Critical City per una città sostenibile

0 commenti

di Naide Della Pelle

Ieri leggo su un magazine un breve servizio a proposito di un progetto, Critical City e, incuriosita, mi connetto per saperne di più. In quel momento il sito di critical city è indispo-nibile, così comincio a consultare il blog di critical city per farmi un’idea. Non è facile definire Critical City.

Diciamo che è un modo “sociale” per riappropriarsi del proprio ambiente urbano, attraverso il gioco. Ti registri sul sito e scegli una mission, una missione, tra quelle proposte: per esempio girare un video in una zona degradata della propria città, proporre una soluzione – la costruzione di una rotonda, tanto per dirne una – per superare  in questo caso un problema di traffico…

Critical city connette le persone che vivono nella stessa città e connette il virtuale al reale.
Critical City si serve della tecnologia e ti consente, documentando il buon esito della tua missione, di acquisire un punteggio, che a sua volta ti permette di ottenere il controllo di quella zona della tua città, un po’ come nel Risiko. Chi partecipa alla stessa mission si conosce e scambia sms e video, interagendo appunto in modo reale e non solo virtuale.

Il concetto di base è quello che sta dietro a grandi fenomeni come quello di You – tube: pubblico video e foto, dunque esisto.
Le conseguenze che un progetto del genere possono avere sono invece tutt’altro che prevedibili: innanzi tutto, critical city permette di dare estro alla propria creatività, sia nel senso di proporre soluzioni sostenibili a problemi della propria città, sia nel senso di utilizzare strumenti informatici per confezionare il proprio video o foto-racconto.

Critical City nasce da un gruppo di giovani bocconiani e gli ambienti urbani più coinvolti sono per ora Milano e Roma. Ma il tutto è estensibile in teoria ovunque.
Un po’ Youtube, un po’ Striscia la Notizia, ma con qualcosa in più: non pubblichi un video tanto per, non si tratta di uno sparuto gruppo di persone che segnalano un problema a Staffelli o a Capitan Ventosa…

Navigando il sito, alcune delle mission che ho trovato mi sembrano un po’ “criptiche” e sembrano solo iniziative per mettere in mostra – non è vietato, anzi ben venga in questi tempi dominati dal piattume delle chiappe televisive – la creatività degli autori.

Il blog vola più alto e rappresenta, con una serie di bei post, le mete cui critical city, il progetto di città sostenibile, dovrebbe tendere. La città sostenibile è il posto dove l’Uomo ha fatto la pace con l’Ambiente, nel senso che ha risolto – o quasi – i problemi legati ai rifiuti e magari anche quelli connessi al traffico, migliorando quindi la qualità di vita per sé e per le generazioni future.

Per esempio, nella sezione taggata rifiuti,vengono raccontate iniziative sociali che hanno dell’incredibile: in una favela brasiliana, se separi la tua spazzatura vieni ricompensato con verdura e frutta fresca; e poi il baratto dei rifiuti (la tua spazzatura per gli altri può costituire qualcosa di utile), il recupero di aree degradate, tutte iniziative nate grazie all’intelligenza e alla fantasia di amministratori illuminati, che hanno avuto successo grazie alla collaborazione della gente.
Come dicevo, uno di questi progetti riguarda la raccolta ed il riciclo dei rifiuti in una favela brasiliana: se il camion della spazzatura non riesce a infilarsi tra le strettissime stradine, circondate dagli alloggi in lamiera, sono i cittadini che portano la propria spazzatura – già separata – in punti di raccolta raggiungibili dai camion.
In cambio, si ottengono verdura e frutta fresca che sarebbero destinate al macero in quanto eccedenze di produzione.
Risolti 3 problemi: miglioramento della dieta delle fasce sociali più deboli, riciclo e raccolta dei rifiuti, favelas un po’ più pulite, dato che i rifiuti non vengono più abbandonati per strada. Incredibile. Fantastico. Sociale. Civile.

Leggendo gli articoli ti si dischiude tutto un mondo di parole e idee nuove: urban games, occasioni di gioco per uscire dall’isolamento quotidiano e interagire con gli altri divertendosi, design swap party, ossia feste in cui ci si incontra per scambiarsi gli oggetti, liberandosi da quelli che si volevano buttare e cercandone altri che ci possono essere utili, magari per creare veri e propri manufatti di design!

E’ incredibile come l’intelligenza umana, oltre che per far soldi, possa essere utilizzata per risolvere problemi quali la denutrizione, il ciclo dei rifiuti o il recupero di aree urbane degradate.

Se un progetto come quello di critical city è capace di mobilitare le persone per migliorare l’ambiente in cui vivono, beh allora forse qualche cosa può cambiare, senza aspettare che il politico di turno si faccia portatore del problema, tra una piuma e una velina…
Consiglio in particolare la lettura degli articoli taggati città sostenibile.

***
Se ti è piaciuto l'articolo, iscriviti al feed o inserisci la tua mail nel box  che trovi qui sotto, e conferma l’avvenuta iscrizione, rispondendo alla mail che riceverai sulla tua casella di posta: riceverai gratuitamente tutti gli aggiornamenti di Natura Giuridica direttamente nella tua casella di posta elettronica



Aggiornamento costante sul diritto ambientale

Inserisci la tua e-mail:


Delivered by FeedBurner