I nomi con i quali vengono oggi indicate figure professionali che, a vario titolo, si possono occupare di tematiche ambientali, sono ormai moltissimi, e questo disorienta sia chi ricerca tali figure per proprio conto, sia coloro che conducono la ricerca per imprese e clienti terzi, come le agenzie di lavoro.
I motivi sono presto detti: le competenze dei vari "green experts" si stanno formando ora, in tempo reale, sulla base delle necessità all'interno di organizzazioni ed imprese, e molti sono i professionisti che, in tempi di crisi, si buttano nella mischia dei green jobs attaccando il prefisso "eco" alle loro qualifiche: ed è così che spuntano come funghi eco-ingegneri, eco-avvocati, eco-architetti e quant'altro.
In questo mare magnum si rischia di perdere l'orientamento: non esistono al momento dei percorsi formativi istituzionalizzati per tali diverse figure professionali e non potrebbero certo esistere perché derivano da un'esigenza troppo recente per essere incanalata in percorsi determinati. Oggi dunque è soltanto il possesso di una formazione ulteriore e specialistica, come per esempio un master post lauream, che può costituire un titolo reale per vantare una specializzazione in campo ambientale.
In altri termini, per scegliere il proprio consulente ambientale (che sia un profilo giuridico, piuttosto che tecnico, o di altro tipo), è quanto mai necessario leggere attentamente i curricula dei candidati: le esperienze professionali pregresse e, soprattutto, la partecipazione a corsi di formazione, master specialistici e la redazione di articoli scientifici nelle diverse materie ambientali (dall'energia, ai rifiuti, alle acque, all'edilizia) sono in grado di indicare il possesso di una reale competenza.
In tempi di crisi, sembra proprio che le professioni ambientali abbiano inoltre "connotati anticiclici", anche per una domanda che ha tratto linfa vitale dagli incentivi alle rinnovabili di questi ultimi anni. Per cui, in antitesi con quanto accade per altri settori, vengono avvantaggiati i più giovani rispetto ai professionisti con attività più consolidate, perché il percorso di arricchimento formativo risale per forza di cose a tempi più recenti. Inoltre, la difficoltà di reperire figure in linea con le proprie esigenze, dovrebbe - teoricamente - aumentare il potere contrattuale dei green experts, ma qui ci avventuriamo in considerazioni difficilmente verificabili.
Comunque, l'improvvisa espansione del corpus normativo connesso con l'energia, la schizofrenia con cui viene periodicamente aggiornato o stravolto, e la parallela velocità dell'innovazione tecnologica, rendono di fatto questo settore più nelle corde di figure giovani.
Fra le figure professionali sulle quali l'attenzione delle imprese è al momento più concentrata vi sono: l'eco-avvocato o giurista ambientale, l'energy manager, che si occupa di tutto ciò che concerne il risparmio energetico in azienda vista la crescente esigenza di abbattere i costi fissi. e l'environmental manager, colui che supervisiona al rispetto delle normative ambientali all'interno delle organizzazioni. Sembrerebbe un doppione dell'energy manager. Ma non lo è. Perché si preoccupa anche della formazione continua dello staff. Questa figura, che unisce competenze tecnico-giuridiche, è quanto mai importante in vista del progressivo inasprimento delle sanzioni per le imprese deficitarie in materia di prevenzione dei rischi nei processi produttivi, sicurezza sul lavoro e responsabilità d'impresa.
Non dimentichiamo poi il mobility manager, figura chiave all'interno delle città per la gestione delle arterie del traffico, nell'ottica di uno snellimento del traffico stesso, cui consegue un risparmio in termini di emissioni inquinanti, di tempi per gli spostamenti, per non parlare dei benefici in termini di produttività del lavoro e qualità della vita!
Nell'immediato futuro inoltre saranno quanto mai preziose le competenze degli esperti di reti energetiche, in vista della progressiva integrazione e modernizzazione delle reti energetiche del Paese, processo imprescindibile affinché la quantità crescente di energia da fonte rinnovabile immessa in rete sia realmente fruibile da tutti così come, per lunghi decenni, lo è stata quella prodotta dalle fonti fossili.