A settembre si torna tutti a scuola, ma per farlo occorre che ogni studente si munisca del "corredo scolastico" prescritto da insegnanti e professori. L'acquisto dei libri, degli zaini, dei diari e di tutto ciò che serve comporta ogni anno per le famiglie un notevole impegno economico, da moltiplicare per il numero dei figli.
Per indicare la stangatina di settembre per le famiglie con figli in età scolastica si parla di carolibri o caro - libri.
Ogni anno, le famiglie cercano di correre ai ripari per risparmiare qualcosa, ricorrendo per esempio ai mercatini dei libri usati, oppure ai siti internet dove gli acquisti possono essere fatti direttamente on line.
Tutto normale, direte voi, anche l'annosa polemica che vede contrapposti editori e associazioni dei consumatori: i primi, rei di immettere ogni anno sul mercato nuove edizioni di testi non proprio nuovissimi, che tuttavia fanno aumentare i prezzi di copertina e rendono sempre più difficile riciclare i libri anche fra i propri figli; i secondi, che ogni anno denunciano questo fenomeno, insieme al fatto che i tetti di spesa fissati a livello ministeriale per la spesa dedicata ai testi scolastici vengono quasi sempre elusi, anche grazie alla possibilità di indicare come "testi consigliati" testi che sono in realtà da acquistare.
Eppure, qualche cosa sta cambiando, perché questo corso annuale di sopravvivenza per genitori e studenti ha acquisito un nuovo status: si parla sempre meno infatti di risparmiare sui libri scolastici e sempre più di non sprecare sui libri scolastici. Il cambiamento linguistico può apparire poco più di una boutade per enigmisti tuttavia, a mio parere, si tratta di uno dei tanti segni di una transizione evidente, da un vecchio ad un nuovo modo di intendere il rapporto tra consumatori e beni di consumo. Oggi è cool non sprecare, perché chi non spreca dimostra di avere una marcia in più rispetto a chi si lascia abbindolare dalle copertine patinate e dalle pagine intonse, con ancora l'odore di tipografia, dei libri nuovi.
Rimestando nel mio passato di studentessa liceale, ricordo perfettamente un anno in cui tutta la mia classe ebbe delle difficoltà nello studio della filosofia grazie ad un libro di testo nel quale io e miei compagni non riuscivamo davvero a orientarci. Il docente, sbarcato nella nostra scuola in quello stesso anno scolastico, si era ritrovato a fare i conti con quel testo, ostico tanto per chi doveva insegnare quanto per chi doveva apprendere.
La mia personale strategia fu quella di ripescare un vecchio testo di filosofia, relitto di ex studenti della mia famiglia, e di utilizzarlo per studiare la materia, con buona pace dei contorti percorsi didattici suggeriti dal testo nuovo di zecca.
Il risultato andò ben al di là delle mie aspettative: uno studio proficuo, con un tempo dedicato ragionevole, e con ottimi voti. Non cito per correttezza il testo in questione, ma so che costituisce una pietra miliare fra i testi didattici di filosofia, ormai da generazioni di studenti.
Vi sono altri notissimi casi per quanto riguarda i dizionari di lingue antiche, i testi di letteratura e di storia, quelli di storia dell'arte e anche di matematica e geometria.
Ovviamente, c'è bisogno di un discorso diverso per quanto concerne i testi di geografia, di biologia e in genere per tutti i testi scientifici, ambiti nei quali l'innovazione, la ricerca - e la geopolitica - generano dei cambiamenti piuttosto sostanziali, anche di anno in anno. Pensate per esempio che tra un paio di anni scolastici le cartine del nostro Paese dovranno essere ripubblicate prive delle Province (che non saremo più costretti a mandare a memoria, unico antidoto alle pessime figure quotidiane nella futura vita da adulti).
Per i genitori e gli studenti alle prese con il caro libri 2011 segnalo questo articolo, dove vengono illustrate alcune dinamiche dell'editoria e, soprattutto, forniti alcuni siti web e info su cui trovare soluzioni di risparmio o, se si vuole, soluzioni per non sprecare. Adottare queste soluzioni vi renderà più cool e anche gli alberi e l'ambiente ve ne saranno grati.