La responsabilità d’impresa come strumento per abbattere i costi

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La responsabilità d’impresa come strumento per abbattere i costi: dato che siamo in piena estate e forse leggerete questo post sotto l'ombrellone, magari sul vostro tablet, parto subito con una citazione tratta da Ivano Fossati:

 …ti sembra tutto visto tutto già fatto tutto quell’avvenire già avvenuto scritto, corretto e interpretato da altri meglio che da te bella, non ho mica vent’anni ne ho molti di meno e questo vuol dire (capirai) responsabilità perciò… 

Nella pagine di Natura Giuridica, vi sarete accorti, ogni tanto ci piace iniziare – o chiosare – i nostri post che parlano di diritto dell’ambiente (o all’ambiente…) facendo alcune citazioni legate al mondo dell’arte letteraria, in generale (libri, canzoni, film, …), per cercare di rendere più piacevole la lettura di temi molto attuali, molto sentiti da tutti (cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni, operatori del settore, …) ma spesso affrontati, in altri lidi, in modo troppo “parruccone”, “cerebrale”, distante, per poter essere avvicinato, in prima istanza, quindi appreso e, infine, diffuso. Il linguaggio politichese, infatti, è duro da masticare (e, spesso, da digerire), e quello giuridico in generale difficile da spiegare, oltre che da rendere attraente… 

Di qui l’idea di parlare di cose importanti in modo serio (e comprensibile) ma allo stesso tempo leggero (non serioso), facendo ricorso alle parole di chi, in poche sillabe, è riuscito ad esprimere con le parole il mondo, nel quale le molteplici sostenibilità, fra le quali quella ambientale, rientra a pieno titolo. 

Cosa c’entra, allora, Ivano Fossati con la “responsabilità” in materia di diritto dell’ambiente? In un mondo – quello del diritto ambientale, oggetto delle riflessioni di Natura Giuridica – in cui tutto sembra già visto, tutto sembra già fatto, tutto sembra già avvenuto (ma solo sulla carta), perché scritto e corretto da altri (il nostro prolifico legislatore), parlare di responsabilità sembra quasi, almeno dal punto di vista “logico”, un “controsenso”: essendo tutto così ben incasellato, quale spazio residua per la responsabilità? E invece no, appunto perché è tutta una finzione: “sembra”. Sembra già visto, perché sono le solite facce che dicono le solite cose, facendo le solite (e vuote) promesse. Sembra già fatto, ma siamo poco più in là del punto di partenza, specie in campo ambientale: fra proroghe (come il SISTRI, rimandato al 2013), deroghe, sanatorie, eccezioni, rinvii e attese, la norma assomiglia più a un bella cornice vuota. Sembra già avvenuto perché “già visto e già fatto”: ciò che avviene non è che la ripetizione plastica, e conservatrice, di un passato sterile. E allora parlare di responsabilità diventa quanto mai importante, per cercare di delineare il ruolo di ciascuno di noi all’interno dello scacchiere sostenibile sul quale si gioca già adesso il nostro futuro. 

La giurisprudenza svolge un ruolo molto importante, interpretando quelle normative vuote in modo sostenibile, aiutando gli operatori del settore a muoversi con maggiori certezze e, quindi, con più senso di responsabilità. Sul sito di Natura Giuridica, dove i temi, affrontati in modo più discorsivo all’interno di questo blog, vengono analizzati in modo più approfondito dal punto di vista tecnico-giuridico, di recente sono stati pubblicati alcuni documenti (in aggiunta a quelli già presenti) che parlano proprio di responsabilità, affrontando il tema da quattro angolazioni diverse: 
1. la responsabilità del proprietario di un’area in relazione alla presenza, quando su questa siano presenti rifiuti. Quando il Sindaco adotta nei suoi un’ordinanza contingibile ed urgente, come “si calcola” il coefficiente di responsabilità del proprietario? E qual è, a valle di questa indagine, la correlata responsabilità del Sindaco, nel caso in cui il proprietario non risulti “colpevole”? 
2. la responsabilità di chi costruisce opere senza autorizzazione, o in difformità da essa, su aree dichiarate di notevole interesse pubblico per le loro caratteristiche paesaggistiche: quale peso dare alla coscienza dell’antigiuridicità della condotta? 
3. la responsabilità dei diversi soggetti destinatari dei provvedimenti contenenti prescrizioni volte alla bonifica di siti contaminati, specie in casi in cui, a causa dell’elevato rischio ambientale di un sito, siano coinvolti una pluralità di soggetti, ognuno con diritti, interessi ed obblighi diversi in relazione a porzioni differenti, comprese al suo interno; 
4. la responsabilità della pubblica amministrazione per danni causati ad operatori del settore, in seguito all’adozione di norme che violano il diritto comunitario, o di atti illegittimi. Tale responsabilità obbliga, e in che modo, al risarcimento del danno? 
Questi sono solo alcuni degli argomenti affrontati nei documenti pubblicati, nella sezione Premium di Natura Giuridica che, nel fornire servizi alle imprese in materia di diritto dell’ambiente e dell’energia soprattutto in chiave preventiva, mette il tema della responsabilità d’impresa al primo posto. Anche perché le imprese che agiscono responsabilmente spendono molti, molti soldi in meno: prevenire è meglio che curare, ed è più responsabile. È un processo un po’ più lungo, ma solo all’inizio. Essere responsabili conviene. Per difendere i vostri diritti, e farvi assistere, o per evitare lunghe e costose pratiche giudiziali, non esitate a contattare Natura Giuridica: un pool esperti sarà a vostra disposizione per tutte le tematiche relative all’ambiente e all’energia.