Earth Overshoot Day: l'escalation senza regole e senza freni dei capricci insostenibili dell'uomo

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Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a crederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta

non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"


Mentre leggevo il post sull’Earth Overshoot Day sul blog di Beppe Grillo, le immagini che scorrevano nella mia mente erano accompagnate dalle note di questa splendida canzone di Fabrizio De Andrè…"Verranno a chiederti del nostro amore"

Un’associazione di immagini, niente di più, probabilmente legata al fatto che gente consumata a farsi dar retta (l’uomo moderno, volendo generalizzare) sta cedendo l’amore (per la natura) un po’ troppo in fretta, tanto per dirne una.

Il 23 settembre 2008, infatti, è stato l’Earth Overshoot Day di quest’anno: il giorno, cioè, in cui (una parte de) l’umanità ha finito di consumare tutte le risorse che la natura è in grado di produrre in un anno solare.

Come a dire che da quella data stiamo già consumando le risorse future, con buona pace dello sviluppo sostenibile, e dell’ingorgo di parole che si spendono per ribadire i soliti mai (mai più comportamenti scellerati, mai più politiche insostenibili, mai più …), e rifugiarsi nell’ipocrisia dei sempre (d’ora in poi lotteremo sempre contro gli sprechi, le ingiustizie, bla bla bla…).

In definitiva: siamo sulla "buona strada" per la bancarotta ecologica.

Il 23 settembre 2008 è la data indicata dal Global Footprint Network fondato da Mathis Wackernagel, l'inventore del concetto di impronta ecologica, un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura, mettendo in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.

Il Global Footprint network ha sintetizzato il concetto di Overshoot.

Dopo aver paragonato la natura ad una società che, come una società, possiede un proprio budget, l’accento viene posto sul fatto che ogni anno possono essere prodotte solo un tot di risorse e solo una certa quantità di rifiuti può essere assorbita.
Il problema è rappresentato dal fatto che la nostra domanda di “servizi naturali” eccede l’offerta…
Nel 2008 (una parte de) l’umanità ha consumato ben il 40 % in più di quello che la natura era in grado di generare.
In definitiva
this problem -- using resources faster than they can regenerate and creating waste faster than it can be absorbed -- is called ecological overshoot.
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi

Sul sito di You Tube è stata inserita l’intervista a Wackernagel, il quale evidenzia, in estrema sintesi, l’escalation senza regole e senza freni che i consumi hanno avuto negli ultimi decenni, cui è corrisposto il progressivo assottigliarsi delle capacità della Terra di rigenerare le risorse tanto insensatamente delapidate

Sono tre le aree nelle quali – sottolinea Wackernagel – ci dobbiamo concentrare:
La prima è che, come per l'economia, dobbiamo essere coscienti di quanto spendiamo e quanto utilizziamo. Una buona contabilità non salva dalla bancarotta, ma aiuta a capire quanto ci siamo vicini.
La seconda: se si guarda alle infrastrutture costruite oggi o nel passato... le infrastrutture rimangono per decenni. Pensate a come sono costruite le vostre città: questo determina come vivete in queste città, determina per decenni quanto le case consumano.
La terza, è orientare l'innovazione nella giusta direzione. L'innovazione è il miglior strumento per risolvere i problemi, ma se non è concentrata sui problemi giusti questi non verranno risolti. Se abbiamo chiare le questioni da risolvere possiamo raggiungere gli obiettivi dell'innovazione più facilmente e iniziare a investire in questi obiettivi.
L’intervista prosegue ponendo l’accento sull’importanza di riconsiderare i rifiuti non solo dal punto di vista culturale (i rifiuti sono l’inizio, e non la fine, del ciclo), ma anche da quello economico (i rifiuti sono una risorsa) e organizzativo (fondamentale è il recupero attraverso un’adeguata separazione.

L’era dell’Overshoot è cominciata nel 1986, anche se allora ci siamo salvati in zona Cesarini (31 dicembre 1986): di lì in avanti ogni anno la situazione è andata via via peggiorando…

Solamente dopo 9 anni, nel 1995, già a partire dal 21 novembre, la quantità di risorse andava oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi.
Nel 2005 l’Earth Overshoot Day è caduto il 2 ottobre.
Quest’anno, come anticipato, la data è stata anticipata al 23 settembre.
Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, di questo passo nel 2050 si arriverà alla scadenza anticipata del 1° Luglio, ovvero si avrà bisogno di un secondo pianeta per soddisfare i capricci insostenibili degli esseri umani.

I responsabili di questo scempio ecologico sono, naturalmente, i paesi più industrializzati.

Dai dati emerge che se tutto il mondo avesse lo stile di vita Stati Uniti ci vorrebbero 5,4 terre, mentre con quelli del Regno Unito e Germania si scenderebbe rispettivamente a 3,1 e 2,5 terre.
Il dato per L’Italia è di 2,2 pianeti, ci servirebbe cioè Marte e un quinto di Venere per continuare a portare avanti le nostre scellerate abitudini.
Trasferimento su Marte?
Il panorama è desolante.
Tuttavia voglio concludere il post con una bella notizia: una delle tante campagne di sensibilizzazione ad un uso più sostenibile delle risorse.
Si chiama “Sing before the shower”…


Foto n. 1 originally uploaded by willc2