Su TuttoGreen, il portale con le guide pratiche alla green economy, potete leggere l'intervista ad Andrea Quaranta dal titolo Green Job: il Giurista Ambientale.
Cos'è un giurista ambientale? Come lavora concretamente e come si costruisce questa competenza, così nuova ed attuale nel panorama dei green jobs? Vi sono figure simili all'estero?
Queste sono solo alcune delle domande che Tutto Green ha rivolto ad Andrea Quaranta, giurista ambientale con alle spalle 10 anni di esperienza, durante i quali il corpus normativo del diritto dell'ambiente e dell'energia è stato stravolto, ampliato, semplificato - e reso più complicato per certi versi - entrando a far parte della nostra vita quotidiana: nei discorsi, negli stili di vita, nel lavoro, nei progetti per il nostro futuro.
I fattori più innovativi insiti nella professione di giurista ambientale sono la propensione al futuro (tutelare l'ambiente e preservarlo sono forse le azioni di lungo periodo dalle ricadute più importanti per il futuro di tutti) e la filosofia di agire in via preventiva per evitare l'insorgere dei problemi: infatti, sostiene Andrea Quaranta, "Il compito più importante del giurista ambientale è quello di assistere il cliente in via preventiva: prima di sottoscrivere un contratto, prima di acquistare un terreno o un immobile, potenzialmente contaminato, prima di installare un impianto per la produzione di energia, prima di avviare un’attività produttiva. Si tratta, in sintesi, di verificare che il cliente sia in regola rispetto a quanto prescrivono le normative del diritto ambientale, allo scopo di prevenire future contestazioni.
Si tratta della ratio sottesa alla recente rivoluzione che si è compiuta in materia di responsabilità d’impresa sancita dal D.Lgs 231/2001 ma modificata quest’anno con il decreto 121/2011, che ha introdotto fra i cosiddetti “reati presupposto” anche i reati ambientali.
Così l’impresa può dotarsi di strumenti volontari di gestione ambientale, al fine di prevenire il verificarsi comportamenti in contrasto con la disciplina posta a tutela dell’ambiente ed evitare – o vedersi attenuate – le (pesanti) sanzioni pecuniarie e interdittive previste in caso di violazioni. Infatti, a causa della complessità del diritto dell’ambiente e dell’energia, spesso vengono richiesti pareri e consulenze volte a trovare la soluzione legale più conveniente per il cliente", nel rispetto delle regole e, soprattutto, dell'Ambiente.
Cos'è un giurista ambientale? Come lavora concretamente e come si costruisce questa competenza, così nuova ed attuale nel panorama dei green jobs? Vi sono figure simili all'estero?
Queste sono solo alcune delle domande che Tutto Green ha rivolto ad Andrea Quaranta, giurista ambientale con alle spalle 10 anni di esperienza, durante i quali il corpus normativo del diritto dell'ambiente e dell'energia è stato stravolto, ampliato, semplificato - e reso più complicato per certi versi - entrando a far parte della nostra vita quotidiana: nei discorsi, negli stili di vita, nel lavoro, nei progetti per il nostro futuro.
I fattori più innovativi insiti nella professione di giurista ambientale sono la propensione al futuro (tutelare l'ambiente e preservarlo sono forse le azioni di lungo periodo dalle ricadute più importanti per il futuro di tutti) e la filosofia di agire in via preventiva per evitare l'insorgere dei problemi: infatti, sostiene Andrea Quaranta, "Il compito più importante del giurista ambientale è quello di assistere il cliente in via preventiva: prima di sottoscrivere un contratto, prima di acquistare un terreno o un immobile, potenzialmente contaminato, prima di installare un impianto per la produzione di energia, prima di avviare un’attività produttiva. Si tratta, in sintesi, di verificare che il cliente sia in regola rispetto a quanto prescrivono le normative del diritto ambientale, allo scopo di prevenire future contestazioni.
Si tratta della ratio sottesa alla recente rivoluzione che si è compiuta in materia di responsabilità d’impresa sancita dal D.Lgs 231/2001 ma modificata quest’anno con il decreto 121/2011, che ha introdotto fra i cosiddetti “reati presupposto” anche i reati ambientali.
Così l’impresa può dotarsi di strumenti volontari di gestione ambientale, al fine di prevenire il verificarsi comportamenti in contrasto con la disciplina posta a tutela dell’ambiente ed evitare – o vedersi attenuate – le (pesanti) sanzioni pecuniarie e interdittive previste in caso di violazioni. Infatti, a causa della complessità del diritto dell’ambiente e dell’energia, spesso vengono richiesti pareri e consulenze volte a trovare la soluzione legale più conveniente per il cliente", nel rispetto delle regole e, soprattutto, dell'Ambiente.