Segnalazioni: “Ambiente & Sviluppo” - Ipsoa, n° 5/2008. Il ruolo delle Province nella gestione dei rifiuti

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Sul numero 5/2008 della Rivista “Ambiente & Sviluppo”, edito da Ipsoa, è stato pubblicato un articolo che ho scritto a quattro mani con il Prof. Avv. Franco Giampietro, intitolato “Procedure semplificate di gestione dei rifiuti: il «ritorno» della Provincia e le leggi regionali sulle garanzie finanziarie”.

Abbiamo preso spunto dal recente D.Lgs n. 4 del 16 gennaio 2008 (c.d. “Secondo decreto correttivo” in materia ambientale), con il quale il legislatore delegato, inter alia, ha:

- reintrodotto, in capo alle Province, la competenza generale di programmazione ed organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale;
- ha restituito alle stesse anche quelle in materia di procedure semplificate, che il T.U.A. aveva attribuito alle sezioni competenti dell’Albo nazionale dei gestori ambientali,

rendendo più completo il ruolo di “coordinamento orizzontale” della Provincia e, di conseguenza, più efficaci ed omogenee le relative funzioni di controllo.


Tuttavia, mentre a livello nazionale, si è assistito a tale “ritorno evolutivo”,
nel corso degli ultimi anni alcune regioni, intervenendo in materia, hanno introdotto discipline parzialmente diverse (sia fra di loro, sia rispetto a quella nazionale) che presentano aspetti problematici, potenzialmente in grado di alterare i delicati equilibri operativi, con conseguenze pratiche tutt’altro che irrilevanti.

Fatta questa premessa, l’articolo si sviluppa seguendo questo filo logico:

1. per contestualizzare le leggi regionali, contenenti una disciplina diversa da quella nazionale, abbiamo fatto una panoramica generale sull’evoluzione della disciplina nazionale sui titoli abilitativi in materia di gestione dei rifiuti (e sulle garanzie finanziarie);

2. quindi, abbiamo analizzato l’art. 23 della Costituzione e la riserva di legge in materia di prestazioni patrimoniali, nonché

3. la disciplina unitaria del bene complessivo ambiente nella
giurisprudenza della Corte Costituzionale;

4. infine, abbiamo sviscerato l’approccio normativo delle regioni Veneto, Umbria ed Abruzzo
, ed evidenziato le conseguenze di non poco rilievo che la diversa impostazione regionale può comportare.

L’evidente pericolo insito in tali scelte è quello di creare un’Italia (ulteriormente)
divisa, frammentata in diversi “spazi” normativi, ognuno dei quali regola, a modo suo, i diversi aspetti di volta in volta considerati, senza tener conto delle conseguenze pratiche, sia di tipo ambientale che economico […]

“In ultima analisi, la “ricerca” di un esasperato particolarismo normativo, fondato, tuttavia, su blande motivazioni di carattere generale, costituisce un vulnus in grado di compromettere l’efficienza e la stessa credibilità di un sistema che già non riesce a trovare, nel continuo altalenarsi ideologico/legislativo, un equilibrio stabile”.

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Questo è il sommario del numero 5 della rivista
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