La cattiva notizia non è che il parco eolico off-shore sulle coste del Molise si farà, (anzi…), ma le modalità con cui ciò è avvenuto: la totale assenza di un progetto globale condiviso.
È bastato, infatti, cambiare Governo “et voilà, les jeux sont faits”…
Un anno fa il progetto per la costruzione di 54 turbine off-shore al largo della costa molisana fu affossato: nella fila dei contrari al progetto c’era anche l’allora Ministro per le Infrastrutture Di Pietro, molisano, alleato dei verdi, che dovrebbero fare delle energie rinnovabili uno dei cavalli di battaglia…
Oggi alla guida del dicastero dell’Ambiente c’è un esponente del centro destra – lo stesso che con Scajola vanta i benefici di un nucleare ormai desueto – ed è arrivato l’ok…
Un (micro)mondo, quello italiano, (che sembra girare) al contrario: più che altro, direi, è un mondo che contraria.
Piccolo cabotaggio, pochezza e pigrizia culturale, miopia politica e sociale, assoluta mancanza di volontà di cercare, trovare e condividere un progetto ambientale globale, integrato, comune, come avviene in altri paesi europei, molto più seri ed evoluti del nostro.
Paesi in cui, con pochi, ma sani, ingredienti (serietà, competenza, coraggio, fantasia, ricerca) quelle che da noi vengono tacciate, in modo eufemistico, come idee visionarie, diventano realtà.
Da noi, invece, in assenza di qualsiasi progetto, le “innovative” idee, nate già vecchie, vengono sbandierate con fierezza, manco fossero destinate a cambiare i nostri destini (un po’) meschini…
E il cancan selettivo che, di volta in volta, viene sollevato attorno a questa o quella vicenda non fa che buttare benzina sul fuoco delle sterili “contrapposizioni ideologiche”, che frenano qualsiasi velleità riformatrice nel nostro paese, il paese del NO (quasi a) tutto…
No alle antenne per la telefonia mobile (salvo essere il paese con una delle percentuali di telefonini fra le più elevate al mondo);
No alle discariche e agli inceneritori (salvo non ridurre la produzione dei rifiuti e non fare la raccolta differenziata spinta);
No alla TAV (salvo poi lamentarsi delle conseguenze del trasporto su gomma);
No ad un altro modello di consumo e ad un altro stile di vita (perché costa sacrifici e necessità disciplina)
No a……..non continuo perché l’elenco è decisamente troppo lungo
Beninteso, alcuni dei No sono sacrosanti, ma non si può ridurre tutto a manicheismo ideologico…
Ma…benzina sul fuoco, dicevo
Benzina.
Già, perché questo è uno dei deliri del nostro paese, che spreca risorse e non ha materia prime, che non vuole le pale eoliche “perché deturpano il paesaggio” ma poi non si cura dello scempio ambientale costituito dalle piattaforme petrolifere che, a macchia di leopardo, si trovano lungo le coste di quello stesso adriatico che si vuole “proteggere”…