Il 4 luglio scorso a Bruxelles si è tenuta la giornata informativa europea sulle nuove opportunità offerte dai bandi del 7° Programma Quadro Energia 2013 e Euratom Fissione.
Questi bandi e call for proposals, pubblicati il 10 luglio scorso, costituiscono un'importante opportunità per imprese, PMI, Università, centri di ricerca, enti pubblici che operano nel settore energetico, soprattutto nelle filiere delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.
In particolare, tra le filiere energetiche oggetto dei bandi si segnalano: fotovoltaico, mini-eolico, geotermico, cattura e stoccaggio di CO2, efficienza energetica negli edifici, Smart Cities, Smart Grid e mobilità sostenibile. Le Call for proposals sono suddivise nelle seguenti sezioni e sotto attività:
In particolare, tra le filiere energetiche oggetto dei bandi si segnalano: fotovoltaico, mini-eolico, geotermico, cattura e stoccaggio di CO2, efficienza energetica negli edifici, Smart Cities, Smart Grid e mobilità sostenibile. Le Call for proposals sono suddivise nelle seguenti sezioni e sotto attività:
- Energy Call Part1: FP7 Energy-2013-1 Deadline: 28/11/2012 Budget stimato: 105 MLN Euro Tra le attività: Renewable Electricity Generation (c-Si photovoltaic modules, small to wind size wind turbines etc.); Renewable Fuel Production (non-food biomass feedstock); Renewables for heating and cooling (solar thermal), CO2 Capture and storage technologies for zero emission pwer generation; Clean Coal Technologies; Smart Energy Networks
- Energy Call Part 2: FP7 Energy-2013-2 Deadline: 24/01/2013 Budget stimato: 83 MLN Euro Tra le attività: Renewable Fuel Production (paraffinic biofuels for aviation); Smart Energy Networks; Knowledge for Energy Policy Making.
- Smart Cities and Communities: FP7 Smartcities 2013 Deadline: 04/12/2012 Budget stimato: 114 MLN Euro 95 Tematiche: Energy e ICT
- Sustainable Surface Transport: FP7-SST-2013-RTD-1 Deadline: 14/11/2012
- Energy Efficient Buildings: FP7-SST-2013-RTD-1Tra le attività: Public Transport Budget stimato: 116 MLN Euro Tra le tematiche: Nanosciences, Nanotechnologies, Materials and New Production Technologies: Environment and Climate Change.
Maggiore documentazione su http://corrente.gse.it/Italian/Aziende/Pages/Azienda.aspx?Azienda=3b935fe6-9ef5-4cb0-ac13-8bfb4d2908b3&ContenutoDetailed=548
Il ministro del'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, l'unico tra i colleghi europei volato a Bruxelles per la presentazione del maxi-bando, ha ribadito l'importanza cruciale di questo appuntamento e del prossimo programma di ricerca «Horizon 2020» che metterà in palio 80 miliardi in sette anni.
La strategia finora adottata dal ministro è stata quella di trasformare il sistema di ricerca italiano in una «grande palestra» dove allenarsi in vista delle occasione europee «a cui dobbiamo guardare sempre di più – ha spiegato Profumo – visto che i fondi nazionali sono ridotti e anche perché sono anche i soldi degli italiani a finanziare i bandi Ue». Ecco la filosofia sottesa ai bandi nazionali appena pubblicati, per un valore di 1,7 miliardi, per finanziare i progetti sulle «smart cities» e per rilanciare i distretti: «I nostri bandi sono stati scritti con le stesse regole di quelli europei e con le stesse priorità e vedono già coinvolte molte Pmi», avverte Profumo. «Non possiamo più permetterci di pagare, con i fondi che inviamo all'Ue, la ricerca degli altri Paesi. È l'ora di riscattarsi».
Il ministro del'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, l'unico tra i colleghi europei volato a Bruxelles per la presentazione del maxi-bando, ha ribadito l'importanza cruciale di questo appuntamento e del prossimo programma di ricerca «Horizon 2020» che metterà in palio 80 miliardi in sette anni.
La strategia finora adottata dal ministro è stata quella di trasformare il sistema di ricerca italiano in una «grande palestra» dove allenarsi in vista delle occasione europee «a cui dobbiamo guardare sempre di più – ha spiegato Profumo – visto che i fondi nazionali sono ridotti e anche perché sono anche i soldi degli italiani a finanziare i bandi Ue». Ecco la filosofia sottesa ai bandi nazionali appena pubblicati, per un valore di 1,7 miliardi, per finanziare i progetti sulle «smart cities» e per rilanciare i distretti: «I nostri bandi sono stati scritti con le stesse regole di quelli europei e con le stesse priorità e vedono già coinvolte molte Pmi», avverte Profumo. «Non possiamo più permetterci di pagare, con i fondi che inviamo all'Ue, la ricerca degli altri Paesi. È l'ora di riscattarsi».
E questo riscatto coinvolge davvero il mondo delle imprese, massacrato dalla crisi economica; per questa nuova tornata di bandi, Bruxelles ha in mente un target ben preciso: le piccole e medie imprese che abbiano voglia di rilanciarsi sul mercato e rilanciare così crescita e lavoro in Europa a colpi di innovazione. Alle Pmi l'Ue ha deciso, infatti, di ritagliare un ruolo da protagonista nel suo più grande bando mai lanciato per la ricerca che vanta un budget complessivo da 8,1 miliardi per 52 call che saranno in gran parte pubblicate a brevissimo. Un super-bando che punta a creare, secondo le stime europee, subito 210mila nuovi posti di lavoro e 75 miliardi di euro addizionali in termini di crescita nei prossimi 15 anni.
Le piccole e medie imprese potranno partecipare praticamente a tutti gli «inviti a presentare proposte» accedendo ai fondi messi in palio, ma con la garanzia che 1,2 miliardi sono "prenotati" per loro. In alcuni settori – in particolare salute, agricoltura, biotech, trasporti, spazio e sicurezza – avranno, infatti, delle corsie preferenziali.
Si tratta di bandi semplificati, con oneri amministrativi più bassi, ma soprattutto con budget che dal 50 al 75% saranno assegnati alle imprese di taglia più piccola. Anzi in alcune "call" la presenza di almeno una Pmi sarà obbligatoria per poter aver successo nelle richieste di finanziamento.
In particolare sono 970 milioni i fondi che dovrebbero finire nei progetti di ricerca industriale delle piccole e medie imprese; a questi si aggiungono altri 252 milioni del progetto «Ricerca a beneficio delle Pmi» che punta a sostenere progetti di ricerca in tutti settori incentivando, tra le altre cose, le aziende a consorziarsi e a stringere partnership con atenei e centri di ricerca.
E poi altri 150 milioni sono stati "allocati" in un fondo di garanzia (il «Risk sharing instrument») che dovrebbe aiutare le Pmi a ottenere più facilmente prestiti dalle banche e che nelle stime di Bruxelles dovrebbe mobilitare 1 miliardo di risorse in più per la ricerca.Il ruolo delle piccole e medie imprese sarà inoltre importante nelle "call" sull'Ict che valgono 1,5 miliardi e su quelle sulle «smart cities» (355 milioni) dove si dovranno studiare nuove tecnologie per migliorare la vita nelle aree urbane.