L'attesa Conferenza delle Regioni, che avrebbe dovuto esprimersi sugli schemi governativi di riforma ai regimi incentivanti contenuti nel Quarto Conto Energia, si è conclusa con un nulla di fatto. Le Regioni hanno infatti deciso ufficialmente di rinviare l'esame dei decreti, nella speranza di una revisione del provvedimento da parte del Governo.
Questo è il motivo principale per cui l'entrata in vigore del Quinto Conto Energia, data come imminente, è di fatto slittata, non si sa bene a quando. Tutti coloro che hanno sospeso l'iter di investimenti e realizzazioni di business plan di impianti fotovoltaici hanno di fatto perso quasi due mese, perché è da prima di Pasqua 2012 che circola la voce di una revisione imminente del sistema incentivante.
Le Regioni hanno deciso di rinviare l’esame dei decreti e potrebbero arrivare anche ad impuntarsi qualora l'esecutivo non fosse disposto ad accogliere le modifiche proposte.
Ufficialmente le Regioni hanno annunciato che rimanderanno temporaneamente il parere, ma non è escluso che le Regioni siano pronte anche a non dare alcun parere finché il Governo non mostri di voler accogliere almeno alcune delle loro proposte, bloccando così di fatto l'iter dei due decreti.
«I nostri enti sono convinti - ha dichiarato Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all'energia della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Ambiente ed energia della Conferenza delle regioni - che la strada migliore sia quella avviare una mediazione che porti a una posizione che sia il più possibile condivisa tra gli enti locali. La materia assume un'importanza basilare, non solo alla luce della produzione di energia da fonti rinnovabili e del conseguimento degli obiettivi europei di riduzione dei fattori di dipendenza dai combustibili fossili, ma anche rispetto alle tematiche ambientali. Da qui la necessità di un attento esame delle proposte del Governo e del raggiungimento di una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili e su una marcata sburocratizzazione del meccanismo di accesso al registro degli impianti».
Secondo l'ultima ipotesi di mediazione emersa in Commissione, le Regioni potrebbero a maggioranza esprimere un parere positivo sul decreto dell'esecutivo qualora fosse accolta la proposta di incrementare il tetto annuale per il sostegno al solare da 500 milioni di euro a 1 miliardo di euro. Gli enti locali vogliono anche escludere dal Registro gli impianti con potenza inferiore a 20 kW, nonché quelli pubblici di qualsiasi potenza e tutte le installazioni con caratteristiche innovative.
«Abbiamo anche ribadito - conclude Giordano - la necessità di reintrodurre le premialità per le azioni consistenti nell'eliminazione dell'amianto dai tetti e nella riqualificazione ambientale della produzione energetica degli edifici, privilegiando l'uso di tecnologie e materiali prodotti nell'Unione Europea».
Questo è il motivo principale per cui l'entrata in vigore del Quinto Conto Energia, data come imminente, è di fatto slittata, non si sa bene a quando. Tutti coloro che hanno sospeso l'iter di investimenti e realizzazioni di business plan di impianti fotovoltaici hanno di fatto perso quasi due mese, perché è da prima di Pasqua 2012 che circola la voce di una revisione imminente del sistema incentivante.
Le Regioni hanno deciso di rinviare l’esame dei decreti e potrebbero arrivare anche ad impuntarsi qualora l'esecutivo non fosse disposto ad accogliere le modifiche proposte.
Ufficialmente le Regioni hanno annunciato che rimanderanno temporaneamente il parere, ma non è escluso che le Regioni siano pronte anche a non dare alcun parere finché il Governo non mostri di voler accogliere almeno alcune delle loro proposte, bloccando così di fatto l'iter dei due decreti.
«I nostri enti sono convinti - ha dichiarato Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo economico e all'energia della Regione Piemonte e coordinatore della Commissione Ambiente ed energia della Conferenza delle regioni - che la strada migliore sia quella avviare una mediazione che porti a una posizione che sia il più possibile condivisa tra gli enti locali. La materia assume un'importanza basilare, non solo alla luce della produzione di energia da fonti rinnovabili e del conseguimento degli obiettivi europei di riduzione dei fattori di dipendenza dai combustibili fossili, ma anche rispetto alle tematiche ambientali. Da qui la necessità di un attento esame delle proposte del Governo e del raggiungimento di una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili e su una marcata sburocratizzazione del meccanismo di accesso al registro degli impianti».
Secondo l'ultima ipotesi di mediazione emersa in Commissione, le Regioni potrebbero a maggioranza esprimere un parere positivo sul decreto dell'esecutivo qualora fosse accolta la proposta di incrementare il tetto annuale per il sostegno al solare da 500 milioni di euro a 1 miliardo di euro. Gli enti locali vogliono anche escludere dal Registro gli impianti con potenza inferiore a 20 kW, nonché quelli pubblici di qualsiasi potenza e tutte le installazioni con caratteristiche innovative.
«Abbiamo anche ribadito - conclude Giordano - la necessità di reintrodurre le premialità per le azioni consistenti nell'eliminazione dell'amianto dai tetti e nella riqualificazione ambientale della produzione energetica degli edifici, privilegiando l'uso di tecnologie e materiali prodotti nell'Unione Europea».
Molte delle proposte delle Regioni in relazione a come dovrebbe essere il Quinto Conto Energia appaiono ragionevoli: da una parte infatti l'iscrizione al registro per impianti di piccola taglia (ad oggi, non superiori ai 12 kW) sembra essere in antitesi rispetto alla volontà, espressa dal Ministro Clini, di favorire decisamente gli impianti energetici domestici, destinati in larga parte all'auto-consumo. Ebbene, gravare l'iter procedurale dell'iscrizione al registro, con tutto quel che ne consegue, non sembra tanto una semplificazione.
Anche la condivisione, da parte delle Regioni, dell'esigenza espressa all'unisono dagli operatori di settore di abbandonare tout court il sistema dei registri e dei limiti annui allo sviluppo delle diverse tecnologie, sostituendoli con un meccanismo di riduzione della tariffa che si autoregoli in funzione del volume di installazioni appare condivisibile. La pubblicazione periodica di report ufficiali sui volumi di potenza installata potrebbe essere ben sufficiente per decidere, nell'ambito di un assetto di regole certe, in relazione a investimenti e impianti.
Anche la condivisione, da parte delle Regioni, dell'esigenza espressa all'unisono dagli operatori di settore di abbandonare tout court il sistema dei registri e dei limiti annui allo sviluppo delle diverse tecnologie, sostituendoli con un meccanismo di riduzione della tariffa che si autoregoli in funzione del volume di installazioni appare condivisibile. La pubblicazione periodica di report ufficiali sui volumi di potenza installata potrebbe essere ben sufficiente per decidere, nell'ambito di un assetto di regole certe, in relazione a investimenti e impianti.
Il Governo, come ha fatto capire il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, potrebbe alla fine concedere qualcosa: nel testo finale dovrebbe essere inserita una forma di premialità per il Made in Europe, che però sarebbe destinata soltanto agli impianti sopra i 100 kW di potenza, elemento che ha già scatenato la reazione negativa dei rappresentanti dell'industria solare nazionale. L'Esecutivo potrebbe inoltre innalzare il limite per l'iscrizione al Registro a 50 kW, mentre il cap di spesa annuale potrebbe essere aumentato di 100 milioni di euro.
Gerardo Montanino, direttore della Divisione operativa del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) intervenuto a Solarexpo ha comunicato che il tetto di spesa fissato dal Decreto Romani del 2011 potrebbe essere raggiunto tra la metà di agosto e la metà di novembre con ritardi fino al mese di dicembre.
La partita si gioca tutta intorno al raggiungimento del tetto di spesa di 6 miliardi. Secondo la bozza attuale del quinto conto energia, il nuovo regime incentivante, infatti, entrerebbe in vigore un mese dopo il superamento di quella soglia.
Difficilmente in effetti si sarebbe potuto stabilire una data precisa per la fine del quarto conto, decisione che sarebbe stata contestata per motivi legali; l'unico modo per sostituirlo con il quinto era aggrapparsi a quel tetto di spesa indicativo di ‘6-7 miliardi’, cui fa riferimento il decreto del conto energia uscente.
Ad oggi il “contatore solare” del GSE segna una cifra intorno ai 5,6 miliardi di euro annuali, ma come ha evidenziato dagli analisti dell’Italian PV Summit e spiegato ieri da Montanino “la crescita della spesa sta rallentando e in alcuni casi a certi grandi impianti vengono riconosciuti incentivi minori di quelli richiesti”.
A frenare l’aumento sono, da un lato i ritardi che gli operatori incontrano nel rispettare i tempi di completamento degli impianti, dall’altro la difficoltà di accesso ai finanziamenti delle banche.
La partita si gioca tutta intorno al raggiungimento del tetto di spesa di 6 miliardi. Secondo la bozza attuale del quinto conto energia, il nuovo regime incentivante, infatti, entrerebbe in vigore un mese dopo il superamento di quella soglia.
Difficilmente in effetti si sarebbe potuto stabilire una data precisa per la fine del quarto conto, decisione che sarebbe stata contestata per motivi legali; l'unico modo per sostituirlo con il quinto era aggrapparsi a quel tetto di spesa indicativo di ‘6-7 miliardi’, cui fa riferimento il decreto del conto energia uscente.
Ad oggi il “contatore solare” del GSE segna una cifra intorno ai 5,6 miliardi di euro annuali, ma come ha evidenziato dagli analisti dell’Italian PV Summit e spiegato ieri da Montanino “la crescita della spesa sta rallentando e in alcuni casi a certi grandi impianti vengono riconosciuti incentivi minori di quelli richiesti”.
A frenare l’aumento sono, da un lato i ritardi che gli operatori incontrano nel rispettare i tempi di completamento degli impianti, dall’altro la difficoltà di accesso ai finanziamenti delle banche.