Sul Sole 24 ore del 28 maggio 2008 è stato pubblicato un articolo dal quale emerge che un’indagine della Procura della Repubblica di Napoli ha portato alla luce il sistema ecoballe: «un sistema imperniato su una attività di lavorazione dei rifiuti assolutamente fittizia».
I rifiuti che uscivano imballati presentavano, secondo i magistrati, «identiche caratteristiche fisico-chimiche» rispetto alla spazzatura d'origine.
Dall'inchiesta viene fuori che la frazione umida dei rifiuti non sarebbe stata sottoposta ad alcun trattamento di stabilizzazione, procedura indispensabile per eliminare i cattivi odori e a "igienizzare" la spazzatura. Tempo e denaro sprecati, dunque, per produrre "finte" ecoballe, che in realtà sarebbero state solo spazzatura impacchettata.
Dalle intercettazioni emergerebbe che le ecoballe sono state illecitamente smaltite in discarica: l'involucro plastico veniva lacerato, e camion e trattori passavano più volte sul contenuto, per far apparire il tutto come «un mero scarto composto da inerti» e dunque formalmente autorizzato a finire in discarica.
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I rifiuti che uscivano imballati presentavano, secondo i magistrati, «identiche caratteristiche fisico-chimiche» rispetto alla spazzatura d'origine.
Dall'inchiesta viene fuori che la frazione umida dei rifiuti non sarebbe stata sottoposta ad alcun trattamento di stabilizzazione, procedura indispensabile per eliminare i cattivi odori e a "igienizzare" la spazzatura. Tempo e denaro sprecati, dunque, per produrre "finte" ecoballe, che in realtà sarebbero state solo spazzatura impacchettata.
Dalle intercettazioni emergerebbe che le ecoballe sono state illecitamente smaltite in discarica: l'involucro plastico veniva lacerato, e camion e trattori passavano più volte sul contenuto, per far apparire il tutto come «un mero scarto composto da inerti» e dunque formalmente autorizzato a finire in discarica.
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