Ernst & Young ha elaborato l'ultima edizione dell'indagine trimestrale "Renewable Energy Country Attractiveness Index" dedicata agli investimenti in energie rinnovabili.
A sorprendere non sono tanto i risultati della classifica, quanto le tendenze che il rapporto individua: in prima istanza, l'ingresso in classifica di un paese come la Romania, salita di 5 posti grazie alla introduzione di un meccanismo simile a quello dei nostri certificati verdi.
Anche lo stop al nucleare condiziona le preferenze degli investitori, tanto che la Germania ha guadagnato 2 punti - ritornando così al terzo posto - perché ci si aspetta che il governo investa tempi e denari nel settore delle rinnovabili.
E l'Italia? Si trova in quinta posizione, perdendo così un paio di punti rispetto alla precedente edizione dell'indice, pari merito con il Regno Unito (ebbene si, il piovoso Regno Unito). La causa della perdita di posizioni nel nostro paese è dovuta alla crisi economica generale dei paesi dell'euro ma non solo:
solo ora gli investitori cominciano a tirare sospiri di sollievo grazie alla conclusione delle travagliate vicende che dal "decreto ammazza rinnovabili" hanno portato al quarto conto energia; restiamo quinti al mondo come attrattività per gli investimenti nel solare, mentre per installazioni siamo il secondo mercato mondiale.
Nell'eolico invece il paese perde una posizione: era il sesto paese più attraente nella scorsa edizione, ora è il settimo; buono il punteggio per quel che riguarda l'attrazione di investimenti in biomasse e altre rinnovabili: siamo sesti.
Il Regno Unito va bene, grazie alla feed in tariff prevista con la riforma del mercato elettrico, ma soffre ancora di diverse incertezze, come quella nelle procedure autorizzative, che portano il paese a perdere un punto rispetto all'edizione precedente del report.
In Spagna, alla crisi si è aggiunta una stretta sugli incentivi al fotovoltaico e nel complesso il paese ha perso due punti nell'indice.
Certamente, la crisi finanziaria, le riforme dei sistemi incentivanti, i cambi nelle strategie energetiche dovuti all'abbandono di programmi nucleari hanno fatto sobbalzare più di una volta la green economy mondiale, influenzando la capacità dei vari paesi di attrarre investimenti nelle rinnovabili.
Mentre Cina e Stati Uniti, si legge nel rapporto, restano ai vertici della classifica, l' India si attesta al quarto posto, dopo la Germania.
La Cina in effetti è il paese con più investimenti nell'eolico (e nelle rinnovabili in genere), anche se attraversa qualche difficoltà dovuta al fatto che l'implementazione delle infrastrutture elettriche non sta tenendo il passo, e perché il fondo governativo per i produttori di turbine sarebbe prossimo a finire.
Gli Stati Uniti hanno avuto un secondo trimestre sottotono, perché non è ancora chiaro se il Clean Energy Standard, l'obbligo di acquisto di rinnovabili da parte delle utility voluto da Obama, riuscirà ad essere approvato, mentre altre forme di incentivi, come i finanziamenti e i prestiti agevolati per l'eolico hanno un futuro incerto.
Maggiori approfondimenti all'interno dell'articolo:
Dove conviene investire nelle rinnovabili. Il report Ernst & Young