Questo articolo prende le mosse da una notizia riportata sul sito Quale Energia, dal titolo "Se l'eternit a scuola è meglio di un impianto fotovoltaico", di Lorenzo Misuraca, relativa al diniego, da parte di una Soprintendenza, dell'autorizzazione all'installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto di una scuola costruita negli anni '60, che avrebbe costituito l'occasione per la rimozione dei pannelli in eternit presenti sul tetto dell'edificio stesso. Per di più, la ditta installatrice avrebbe effettuato la costosa bonifica a costo zero, sia per la scuola che per il Comune.
No, non è una boutade: "È successo a Robbiate, in provincia di Lecco, dove l'idea avanzata dall'amministrazione comunale è stata bloccata per motivi paesaggistici. Abbiamo chiesto maggiori dettagli direttamente al Comune. Dall'ufficio tecnico ci spiegano: “Le scuole elementare e media di Robbiate hanno una copertura in amianto. Avevamo trovato un professionista del settore in grado di rimuovere le lastre e sostituirle con pannelli fotovoltaici". "La sostituzione con energia rinnovabile delle vecchie coperture in Eternit prevede infatti, secondo il quarto conto energia, un premio, aggiuntivo alla tariffa incentivante, di 5 centesimi al kWh prodotto (con il quinto conto energia probabilmente scenderà a 3 cent/kWh, ma sarà cumulabile con l'incentivo al fotovoltaico con tecnologia made in Europe)".
La rimozione delle coperture in amianto è una questione seria e spinosa, che riguarda potenzialmente tutti i cittadini e le imprese che vivono e lavorano in edifici rivestiti di pannelli in eternit. Sopra, riporto una pagina della e - newsletter Torino Ambiente, edita dalla Camera di Commercio di Torino, nella quale viene riassunto in modo chiaro quali sono le cose da fare nel caso si possieda un tetto con copertura in amianto.
Il primo passo è quello di attivarsi per farne valutare dalle autorità competenti lo stato di conservazione e la nocività: solo se quest'ultima viene riscontrata allora scatta l'obbligo di rimozione. In ogni caso, nelle situazioni più controverse, come per esempio nel caso dell'esistenza di vincoli paesaggistici, che possono di fatto ostacolare e rallentare il processo di smaltimento, è il caso di rivolgersi ad un giurista esperto di diritto ambientale come Andrea Quaranta, che aiuti a chiarire ed interpretare le prerogative delle autorità competenti ed individui tutti i margini possibili di manovra che le leggi italiane in materia consentono, al fine di veder rispettato il proprio diritto alla salute, e ad utilizzare pienamente gli strumenti incentivanti che l'ordinamento mette a disposizione.
Il primo passo è quello di attivarsi per farne valutare dalle autorità competenti lo stato di conservazione e la nocività: solo se quest'ultima viene riscontrata allora scatta l'obbligo di rimozione. In ogni caso, nelle situazioni più controverse, come per esempio nel caso dell'esistenza di vincoli paesaggistici, che possono di fatto ostacolare e rallentare il processo di smaltimento, è il caso di rivolgersi ad un giurista esperto di diritto ambientale come Andrea Quaranta, che aiuti a chiarire ed interpretare le prerogative delle autorità competenti ed individui tutti i margini possibili di manovra che le leggi italiane in materia consentono, al fine di veder rispettato il proprio diritto alla salute, e ad utilizzare pienamente gli strumenti incentivanti che l'ordinamento mette a disposizione.
Lo strumento incentivante - a costo zero per lo Stato, poiché finanziato con un prelievo dalla componente A3 della bolletta - in tre anni ha permesso di smaltire quasi 13 milioni di metri quadrati di Eternit; a Robbiate inoltre la ditta addetta avrebbe ripagato il suo lavoro con il diritto a usufruire dei ricavi relativi all'impianto per vent'anni. Dopo questo tempo, i ricavi sarebbero toccati all'amministrazione comunale. Insomma, l'idea sembrava buona e avrebbe permesso al Comune di rifare il tetto della scuola bonificandolo senza il problema di dover anticipare il capitale. Ma il tutto è stato bloccato da una risposta informale della Soprintendenza: “Ci è stato detto che la richiesta sarebbe stata molto probabilmente respinta perché la scuola elementare è a un solo chilometro dall'area di visuale panoramica del territorio e la presenza dei pannelli avrebbe rovinato la vista. Quindi abbiamo dovuto rinunciarci”.
E così dalla boutade si è passati alle polemiche: i costi per lo smaltimento dell'amianto sono infatti altissimi in quanto la sola rimozione di un metro quadro di amianto costa 8-10 euro, cui si aggiunge il costo della nuova copertura da installare. Dalla provincia di Lecco si è tentato di sbloccare la situazione, ma invano. Nel frattempo, lo scorso febbraio è nato in zona il comitato cittadino di Robbiate per la rimozione dell'amianto, con l'obiettivo di aiutare tutte le persone che hanno il problema dell'amianto, attraverso la costituzione di uno sportello. Tra gli altri obiettivi, quello di ottenere convenzioni con una o più ditte, affinché i cittadini aderenti e intenzionati a rimuovere l'amianto, possano usufruire di prezzi e offerte vantaggiose. Molto probabilmente la scuola sarà costretta a foderare i pannelli presenti sul tetto con una sovra - copertura che ne possa azzerare gli effetti nocivi, ma dovrà farlo a sue spese.