Lo "spirito di squadra" della nostra (vana)gloriosa nazionale è tutto qua: una prematura, "disonorevole", pessima (ma salutare. Almeno spero) uscita di scena dai mondiali di calcio del 201 in Sudafrica, figlia di una zerbinocrazia e di un modo tutto nostrano di concepire la vita.
Al bando i talenti, meglio i fedeli, magari anche nel nome....
Ogni tanto ci può andare bene, come quattro anni or sono, grazie alle vittorie sul filo del rasoio, grazie agli episodi.
Ma alla lunga, la mancanza di progetti, di un futuro, della voglia e della scommessa di investire sui giovani, di scommettere sui giovani (sui giovani che tirano fuori gli attributi, che hanno voglia di lottare) conduce dritti dritti ad un binario morto.
E a nulla servono le parole, le facili ricriminazioni, gli arbitri cornuti, i rigori negati, i capri espiatori, i vili calcoli matematici (se avessimo pareggiato saremmo passati.......): siamo usciti in modo più che meritato da perdenti in questo mondiale, prendiamone atto, lecchiamoci le ferite e basta.
Certo, questi non sono problemi esistenziali.
Anzi, non sono proprio dei problemi, ma sono lo specchio della nostra società, vecchia eppure immatura, arrogante e piagnona, vigliacca e divisa, un po' razzista, ma piena di stranieri nel nostro campionato.
Che più passa il tempo e più diventa un campionario: di idiozie, come quelle che il "nostro" capitano si premura di dire nei confronti di un suo concittadino, "reo" di rovinare l'immagine del nostro paese...
Allora godiamoci questo gol, che mi ricorda uno di quelli del "mio" Van Basten, fatto da un calciatore della seconda divisione svedese.
Una sorta di coperta di Linus (Hallenius), per rifarci gli occhi e credere che il coraggio, di provare, esiste.
Anche se da solo non basta.
Allora godiamoci questo gol, che mi ricorda uno di quelli del "mio" Van Basten, fatto da un calciatore della seconda divisione svedese.
Una sorta di coperta di Linus (Hallenius), per rifarci gli occhi e credere che il coraggio, di provare, esiste.
Anche se da solo non basta.
Ma non fai un po' fatica dietro quella giacca scuracon quel cappio al collo scusa non hai pietà di tee non vedi quel sorriso da campagna elettoralee che dire della tua voce coscienziosa e impersonalese a te bastano i trionfi dentro un regno di cartonea noi invece serve un senso serve un'emozioneil fatto è che come tutti tu sei spoglio sotto il sole.
Il re è nudo ma il re non lo salui cammina tra la gente e saluta sorridendoil re è nudo ma la veritàè che al re piace giocare con il suo scudo spazialeil re è nudo ma la veritàè che nessuno lo può dire a sua maestà.
Ho solo voglia di parlare non ti chiedo un'opinionee nemmeno la ragione della tua tranquillitàio vorrei rendermi conto dove guardi e cosa vedie con quei quattro resti ce la fai a montare un cuoreper favore lascia stare ti difendi dal dolore.