Truffa ai danni dei Consumatori nel nome del claim pubblicitario

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Galbani vuol dire fiducia”.
Già, proprio così recitava un claim pubblicitario

Un altro, a proposito del formaggio Bel Paese, nomen omen… sottolinea che “il bello è che si scioglie in bocca”…

Slurp, gnam gnam…

Sono sempre stato un strenuo sostenitore del consumo critico e consapevole: anche in campo alimentare, l’InFormazione è essenziale per scegliere, e capire.

Spesso, dietro gli slogan accattivanti delle multinazionali, e alle réclame patinate di prodotti “che vogliono dire fiducia”, si celano comportamenti incuranti delle più elementari regole sociali, ambientali..igienico-sanitarie.
Dev’essere la mano invisibile del mercato, vai a sapere…

Non si tratta delle “solite farneticazioni” dei “soliti disfattisti”, nemici giurati del progresso e rompipalle per vocazione…

Sentite qua: un “imprenditore” siciliano, con alcuni “compagni di merende”, riciclava scarti alimentari avariati, contaminati da muffe, plastiche, ferro ed escrementi di topo, per rivenderli a discount ed anche marchi della grande distribuzione...il tutto,con il placet dell’ASL…e l’odiosa connivenza di operai e impiegati.


Il faccendiere siciliano – tale Domenico Russo, 46 anni, originario di Partinico e residente a Oleggio, si legge su “La Repubblica” di venerdì 4 luglio 2008 – è l’“uomo” chiave attorno al quale ruota l'inchiesta, il punto di riferimento di marchi come Galbani, ma anche Granarolo, Cademartori (però!), Brescialat, Medeghini, Igor, Centrale del Latte di Firenze, Frescolat, Euroformaggi, Mauri, Prealpi, e altre multinazionali europee…
Una vera bomba ecologica per la salute dei consumatori

Nel formaggio avariato e putrefatto c'era di tutto: comincia così l’ottimo articolo di Paolo Berizzi…

“Vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro. Muffe, inchiostro.
Era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico.
E invece i banditi della tavola la riciclavano.
La lavoravano come prodotto "buono", di prima qualità.

Quegli scarti, nella filiera della contraffazione, (ri)diventavano fette per toast, formaggio fuso, formaggio grattugiato, mozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Materia "genuina" - nelle celle frigorifere c'erano fettine datate…1980! - ripulita, mischiata e pronta per le nostre tavole. Venduta in Italia e in Europa.

In alcuni casi, rivenduta a quelle stesse aziende - multinazionali, marchi importanti, grosse centrali del latte – che, anziché smaltire regolarmente i prodotti ormai immangiabili li piazzavano, senza spendere un centesimo ma guadagnandoci, a quattro imprese con sede a Cremona, Novara, Biella e Woringen (Germania)”.

Del resto, noi siamo il paese in cui (fino all’attesa sentenza della Corte di Giustizia dello scorso 18 dicembre 2008 (causa C-195/05), che ci ha, guarda caso, condannati per essere venuti meno agli obblighi che ci incombono in forza della direttiva sui rifiuti, e fino all'adeguamento, ancora non avvenuto...) gli scarti alimentari originati dall’industria agroalimentare destinati alla produzione di mangimi erano per legge esclusi dall’ambito di applicazione della disciplina sui rifiuti
L'indagine sulla maxitruffa ai danni dei consumatori è partita nel novembre del 2006, quando gli uomini delle fiamme gialle fermarono un Tir il cui carico aveva un odore nauseabondo…

I successivi controlli e le intercettazioni telefoniche hanno permesso di ricostruire l'intera organizzazione, il cui giro d'affari è stimato in svariati milioni di euro.

“Non possono ancora immaginare gli investigatori, che quello stabilimento dove si miscela prodotto avariato con altro prodotto pronto è lo snodo di una vera e propria filiera europea del riciclaggio. Mettono sotto controllo i telefoni.

Scoprono che i pirati della contraffazione sono "coperti" dal servizio di prevenzione veterinaria dell'Asl di Cremona (omessa vigilanza, ispezioni preannunciate; denunciati e sospesi il direttore, Riccardo Crotti, e due tecnici)”

Dalle intercettazioni emerge la “totale assenza di scrupoli da parte degli indagati:
"La merce che stiamo lavorando, come tu sai, è totalmente scaduta... ", dice Luciano Bosio, il responsabile dello stabilimento della Tradel, al suo capo (Domenico Russo).
Che gli risponde: "Saranno cazzi suoi... " (delle aziende fornitrici, in questo caso Brescialat e Centrale del Latte di Firenze, ndr).

Il formaggio comprato e messo in lavorazione è definito - senza mezzi termini - "merda". Ma non importa, "... perché se la merce ha dei difetti. .. io poi aggiusto, pulisco, metto a posto... questo rimane un discorso fra me e te... " (Russo a un imprenditore campano, si tratta la vendita di sottilette "scadute un anno e mezzo prima").

Nell'ordinanza (decine le persone indagate e denunciate: rappresentanti legali, responsabili degli stabilimenti, impiegati, altre se ne aggiungeranno presto) compaiono i nomi delle aziende per le quali il pm Francesco Messina configura "precise responsabilità".

Perché, "a vario titolo e al fine di trarre un ingiusto profitto patrimoniale, hanno concorso nella adulterazione e nella contraffazione di sostanze alimentari lattiero-casearie rendendole pericolose per la salute pubblica".

Il marchio maggiormente coinvolto - spiegano gli investigatori - è Galbani, controllato dal gruppo Lactalis Italia che controlla anche Big srl.
"Sono loro i principali fornitori della Tradel. Anche clienti", si legge nell'ordinanza. Per i magistrati il sistema di riciclaggio della merce si basa proprio sui legami commerciali tra le aziende fornitrici e la Tradel. Con consistenti vantaggi reciproci. Un business enorme: 11 mila tonnellate di merce lavorata in due anni. Finita sugli scaffali dei discount e dei negozi di tutta Europa. Tremila le tonnellate vendute in nero. E gli operai e gli impiegati? Erano consapevoli. Lo hanno messo a verbale. Domanda a un'amministrativa: "Ha mai riferito a qualcuno che la merce era scaduta o con i vermi?".


Risposta: "No, tutti lo sapevano".

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E per quanti anni può la gente esistere
prima di avere il permesso di essere libera?
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere?