(segue da)
Altrettanto inevitabile, in questo quadro, sembra essere quanto avvenuto nell’estate del 2007:
Altrettanto inevitabile, in questo quadro, sembra essere quanto avvenuto nell’estate del 2007:
- ne “La calda estate dei veleni” (“A volte penso mi piacerebbe vivere dentro un rebus…” “Perché non è così? Non viviamo tutti dentro un rebus?”: V. Gassman e C. Deneuve in “Anima persa”), in cui si prende atto della semplicistica sottovalutazione dei problemi, e dell’amara constatazione che le soluzioni, se non si cercano, non si trovano...
- ne “Agosto: pozzo che vince, pozzo che perde” (“Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch…E’ giù, nel cortile, la povera fontana malata: che spasimo! Sentirla tossire”; A. Palazzeschi) viene sottolineato che “nella bruttissima storia era coinvolta tutta la migliore politica nostrana, che cercò fino all’ultimo di darla a bere all’opinione pubblica, continuando a rassicurare i cittadini, continuando nei proclami di apertura dei pozzi e di potabilità dell’acqua…come se anche questa volta si fosse trattato della solita campagna elettorale nella quale bisognava convincere persone a credere alle solite promesse”.
Una politica messa sotto accusa, una “casta rurale, spesso bucolica e rozza nelle sue forme più comuni”, invischiata anche nelle altre piaghe di “ordinaria ruberia” (le truffe e le tangenti di Fira, Montesilvano e Pescara), che, peraltro, sembravano più lievi e avevano il “pregio” di “rubare soltanto, senza avvelenare”…
Ulteriore aggravante: “Gli enti sapevano: la scandalo nello scandalo” (“Anche i fiori piangono, e ci sono stupidi che pensano sia rugiada”; J. Morrison): “segreti velenosi resi possibili solo grazie alla totale schermatura degli enti pubblici, che a dispregio delle leggi hanno deciso di non mettere in pratica nessuna forma di trasparenza. Una blindatura di fatti e notizie custoditi dalla casta degli eletti”.
In uno strano gioco di botta e risposta, di documenti (allegati al libro), di affermazioni e di negazioni, viene sottolineata la mancanza di dialogo, o forse la scarsa comprensione delle carte tra i vari enti nei diversi passaggi…
E così, dopo l’estate dei caldi veleni arriva l’“Autunno a secco: Scatta la chiusura dei pozzi” (“La nazione che distrugge il suo suolo distrugge se stessa”; F. D. Roosvelt).
Le manovre compensative previste dall’ATO non sono in grado di evitare disagi, ma ciò nonostante continuano i messaggi rassicuranti.
Del resto, siamo abituati ad un Governo che, nonostante la realtà, continua imperterrito a comunicare, anche con una certa “bravura”, messaggi non veritieri…
Nell’autunno senza acqua, il clima politico fra gli enti con competenze sull’acqua, già infuocato di suo, viene alimentato dalla polemica sull’escavazione dei famosi pozzi all’interno di un parcheggio, attraverso “scelte irresponsabili”, mentre, nel frattempo, emerge un quadro dei danni economici e di immagine a macchia di leopardo, “con disagi distribuiti su tutto il territorio ma con differenze notevoli anche fra aziende confinanti”.
Fra inviti alle società di gestione del ciclo idrico integrato per una maggiore efficienza, trasparenza e responsabilità, e appelli alla popolazione a “non allentare il controllo democratico sull’evolversi della vicenda”, spunta anche una “commuovente” proposta di azzeramento delle indennità di carica per le presenze dei Consigli di Amministrazione, “per innovare e dare un segnale forte del cambiamento alla gente”.
Intanto, a novembre arrivano quattro commissari straordinari, “una squadra che darà una credibilità al sistema idrico abruzzese”…
Ma, passato l’inverno, le indagini si concludono e… “È primavera, spuntano 33 avvisi di garanzia” (“C’è un temporale in arrivo. C’è un temporale in arrivo senti l’elettricità. C’è un temporale in arrivo sulla mia città”, L. Jovanotti”).
Il PM Aceto ricostruisce ciò che i vertici ACA e ATO sapevano, ma tacquero.
Un’altra volta in ossequio alla "regola non scritta" che recita "Acqua in bocca", diktat di una casta politica che fa acqua da tutte le parti...
Emerge un mondo parallelo, che si muoveva in tutta tranquillità per coprire i problemi reali, mentre un’intera regione, per un’estate intera, ha continuato a gridare allo scandalo.
Mentre chi di dovere dava letture consapevolmente riduttive del fenomeno dell’inquinamento, effettuava controlli attraverso laboratori più (o meno) compiacenti, manipolava dati, optava per scelte tampone “valide solo per tamponare situazioni provvisorie, ma non utili ad eliminare del tutto il pericolo di immissione in rete di sostanze dannose per la salute umana”…
Perché si trattava, "in effetti", solo di un ingiustificato allarmismo…e non sembrava opportuno “spaventare chi non sa”.
La solita vecchia solfa: tenere a bada una popolazione ignorante, nel senso, in questo caso, che non conosce (perché tenuta all’oscuro…) è molto, molto più facile rispetto a dover gestire migliaia di cittadini informati, consapevoli, determinati.
Insomma: la solita vecchia manfrina per tirare acqua al proprio mulino...
Il libro si conclude con un’altra amara constatazione: “E le discariche sono sempre lì” (“Parlare è più facile che fare: promettere più facile di mantenere”; Proverbio popolare), in cui “a colpire non è affatto la solita inerzia di amministratori e politici, quanto l’assoluta inefficacia della legge (sempre aggirata) e della giustizia (che nel caso di Scurcola – nel cui sottosuolo sono ancora “nascosti” 90 mila tonnellate di rifiuti tossici – non ha prodotto effetti). Non solo, molti degli attori, pure identificati, comprese alcune società, hanno continuato a muoversi nel campo dei rifiuti e ad essere segnalati in altre inchieste”.
Insomma: ci sono pochi dubbi sul fatto che l’Abruzzo si sta avviando a grandi passi verso la “bancarotta ambientale”…
Il libro si conclude sottolineando che si chiedeva all’amministrazione una svolta radicale…ma la classe politica, cui questo compito era demandato, “non cerca di risolvere questi problemi, ma continua a proporre interventi devastanti…
L’incapacità della classe politica di governare, il prevalere dei particolarismi sull’interesse generale, la mattanza che il territorio subisce quotidianamente, la violazione delle regole, la commistione fra politica e affari, la scarsa trasparenza e la moltiplicazione dei conflitti di interesse, le infiltrazioni criminali organizzate non lasciano dubbi: in Abruzzo è emergenza criminale e democratica”.
Un libro da leggere, non per crogiolarsi nello sterile piagnisteo italico, nel disfattismo fine a se stesso, ma per cercare di capire qualcosa in più, per tenersi informati su quanto accade alle nostre spalle, ma anche, e sempre più spesso, purtroppo, sotto il nostro naso…e a volte anche con complicità e con il tacito assenso che, per paura (ignoranza, lassismo, pigrizia…tornaconti personali), le persone non informate, e formate, sui fatti tendono a concedere a chi gli fa credere di….
O gli dice o promette quello che vuole sentirsi dire…
Un libro, insomma, da leggere per diventare un po’ più consapevoli, e non perdersi in un bicchier d’acqua…
Foto: “Acqua” originally uploaded by gattiluna
Foto: “Sweet poison” originally uploaded by xelisax