Sul n. 1/2015 della rivista "Ambiente, Sicurezza & Lavoro", edita da EPC, è stato pubblicato un articolo che analizza alcune delle novità ambientali contenute nello #Sblocca Italia. Nei prossimi post verranno sintetizzati alcuni passi principali. Cominciamo con e nuove norme sul dissesto idrogeologico.
La “non novità”: la decretazione d’urgenza
“Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per accelerare e semplificare la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche, indifferibili e urgenti […] ritenuta altresì la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni in materia ambientale per la mitigazione del rischio idrogeologico, la salvaguardia degli ecosistemi, l’adeguamento delle infrastrutture idriche e il superamento di eccezionali situazioni di crisi connesse alla gestione dei rifiuti, nonché di introdurre misure per garantire l’approvvigionamento energetico e favorire la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali”
(e bla bla bla…), il Governo ha deciso di porre “definitivamente rimedio” alle molte emergenze che attanagliano il nostro Paese anche nel campo ambientale.
In particolare, con il decreto legge n. 133/2014, convertito nella legge n. 164/2014 (cosiddetto “Sblocca Italia”), il Governo è intervenuto in materia di mitigazione del dissesto idrogeologico, edilizia, rigenerazone urbana ed energia.
Vent’anni e non sentirli: la nuova normativa sul dissesto idrogeologico
Lo “Sblocca Italia” è stato pubblicato n Gazzetta Ufficiale negli stessi giorni in cui si commemorava la memoria delle vittime dell’alluvione che vent’anni fa mise in ginocchio alcune zone del nostro Paese: fra le molte norme urgenti per “semplificare e razionalizzare” il sistema Paese, lo Sblocca Italia contiene delle misure per la mitigazione del dissesto idrogeologico o, per usare le parole contenute nel Dossier del Senato,
“una serie di norme principalmente finalizzate all’utilizzo delle risorse per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, nonché disposizioni volte ad agevolare la realizzazione degli interventi stessi”.
Vediamo di capire cosa il nostro Legislatore ha stabilito:
- a partire dalla programmazione 2015, le risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico dovranno essere utilizzate tramite accordo di programma sottoscritto dalla Regione interessata e dal Ministero dell’ambiente (intervento che dovrebbe garantire maggior coordinamento);
- è prevista la revoca di risorse assegnate in passato alle Regioni e ad altri enti per la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per i quali, alla data del 30 settembre 2014, non sia stato pubblicato il bando di gara o non sia stato disposto l’affidamento dei lavori (i soldi non spesi saranno finalmente revocati; occorre valutare come tutto questo avverrà);
- i Presidenti delle Regioni potranno avvalersi di società in house delle amministrazioni centrali dello Stato dotate di specifica competenza tecnica, per lo svolgimento di attività di progettazione ed esecuzione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico;
- verranno semplificate le procedure di espropriazione (un fattore che ritarda la messa in opera di misure di contenimento è l’eccessiva parcellizzazione – tantissimi piccoli proprietari - di boschi e terreni);
- i sedimenti spostati nell’ambito delle pertinenze idrauliche saranno esclusi dalla disciplina sui rifiuti (il che vuol dire che tali sedimenti non devono essere trattati come rifiuti, con tutti i costi e la burocrazia che normalmente ciò comporta).
Infine, lo “Sblocca Italia” è intervenuto per impedire che, in futuro, un contenzioso giudiziario possa bloccare un’opera di messa in sicurezza di un’area, com’è successo a Genova.
(continua con: "Le novità ambientali contenute nello #SbloccaItalia:
le semplificazioni in materia edilizia")
le semplificazioni in materia edilizia")