Smart cities: i nuovi bandi nazionali e U.E.Parola d'ordine: condivisione dei progetti

1 commenti
Le smart cities o città intelligenti sono le città del futuro, dove qualità della vita e rispetto dell'ambiente avranno raggiunto livelli invidiabili grazie alle tecnologie digitali ed alla condivisione dei modelli vincenti. Smart  cities è infatti soprattutto un nuovo modello culturale, che l'Unione Europea sta cercando di "iniettare" nelle imprese, nelle istituzioni locali e in quelle nazionali attraverso un notevole stanziamento di denaro pubblico e privato destinato a progetti innovativi.
Il 5 luglio è arrivato il primo bando nazionale dedicato alle Smart Cities da 665 mln di € con scadenza a novembre prossimo. E' stato poi lanciato un ulteriore bando che mira a potenziare i distretti tecnologici creando sette "cluster nazionali" che aggreghino competenze pubblico - private (imprese - università ed enti di ricerca) in vari territori su predeterminate tematiche (energia, agro-alimentare, aerospazio, chimica verde).
Altri bandi di ricerca dove rientrino anche i temi smart cities sono previsti nei prossimi giorni (9 miliardi di euro a livello europeo, a conclusione del Settimo Programma Quadro 2007-2013 e poi 80 miliardi di euro con il nuovo programma comunitario Horizon 2020). 
In vista degli obiettivi ambientali del 2020, l'U.E. ha messo su un ambizioso sistema di incentivi e disincentivi sulle quote di inquinamento, unitamente al c.d. SET - plan, destinato a movimentare in tutto qualcosa come 75 mld di € in 10 anni.
La punta di questo iceberg di risorse è costituita dal finanziamento di progetti smart cities.
Per concorrere occorre presentare progetti che abbiano sì un ambito di intervento di tipo localistico, ma ciò che conta è in realtà l'esportabilità e dunque la replicabilità dei modelli applicati.
L'U.E. punta insomma sul fattore imitativo tanto quanto su quello creativo: ecco perché i progetti di smart city si occupano prevalentemente di energia, di info-mobilità, di e-government, di tele-assistenza e telemedicina. Non dovremo inventare cose fantascientifiche perché sostanzialmente la tecnologia è già disponibile, ma occorre renderla facilmente disponibile secondo modelli tecnologici e di spesa consolidati ed efficaci.
Per il 2011 lo stanziamento per Smart Cities è stato di 75 mln di €, da impiegare in progetti concernenti i trasporti, le tecnologie dell'informazione e l'energia. La gara appositamente indetta ha visto la presentazione di circa 45 progetti per il solo tema energetico, ovviamente non tutti hanno passato il vaglio delle varie commissioni di valutazione. Per il 2012, lo stanziamento risulta raddoppiato e quello sui cui si chiede di puntare è l'integrazione fra i vari livelli della società, delle istituzioni e delle imprese: nel caso della mobilità elettrica, per esempio, è fondamentale che vi sia un coordinamento fra le ditte produttrici di auto elettriche e i gestori delle reti di rifornimento.
Il Governo Italiano ha già cominciato a rispondere agli input comunitari mettendo su 2 bandi, uno rivolto al Centro Nord ed uno rivolto al Mezzogiorno (dal nome Smart Cities & Communities per circa 200 mln di € si è concluso a maggio). Inoltre, l'intenzione del Ministro Profumo è quella di mettere su un'anagrafe delle migliori pratiche proprio perché possano essere condivise.
In Italia non abbiamo ancora delle smart cities, però vi sono città che hanno già presentato proposte all'U.E. e sono molto attive: Bari, Reggio Emilia, Genova e Torino. 
I bandi smart cities dovrebbero innescare una sorta di circolo virtuoso per coinvolgere anche le piccole e medie imprese italiane grazie alle commesse che arriveranno dalla PA: a vantaggio delle aziende che producono beni e servizi innovativi. Le PMI dovrebbero uscire rafforzate dalla rivoluzione smart city anche indirettamente: l’ecosistema città, divenuto smart, dovrebbe renderle infatti più efficienti e più competitive sul mercato internazionale, secondo gli esperti. 
Ne è convinto, per esempio, Mario Calderini, massimo esperto di questo tema in Italia in quanto responsabile della divisione “Smart Cities & Communities” gestita dal MIUR all’interno della Cabina di Regia interministeriale che sta lavorando alla prima Agenda digitale italiana (pacchetto di norme che vedrà la luce a settembre): «si va verso un circolo virtuoso, che avvantaggerà anche le Pmi», dice Calderini. «Quando i Comuni diventeranno smart dovranno prendere alcuni appalti, per esempio per fare lampioni intelligenti, e quindi porteranno ricavi alle aziende innovative. Alzare il livello tecnologico degli acquisti costringe inoltre le imprese, a loro volta, a potenziare le proprie capacità di fare innovazione. Costruiamo così competenze, nel nostro tessuto industriale, che poi si dimostreranno utili a conquistare quote sul mercato internazionale».



1 comment

13 luglio 2012 alle ore 18:31

Il 10 luglio doveva essere, ed il 10 è stato: la Commissione Europea ha pubblicato i nuovi Bandi europei 7PQ Energia-Ambiente-Trasporti - Settimo programma Quadro nelle sezioni ENERGIA, AMBIENTE e TRASPORTI.
I bandi e le call for proposals pubblicate sono un'importante opportunità per imprese, PMI, Università, centri di ricerca, enti pubblici che operano nel settore energetico e della sostenibilità ambientale, con particolare riferimento alle filiere delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Tra le filiere energetiche oggetto dei bandi si segnalano: fotovoltaico, mini-eolico, geotermico, cattura e stoccaggio di CO2, efficienza energetica negli edifici, Smart Cities, Smart Grid e mobilità sostenibile.
Su questa pagina la lista dei bandi con relativi links :http://corrente.gse.it/Italian/Aziende/Pages/Azienda.aspx?Azienda=3b935fe6-9ef5-4cb0-ac13-8bfb4d2908b3&ContenutoDetailed=567

Reply
Posta un commento