Tassa rifiuti a spanne…

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Nel post dello scorso 29 luglio 2009, Chi inquina paga (e i cocci sono suoi) vi parlavo delle conclusioni dell’Avv. Generale della Corte di Giustizia nella causa C-254/08, relativa alla gestione dei rifiuti e, in particolare, alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: l’Avv. Generale Kokott, in sintesi, sosteneva che “non si può esigere un’esatta liquidazione dei costi, ma occorre fare riferimento all’appartenenza ad un gruppo responsabile nel suo complesso per l’inquinamento ambientale, espressione della responsabilità di gruppo”.


Sulla scia di queste conclusioni, la Corte di Giustizia ha affermato/confermato che la normativa comunitaria (art. 15 lett. a), della direttiva 2006/12/CE) “non osta ad una normativa nazionale che disponga la riscossione, per il finanziamento di un servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti urbani, di una tassa calcolata sulla base di una stima del volume di rifiuti generato dagli utenti di tale servizio e non sulla base del quantitativo di rifiuti da essi effettivamente prodotto e conferito”.

Al giudice a quo spetta accertare, sulla scorta degli elementi di fatto e di diritto sottopostigli, se la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni non comporti che taluni «detentori» (nel caso di specie: aziende alberghiere) non si facciano carico di costi manifestamente non commisurati ai volumi o alla natura dei rifiuti da essi producibili.

Una sentenza che fa discutere, su cui Natura Giuridica tornerà a breve con gli approfondimenti del caso: certo che basarsi su una responsabilità di gruppo per giustificare una “tassa a spanne” rischia di vanificare proprio quel principio (“chi inquina paga”) che addossa al responsabile dell’inquinamento l’esclusiva responsabilità dei costi per la sua “gestione”.

Per un approfondimento sulla “questione tariffa”, con particolare riguardo alla giurisdizione in materia, leggi anche:

Sulla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 238/09, v. lexambiente

Leggi il testo integrale della Sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee, nella causa C-254/08

Foto: “Manteniamo le distanze” originally uploaded by crimistar / loris viviano