Greta e il premio Nobel

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Greta Thunberg ci è andata vicino: era data come super favorita al premio Nobel per la Pace, che è stato assegnato invece al quarantatreenne primo ministro dell'Etiopia, per la firma dell'accordo di pace con l'Eritrea - da sempre in conflitto con l'Etiopia - nonché per le sue riforme improntate alla libertà di stampa e delle persone. 

Cosa hanno in comune queste due figure?

Apparentemente poco: tornando a Greta Thunberg, in realtà, il suo farsi portavoce dell'esigenza delle nuove generazioni di preservare il pianeta è un argomento ancora piuttosto divisivo, che non genera pace perché molti persone ed istituzioni mettono ancora in dubbio e contestano aspramente il fatto che gli effetti nefasti che il cambiamento climatico produce sul nostro Pianeta siano in larga parte da attribuire alle attività umane. Tuttavia, per la concreta realizzazione del suo messaggio - maggiore attenzione delle persone e misure dei Governi volte a salvaguardare realmente il pianeta per le prossime generazioni - la pace è certamente condicio sine qua non: la guerra infatti è un elemento deleterio per il nostro pianeta, per le persone che le combattono e per coloro che ne sono vittime (si pensi soltanto all'impatto e alla potenza delle armi: morte, distruzione delle città, inquinamento del suolo e dell'aria, per non parlare del dispendio di risorse economiche inevitabilmente sottratte, tra l'altro, a quei provvedimenti che potrebbero mitigare gli effetti del cambiamento climatico).

Pur tuttavia, esiste un elemento assolutamente comune fra Greta e il primo ministro EtiopeAbiy Ahmed Ali: l'intento che li anima parte da un medesimo presupposto, quello di dimostrare che si può rovesciare lo stato delle cose, contro tutto e contro tutti. Il politico etiope è il primo capo di governo oromo, un'etnia largamente diffusa in Etiopia che si è sempre sentita discriminata politicamente, etnicamente e culturalmente. Non solo: pur essendo entrato nell'esercito, ed avendo fatto una certa carriera al suo interno, non se ne è fatto fagocitare: è risaputo infatti che molta dell'instabilità e dei problemi economici in Etiopia sono dovuti al forte controllo esercitato dai militari sulla vita pubblica.

Per poter "rovesciare le cose" è necessario che tutti diano un contributo. Questo ci insegna la sedicenne Greta con le sue richieste, ora accorate, ora aggressive, di adottare ad ogni livello della Società abitudini e comportamenti rispettosi del Pianeta.

Mentre ci chiedevamo con quale argomento ricominciare a postare su questo blog dopo la pausa estiva e la ripresa dell'attività lavorativa - che tende a sottrarre sempre di più il tempo per scrivere sul blog - abbiamo pensato a Greta e alla enorme importanza dei suoi appelli. E subito dopo ci siamo chiesti: cosa possiamo fare noi per l'Ambiente? Ci siamo dati questa risposta: continuare a scrivere e informare per quanto possiamo su come le norme, le leggi e le sentenze rispettano, tutelano - o non riescono a farlo - l'Ambiente.

La frequenza di aggiornamento di questo blog è scesa perché Andrea Quaranta scrive in materia  di diritto dell'ambiente e molto altro su diverse testate on e off line. Tornerà certamente a scrivere anche su questo blog. Così come alcune delle figure professionali con cui collabora attualmente scriveranno i loro contributi all'interno del blog.