato i due articoli interessanti: cercano di delineare un quadro delle futuribili scelte energetico-ambientali scevro da fronzoli…
Ognuno, come è giusto che sia, abbia le proprie idee e opinioni in merito: purchè siano consapevoli, frutto, cioè, di un’informazione accurata ed indipendente dai preconcetti (spesso pretestuosi) che sono disseminati sul “percorso”…
Di seguito riporto stralci di uno dei due articoli, a firma di Enrico Lorenzini, Ordinario di Gestione dell’energia dell’Università di Bologna.
“È terribile: da parte di molti si vuole raccogliere la coda di questo nucleare morente, ma poi gli stessi si confondono tra terza e quarta generazione, e già poiché è necessario dire quale "terza" o quale "quarta", perché si ha a che fare con termini non univoci.
Molti di noi lavorarono direttamente o indirettamente per la realizzazione della centrale a neutroni veloci Superphénix di Creys-Melville, enorme passo in avanti per lo sviluppo del nucleare, ma la sicurezza dell'impianto ahimè non offriva e non offre reali garanzie o certezze.
[…]
Si sta ora accendendo un dibattito sul nucleare, caratterizzato da grande confusione tecnica.
- Ermete Realacci sul Sole 24 Ore del 23 maggio dice che questo nuovo indirizzo è una scelta ideologica. Purtroppo non credo sia nel vero, queste scelte non sono mai ideologiche, ma economiche, purtroppo senza una base, a mio avviso, di reale studio scientifico - tecnico e di conoscenza.
- Addirittura Alfonso Urso dice (Il Sole 24 Ore del 25 maggio) che «i tempi sono maturi per la scelta responsabile del nucleare, come dimostrano le reazioni positive delle forze produttive e sociali e della stessa Chiesa cattolica (!)». Non sapevo che l'undicesimo comandamento o l'ultima enciclica, fosse "fare il nucleare"!, ma rimaniamo seri. (mi permetto di sottolineare la lucida ironia delle parole di Lorenzini...)
- E Casini tuona: «Ritorno immediato al nucleare».
Che cosa significa ciò? Semplicemente che si vuole il nucleare, comunque e qualunque.
Afferma Scajola: il primo impegno è il rilancio (??) del nucleare di IV generazione, ed entro il 2013 (Il Sole 24 Ore del 23 maggio).
L'AD confermato di Enel Conti (Il Sole del 25 maggio) gli fa eco: «quattro anni per quattro centrali di terza generazione evoluta che potrebbero entrare in funzione già intorno al 2016 per fornire almeno il 10% dell'elettricità necessaria all'Italia».
Se almeno Conti che è un tecnico ci dicesse a che cosa si riferisce il 10% sarebbe bello (cioè energia di picco, media, minima).
Poi aggiunge sempre Conti: «bollette elettriche più tenui del 20%...».
Con quattro centrali dal 2016? Basta fare delle percentuali e l'affermazione si commenta da sé.
In realtà le centrali di terza generazione sono superate e bisogna prevederne la sostituzione e ringraziamo Dio che non ci troviamo anche tutti i problemi di questo nucleare.
Ciò lo dice il nuclearista Garwin, padre assieme a Teller della bomba a idrogeno.
Infatti il problema è la gestione delle scorie, il decommissing e il ciclo del combustibile tutto, che noi in Italia non siamo in grado di gestire.
Tutti costi che non vengono seriamente considerati e valutati.
È questo il nucleare che si vuole?
O si vuole il nucleare di quarta generazione?
Ma che cosa è?”
Lorenzini conclude elencando sinteticamente i punti fondamentali che deve soddisfare un reattore nucleare di quarta generazione:
1. nessuna emissione inquinante in atmosfera;
2. vita media a lungo termine (20 anni di funzionamento ininterrotto);
3. elevata efficienza di consumo del combustibile;
4. minimizzazione delle scorie nucleari radioattive;
5. eliminazione della necessità di prevedere un piano di emergenza in caso di incidente e quindi una intrinseca sicurezza nucleare. Ciò riguarda sia la sede del reattore, sia il trasporto del materiale nucleare, il suo uso e immagazzinamento.
6. Non venga dato luogo alla proliferazione nucleare di uso militare.
7. Essere economicamente vantaggioso rispetto alle altre fonti di energia elettrica.
In conclusione il processo è tutto da riavviare, ma senza fabulatori, bensì con esperti veri e indipendenti.
Per leggere l’articolo completo, clicca qui
Foto