Verdi neanche per caso...

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“Ricerca, l’Italia in testacoda”
Clima, tavolo tecnico sui costi”
“Effetto boomerang sul clima”

Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati
A cielo e denaro
A cielo ed amore protetta da un filo spinato

Scambio di accuse sull’ambiente
“Italia a rischio delocalizzazione
“Sul pacchetto clima scontro Italia-Europa”
“Belle parole, ma le aziende così chiudono”


Rileggo i vari articoli sull’emergenza ambientale e sociale che negli ultimi giorni ho messo in disparte, e proprio non riesco a capire...

In un vortice di “notizie” e di interpretazioni più o meno plausibili, e più (senza “o meno”) di parte che obiettive…
Nel bel mezzo di una tempesta sociale, condita da violenze fisiche, infarcita da sproloqui verbali e incastrata nell’utopia egualitaristica, truccata da solidarietà sociale

Nell’agonia di un mercato – con il suo carico ipocrita di presunte libertà…“protette da un filo spinato” – che si voleva (credere) imbattibile…

In questo desolante quadro, l’unica forma di “comunicazione” (“intrattenimento”?!) che sembra essere possibile (o che si vuole ascoltare…) è quella dell’eterna contrapposizione conservatrice, dello strisciante manicheismo “ideologico”, delle “scuse, accuse e scuse senza ritorno”…


Il messaggio, in sostanza, è questo: io sono bello-bravo-buono, le mie idee sono brillanti, i miei propositi illibati, le mie azioni incontrovertibilmente mosse da spirito (di casta) “sociale” (quando non a tutela del proprio tornaconto o dell’“italianità”, a seconda dei casi…ammesso e non concesso che quest’ultimo “concetto” abbia un significato, o un valore per chi lo sbandiera con tanta sicumera…).

Tutto il resto non conta nulla, comprese la parola data e gli impegni assunti.

Assioma, questo, che permette grandi libertà di movimento, e una disinvoltura “intellettuale” che, temo, non potrà condurci molto lontano
E così si finisce con il leggere i dati sulla ricerca in Italia con l’amaro in bocca, e con il dubbio che molti considerino la scuola un inutile e costosa fase di passaggio verso il mondo del precariato, e la ricerca un pericoloso ricettacolo di idee innovative, destabilizzanti lo status quo
Un pericoloso squarcio verso un futuro migliore e più sostenibile.

Primo nella UE per potenzialità, il nostro smemorato Paese assiste passivamente alla continua emorragia di forze intellettuali, in spregio a qualsiasi logica (non solo) economica, come sottolineato da Salvatore Settis su Il sole 24 ore” del 21 ottobre 2008, secondo il quale, 
“nella strettoria che l’università italiana sta attraversando, questi dati non sembrano aver alcun peso, quasi per corale cecità di un Paese determinato ad indietreggiare”.
E si arrocca a difesa di un presente sempre più evanescente, che spesso affonda le proprie certezze su un passato che a volte ritorna, spacciato per futuro

E ci si ritrova a leggere di millantate soluzioni per curare effetti le cui cause, tuttavia, sono quasi sempre sottaciute

In un’intervista al Sole 24 ore del 21 ottobre 2008, il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in risposta alle critiche mosse all’italico scarso europeismo, afferma che
“se siamo arrivati a questo punto è perché si è trattato questo tema – il pacchetto clima, ndr – con grandissima leggerezza, in nome di un ambientalismo di bandiera, scollegato da tutto. Una scelta fallimentare perché le politiche ambientali sono economiche a tutti gli effetti e richiedono risorse, ma le risorse non sono illimitate, soprattutto ora”…
Parole in (semi)libertà, che fanno il pari con quelle di Corrado Clini e Alberto Clô, che qualche giorno prima, sempre dal pulpito de “Il sole 24 ore”, ci “spiegavano” che...



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Foto: “vortice”, originally uploaded by Claudia Annie